Disincontro d'amore
Vorrei, un giorno, incontrarti di nuovo per la strada, in un pomeriggio caldo.
Vederti passare, senza quasi rendermente conto, tirare avanti qualche passo e scorgere qualcuno salutarmi.
Fermarmi coprendomi il viso dal sole e osservarti, dopo tanto, anzi tantissimo, tempo e quasi non ricordarmi di te.
Vederti mentre mi vieni contro e io con calma e con un leggero stupore mi avvicino passeggiante.
Darti un abbraccio da convenevoli ma con affetto, godendo per un attimo di questo abbraccio letargico.
Non scrivevo da una vita, forse due. Sono contento di star tornando a farlo.
Vorrei scollarmi da te, chiederti come va con leggerezza e dare poco peso alle tue parole, guardandoti in faccia senza figurarti nella mia mente di starti baciando; perché è capitato troppe volte, e quando è successo è sempre stato un casino, ed è sempre stato un male.
Soprattutto per me.
Ridere a qualche stronzata, sentire un po' meno di adesso la distanza che ci separa e poi salutarti, andare avanti e scordarti un attimo dopo.
Non siamo mai stati niente, se non amici, nella realtà che tutti abitano.
Ma nella mia mente sei stata tutto per tanto tempo, e sei la prima troia a cui ho detto "ti amo".
L'unica con cui lo abbia mai pensato.
Davvero.
E non siamo mai stati niente.
Ti ho sognata varie volte, anche ad occhi aperti, in ogni modo e in ogni mondo.
Tu eri sempre lì. Una parte di me, o forse qualcosa di più.
L'altra sera eravamo insieme sul tuo letto ad abbracciarci.
La mia emotività non è mai stata così materia, così pesante.
E ora che sono composto di ultra-materia la mia materia non l'ho mai sentita così spirituale, così energica e vibrante.
Non ci stavamo davvero abbracciando. Io abbracciavo me, e tu rispondevi per riflesso come un'automa.
E io lo sentivo.
Il Freddo.
Avevo bisogno di affetto, in quei pochi istanti, più che mai; ma come ogni volta da te non ho ottenuto quello che volevo.
Ti ho parlato della mia fiducia, di quella che sento verso di te e che sei l'unica con cui avrei potuto piangere senza vergognarmi.
Ed è vero.
Ma non t'ho detto che questa enorme fiducia, così fiammeggiante e luminosa è solo una mia illusione.
Io sento di poterti consegnare tutto il mio essere, ma so che se lo facessi a te non reggerebbero le mani e mi lasceresti cadere a terra frantumandomi.
Questa meravigliosa fiducia verso di te io la sento, ma sento anche che questa non ha più motivo d'essere.
Questo falò brucia su un sottile foglio di carta stagnola e mangia plastica, fumandola e intossicando chi gli sta vicino.
Una lamina sottile sorretta però da un enorme ponte. Il più grande e robusto ponte che io abbia mai costruito per legarmi a qualcuno.
Ma le cui fondamenta sono state lasciate al peggiore dei manutentori, distratto, goffo, incapace e notevolissimamente talentuoso nell'errare: un po' come me.
Ora le colonne e i pilastri e le mura e tutto ciò che regge il ponte è marcio. Nello stadio di mezzo fra la screpolato e lo sgretolato, fra lo scorticato e lo spaccato.
Un giorno, spero presto, questo ponte crollerà e smetterà di collegare così intensamente quei due mondi che ha così intimamente legato per lunghissimo tempo.
Così i suoi resti si perderanno e i due mondi si allontaneranno fra loro sempre di più, piano piano, fino a non vedersi più per potersi poi dimenticare.
Perché è questo che voglio ora: scordarmi di te e di tutto quello che ho provato, ma non perdere i bei ricordi che da un tale sentimento scaturiscono, perché sei ad oggi la prima e unica persona che io abbia mai amato.
So di non essere mai stato corrisposto, e di non aver mai avuto nessuna possibilità.
Te lo chiesi piangendo mentre mi ti confessavo e tu mi rispondesti onestamente.
Mi ricordo il mio consumarmi come una fiamma di candela al vento quando ti vidi per la prima volta con il tuo primo ragazzo.
Il modo in cui lo abbracciasti, comunicò ciò che già sapevo; io come tutti.
Che non ero mai stato ciò che lui fu per te e che non lo sarei stato mai.
Certo, poi lu si rivelò un coglione e insomma quello era palese.
Ma non cambia nulla.
Io per Te non ero.
Vorrei averlo appreso prima o non averlo mai dovuto apprendere non incontrandoti mai forse. Sicuramente sarei stato meglio, ma non è rancore o conforto o commiserazione che cerco; ma solo il bisogno di dirmi, di raccontarmi. A me stesso e a nessun altro.
So che un giorno ti dimenticherò nonostante tutto e me ne dispiaccio, ma non quanto mi dispiaccia il volere che ciò avvenga il prima possibile.
Nostalgia.
Questa è la vita.
Non vorrei.
Energie e tempo sprecato.
Questa è la vita.
Rabbia.
Tristezza.
Accettazione.
Questa è la vita.
Scusatemi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro