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Capitolo 2: Blues (parte 1)

(Musica: the ballad of the sad young man- Roberta Flack)

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Chat Noir saltò attraverso la finestra aperta della sua camera e prontamente si detrastormò. Tutto quello che voleva fare era una doccia e buttarsi sul divano per diventare un vero e proprio vegetale per un'ora o due. Poteva usare il tempo libero per decidere se incontrerai o no con Ladybug più tardi, quella notte.

Il suo viso si fece caldo mentre ricordava com'era il suo piccolo corpo tra le braccia, com'era morbida la sua guancia quando le sussurrava mentre danzavano. Lo sguardo inorridito di lei che divenne ematico quando scoprì la sua parentela con Papillon. Non poteva dimenticare il modo in cui aveva sentito le sue braccia intorno al collo, la sua testa appoggiata al petto, o come aveva potuto sentire il profumo del suo shampoo, quando aveva appoggiato il capo su quello di lei, mentre le lacrime gli scendevano lungo il viso. Semplicemente non poteva toglierselo dalla testa. Era così confuso, così inaspettato. Non era mai stata sua intenzione conoscerla, o rendersi conto che era così normale, così...piacevole. Avrebbe reso il suo lavoro molto più difficile se avesse pensato a lei in modo diverso da un nemico, da un ostacolo...all'obiettivo di suo padre.

Mise quei pensieri da parte e si diresse verso il bagno quando ci fu un improvviso, benché non inatteso, bussare alla porta.

Adrien borbottò prima di rispondere ad alta voce. "Avanti!"

L'assistente di suo padre entrò nella stanza dalla porta più vicina a lui, (perché la sua camera doveva avere DUE porte, francamente?). La sua bocca si contrasse come se stesse cercando di trovare le parole giuste, quindi disse: "Vostro padre vorrebbe vedervi."

"Grazie, Nathalie" rispose lui abbattuto. Stava andando quando Nathalie afferrò la sua spalla, gentilmente ma ferma. Il ragazzo si fermò e la guardò, un po' perplesso. Lei chiuse gli occhi e chinò leggermente la testa.

Sospirò e tornò a guardarlo. "Lui...non è contento. Solo perché tu lo sappia."

Adrien mise una mano sulla sua e strinse. Fece un piccolo sorriso e mormorò a bassa voce: "Starò bene Nathalie. Grazie."

Lei annuì e mollò la presa, l'inquietante e crescente senso di terrore nello stomaco, mentre guardava Adrien dirigersi verso lo studio di suo padre.

Adrien si fermò vicino alla porta dell'ufficio e prese un profondo respiro, cercando di raccogliere tutto il coraggio che poteva. Girò la maniglia con mano tremante ed entrò fino a pochi metri da suo padre, quindi aspettò, sapendo che Gabriel fosse già al corrente della sua presenza. Le accecanti luci fluorescenti lo facevano sentire esposto, come se fosse in una sala interrogatori e fosse stato appena dichiarato colpevole.

"Cosa stavi pensando?" abbaiò Gabriel improvvisamente, facendolo trasalire. "se tu fossi stato di grado di tenere occupata Ladybug fintanto che il mio servo fosse tornato da te, avremmo potuto prendere facilmente il suo miraculous. Sarebbe dovuto essere un gioco da ragazzi. Ma a quanto pare tu sei incapace di eseguire un compito tanto semplice! Hai persino avuto il coraggio di aiutare quella...quel PARASSITA!"

"P-padre, non è così!"

"Allora spiegati! Sarà meglio che tu abbia una dannata buona spiegazione per tale insolenza!"

Adrien cercò di regolare il respiro prima di parlare. "Quando l'akuma è tornata da me, io sapevo che non avrebbe funzionato. Era solo interessata al suo ballo insignificante e non poteva curarsi meno di aiutarmi. La sua mancanza di concentrazione avrebbe solo ritardato una sconfitta inevitabile. Sarebbe stato poco pratico, così ho lasciato che Ladybug usasse il suo Lucky Charm per accelerare le cose. So quanto odi quando le persone sprecano il tuo tempo."

Gabriel aspettò un momento e chiese retoricamente: "é così?"

Adrien deglutì e guardò in basso a terra, evitando lo sguardo di suo padre, un brivido freddo gli percorse la schiena.

Gabriel sospirò pesantemente. "Per quanto tempo, Adrien? Per quanto tempo dobbiamo continuare a combattere questa guerra esasperante, dove una ragazza problematica intacca i nostri piani, grazie al potere della sua stupida fortuna? Hai rinunciato al nostro obiettivo? Hai rinunciato a lei?"

Gli occhi di Adrien si spalancarono e guardarono in sù, per incontrare lo sguardo fermo e implacabile del padre. "N-no! Mai!" rispose disperatamente.

"Se non mi aiuterai a riportare indietro tua madre, allora tu sei inutile per me. Ti porterò via il miraculous, e la libertà con esso."

"Padre, ti prego!" supplicò Adrien. "Ti prenderò quegli orecchini, dammi solo un'altra possibilità!"

"Così farai. Non farmi rimpiangere di riporre la mia fiducia in te." Si voltò e mosse la mano per congedarlo. "Puoi andare."

"Sì, signore." Adrien annuì stupidamente e si girò per andarsene, cercando di ricordare l'ultima volta che si era sentito orgoglioso di essere un Agreste...o se ce ne fosse mai stato uno.

Adrien rientrò nella sua stanza e chiuse a chiave la porta. Appoggiando la schiena ad essa, si lasciò scivolare sul pavimento e nascose la faccia nelle ginocchia.

Plagg uscì dalla tasca del ragazzo. "Mh, che guastafeste." Scosse la testa. "Dimenticati di lui, Adrien. Usciamo e andiamo a prendere qualcosa da mangiare prima di incontrarci con Ladybug."

Adrien rise incredulo: "Per quale ragione al mondo dovrei farlo? Hai sentito mio padre. Un altro errore e sarà la fine di Chat Noir." Guardò Plagg e la sua espressione si addolcì. "Non sono pronto a rinunciarci. é la cosa migliore che mi sia capitata, non voglio perderti. Io non..." strizzò forte gli occhi e cercò di mantenere ferma la voce. "Non voglio essere imprigionato di nuovo."

"Adrien, Ladybug aveva ragione. Tuo padre è uno stronzo. In più, una piccola ribellione adolescenziale ti farebbe bene! Dovresti provare qualche volta. Compirai presto 18 anni, quindi è meglio farlo finché puoi."

Adrien gli fece un sorriso sbilenco. "E tu non lo stai dicendo solo perché vuoi che io diventi alleato di Ladybug e tu puoi uscire con il suo Kwami?"

Plagg incrociò le sue piccole braccia e disse con finto sdegno. "Mpf! Che maleducato!" Quindi sogghignò e rispose con un occhiolino: "Comunque, questo potrebbe essere sicuramente un vantaggio."

Adrien ridacchiò divertito e tese la mano affinché il piccolo gatto folletto vi sedesse. Lo tenne vicino e con l'altra mano gli strofinò la testolina. Plagg si strofinò contro il suo petto e ricambiò l'abbraccio.

Adrien si alzò e andò verso la finestra. "beh...non c'à niente di male in una chiacchierata, giusto?"

"Il tuo entusiasmo è contagioso"replicò Plagg, piattamente. "In ogni modo, andiamo!"

Adrien ridacchiò: "Okay, Okay. Trasformami!"

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Adrien amava la libertà che gli era conferita ogni volta che diventava Chat Noir, saltando e attirando incondizionatamente sui tetti, nell'oscurità di Parigi. La città era più tranquilla lassù. Il rumore e il caos delle strade erano smorzati a poco più che un brusio. Non c'erano akuma e di conseguenza, nessun ordine p richiesta per lui; era libero...almeno per il momento.

Lui si fermò sulla ringhiera di un balcone per riprendere fiato un minuto. Poteva vedere Notre Dame da dov'era accucciato, la luna piena illuminare la sua facciata.

Dal nulla sentì dei brividi dietro al collo, quelli che vengono quando ti senti osservato. I suoi sensi si acuirono e scansionò l'area, cercando di determinare la fonte. E fu allora che incontrò lo sguardo di un bambino dall'altra parte del vetro del balcone sul quale era appollaiato. Il ragazzino, intorno ai 5 o 6 anni, lo fissava come un cervo davanti agli abbaglianti. I brillanti occhi verdi di Chat lo fissavo di rimando. Adrien amava i bambini, quindi Chat sorrise e lo salutò con la mano. Invece di ricambiare il saluto, comunque, emise uno strillo inorridito. Il bambino afferrò terrorizzato le sue lenzuola e le lacrime iniziarono a scendere lungo il viso. Sgomento, Chat balzò immediatamente giù dal balcone prima che potessero arrivare i genitori del ragazzino, e si affrettò verso la sua destinazione.

"Detrasformazione." Un lampo verde e Adrien era di nuovo nei suoi panni civili. Si appoggiò alla ringhiera più vicina a lui e grugnì dalla frustrazione.

Plagg si librò verso di lui. "Ehi, ragazzo, dimenticatelo, non è nulla d'importante."cercò di calmarlo.

"Terrorizzare bambini non è esattamente la mia idea di divertimento del venerdì sera, Plagg" sbuffò Adrien.

Plagg scrollò le spalle. "Beh, sei considerato un criminale. Puoi biasimarlo?"

Adrien sospirò pesantemente. "No. Non posso proprio. Questo è il prezzo che devo pagare. Prima tutto finirà, prima potrò smettere di essere visto come un cattivo presagio da tutti in città."

Plagg esitò, poi chiese: "Cercherai di rubare il miraculous di Ladybug durante il vostro incontro?"

Adrien si fermò a riflettere, quindi scosse la testa. "Sarebbe la cosa più intelligente da fare. Rubarglielo mentre ha la guardia abbassata. Ma questa è una trattativa; sarebbe scorretto."

"Com'e nobile da parte tua" disse Plagg sarcasticamente e si chiuse nella tasca di Adrien a recuperare del formaggio.

"Ma...pensi che lei cercherà di imbrogliarmi e cercare di rubare il mio miraculous?"

Plagg fece un evasivo 'non so' e morse la sua fetta di formaggio.

"Non sei d'aiuto" sbuffò Adrien.

Dato che era arrivato un paio di ore prima, Adrien ammazzò il tempo leggendo un libro sul suo cellulare, mentre Plagg cacciava piccioni intorno al tetto. 30 minuti prima di mezzanotte, Plagg si precipitò di colpo nella tasca di Adrien. Il ragazzo sentì un leggero ma inconfondibile suono di cerniera, seguito da un passo delicato qualche secondo dopo. Quasi sicuramente, Ladybug era atterrata qualche metro più in là su una piattaforma rialzata, guardando dall'altra parte e lui raggelò. Non si era aspettato che lei si presentasse così presto o si sarebbe già trasformato. Non poteva rischiare di farlo così, ora, senza rivelare sua identità.

La sentì mormorare: "Almeno sono effettivamente puntuale, per una volta."

Passò un momento e lei si sedette, il piede ciondolante da un lato del tetto adiacente. Gli occhi di Adrien guardavano intorno freneticamente, cercando per una via di fuga, quindi iniziò ad andarsene in punta di piedi dal suo cornicione.

Inaspettatamente, Ladybug iniziò a cantare dolcemente mentre aspettava.


Ed eccoci al terzo capitolo! Qui, Gabriel mostra tutta la sua vena sadica, se posso permettermi. E Chat mi fa così pena! Ama i bambini e li spaventa! Povero micetto... Beh, questa volta è stato tutto dal suo punto di vista e devo dire che è stato molto interessante non credete?

Ladybug scoprirà ACCIDENTALMENTE la sua identità, o saranno ancora così ciechi da non capirlo?🌚 lo scopriremo solo leggendo!

Quindi restate con me pandini miei🐼 ci vediamo sabato prossimo!

vostra BlackRose311

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