Capitolo 12: Andante (parte 1 di 4)
Lessico musicale:
Andante - andare a un ritmo costante, moderato
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Musica d'atmosfera: La Dispute (Amelie Soundtrack) - Yann Tiersen
Marinette era arrabbiata.
Non così arrabbiata, in realtà. Più tipo... confusa? Frustrata? E nemmeno con Fu, necessariamente. Non era colpa sua. Ma Fu era il messaggero, e dunque, l'immeritato destinatario della sua attuale ira mentale.
Una volta passate le 48 ore critiche della guarigione di Chat Noir, era andata a far visita a Fu per discutere di alcune preoccupazioni che lei aveva riguardo la nuova partnership, insieme ad altre pressanti domande. Le risposte erano state...non esattamente cosa lei si era aspettata (o avrebbe voluto) ascoltare.
"No, Marinette" aveva detto. "Non devi conoscere l'identità di Chat Noir" aveva detto. "Sì, io so che vuoi proteggerlo come cittadino. No, non cercare di scoprirlo da sola. Se lo scoprissi troppo presto, assorbiresti tutti gli effetti negativi del abuso del miraculous. Sì, questo succede sempre con i miraculous del Gatto e della Coccinella. Sì, è per questo che i portatori non devono conoscere le reciproche identità; non finché le loro anime ed energie sono perfettamente in sintonia l'una con l'altra. No, Marinette, non siete in perfettamente sintonia l'uno con l'altra. Sì, lo so che non ti piace. Ma così è come dev'essere. Passa una buona giornata, Marinette. No, non ti sbattendo fuori. Sto solo... andando alla spa per liberarmi di un improvviso mal di schiena. Arrivederci."
"Ho capito, Maestro." aveva risposto lei. E onestamente, sì; aveva davvero capito.
Ma non le piaceva comunque.
La conversazione grava pesantemente nella sua mente mentre faceva le sue commissioni quotidiane, e non poté fare a meno di sbattere i piedi per casa mentre lavorava, una costante ruga fissa in mezzo alle sopracciglia.
Solo non riusciva proprio a capirlo. Effetti negativi? A dire il vero, prima di questo, aveva quasi sospettato che Fu avesse esagerato quel aspetto dei miraculous, per mantenerla sulla retta via ed essere responsabile.
Queste questioni erano state lontane dalla sua mente mentre faceva amicizia con Chat Noir. Non aveva mai nemmeno pensato di chiedergli a tal proposito. Per quanto tempo questi effetti avrebbero continuato, anche dopo il suo cambio di cuore e uso corretto del miraculous?
Più importante, gli effetti sarebbero scomparsi completamente? Fu aveva detto che ogni caso era diverso. Alcune volte gli effetti effettivamente scomparivano. Altre volte, non lo facevano; e in quei casi, i partner non potevano mai rivelare le reciproche identità. In rare circostanze, i portatori dovevano persino restituire i loro miraculous ai guardiani, perché non avrebbero mai potuto lavorare in perfetta armonia con l'altro. Marinette rabbrividì. Non voleva neanche considerare quella possibilità.
In ogni caso, Papillo stava soffrendo anche lui da tali effetti negativi. Quali potevano essere i suoi disturbi? Chat aveva menzionato al fatto che sembrava perdere il controllo delle sue akuma, e il suo giudizio stava diventando sempre più offuscato. Ma c'era di più?
Corrucciata, ripose la biancheria piegata nei cassetti del suo armadio con un po' più di forza del necessario. Si alzò in fretta quando ebbe finito, gettando il cesto del bucato via con uno sbuffo mentre procedeva con la prossima faccenda.
C'era anche un'altra domanda, una che aveva avuto addirittura anni fa, quando era diventata Ladybug per la prima volta. Una che aveva sempre voluto chiedere, fidandosi sempre del giudizio di Fu, mai interrogandolo per via della sua anzianità ed esperienza (essendo stato il rispetto per gli anziani parte integrante della sua educazione, in particolare da parte della madre).
Ma ora che lei era più grande, aveva finalmente raccolto il coraggio per chiedergli: perché non le aveva rivelato l'identità di Chat Noir anni fa? Con un po' di fortuna, avrebbe potuto sottrargli il miraculous quando non era trasformato mentre era fuori casa. Quindi, perché non glielo aveva detto?
La risposta di Fu era stata alquanto semplice: voleva che Chat avesse una vita relativamente normale al di là della maschera. Aveva sempre continuato a sperare che Chat avrebbe voltato le spalle alle sue malefatte di sua spontanea volontà. Avendo persone intorno a lui che lo trattavano gentilmente e di cui si sarebbe potuto fidare avrebbe dovuto dargli il coraggio per farlo. Se non avesse avuto quello, si sarebbe sentito di non avere a chi rivolgersi, e nessun altra scelta se non quella di rimanere doveva.
Fu aveva aggiunto che se lei avesse qualche contatto con Chat, sia come lei stessa o come Ladybug, lo avrebbe trattato differentemente, magari con ostilità. Marinette aveva voluto negare all'inizio, ma sapeva che lui aveva ragione. Lo avrebbe trattato diversamente. Probabilmente lo avrebbe evitato, gli avrebbe parlato con astio, lanciandogli occhiatacce dall'altra parte della strada. Forse avrebbe persino cercato di convincere i suoi amici che non era una brava persona, un po' come la sua situazione con Lila. Non che quello avesse mai funzionato; quella ragazza era troppo ingannevole. Dopo tutti quegli anni, aveva rinunciato anche solo a provarci. Senza nessuna prova concreta, le affermazioni di Marinette che Lila fosse una sporca bugiarda non avevano convinto nessuno, tranne, ringraziando, per Alya e Nino; ma anche loro erano stati scettici all'inizio.
In ogni modo, Marinette sarebbe diventata molto probabilmente arrabbiata, fredda, o forse addirittura amareggiata con Chat se lei non fosse stata in grado di recuperare subito il suo miraculous. E Chat avrebbe risposto con confusione, ferito, e risentimento sia verso lei che Ladybug, eliminando permanentemente qualsiasi chance di diventare partner.
La ragazza problematica sospirò con stanchezza, mentre camminava verso il bagno di sotto con un cesto pieno di rifornimenti per il suo ospite felino, continuando a rimuginare sulla precedente discussione. Dovevano esserci altre opzioni che non aveva ancora considerato...
Ancora distratta, riflettendo sulla miriade di possibilità e preoccupandosi su ogni potenziale esito, Marinette spalancò la porta del bagno...solo per essere accolta da un'alta, tonica e davvero molto nuda schiena, del cui pudore era a malapena coperto da un piccolo asciugamano intorno alla vita. Rivoletti d'acqua scendevano giù lungo le curve e increspature della pelle leggermente abbronzata, scivolando graziosamente dalla punta delle ampie spalle, ancora arrossate e luccicante dall'acqua calda della doccia, e sparendo poi nel bordo dell'asciugamano, il quale era allentato lungo i fianchi. Lo shock dei capelli umidi e dorati diede a Marinette la conferma di chi esattamente fosse lo sconosciuto nel suo bagno. Praticamente inciampando sui suoi piedi, chiuse di scatto la porta, un sonoro stridio uscì bruscamente dalla sua bocca.
"OHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIO, MI DISPIACE COSì TAAAAANTO!!!!" urlò la ragazza tra i pantaloni. "Pensavo che il bagno fosse vuoto!!! Volevo solo lasciare alcuni muscoli...volevo dire bagni...volevo dire cose per il bagno!!! Io...le lascerò qui fuori dalla porta! SCUSAANCORA, CIAO!!!"
Marinette scattò verso la sua camera da letto e piombò come un pesce morto sulla sua sedia, lasciando uscire un lungo, lamento acuto nei cuscini. Si voltò sulla schiena, schiacciandosi un cuscino sulla faccia, e valutando di soffocare lei stessa in modo di evitare di non dover affrontare Chat Noir mai più. Magari sarebbe tornata sulla terra incarnata in una vera coccinella, e avrebbe potuto volare via dalla città per vivere in campagna. Cannes doveva essere carina in quel periodo dell'anno.
Prima che i suoi piani potessero andare a buon fine, in particolare quello di diventare l'insetto che già sentiva come suo, tolse pigramente il cuscino dalla faccia per prendere un po' d'aria.
Solo per essere accolta da un piccolo, fluttuante...gatto??
No, non un gatto.
Un kwami.
Il kwami di Chat Noir.
"Boo" disse lui piatto.
Marinette si tirò su a sedere, cercando di non scontrarsi con il piccolo dio.
Si fissarono per alcuni secondi, anche se lei sospettava che Plagg non la stesse tanto fissando come valutandola. Misurando la sua adeguatezza, forse? Lui aveva lavorato a fianco di innumerevoli altre Ladybug negli ultimi millenni, dunque il pensiero la rendeva un pochino nervosa.
"Tu devi essere Plagg" disse, nascondendo la sua sorpresa.
"Vedo che la mia reputazione mi precede" rispose Plagg con una vistosa piroetta. "Sono alquanto degno di nota."
Gli occhi di Marinette s'incresparono di divertimento. Non era esattamente quello che si era aspettata.
Tese una mano con un sorriso. "Ciao, io sono Marinette."
Plagg prese la sua mano e la girò, esaminandole il palmo. "Mhhh, niente Camembert?" chiese con evidente disappunto. "Le presentazioni possono aspettare. Il mio stomaco no."
Marinette ridacchiò. Non si era aspettata un comportamento così scontroso da un kwami; tuttavia, decise che le piaceva già.
Aprì la tasca della sua camicia e disse. "Salta dentro. Andiamo a recuperarne un po' in cucina."
Plagg si avvicinò alla tasca e Tikki fece sboccare fuori la sua piccola testolina.
Marinette ridacchiò: "Sono sicura che ricordi Tikki."
"Sempre un piacere, Zuccherino" s'inchinò profondamente con un esagerato entusiasmo così tanto da Chat, che lei poté definitivamente dire che i loro manierismi si erano contagiati a vicenda.
"Ciao di nuovo, Calzino Puzzolente" rispose Tikki.
"Ehi, il Camembert è la fragranza più meravigliosa conosciuta all'uomo. é una vergogna che non tu sia illuminata abbastanza da apprezzare davvero la bellezza dei cibi fermentati."
Tikki roteò gli occhi, ma si spostò comunque per farlo entrare.
Una volta raggiunta la cucina ed essersi assicurata che la via fosse libera, Marinette fece uscire la coppia fuori dalla tasca. Tirò fuori un piatto e si fece strada verso il frigo con Plagg che fluttuava nelle vicinanze, guardandola curiosamente.
Marinette aveva previsto che sarebbe stato affamato, dunque era andata a fare shopping quella mattina dopo aver visto Fu, specificamente per fare scorta di formaggio. Anche se aveva sottostimato quanto famelico potesse essere il kwami; i suoi occhi si spalancarono mentre la pila sul piatto diventava sempre più alta.
Una volta finito, Marinette si sedette al piano di lavoro, cercando di evitare di pensare troppo a come tutto quel cibo potesse stare in quel piccolo corpicino.
"Uhhhh, vuoi anche dei crackers, o della frutta, o...?" cambiò discorso, incerta su come essere d'aiuto.
"Nient'altro è necessario quando hai già la perfezione" rimarcò Plagg, prima di sollevare un particolare pezzo di formaggio pungente e prendendo una lunga, potente sniffata.
I piccoli tratti di Tikki si contorsero dal disgusto mentre metteva della distanza tra lei e l'odoroso pasto.
Marinette stava in piedi accanto a loro, non del tutto sicura di cosa fare con sé stessa o cosa dire. Forse Plagg poteva rispondere ad alcune domande senza rivelare troppo.
Decidendo di fare un tentativo, chiese: "Allora...Plagg. Cosa puoi dirmi di Papillon? Non devi scendere nei dettagli. Solo qualsiasi cosa pensi possa essere d'aiuto sapere, così possiamo escogitare un piano per sconfiggerlo?"
Plagg corrugò la fronte, quindi seguita da una smorfia inorridita. "Seriamente?! Davanti al mio Camembert??" s'indignò. "Parliamo di quello stronzo un'altra volta. Credici o meno, perdo il mio appetito ogni volta che penso a lui."
"Mi sembra giusto" cedette Marinette. Raggrinzì le labbra, persa nei pensieri mentre lei si sedeva sullo sgabello lì vicino. "Oh, ci sono! Che tipo di hobby ha Chat? Forse potrei prendergli qualcosa che gli piace, così si può rilassare e sentirsi più a casa."
"Mh...Beh, sai già che gli piacciono i giochi, sia videogiochi e da tavolo" rispose Plagg tra un morso e l'altro. "Gli piace leggere. I classici, fantasy, fantascienza, fan fiction, fumetti...". Un altro morso. "Passa una ridicola quantità di tempo a scrivere poesie e racconti. Anche..." Deglutì. "Film sdolcinati...Anime." Boccone. "Non è un granché come cantante, ma questo non lo ferma dal cantare o numeri di ballo dai suoi musical preferiti. é un decente ballerino comunque." Un altro morso, intervallato con un ghigno. "Ma sono sicura che tu quello lo sappia già."
Marinette distolse lo sguardo, un'ondata di formicolii invase il suo intero corpo come se ricordasse quella prima notte insieme. Sembrava come una vita fa, eppure lei ricordava quella sera piena di danze, vividamente come se fosse accaduta ieri.
Plagg inghiottì l'ultimo boccone sul piatto, quindi si pulì le zampate sul tovagliolo procurato da Marinette. Seguì un possente allungamento dei suoi piccoli arti, sospirando dalla contentezza.
La postura di Marinette si raddrizzò ne vedere che aveva finito il pasto. "Dovremmo tornare in camera. Chat ti cercherà a breve." Saltò giù dallo sgabello e il trio si fece strada verso la camera di Chat.
Marinette fece una smorfia mentre metteva una mano sulla maniglia e si lasciò sfuggire un patetico gemito. "é meglio che mi inventi cosa dire quando mi scuserò per averlo sorpreso."
Entrarono in camera e la ragazza chiuse la porta dietro di loro. Inarcò le sopracciglia, guardando Plagg speranzosa. "Pensi che sarà furioso con me?"
Plagg scrollò di dosso la sua preoccupazione. "Oh, Puh-rfavore. Scometto che in realtà sia alquanto compiaciuto che tu abbia avuto una bella vista di lui mezzo nudo, se solo sapesse chi sei davvero."
Marinette poté solo farfugliare incoerentemente, le braccia che si agitavano tutt'intorno come noodles. "COSA?! PE-PERCHé DOVRESTI DIRE QUESTO??"
Plagg le lanciò uno sguardo compiaciuto e incrociò le sue piccole braccia. "Non se se hai notato, Bugaboo, ma il mio ragazzo è principalmente cotto di te."
"U-una cotta...? Per me? O-o meglio, per Ladybug...?" Caldo le risalì immediatamente alle guance e arrivò fino alla punta delle orecchie. "No-non ero sicura, non ha detto nulla a riguardo, e, ehm..."
Plagg scrollò le spalle. "Il ragazzo è alquanto insicuro. Molto di più di quando è diventato Chat Noir, grazie a quel buona a nulla di suo padre." Sospirò. "Per farla semplice, lui pensa che tu sia fuori dalla sua portata e che non potresti mai stare dietro a un ragazzo come lui."
Marinette farfugliò: "Fuori dalla SUA portata?? L'hai VISTO?!" Girò il braccio all'indietro per indicare la porta del bagno. "é più cesellato di una statua greca! Potrebbe essere un modello!!"
"Sì, sì, è il gallo nel pollaio, lo so" sbuffò Plagg, roteando gli occhi. "Comunque, lui sta ancora cercando di chiarire i suoi sentimenti, ed è decisamente troppo spaventato per dire qualcosa ad alta voce." Un luccichio canzonatorio gli brillò nei occhi. "Tu non sai cosa vuol dire essere troppo timidi per dichiararsi a qualcuno, non è vero?" domandò lentamente.
Marinette sentì il caldo scendere giù per il collo e lungo la schiena, e le sue labbra si torsero dalla vergogna, non avendo nulla con cui replicare.
"Plagg!" lo rimproverò Tikki, svolazzando di fronte a lui. "Che Marinette si dichiara o meno alla sua crush non è una cosa che ti riguarda!"
"Ha comunque ragione, Tikki" ammise Marinette. "Presumo non sia sempre totalmente ovvio finché non lo dici a loro. Solo...che mi congelo ogni volta che provo a confessare i mi sentimenti ad Adr...a-a questo ragazzo. é come se non avessi alcun progresso dopo tutti questi anni."
"Non preoccuparti, insettina" la rassicurò il kwami del gatto. "Alcune azioni parlano più delle parole. Sono sicuro che questo uomo misterio sappia che tu tieni a lui." Alzò di nuovo gli occhi al cielo e aggiunse: "Anche se lui è troppo cieco per realizzare che sia un'attrazione romantica."
Prima che Marinette potesse rispondere, udirono la porta del bagno aprirsi.
"Plagg..?" una voce familiare chiamò attraverso la piccola apertura.
"Credo questo sia il nostro segnale per andare" sussurrò Marinette. "é stato fantastico incontrarti, Plagg."
"Altrettanto. Ci vediamo!"
Con ciò, Plagg schizzò verso il bagno e passò attraverso la porta; Marinette sgattaiolò fuori silenziosamente.
Alcuni minuti dopo, uno Chat Noir piuttosto imbarazzato emerse dalla camera da letto. I loro occhi si incontrarono e lui trattenne il respiro, il suo corpo incollato sul posto.
Marinette saltò su dal divano e si precipitò verso di lui, completamente mortificata, il corpo tremante, sputando fuori una scusa dopo l'altra senza neanche prendere fiato nel mezzo, apparendo sul punto di scoppiare in lacrime dal rimorso.
Chat le posò le mani sulle spalle e strinse leggermente. "Va tutto bene, Marinette, davvero! Penso di aver dimenticato di aver chiuso la porta. Sono io quello che dovrebbe essere dispiaciuto. Non intendevo traumatizzarti o altro."
Gli occhi di Marinette si spalancarono. "Traumatizzarmi?? Affatto, STAI COSì BENE!..ehm!!" Le mani le schizzarono verso l'alto, agitandosi avanti e indietro. "Ciò che intendo è, io sto bene!!" Si ricompose e continuò: "Comunque, mi dispiace veramente tanto per essermi introdotta e aver violato la tua privacy. Quindi, per favore, per favore, per faaavoooooore, c'è un modo per farmi perdonare?"
Chat era sul punto di rassicurare di nuovo, ma si fermò. Le rivolse un timido sorriso. "In realtà, ci sarebbe una cosa... Potresti insegnarmi a fare la lavatrice?"
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(CONTINUA NELLA PARTE 2)
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