Epilogo
Avete presente lo stato zen? Quello di pace assoluta a cui ci si arriva dopo una vita passata a praticare yoga rinchiusi in un tempio buddista? Bene, tutte queste stronzate della pace interiore, del posto felice per far rilassare le persone su di me non funzionavano,per niente.
"Signorina deve aprire quelle gambe!"
"NO!Ho detto che aspetto Roman e allora aspetterò!"
"Signorina,suo marito potrà raggiungerci più tardi, adesso però deve darmi ascolto."
"Senta dottor House senza bastone, quel cavernicolo di mio marito ha detto che sarebbe stato al mio fianco in questo momento delicato, e io senza di lui non apro le gambe!"
"Signorina Smith le si sono rotte le acque se continua con questo atteggiamento rischia di perdere il bambino!"
"Io voglio Roman!"
Il nervoso aveva fatto rizzare ogni mio riccio, mentre questa piccola commedia andava avanti da minuti, mentre genitori, suoceri e fratelli con amica del cuore prossimi alle nozze si erano schierati dalla parte del medico per farmi andare in sala parto ad aprire le gambe. Dico io, così senza nemmeno esserci conosciuti, e pensare che Rome l'ho fatto aspettare mesi prima di andare a letto insieme.
"Tesoro della mamma, tuo marito ha finito da poco una partita, tra poco sarà qui, nel frattempo vai in sala operatoria e fai nascere mio nipote!"
"NO!"
Papà la trattiene, mentre mamma vorrebbe saltarmi al collo per i capricci che sto facendo, ma proprio nel momento in cui sto per continuare lemie proteste, arriva un'altra fitta al ventre che mi fa piegare in due.
"Basta,preparate la sala parto, procederemo a far nascere il bambino."
"No, Rome, Rome non è ancora arrivato."
"Mi dispiace signorina, ma non c'è più tempo."
Ho le lacrime agli occhi, io volevo che stesse al mio fianco perché ho paura che qualcosa possa andare storto, che non sia abbastanza forte, ormai lui era diventato il mio pilastro e mi sentivo crollare senza di esso.
Dopo il matrimonio non eravamo potuti partire per la nostra luna di miele a causa della gravidanza confermata . Avevo passato gli ultimi nove mesi tra conati di vomito e voglie improvvise di anguria in autunno e Rome era sempre al mio fianco.
L'unico lato positivo in tutto questo, erano le tette che finalmente avevano preso volume tanto da farmi piangere dalla felicità, e non ero solo io l'unica felice per questo, dato che il signorino ci affondava il viso ogni volta che ne aveva l'occasione.
Cavolo se ripenso a tutto questo mi verrà un attacco isterico, o di panico, tanto si urla in tutte e due.
Un'altra contrazione e quando sto per entrare in sala parto, le porta delle scale si apre,facendomi vedere un Rome con il fiatone che corre nella mia direzione.
"Piccola,menomale sono arrivato in tempo."
"Rome."
"Questa scema non voleva partorire senza di te."
"Joe!Facciamo i conti dopo che sforno tuo nipote."
"Certo,certo, sarai così felice che avrai resettato questo momento."
"Tu,maled... Cazzo."
"Signor Smith segua l'infermiera l'aiuterà a prepararsi e poi ci raggiunga."
"Va bene , Rox, sono subito da te."
"Vedi di darti una mossa stavolta."
Sorride e segue velocemente l'infermiera , mentre la mia barella viene trasportata in sala parto,per fortuna la nonna non è potuta venire, o a quest'ora avrebbe spostato il dottore per farmi partorire lei.
Respiro lentamente e una volta che è tutto pronto, Rome con camicie, cuffietta e mascherina si avvicina per prendermi la mano.
"Andiamo piccola , vinciamo anche questa partita."
Annuisco e spingo, urlando più volte, mentre Roman accarezza la mia testa per rassicurarmi.
"Vedo la testa."
La telecronaca non mi serve in questo momento, ma al segnale del medico spingo ancora fino a quando non sento un pianto e anche io libero le mie. Con la vista offuscata dalla lacrime vedo un piccolo fagotto dirigersi verso di me e quando l'infermiera me lo porge, lo prendo con le mani tremanti, ma appena lo poggio contro il mio petto e i suoi occhietti entrano in contatto con i miei, mi sento la donna più fortunata del mondo.
Rome si affaccia accarezzandolo con un dito, come temesse di fargli male, e mi bacia anche lui con le lacrime agli occhi.
"Sei stata bravissima Rox."
Sorrido e poggio le mie labbra sulle sue, prima che l'infermiera riprenda il nostro bambino per pulirlo.
"Allora,come chiamiamo il nuovo arrivato?"
Rome prende la mia mano e la stringe con la sua, prima di parlare al posto mio, dato che sono esausta.
"Bryan Smith."
Il medico lo segna su un braccialetto che mi viene messo al polso ed esausta, dopo avermi dato una sistemata mi portano nella mia camera da letto, dove ad attendermi ci sono tutti con palloncini, mazzi di fiori e pasticcini,ovviamente il cibo non manca mai.
***
Tre anni dopo...
Sospiro, stanca per la giornata passata. Oltre al lavoro scolastico, quando torno a casa c'è una piccola peste che non posso fare a meno di coccolare, anche se risucchia la mia restante scorta di energie.
Dopo aver sistemato i piatti mi affaccio in giardino, trovando i miei due uomini giocare a basket e sorrido.
Rome è davvero un padre fantastico, forse perché non vuole fare la fine dei suoi genitori,ma si impegna molto per far sorridere sempre il nostro Bryan quando mamma è esausta.
Ridono mentre Rome finge di essersi fatto male, mentre mio figlio lo ignora e lancia verso il canestro, non facendo arrivare il pallone nemmeno vicino al canestro.
"Ehy che succede qui?"
"Tuo figlio mi ha battuto, ignorando il mio infortunio."
"Mamma!"
Corre verso di me e lo prendo in braccio, mentre l'altro bambinone di alza in perfetta forma.
"L'arbitro non era presente e l'azione non può essere contestata."
"Crudele."
"Certo come no. Bryan è l'ora del pisolino."
"Ma io voglio giocare ancora ."
"Se vai a dormire presto quando ti sveglierai giocheremo ancora e ti preparerò anche i biscotti della nonna con le gocce di cioccolato."
"Okay, vado a dormire."
Scende dalle mie braccia e si avvia nella sua stanza, lasciando da soli me e il padre che non sa perdere.
"Farai diventare nostro figlio una pallina se lo ricatti così."
"Come se tu non li mangiassi."
"E farai fallire la mia carriera quando avrò un pallone da basket al posto dei miei addominali."
"Certo,certo, forse così le tue fan diminuirebbero."
"Mmh?Qualcuno è geloso o sbaglio?"
"Ma che, dovresti conoscere il nuovo insegnante di nuoto che è arrivato ieri, vederlo in costume da bagno mette i briv...aaah!"
Vengo presa e caricata sulle sue spalle, mentre ridendo vengo trascinata in casa verso la nostra camera da letto, proprio che non riesce a cogliere l'ironia nelle mie parole, ma vederlo in modalità cavernicolo geloso è sempre uno spettacolo.
Mi butta sul letto e continuando a ridere mi intrappola con il suo corpo, assumendo un espressione malvagia.
"Chi è che ti mette i brividi?"
"Tua madre, nonostante tutto questo tempo mette ancora il terrore."
"Signorina Smith , vuole testare la mia pazienza per caso?"
"Chissà,forse vorrei testare altro..."
"Rox,dannazione."
Rido ancora, ma veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
"Credo che mio figlio voglia che la mamma gli rimbocchi le coperte, quindi mi lasci libera per cinque minuti?"
"Cinque,poi ti voglio nuda in questo letto."
Arrossisco,la sua schiettezza è sempre spiazzante, ma prima di andare mi abbraccia da dietro baciandomi il collo.
"Che c'è cinque minuti sono troppi Rome?"
"No,pensavo che forse dovremo fare un compagno di giochi per Bryan."
"Eh?"
"Un altro figlio, altri due o tre non starebbero stretti in casa."
Scoppio a ridere, e mi guarda stralunato.
"Facciamo direttamente una squadra di calcio, ma se uscissero femmine?"
"Allora dovrei addestrare Bryan, in quanto fratello maggiore, a picchiare chiunque si avvicini a loro."
"Papà orso non lascio scampo a nessuno eh? Ma devo comunicarti che un fagottino è di nuovo entrare in fabbrica."
Mi osserva come se potessi mentirgli prima di sorridere a trentadue denti e farmi fare la trottola tra le sue braccia, avrei voluto aspettare prima di comunicarglielo , ma dato che ha tirato in ballo l'argomento.
"Rome mettimi giù mi gira la testa ahahaha."
"Roxane,tu non sai quanto ti amo."
"Chi non mi ama."
"Sentitela fa anche la buffona adesso, muoviti a rimboccare le coperte a Bryan,perché quando tornerai ti vizierò come si deve."
"Che papà pervertito."
"Avevi dubbi ?"
Ridendo esco fuori, mentre penso a quanto sia stata fortunata quel giorno a prenderlo a pugni.
The End
Bene ragazzuole questo è ufficialmente l'ultimo capitolo di questa pazza storia fondata su esaurimento nervoso, cibi italiani, e bonazzi americani 😂😂😂
I vostri commenti poi sono stati il top tanto da poterci fare un libro di barzellette tra adozioni, rapimenti indirizzati a Rome e incoraggiamenti nei confronti di Pervy😂😂😂
Che altro dire spero che ritroverò la maggior parte di voi nei commenti di altre mie storie, sperando di ottenere lo stesso affetto come in questo libro😂
Quindi per adesso vi saluto in questa pagina della mia vita di Disaster of love💕💕💕💕
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Manu
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