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Capitolo 4

- LANA -

La settimana è passata e Jacob è stato molto distante da noi. Credo di averlo spaventato, insomma chi non si sarebbe sentito in quel modo. Lo capisco, e capisco anche il perché abbia deciso di lasciarci perdere. Sono un disastro, la mia vita è un fottuto disastro. Chelsea questa mattina mi ha chiamata, avvisandomi che sarebbero venuti da me verso le tre e mezza, ma improvvisamente il campanello suona. Guardo l'ora e noto che sono solo le tre. Sarà finalmente il corriere con uno dei pezzi di ricambio che mi serve per quell'auto. Mi affretto ad aprire la porta, e trattengo il fiato non appena metto a fuoco la figura di Jacob. Jeans scuri attillati, maglietta a mezze maniche bianca, e capelli corvini un po' scompigliati. È da togliere il fiato!

«Hem ciao. Entra pure», mi faccio da parte tenendogli aperta la porta.

Jacob varca la soglia con la testa bassa, ed io inizio a sentire l'ansia che sale. Chiudo la porta e resto in piedi nell'ingresso a guardarlo, in attesa che decida di parlare. Più lo guardo più memorizzo ogni lineamento del suo corpo. Ha un viso dolcissimo, è sempre impeccabile, e malgrado i capelli spettinati resta sempre un ragazzo molto attraente.

«Dì qualcosa», se ne esce improvvisamente.

Resto per un attimo impietrita, «Riguardo a cosa?» fingo innocenza.

«Sai benissimo riguardo a cosa!»

Sobbalzo dato il suo tono brusco. Non posso. Per raccontagli tutto dovrei partire dall'inizio, e per quanto io voglia potergli raccontare ogni cosa, per il suo bene evito di farlo. «Mi dispiace Jacob, non posso», sospiro affranta.

«Non ti fidi di me?»

«Io non mi fido di nessuno da quando...» mi blocco di colpo. Una lacrima inizia a rigarmi la guancia, e mi sono resa conto troppo tardi che stavo per dire più del dovuto.

Jacob si rabbuia e mi si avvicina con cautela, come se fossi una bomba ad orologeria e potessi esplodere da un momento all'altro. Allunga il pollice verso la mia guancia, e con un gesto delicato raccoglie la lacrima per poi restare lì immobile. Restiamo così, a guardarci. Non capisco perché sono così attratta da questo ragazzo. Insomma, non ha niente in più di Kayden, eppure mi sembra di avere occhi solo per lui. Dio Santo Lana, che diavolo stai facendo?

Indietreggio facendo in modo che la sua mano scivoli via da sola. Mi dirigo in cucina per poi sedermi sul bancone, ma Jacob non ha intenzione di andare via a mani vuote, e mi si avvicina... di nuovo. Resta in piedi di fronte a me poggiando le mani sul bancone ai lati delle mie gambe, di modo che non mi possa muovere.

«Ti prego. Voglio sapere tutto di te».

Vengo colpita da quelle parole. Come può a un ragazzo come lui interessare la vita di una come me. Insomma dai, come potremmo mai diventare una coppia. Un ragazzo ben educato e acqua e sapone, con una tatuata con i capelli alla fata turchina che sembra appena uscita da un centro di disintossicazione.

«Non c'è nulla da sapere», mantengo la mia espressione annoiata.

«I tuoi occhi parlano da soli, Lana».

Le mie pupille si dilatano. Ha anche il potere di leggermi dentro adesso? Sono sempre stata brava a nascondere i miei veri stati d'animo a chiunque, ma sento che con lui mi è impossibile. In qualche modo riesce a sondarmi la mente.

«Jacob, se resti all'oscuro è meglio», ammetto posando una mano sul suo petto per fargli capire di allontanarsi da me. Mi sento a disagio con i suoi occhi azzurro ghiaccio che tentano di penetrare nei miei.

Finalmente indietreggia ma senza staccare lo sguardo. È una sensazione strana, mai provata. Desidero che i suoi occhi non mi abbandonino ma allo stesso tempo vorrei non mi avesse mai incontrata. Sobbalzo non appena il campanello suona. Jacob si fa da parte per farmi passare, e grazie a dio riesco anche a riprendere fiato. Non appena apro la porta i miei amici mi salutano calorosamente prima di entrare in casa. Chiudo la porta e li seguo a mia volta, ma quando noto Kayden bloccarsi sulla soglia della cucina deglutisco in imbarazzo. Il suo sguardo rabbioso rimbalza tra me e Jacob.

«Che cazzo ci fa qui?!» domanda infuriato.

Sto per rispondere quando è Jacob ad intervenire, «Sono solo arrivato con qualche minuto di anticipo, tranquillo», cerca di mantenere un tono pacato e amichevole. Grazie!

Kayden lo guarda torvo per un istante, ma basta un mio sorriso e il mio solito bacio sulla guancia a fargli rilassare i muscoli tesi. Mi avvicino al frigo ed estraggo tre birre per me Nathan e Kay, e porgo due bicchieri d'acqua a Chelsea e Jacob. Sono in piedi con la schiena rivolta al lavandino, Kayden è accanto a me e con il pollice mi accarezza il braccio nudo, e ammetto di non essere proprio indifferente nemmeno ad un tocco così innocente. Jacob seduto al di là del bancone ci scruta con una punta di nervosismo.

«Oh quasi dimenticavo, stasera siamo invitati ad una festa», annuncia Chelsea con un sorriso.

Un'altra festa... non ne posso più. Ma nonostante io abbia davvero voglia di divertirmi con loro, è proprio la razionalità a frenarmi. «Ragazzi, non siete obbligati a stare con me. Ieri sera abbiamo finalmente risolto tutto, nessuno vi darà più fastidio».

«Stai scherzando?» si volta a guardarmi in cagnesco Kay, «Guarda che non stavamo con te solo per quello. Certe volte spari troppe cazzate Lana», scuote la testa disperato.

Chelsea si alza, «Sei la mia migliore amica da anni ormai. Non osare mai più dire una cosa del genere!»

«Già! Non c'è divertimento senza di te, altrimenti perché tutti ti invitano alle feste?» conclude Nathan allargando le braccia come se la cosa fosse ovvia.

«In realtà invitano voi, e voi mi ci trascinate di conseguenza. La gente ha paura di me!» mi mordo il labbro. Ho parlato più del dovuto. Sposto lo sguardo su Jacob che saetta lo sguardo tra tutti i presenti totalmente spaesato. Fortunatamente non può capire di cosa stiamo parlando, e per ora i miei segreti sono al sicuro.

* * *

«Che palle!» strillo lanciando l'ennesimo capo d'abbigliamento dall'altra parte della stanza.

Non mi è mai importato niente dei vestiti che indosso e ne tanto meno come appaio agli occhi della gente, ma da quando Jacob è entrato nella mia vita questa paranoia dell'abbigliamento ha iniziato a farsi sempre più elevata.

«Lana?»

«Sono di sopra!» strillo per farmi sentire da Chelsea che è appena entrata in casa.

Lei ovviamente ha una copia delle chiavi, e fortunatamente è arrivata nel momento giusto, o giuro che avrei fatto un falò in giardino con tutto l'armadio.

«Ma come... non sei ancora pronta? Dio Lana i ragazzi ci ucc...»

«Non so cosa mettere», la interrompo sbuffando mentre mi siedo sul pavimento a gambe incrociate e braccia conserte.

«Tu cosa? Aspetta, sicura di stare bene?» domanda preoccupata mentre allunga una mano verso la mia fronte per sentire la temperatura corporea. Gliela schiaffeggio, «Smettila scema, e aiutami piuttosto», inarco la nuca per appoggiarla al bordo del materasso.

La sua bocca si estende in un sorriso vittorioso, largo quasi quanto quello del Grinch. Sono anni che non aspetta altro che potermi consigliare gli abiti adatti, ma conoscendo i suoi gusti credo non uscirà nulla di buono. Si dirige all'interno della cabina armadio. Io socchiudo gli occhi mentre ascolto lo stridere dell'appendiabiti sull'asta di metallo e la sua voce che dice: "No. Questo nemmeno. Ew orribile. Questo perché è nell'armadio?". Porto le dita sulle tempie e inizio a compiere dei piccoli cerchi. Mi sta già venendo un emicrania orribile, e nel bello di pensare che forse sono ancora in tempo a restarmene a casa, la voce di Chelsea mi fa sobbalzare.

«Trovato!» sfreccia fuori dalla cabina armadio reggendo l'appendiabiti su cui si adagia un mini abito nero che ha dei leggeri tagli sul fianco destro. È impazzita?

«Non mi infilerò mai dentro quel coso!» ringhio.

«Sbagliato! Tu lo metterai eccome!» mi punta il dito accigliandosi. «Senti», inizia con un tono di voce più dolce, «Se tu vuoi conquistare chiunque tu voglia conquistare, devi indossare questo. Pensi che non abbia capito che ti piace?» sorride trionfante.

Mi conosce troppo bene ed è chiaro che l'abbia capito anche se nemmeno riesco ad ammetterlo a me stessa. Sono impallidita e improvvisamente mi sento a disagio persino con la mia migliore amica.

Si avvicina al letto ed adagia il vestito sul materasso, «Forza tesoro ti aspetto di sotto», mi lascia un bacio sulla fronte e poi sparisce per farmi sentire meno spaesata.

Finisco di tirare l'ultima ciocca azzurra con la piastra, stasera libertà pura ai miei capelli. Rimetto in ordine tutto quello che ho usato e poi esco dal bagno, fermandomi di colpo quando vedo il mio riflesso nello specchio a muro. Mi avvicino lentamente con le braccia a penzoloni e resto sbigottita a guardare il mio riflesso. Non sono molte le occasioni in cui riesco a sentirmi carina e non uno scarto della società di cui si può fare a meno, e questa è una di quelle occasioni. Chelsea mi ha suggerito proprio bene, e guardandomi allo specchio riesco quasi a sorridere a me stessa. Il campanello suona e sobbalzo con il cuore in gola. Tutta la sicurezza che avevo fino ad un attimo fa si sgretola al solo pensiero che lui è qui.

«Lana sei pronta?!» strilla Chelsea dal piano di sotto.

«S-sì arrivo!» ho appena balbettato? Dio Lana riprenditi. Afferro le scarpe nere con un tacco abbastanza alto e faccio un respiro profondo guardandomi un ultima volta allo specchio. Calma Lana respira lentamente, e stai attenta a non cadere dalle scale!

Quando li raggiungo in salotto cala il silenzio. Kayden spalanca lo bocca e dilata le pupille. Nathan si alza e mi circonda le spalle con un braccio chiedendomi che ne avessi fatto di Lana, per poi sussurrare a Chelsea che aveva fatto un ottimo lavoro. Non ho il tempo di girarmi verso Jacob perché vengo raggiunta da Kayden, che mi sistema una ciocca di capelli ricaduta davanti all'occhio.

«Sei bellissima», sussurra a bassa voce prima di sfiorarmi la guancia con un bacio. Ma non è il solito bacio tra amici, è intenso e carico di desiderio, che ricambio non appena incontro i suoi occhi. «Grazie», sussurro arrossendo. Sa sempre come farmi sentire in quel modo. A malincuore mi stacco da quegli occhi magnetici, e ne trovo altrettanti intenti a farmi una radiografia completa senza però proferire parola.

«Dove andiamo?» domando cercando di distrarmi.

«È una sorpresa», sorride Chelsea prendendomi a braccetto.

Non appena imbocchiamo la via della festa capisco dove siamo diretti, e in automatico mi volto verso Chelsea con la fronte aggrottata.

«Se ti avessi detto che la festa era qui, non ci saresti venuta», ammette.

Già, ha ragione. Perché cazzo dovrei andare ad una festa in casa di Holly? È una di quelle persone che solo a guardarla in faccia urta il mio sistema nervoso. Probabilmente se lo avessi saputo prima me ne sarei andata da sola da qualche parte ed avrei spento il telefono, di modo che nessuno mi avesse implorato di venirci. Ma ormai sono qui, e quella stronza di Chelsea sa sempre come giocarsela. Dopo aver trovato parcheggio scendiamo tutti dall'auto e prendendo un respiro profondo inizio ad avviarmi verso l'ingresso alle spalle di Kayden. Lui apre gentilmente la porta e con un gesto della mano mi indica di passare per prima. La gente è già parecchia e la musica assordante fa tremare completamente la casa. Volto lo sguardo verso il salotto dove c'è il tavolino di legno chiaro circondato da sette persone. Mi avvicino ancora un po' e metto a fuoco il tutto. Stanno giocando a Strip Poker, e indovinate un po' chi è la più nuda? Penso che abbia preso l'occasione solo per mettersi in mostra come al suo solito. L'oca giuliva sta ridendo di gusto ma non appena i suoi occhi si fissano sulla mia figura si fa seria. Quando mette a fuoco la figura di Kay accanto a me decide di alzarsi. Attenzione ora sfodera gli artigli!

«Ciao Kay», ghigna maliziosa come una gatta morta.

«Holly», lui le sorride forzatamente.

«Bevi qualcosa?» continua lei poggiandogli una mano sul bicipite. Togli. Quella. Mano.

«Sì volentieri. Lana vieni con noi?» Kay mi rivolge un occhiolino e Holly schizza verso la cucina senza curarsi minimamente di nascondere la sua irritazione.

Ridiamo, beviamo, balliamo. Holly sparisce e torna ogni tre minuti, giustamente essendo l'organizzatrice della festa deve essere gentile e salutare tutti. Sto parlando con Kayden quando Holly riappare, un po' più brilla rispetto a poco fa.

«Allora ragazzi, vi state divertendo?» domanda posando un braccio attorno alle spalle di Jacob. Devo trattenermi per non schiaffeggiarla. «I miei amici stanno facendo un gioco interessante, perché non vi unite?» continua voltando il viso verso Jacob. Pessima idea, pessima idea!

Lo prende per mano e inizia a trascinarlo fuori dalla cucina. Mi stacco in fretta dal bancone della cucina e li seguo a ruota. Saliamo al piano di sopra dove ci sono all'incirca quattro stanze e poi ci scorta in una stanza che a vederla sembra più una stanza degli ospiti non essendoci effetti personali. Osservo in giro e noto che a terra seduti a semi cerchio intorno a due bocce di vetro ci sono quattro ragazzi e quattro ragazze. Nelle bocce ci sono dei bigliettini bianchi ripiegati più volte a formare un piccolo quadratino. No, ditemi che non è vero!

«Allora, chi vuole giocare?» domanda voltandosi verso di noi.

Nemmeno se mi pagassero! Se vuoi partecipare devi praticamente scrivere il tuo nome su un bigliettino, ripiegarlo più volte e poi infilarlo nella boccia corrispondente al tuo sesso. A turno, ad esempio un maschio infilerà la mano nella boccia delle femmine e sceglierà un bigliettino, e la ragazza che uscirà dovrà infilarsi nella cabina armadio con lui per ben cinque minuti cronometrati.

«Non sei un po' cresciuta per cazzate del genere?» la prendo in giro.

«Nessuno ti obbliga, e tra l'altro non so nemmeno perché sei qui dato che non sei stata invitata», sorride vittoriosa.

Kayden decide di partecipare e su questo non avevo dubbi, e mi sorprende che persino Chelsea e Nathan lo facciano. Ma la cosa che più mi lascia sbigottita è Jacob, che ha appena finito di scrivere il suo nome per poi ripiegare il bigliettino. Uno dei ragazzi seduti afferra le bocce e le scuote per far mischiare i bigliettini bianchi. Resto appoggiata al muro accanto alla porta mentre sorseggio vodka liscia dal mio bicchiere di carta rosso. Iniziano a giocare e a Chelsea capita Kayden. I cinque minuti passano ed escono dall'armadio proprio come ci sono entrati. Sicuramente non hanno fatto nulla essendo buoni amici, e Kay non farebbe mai nulla per ferire Nathan. Holly si offre per fare il prossimo giro, e quando infila la mano all'interno della boccia un brivido mi trapassa la schiena. Con quelle unghie a gel color rosa confetto si aiuta per aprire il biglietto, il suo sorriso si allarga e seguendo il suo sguardo che si posa sulla persona a cui toccherà la tortura, il mio stomaco si contorce.

«Jacob!» annuncia sorpresa.

Serro il pugno sinistro e con la mano destra cerco di non stritolare il bicchiere. Jacob mi lancia una veloce occhiata prima di seguire Holly nella cabina armadio, ma prima che la porta possa chiudersi la spalanco prendendola per la maglietta e tirandola fuori da lì. Mi infilo all'interno e chiudo la porta a chiave. Oh no... cosa cazzo ho appena fatto?

Ho fatto tutto talmente velocemente che non mi sono nemmeno resa conto.
Resto immobile qualche secondo per realizzare quello che è appena successo. Faccio un respiro profondo prima di voltarmi verso Jacob. I suoi occhi cristallini sono spalancati per l'incredulità ed io credo di non essere nemmeno più in grado di parlare.

«Hem... scusa io...», cazzo quanto è difficile, «non so perché l'ho fatto», cerco di dire con sicurezza, ma il mio sguardo che si abbassa ad ogni parola mi tradisce.

Si avvicina lentamente per poi prendermi il mento tra il pollice e l'indice per sollevarmi il viso. Mi scruta per un secondo prima di dire, «Io sì».

Non ho nemmeno il tempo di rispondere che le sue labbra si incollano alle mie. I miei occhi si spalancano e la mia mente mi costringe a respingerlo, ma il mio corpo si avvicina al suo incapace di fare altro. Vorrei tanto staccarmi ma non riesco. La sua lingua rincorre la mia, i nostri respiri diventano sempre più affannati. Con poca delicatezza mi spinge contro il muro accanto alla porta, afferra i miei polsi e li porta sopra la mia testa. Le nostre lingue continuano la loro danza sincronizzata nella quale sembra che solo loro ne conoscano i passi. Perdo totalmente il controllo quando le sue mani scivolano sui miei fianchi, stringendo la presa sul mini abito e stritolando così anche la pelle sottostante. Le mie mani iniziano ad esplorare i suoi capelli, le mie dita strattonano alcuni ciuffi solo per poterlo sentire gemere un po' più forte. Mentre continuiamo a divorarci le sue mani si spostano sul retro delle mie cosce, per poi afferrarle saldamente e sollevarmi senza il minimo sforzo. Il mio mini abito si accorcia tremendamente, ma in questo momento non me ne può importare nulla. Muovo lentamente il bacino sul suo cavallo dei jeans restando fortemente aggrappata alla sua vita con le gambe. Jacob geme di nuovo, spostando questa volta la sua bocca per portarla nell'incavo del mio collo. Sto impazzendo!

Holly bussa alla porta due volte, annunciando con tono annoiato che i cinque minuti a disposizione erano ormai finiti. Jacob mi rimette a terra per poi afferrare l'orlo del mio vestito ed abbassarlo con delicatezza. Abbiamo le labbra gonfie, il respiro corto, e i capelli in disordine, e mentre Jacob mi osserva con uno sguardo intenso i miei occhi si rabbuiano.

Che cosa ho fatto?

Giro in fretta la chiave e spalanco la porta, per poi lasciare velocemente la stanza e scendere di corsa le scale per quando mi sia possibile con questi stramaledettissimi tacchi alti. Ho bisogno d'aria. Non puoi averlo fatto Lana, non puoi averlo coinvolto nel tuo caos. Raggiungo in fretta il fuoristrada di Kayden e mi appoggio alla portiera con la schiena. Chiudo gli occhi e porto le mani di fronte agli occhi ancora scossa da quello che è appena successo.

* * * * * * * * * *

//Spazio Autrice

Ciao a tutti, come state? Anche il quarto capitolo è stato revisionato completamente e pubblicato. Fatemi sapere cosa ne pensate, ma nel frattempo ho una domanda che vorrei porvi: "C'è un personaggio che vi piace particolarmente?"

Ora che un pò li conoscete magari c'è qualcosa che vi attrae di questi ragazzi. Aspetto i vostri commenti. Un bacio.

- Erika -

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