Capitolo 3
- LANA -
...
"No, basta ti prego!"
"Dimmi quanto ti piace..."
"Lasciami andare, non ce la faccio più!"
"Oh, ma il bello deve ancora arrivare piccola."
"Basta Chris, ti prego!"
...
Mi sveglio di soprassalto, il respiro affannoso, il battito del cuore a mille, e sono in un bagno di sudore. A causa della serata di ieri i miei incubi sono tornati. Ecco perché cercavo di evitare quelle feste, così non avrei rischiato di incontrarlo di nuovo. Ma purtroppo ieri ci dovevo andare per forza, altrimenti Derek se la sarebbe presa con i miei amici. Quel bastardo non la passerà liscia!
Mi alzo e vado in bagno a farmi una doccia fredda. Ho bisogno di sbollire, ma so già che questo non mi aiuterà. Asciugo velocemente i capelli lasciandoli ancora un po' umidi, poi li avvolgo in uno chignon disordinato. Preparo un toast al volo dato che è già l'una del pomeriggio, e dopo aver tracannato un intera red bull scendo nel seminterrato. Credevo di essere riuscita a superarla, ma invece mi rendo conto che è una ferita che non si rimarginerà facilmente. Entro nella sala che praticamente ho allestito come una palestra da quando mio padre non c'è più. Mentre infilo i guantoni da boxe, il mio sguardo cade sui miei polsi facendomi rabbrividire. Recupero l'iPod e infilo le cuffiette, scegliendo subito "I'm so sorry" degli "Imagine Dragons". Questa canzone mi da una carica assurda. Mi dirigo verso il sacco, inizio con un gancio destro, e ad ogni colpo che sferro finalmente i flashback nella mia mente iniziano ad affievolirsi.
Dopo aver ascoltato una decina di canzone e sferrato non so quanti calci e pugni, sento una presenza alle mie spalle. Mi volto di scatto facendo sobbalzare Chelsea. Kayden, Nathan e Jacob sono accanto a lei che mi stanno osservando. Sfilo un guantone e tolgo le cuffiette. Il mio migliore amico mi viene in contro e mi deposita il solito bacio nell'angolo della bocca.
«Tutto bene, dolcezza?» domanda preoccupato.
«Sì. Cioè non proprio. I miei incubi sono tornati».
«Mi dispiace tanto», ammette per poi abbracciarmi. Quando scioglie la presa, lancia la bomba. «Ha chiamato Derek. Ci aspetta stasera», sussurra.
«Ma come, così presto?» inarco un sopracciglio.
«Evidentemente gli servono i soldi, oppure vuole assicurarsi che li abbiamo recuperati», annuncia. Tolgo anche l'altro guantone e li appoggio sulla panchina accanto allo specchio. «Ah, mi ha detto che stasera si terrà una festa elegante, quindi ci vuole un abbigliamento adatto per entrare», aggiunge poi.
Lo guardo di traverso e lui solleva le spalle con aria innocente. Ordino di seguirmi in salotto, prendo una bottiglia di acqua fresca e ne tracanno la metà.
«Jacob, stasera non ci siamo. Mi spiace», mi affretto a dire.
Kayden ghigna divertito, «Lascialo venire. Non darà alcun fastidio».
Aggrotto le sopracciglia e afferro il suo braccio, prima di tirarlo in cucina. «Non ti permetterò di tirarlo nella nostra merda Kay!» ringhio a denti stretti.
«Tranquilla. Diremo che è solo una festa senza spiegargli i dettagli. Lo terremo lontano dal privè di Derek», suggerisce sicuro di sé.
«Non finirà bene, me lo sento».
I ragazzi mi salutano lasciando detto che sarebbero passati a prendermi alle nove. Dopo aver passato un paio d'ore nel garage con le mani sotto il cofano della Porsche, faccio una doccia, mangio qualcosa al volo e decido di cercare un abito adatto alla serata. Serata elegante. Può andarmi peggio di così?
Dopo aver passato in rassegna non so quanti vestiti, finalmente scelgo. Un mini abito bianco che ha una scollatura molto ampia sulla schiena. Un tacco dodici nero abbinato alla pochette. I capelli celesti sono stati piastrati, e ho deciso di lasciarli al naturale senza nessuna acconciatura. Sento il campanello e mi affretto a scendere al piano di sotto per quanto mi sia possibile con i tacchi, ma quando apro la porta i miei amici mi lasciano di stucco. Kyaden, Nathan, e Jacob sono avvolti dentro una camicia bianca, jeans chi chiari e chi scuri, e capelli un po' scompigliati. Chelsea invece indossa un mini abito rosso con tacco da dodici centimetri nero, e come mi vede, si porta entrambe le mani al viso con la bocca spalancata.
«Oddio tesoro finalmente. Tacchi!» esclama puntando l'indice in direzione dei miei piedi. Sembra quasi che voglia piangere da un momento all'altro.
Osservo i ragazzi che mi stanno ancora fissando sbigottiti. Si ok sono vestita bene. Immortalate questo momento con un selfie perché non capiterà mai più! Kayden scuote la testa sorridendo, Nathan abbraccia Chelsea per poi lasciarle un dolce bacio a fior di labbra, e Jacob è ancora bloccato a fissarmi.
«Sei bellissima», sussurra mentre chiudo la porta d'ingresso a chiave.
Mi sento arrossire di colpo, ma cambio immediatamente espressione per non far vedere che ho anche io dei sentimenti. Ricambio con un lieve sorriso per poi avviarmi verso il fuoristrada di Kayden.
Poco dopo arriviamo di fronte a una casa che potrebbe benissimo sembrare un castello. Scendiamo dall'auto, e mentre Kayden cerca parcheggio resto incantata ad osservare le molteplici persone in abiti eleganti salire la grande scalinata. Kay arriva al mio fianco e mi porge il gomito, dove ovviamente infilo il mio braccio per poi sollevare leggermente la testa come quei ricchi snob.
Avanziamo verso l'ingresso, e prima di raggiungerlo mi sporgo verso Jacob, «Non dire una parola, e resta sempre accanto a Kayden e Nathan».
Mi guarda per un attimo spaesato, ma per mia fortuna decide di non fare domande. Ammazzerò Kayden per aver avuto la brillante idea di portarlo con noi, sa benissimo che rischiamo tutti grosso. A questo punto mi domando se lo abbia fatto per spaventarlo. Entriamo nell'enorme atrio. Coppie elegantissime stanno già ciondolando sulle note di musica classica. Kay mi prende per mano e stringo le mie dita intorno alle sue inspirando profondamente. Sono sempre agitata quando devo incontrare Derek. Mi volto ad osservare il profilo dall'aria sicura del mio migliore amico. Lo ammetto, Kayden mi è sempre piaciuto, e nonostante la voglia irrefrenabile che abbiamo entrambi di saltarci addosso ad ogni angolo della strada, non riesco ad andare oltre, e lui sa bene il perché di tutto ciò. Scuoto la testa e scaccio via i pensieri negativi. Non adesso!
Nathan appoggia una mano sulla mia spalla, «Guarda a sinistra», annuncia.
Volto il viso nella direzione suggerita e finalmente lo vedo. Derek. In questa città è come se comandasse lui, persino gli sbirri ne hanno paura, e io per colpa di mio padre sono finita in questa merda. Accumulo tutta la sicurezza che posso prima di partire in quinta. Più che un passo elegante e felpato, somiglia più a quello di un vichingo carico di rabbia. Uno dei suoi scagnozzi, dopo averci dato una lunga occhiata decide di farci passare, ma quando Jacob sta per attraversare i paletti argentati dove è appena stato sganciato il cordone, viene fermato dall'energumeno.
Non vorrei, ma visto che preferirei averlo sott'occhio piuttosto che lasciarlo girovagare da solo, «È con noi», annuncio dura sfidandolo con lo sguardo.
Il colosso annuisce incerto ma con un cenno da parte di Derek decide di lasciarlo passare. Il "Boss" seduto al centro di un divano di pelle bianco tra due ragazze bionde con abiti fin troppo corti, non appena ci vede le liquida per accoglierci come si deve. Gentil uomo quanto gran bastardo. Io e Chelsea prendiamo posto accanto a lui senza fare tante storie, e in men che non si dica ci cinge le spalle con un braccio per tirarci più vicine.
«Allora signorine, siete un incanto stasera». Sfoderiamo i nostri sorrisi più falsi in segno di ringraziamento. Scioglie la presa su di noi e si sporge in avanti, «Kayden come stai? Tuo fratello ti reca ancora problemi?» domanda in fine.
«Onestamente è qualche mese che non lo sento».
«Bene. Avrà sicuramente imparato la lezione», solleva un angolo della bocca, «E lui chi è?»
Sollevo lo sguardo non appena noto che sta squadrando Jacob.
«È nuovo in città», replica velocemente Kay.
«Mh mh. Potremmo dargli subito un compito, come fosse un rito di iniziazione».
Mi volto di scatto, «Non ci sarà nessun rito. Con stasera, io e te abbiamo chiuso». Apro la pochette ed estraggo la busta che avevo recuperato la sera prima da Chris. Gliela porgo e quando sposto lo sguardo mi ritrovo gli occhi di Jacob incastrati nei miei. Ha un espressione confusa in volto, e vista la sua innata curiosità so che vorrebbe bombardarmi di domande. Derek porge la busta al suo scagnozzo e da l'ordine di contare tutto quello che c'è all'interno. Guardo in basso torturandomi le mani, e quando finalmente l'omone annuisce e richiude la busta, Derek si volta verso di me con un sorriso.
«Ottimo lavoro ragazzi. Allora, chi si propone stasera? Tu o Chelsea?»
Nathan si alza di scatto, «Non ci provare!»
Derek resta per un attimo sbigottito ma subito dopo scoppia a ridere. «Vuoi dirmi che tu, e Chelsea... Dio non ci credo». Nathan è ancora in piedi con i pugni serrati, con lo sguardo di Kayden addosso già pronto a bloccarlo alla minima mossa. «Suvvia ragazzi, sto solo scherzando. Avete esaudito tutte le mie richieste, ringraziate pure la vostra amica Lana per questa situazione», ghigna. Lurido bastardo!
Mi alzo e mi dirigo verso l'uscita della villa. Kayden strilla il mio nome ma non mi volto nemmeno. A grandi falcate raggiungo in fretta il parcheggio e continuo a tirare dritta anche quando sento tutte le loro voci alle mie spalle. Kayden corre per raggiungermi, e quando mi si para davanti bloccandomi il passaggio, la mia rabbia si trasforma in lacrime, le lacrime in singhiozzi, e il nervoso mi spinge a dare pugni contro il petto solido del mio migliore amico.
«Sfogati dolcezza, sono qui», sussurra lasciandomi fare.
Dopo qualche minuto le mie gambe non reggono più, e quando la disperazione prende il sopravvento, mi accascio a terra in ginocchio e Kayden si abbassa insieme a me senza mollarmi nemmeno per un secondo.
«Perché? Perché deve sempre farmela pesare?» domando tra un singhiozzo e l'altro.
«Non è colpa tua e lo sappiamo tutti. Smetti di farti condizionare dalle sue parole», mi tira contro il suo petto e mi accarezza le ciocche celesti.
Odio ammetterlo ma, mi sento troppo al sicuro tra le sue braccia. Quando finalmente riesco a rimettermi in sesto, saliamo in auto per tornare a casa mia.
Il viaggio in auto è stato abbastanza silenzioso, sono stata tutto il tempo appoggiata alla spalla di Chelsea. L'auto si ferma e purtroppo sono costretta a scendere. Dico purtroppo solo perché in quella grande casa sono completamente sola... sola con i miei pensieri. Quando richiudo la portiera Jacob scende dall'auto.
«Che fai?» domando confusa.
«Volevo solo parlare un pò», ammette. So che ha mille domande a cui nemmeno lui sa dare una risposta, ma non posso coinvolgerlo ancora di più. Quando sto per ribattere, un Kayden parecchio arrabbiato mi precede.
«Jacob sali in macchina!»
Geloso e iper protettivo, questo è il mio migliore amico. Senza degnarlo di un ulteriore sguardo mi avvio in casa. Vado di corsa in camera per liberare in fretta il mio corpo da questo mini abito aderente, e per la mia felicità infilo un paio di pantaloncini e una maglietta a mezze maniche. Trattengo ancora le lacrime per l'ennesima serata andata da schifo. Lancio uno sguardo all'orologio e noto che sono solo le undici e mezza. Beh, qualche colpo al sacco prima di dormire non mi farà male.
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