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Capitolo 2 - Un nuovo inizio

Ormai è quasi sera e piano piano le luci dei palazzi, si confondono al tramonto, che in lontanza cala sul Tamigi. Londra è veramente una città pazzesca e anche se molti non sanno apprezzarla, beh, per me è piena di scoperte. Sono di origini italiane ma nel mio sangue scorrono un enormità di posti a cui ho lasciato il mio cuore. Nel corso degl'anni sono riuscito a viaggiare molto ed ho potuto scoprire posti meravigliosi. Quando partii all'età di appena sedici anni, era tutto confuso e pienamente inesplorato dentro di me. Dall'italia mi diressi verso la Germania per studiare cucina e poter migliorare le mie stesse abilità. Mi iscrissi alla scuola di cucina nella speranza di poter diventare un giorno, uno dei più rinomati Chef. Ricordo che quando arrivai a Dusserdof ero totalmente spaesato. Non conoscevo la lingua, la cultura e non comprendevo assolutamente come potessero portare la t-shirt in pieno inverno. "Erano dei folli". Ma studiai con passione e devozione e questo mi aiutò in due anni e mezzo a lasciarla e a poter spostarmi a Parigi dove conobbi Meg. Dopo quella sera, iniziammo ad uscire e dopo nemmeno due mesi andammo a convivere. All'epoca era così naturale per me, agire. Semplicemente l'amavo e tutto il resto attorno non contava. Pensavo che quella fosse la vera felicità e pensavo un giorno di realizzare il mio sogno assieme a lei. E difatti così è stato. Dopo otto mesi, Meg rimase incinta di Sam e la mia felicità si triplicò al tal punto che desideravo metterla incinta ogni giorno. L'amore e il desiderio stesso che provavo per quella vita che mi ero creato, mi rendeva un uomo così fortunato. Ma purtroppo tutto cambiò radicalmente, persino il nostro rapporto.

Sposai Meg nel giugno del duemiladieci a quattro mesi dal parto. L'amavo follemente e nonostante i genitori non approvassero un matrimonio così giovane, io la feci mia.

Dopo due anni, un figlio e un matrimonio le spese erano aumentate drasticamente, io continuavo a fare carriera cercando di realizzare il mio sogno e Meg cercava di trovare se stessa. Dopo il parto e la nascita di Sam, il suo mondo si era capovolto e nonostante cercasse un appiglio per poter essere felice, non era abbastanza per poterlo essere. Dopo cinque anni vissuti a Parigi decidemmo di trasferici a Londra. Ormai restare troppo lontani dalla famiglia era difficile e Meg aveva bisogno di sostegno ed aiuto per poter crescere Sam, quindi senza indugio decimmo di ricominciare da capo. Pensavo che quel trasferimento ci avrebbe reso migliori assieme, in una nuova città e con nuove avventure all'orizzonte. Pensavo ci avrebbe aiutato ad amarci come lo eravamo una volta, ma Londra invece, è stata la goccia che ha fatto traboccare ogni cosa. In pochi anni, ha spazzato via l'amore e l'affetto che entrambi sentivamo e con la seconda gravidanza inaspettata di Amie, l'ho persa per sempre.

Arrivato al parcheggio, posiziono la moto e mi adentro in Street Garden. Il "The Prince" ogni anno ospita eventi a scopo benefico e con la collaborazione di importanti catene, riescono a tirar su diversi soldi. Inoltre attorno alla via, ogni locale e ristorante offre ad ogni passante una piccola degustazione dei vini più rinomati della zona, come l'azienda vinicola il: "Decanter." Entro all'ingresso ansioso e curioso della serata che per dieci minuti onorerà il mio duro lavoro. Con l'invito tra le mani mi addentro nel giardino alberato e sommerso di bellissimi e splendidi fiori. Sotto il tendone si po' ammirare le luci che lo rendono un posto altrettanto romantico. Come fosse un matrimonio.

La sala all'interno è piena di gente e con fatica riesco a scorgere persone a me familiari. Mentre la cerco ansioso, mi compare di fronte, ma non è sola. Lui è di fianco a lei, tenendole un braccio in vita.

<< Eccoti! Pensavo ti eri perso? >>

<< Ovviamente, no. Come stai?>>

<< Bene, bene. Amie e Sam chiedono se per il weekend possono passarlo con te. Sei disponibile? >>

<< Ma certo! Meg lo sai che per loro ci sono sempre. Anche se gli orari al ristorante sono alquanto folli, loro sono tutto. Questo lo sai. >> La guardo, fermo e deciso.

" Non vorrà sul serio discutere? Per giunta, qui e stasera? "

<< Lo so perfettamente. >>

Una coppia si avvicina a noi sorridente, interrompendo fortunatamente la breve discussione tra me e la donna che "amo". Anzi mi correggo, amavo.

<< Stuart! Amico mio, come va? >>

<< Ehilà, Robert che incantevole piacere. Tutto apposto. Tua moglie? >>

<< Allie! Vieni qui per favore. >>

<< Ti presento Stuart un mio caro amico. E loro? >>

<< Oh, si. Scusate la mia maleducazione. Lei è Meg un'amica. E lui, Signori, è il marito, il Sig. Peterson. Questa sera la serata si riflette su di lui. Quindi mi raccomando. >> Dice strizzando l'occhiolino all'amico.

<< Molto piacere, Robert. >> Dico, stringendogli la mano.

<< Il piacere è tutto mio. Signor Peterson. >>

<<Allie sei veramente incantevole. Una delizia per gli occhi. >> Dico, stringendole la mano e subito noto quello sguardo ardente e sensuale. Allie mi colpì, come una luce accecante. Da quel corpo traspariva tutto ciò che reputavo, altamente sexy e seducente. Arrossì all'affermazione e subito risponde: << La ringrazio infinitamente, Sig. Peterson. >> Subito mi accorsi che distolse lo sguardo. Per l'imbarazzo del momento e forse per non destare troppe attenzioni su di lei. Sorrisi e semplicemente rivolgendomi nuovamente a lei, dissi: << Chiamami pure, Lucas. >> In quel preciso istante alza lo sguardo è un lieve sorriso si appoggia su quelle labbra morbide, soffici e carnose che avrei voluto baciare.

La conversazione passò velocemente ad affari, ma fortunatamente venne interrotta da Pedro: mio aiuto chef e amico fidato.

<< Scusate l'interruzione, ma Lucas tocca a te. >>

<< Si arrivo subito. Grazie Mille. >> Mi volto sapendo che forse non avrei rivisto più questa meravigliosa e sinuosa donna dinnanzi a me, l'unica possibilità era approfittare di questa serata in mio onore e far sì che mi potesse ascoltare. Interrompendo i discorsi di Stuart e Robert saluto Meg e gli altri incitandoli ad approfittare del buffet e di venire a trovarmi al ristorante al più presto.

Mi dirigo verso il palco scorgendo Pedro tra la vasta folla di gente riunita in ascolto.

<< Chef, è pronto? >> Dice elettrizzato ed entusiasta più che mai.

<< Siamo pronti, Pedro. Tu salirai sul palco con me e ringrazierai tutti quelli che ci hanno sostenuto. Dobbiamo esserne orgogliosi assieme. >> Risposi quasi intenerito ed enormemente grato di averlo al mio fianco.

<< Va bene. >> Dice tirando un sospiro ansioso.

<< Stai tranquillo e calmo. >>

Fece un accenno di testa ma non replicò. Due minuti dopo ci ritrovammo sul palco.

<< Il Principe è stato incredibilmente generoso nel supportare l'evento ed io non pensavo oggi, di ritrovarmi qui di fronte a voi. Io e il mio aiuto chef siamo così onorati e felici che abbiate dato a noi, questa possibilità. In questa serata così magica e meravigliosa dove non solo possiamo aiutare i più bisognosi ma anche tutti quelli che con sudore e con pazienza sono riusciti ad organizzare tutto questo. Infine se mi permettete ringrazio mia moglie Meg, che con il suo immenso aiuto sono riuscito a realizzare il mio sogno. Essere uno Chef ed avere un ristorante di tutto rispetto. Vi ringrazio infinitamente e vi auguro una buona mangiata. >> Sorrisi sull'ultima parola e guide michelin e pubblico ascoltante fece altrettanto. Nella folla provai a scorgere il suo volto ma non la vidi. Forse non era destino o forse non era il momento.

°°°°

Serate come queste andrebbero cancellate. Costretta in abiti stretti ed elegantissimi. Costretta ad assumere sorrisi falsi e tirati di piena circostanza. Così si è capovolta la mia vita quattro anni fa. Una casa lussuosa, macchina con corsiege e una moglie che si rispetti al fianco del proprio marito.

Le donne dell'alta società pavoneggiano i loro portafogli e svolazzano vestiti costosi ogni giorno, ma io non ero così. Io un tempo ero una ragazza come tutte le altre. Semplice, senza pretenzioni e con un portafogli alquanto minimo. Poi ho conosciuto Robert e la mia vita si è capovolta completamente.

Sono diventata la Signora Wilson perché lui si è innamorato di me al college. Io prima di allora non ero assolutamente nessuno. Ero una semplice ragazza, trovatasi lì per delle rasmus e nient'altro. Poi un giorno, l'ho visto e semplicemente ho perso la testa per lui. Mi ero talmente illusa che sarei potuta essere qualcuno e che con costanza e pazienza sarei riuscita a realizzare i miei sogni. Invece, eccomi quì. Sposata e segretaria di una delle società di mio marito a pavoneggiare per il suo unico piacere: i soldi.

<< Tesoro, tutto apposto? >>

Mi volto rabbiosa e scorgo quel sorriso falso che tanto amavo in lui. Mi guarda come fossi la sua unica ragione e come se niente possa divederci.

<< Ma certo! >> Rispondo con un sorriso alquanto finto quanto il suo.

Mi posa una mano sul ginocchio e subito un brivido lungo la schiena mi riporta all'ora prima che mi ritrovassi su questa limousine. Prima dell'inizio di questa serata lui era l'ubriacone impazzito ed io la moglie stronza che ha deciso di non tenere suo figlio per diverse ragioni.

<<Allie... VIENI QUI! >>

<< Ti prego lasciami. CAZZO! MI FAI MALE. SMETTILA. >>

<< COSA TI PASSA PER LA TESTA! EH! ABORTIRE SENZA IL MIO PERMESSO. SEI MIA MOGLIE. >>

<< FATTELO FARE DA UNA DELLE TUE SCOPA AMICHE UN FIGLIO! >> Gli sputo in viso rabbiosa e furente. Ormai il nostro rapporto è così squallido e scontato che mi provoca soltanto urti di vomito e squallore. Con una mano si pulisce il viso e con l'altra si versa un altro poco di schotch. << NON TI BASTA QUELLO HAI GIA' BEVUTO! EH! >> Lascia la presa su di me e senza dire una parola riprende a bere. Ormai non fa altro da mattina a sera ed io questo circo non riesco più a reggerlo. Non riesco più ad amarlo o stare al suo fianco non è il ragazzo stupendo di cui mi ero innamorata. Dopo un anno di matrimonio avevo scoperto le sue varie scopate di turno e non solo tutt'ora, la sua assistente, gioca dinnanzi a me con sguardi lascivi e chiacchere varie. Ansima e gode sopra la sua scrivania nell'ora di pranzo e per quelli dell'ufficio ormai non sono che la semplice e povera vittima.

In questi anni ho cercato di divorziare oppure scappare via, ma dove? I miei genitori sono morti in un incidente d'auto prima che iniziassi il college e l'unica persona fidata che vive qui è: Xavi.

Tempo addietro ero scappata da lui,

da uno dei tanti litigi, ma Robert si ripresentava alla porta, dicendo sempre che sarebbe cambiato e che senza di me si sarebbe persino ucciso. Così ogni singola volta tornavo a casa nella speranza di uscirne indenne e viva. Ma non era mai così. Mi minacciava e ripeteva che mi avrebbe lasciata sul lastrico se solo provassi a lasciarlo.

Con Xavi eravamo compagni sin dalle scuole superiori, e solo con lui riuscivo a sfogare le mie paure più enormi. Grazie alla sua profonda amicizia, sono riuscita ad aprirmi e a scoprire quelle passioni che pensavo di aver perso col tempo.

Da pochi mesi io e Xavi abbiamo aperto una piccola libreria locale. Era sempre stato il mio sogno e almeno su questo Robert non ha esitato. Però le cose fra di noi non vanno affatto bene e il debito che devo risarcigli e troppo grande per poter essere libera. Tutto gira purtroppo intorno al denaro e il mio debito tra i soldi dell'apertura del negozio e le spese che Robert ha estinto con la morte dei miei mi hanno legata a questa vita per sempre. Ma ormai era questione di tempo prima che la bomba dentro di me scoppiasse.

Robert richiama la mia attenzione ma ormai non mi interressava più granchè ciò che prova o le sue continue scuse. Perciò ormai esausta lo ascoltai semplicemente senza più timore. Ormai ero indenne da ogni sua reazione o provocazione.

<< Senti Allie... Mi dispiace per prima. Sai che quando bevo... Beh, non rendo il meglio di me. >>

<< Robert? >>

<< Si? >>

<< Io ti lascio. Da questa sera, tu ed io non saremo più un noi. Mi hai capito? Puoi togliermi anche l'anima, io non ti voglio più al mio fianco. >>

<< Allie... Ti scongiuro, non lasciarmi. Non posso rimanere solo. Senza di te. Io ti amo piccola. >> Mi afferra la mano portandosela sulle labbra e lasciando un bacio sulle nocche, ma con rabbia e fermezza la ritraggo immediatamente, indignata e schifata.

Ormai la decisione era presa e non sarei tornata certamente indietro. Una nuova vita cominciava, ed io volevo essere libera, anche con la paura da cui ero circondata. Io Allie Morgan volevo di nuovo vivere. E per farlo dovevo scoprire nuove carte da giocare, divorziando da Robert ci sarei forse riuscita.

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