Capitolo 12- Chef e Dominatore
Le accarezzo il fianco dolcemente. Aver scopato Allie mi ha reso enormemente felice, e devo dire: alquanto appagato. Aver posseduto, dominato e trattato a mio piacimento la donna che dorme a fianco a me, mi ha reso di nuovo ciò che da tempo mi era mancato. Dominare. Poter farlo, in una forma del tutto inesplorata. Ai miei occhi tutto ciò sembra deliziosamente gratificante. Mi alzo e raccolgo i nostri indumenti sparsi sul pavimento. Prendo tra le mani il collare che giace a terra e lo porto al petto. Ripenso e rivivo nella mia mente Allie. Sento dentro di me un'eccitazione nuova che preme al basso ventre. Il mio membro sotto la stoffa dei box preme di nuovo forte e vogliosa. La rivedo inginocchiata e in attesa. Ripenso a quelle urla di piacere e voglia nell'avermi solo per sé. "Oddio... Ci si sente veramente così quando si trova la persona giusta? "Da quasi un mese questa meravigliosa ragazza ha rapito ogni parte e ogni centimetro della mia anima. Riprendo possesso del mio corpo e prendo la sigaretta elettronica, rimasta nella tasca dei pantaloni. l'accendo e aspiro il liquido mischiato al tabacco. "Ci voleva. "In questi anni, ho potuto conoscere molte versioni di me. Sono partito dall'inizio su come poter dominare una donna, fino ad arrivare al mio stesso apice e scoprire quel piacere intenso nel farlo. Con ogni donna avuta negli ultimi anni, fino ad Olivia, ho cercato sempre di mantenere una certa distanza. Dal punto di vista emotivo e sentimentale non mi sono mai sospinto oltre i limiti. Sono riuscito sempre a trovare la mia zona più comfort, dove lì, potessi sentirmi a mio agio. Dove potevo avere la situazione sotto controllo. Stessa cosa, l'ho sempre adattata nel mio lavoro. Sia quando ero soltanto un cameriere, fino a quando sono divenuto il capo di me stesso. Nella gavetta compiuta ho sempre pensato di non mischiare l'amore con il dovere. Il buon senso è una delle mie maggiori qualità e l'ho potuto adottare anche nel mio futuro, quando cinque anni fa, ho lasciato la mia monotona vita per diventare un dominatore. L'uomo a cui piace controllare e comandare tutto ciò che gli respira attorno.
"Che fottuto egoista, pazzo e masochista che sono. Ma devo dire, che mi si addice e mi piace esserlo."
Parlando di Olivia, beh, è una persona molto affascinante nel senso che siamo buoni amici e abbiamo una grande alchimia ed empatia dal punto di vista sessuale. La prima volta che l'ho conosciuta, è stata al club. Era la prima volta che mi addentravo in quei locali a luci basse e con una forte sensazione di eroticità nell'aria. Dapprima mi sentii fortemente a disagio, ma dopo qualche drink, mi sentivo più leggero. Ricordo quella meravigliosa donna seduta al bancone. Le gambe erano accavallate e in rilievo sotto quell'abito di pizzo, si nascondevano dei reggicalze che ripensandoci, davano spazio ad ogni più libera e folle immaginazione. Al di fuori dei forum a cui era abituato a parlare, era alquanto agitato all'inizio. "Come approcciare? Come far capire e intuire cosa desidero e voglio?" Volevo creare una specie di contatto. Volevo potermi avvicinare alla donna misteriosa che sedeva a pochi passi da me. Però, senza apparire scontato o banale. Avevo come l'impressione che fosse quasi intoccabile e che poter solo offrirle una bevuta occorresse avere un certo charme. "Non che mi mancasse." Beh, alla fine mi feci coraggio. Mi avvicinai di un posto a lei, senza farmi notare e cercando d' intuire cosa stesse gustando. Tanto per capirla un poco di più, ma lei si voltò e i nostri occhi s'incontrarono dando spazio a quello che poi siamo stati con il tempo. Due persone che cercavano di completarsi, ma soltanto nel sesso. Rammento ancora l'inizio di tutto. Come da un semplice scambio di sguardi, siamo passati al desiderio totale.
<< Ehi, cosa ti porta qui straniero? >>
<< Ancora non lo so. >> Dissi spiazzato.
<< Ti va di seguirmi? >> Disse famelica.
<< Si. >> Mi prese per mano e senza indugio la seguii curioso. Mi condusse in una delle tante stanze padronali del locale. Quella sera scelse lei il posto della nostra prima scopata. Fu veramente una cosa inspiegabile se non aggiungere: pazzesca. Sapeva bene come far eccitare un uomo. Aveva l'esperienza e la malizia stessa nel divertire qualcuno. Olivia, mi apparve un angelo indemoniato che cerca il contatto fisico per potersi sentire viva e in effetti, è proprio così. Lei ha bisogno di essere punita e scopata come fosse la persona più orribile sulla faccia della terra. La sua necessità nasce dal suo bisogno di affetto. Essere stata abbandonata e aver vissuto tra orfanotrofi e case-famiglia, l'ha portata a diventare la donna che oggi conosco. Nonostante sappiamo molte cose di entrambi, è un'amica fedele, ed io posso sempre contare su di lei. So, perfettamente che l'amicizia tra uomo e donna non possa esistere, beh anche io sinceramente ero molto guardingo all'inizio, ma mi sono dovuto ricredere nel tempo.
Decido di alzarmi sono soltanto le cinque ma il sonno è ormai lontano. Vado in cucina e prendo il bollitore per potermi fare una tazza di thè. Forse, placherà il forte desiderio e riuscirà a farmi riposare un po'. Controllo il cellulare nessuna e-mail, soltanto due messaggi: uno di Meg e uno di Olivia ovviamente. Sono sparito da due settimane e non vedendomi più al locale si sarà preoccupata della mia possibile pazzia. Mentre lo scorro mi scoppia una piccola risata.
- Ehi, Mister! Mica ti sei fidanzato? Nuova sottomessa da rimettere al suo posto? Spero tu stia bene. Mi manchi. Un bacio. ℳ𝒾𝓈𝓈 ℛ. - Decido di risponderle in effetti sono sparito. Non debbo mica giustificarmi, ma in effetti manca anche a me la sua compagnia. Il sesso con Olivia è dannatamente sporco e volgare limiti che con Allie non ho ancora avuto il piacere di praticare. Penso a qualcosa di carino che possa farla sorridere e inizio a digitare.
- Dolcissima Miss Rouge, mi manca la tua chioma da poter strattonare. Ammetto che il tuo messaggio mi ha fatto ridere e devo annunciarti che attualmente una mora, dall'aria furbina ha fatto breccia dentro di me. Spero di poterti vedere in questi giorni per un caffè. Spero tu stia bene. A presto. ℳr. -
<< Ehi, tutto ok? >> Mi volto all'istante e una piccola e affettuosa Allie si presenta con addosso soltanto la mia camicia. Sbadiglia e si stropiccia gli occhi in maniera così tenera ed affettuosa.
<< Si non riuscivo a riposare. Per fortuna domani è mercoledì. Giorno libero. Sorrido e l'afferro per i fianchi stringendola a me. Poi riprendo malizioso, pensavo ma se domani andassimo da qualche parte? >>
<< Tu ed io, all'esterno? >> Dice meravigliata.
<< Si. Perché? Ti sembra così strano? >>
<< Un po'. In fondo abbiamo iniziato questa cosa esclusivamente a livello sessuale e ancora devo adattarmi a tutto quanto. >>
<< Lo capisco perfettamente. Beh, vedilo come un'opportunità in grado di farci conoscere meglio. Innanzitutto, cosa ti occupi nell'azienda del tuo ex marito? >>
<< Gestisco gli appuntamenti e i pagamenti. La sua azienda offre la possibilità di usare il loro marchio per poter investire denaro e quotarlo in borsa. Anche tu ne fai parte giusto? >>
<< Sinceramente, non più. Bisogna essere veri esperti e magnanimi del settore per esserne in grado. Ed io, sono soltanto bravo con le pietanze se si tratta di soldi beh, la mia ex moglie se ne occupa. Tempo addietro mi piaceva investire e provavo a scommettere qualcosa. Ma rischiavo la banca rotta se continuavo su quella strada. Meg mi ha rialzato da terra e grazie a quel poco che mi era rimasto, ho aperto e investito nel "Petit Amie". >>
<< Non devi giustificarti ognuno di noi commette errori. Anche io in passato ne ho commessi. >> Il suo viso su l'ultima frase assume uno sguardo triste e pieno di dolore. Prima di conoscermi ho sempre avuto l'impressione che ci fosse in lei qualcosa che mi spingesse nel poterla salvare.
<< Parli di Robert? >> Dico fermo.
<< Si. Ma anche la mia vita in generale. I miei genitori sono morti durante il college in un incidente d'auto. Un pazzo ubriaco è passato con il rosso e gli ha travolti per diversi metri. Quella sera, dovevano venire da me. Mi stavo esibendo quando a fine spettacolo ho ricevuto la notizia. >>
<< Cazzo! Piccola, mi dispiace. >>
<< Non è mica colpa tua. >> Sorride a trentadue denti nonostante la storia triste e drammatica del momento. È davvero pazzesca come riesca a rialzarsi nonostante tutto.
<< E Robert? >> Riprendo curioso. Forse non dovrei. Ma la curiosità mi spinge a sapere come una testa di cazzo, abbia potuto diventare il marito di un fiore così delicato come lei.
<< Lui era il mio primo ragazzo al college. Anzi, è stato l'unico. Dopo un anno dalla morte dei miei genitori sono diventata sua moglie. Mi ha sostenuto e aiutato con i grossi debiti di casa. Abbiamo dovuto vendere la casa in Italia. I miei ogni estate mi portavano lì. Amavo quei luoghi e quei profumi. Erano le mie origini in fondo. Mi sentivo felice e allegra. Andavo in biciletta per i campi pieni di girasoli e visitavo tutti i paesini che si affacciavano alla città. Un giorno vorrò vivere lì. >> Sorride nuovamente e anche io sorrido ammaliato per quel racconto ad occhi aperti. Mi sono sentito per quel poco, in quei luoghi magnifici assieme a lei.
<< Mi porterai un giorno? >>
<< Volentieri. >> Entrambi non smettiamo di guardare l'uno negli occhi dell'altro. Alla fine, facemmo l'amore sul divano del mio salotto. Mai prima di Meg, avevo permesso a nessuna, di essere dolce o toccarmi senza permesso. Senza ordini ed obblighi Allie mi aveva rapito con la sua immensa e spontanea semplicità.
Un suono richiama i miei dolci sogni e vedo Allie in punta di piedi raccogliere le sue cose.
<< Dove vai? >> Chiedo ancora assonnato.
<< A lavoro, mio signore. >> Ride maliziosa.
<< Posso accompagnarti? >>
<< Si, ma devo passare prima da casa. Non posso andare in ufficio vestita così. >> Dice cercando la sua borsa. Sorrido divertito e ripenso che avrei voluto veramente vederla vestita così a sedere attorno ad una scrivania. L'avrei scopata anche lì. Mentre godeva di piacere davanti a tutti. Persino davanti a quel coglione del suo ex marito.
<< Dai andiamo. Così posso ammirarti ancora un po'. Prendiamo la macchina. >> Dato il suo vestito meglio evitare la moto. "Potrebbero ammirarla un po' troppo. Soprattutto con le folate di vento." Sorrido e poi penso: "Che cazzo di battuta penosa, è? Sarà una battuta? "
<< Va bene. >> Usciamo di casa ed in macchina ridiamo e ci stuzzichiamo come due ragazzini. Arriviamo sotto casa sua venti minuti dopo e noto il quartiere alla moda e molto universitario dove risiede attualmente.
<< Allora, ci sentiamo. >>
<< Certo. Ti scrivo in giornata. Va bene? >>
<< Si. >> Sorride e poi istintivamente mi bacia in maniera bramosa e vogliosa. Le afferro la nuca e strattono lievemente i capelli, mi piace farlo e possederla. Il suo profumo, inoltre, mi rende follee pazzo ancor di più. Non vorrei lasciarla, ma devo. Si stacca lei per prima, e pochi attimi dopo, scende dall'auto. Rimango solo. Con la mano la saluto un'ultima volta e vedo che ricambia pure lei a quel tenero affetto. Ammetto che per un piccolo ma breve istante, mi sono sentito vuoto e solo. Vorrei fosse rimasta con me, ed invece, mi ritrovo attualmente in balia della mia solita routine quotidiana. Accendo l'auto e m'immergo nel traffico. Mentre sfreccio con lentezza verso il bistrot decido cosa posso proporle in una delle nostre tante conversazioni di chat. Poi, un pensiero felice e quasi folle mi salta alla mente. "Ecco, si perché no?"Potrei proporle di venire assieme a me e ai bimbi al lago domenica prossima.Sono sicuro che Amie impazzirà nel conoscerla e Sam verrà distratto dallanostra battuta di pesca padre figlio. L'unica cosa da affrontare adesso è: Meg. Accetterà mai? Sono pronto ad affrontare la pantera.
Buonasera cari lettori! Vi aggiorno un nuovo capitolo nella speranza di un vostro commento e stellina che possa apprezzare ancor di più questa folle e inebriante storia romance. Vi auguro una buona lettura e che le ship abbiano inizio.
Gessi🌻
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