8. È fidanzata
L'acqua scorreva a fiotti caldi sulle spalle, lungo la schiena, sul viso, rilassando la muscolatura di Olivier dopo la sessione quotidiana di allenamento. Dalla stanza accanto provenivano le risate dei compagni e un sottofondo di musica rap, la preferita tra i più giovani del gruppo.
Oli tirò indietro la testa, lasciando che l'acqua lo colpisse dritto in volto.
«E quindi ieri sera sei stato dalla bella giornalista.»
Aprì gli occhi e guardò il compagno che si era appena infilato sotto il getto della doccia accanto alla sua. Samu gli rivolse un sorriso furbetto, come a insinuare che potesse essere successo qualcosa. E non aveva nemmeno idea di quanto fosse vicino alla realtà. Non era accaduto niente solo perché si era imposto di restare fermo. Quando Eleonora aveva ammesso che era attratta da lui ci era mancato poco che le saltasse addosso. Bella bella, contro la parete, emotivamente a pezzi e con lo sguardo implorante.
«Chi te lo ha detto?» Olivier si affrettò a chiudere l'acqua e coprirsi con un asciugamano. Pensare a lei era sempre pericoloso, il fisico reagiva sempre.
Samu fece spallucce. «Lo stavano dicendo di là. Allora com'è?»
Non c'era da stupirsi che tutti lo sapessero. La sera prima aveva ricevuto una telefonata da parte di Alexis, uno dei compagni con cui aveva legato di più, e il belga era insieme a Theo e Rafael. Aveva detto di essere impegnato e dato che proprio Rafael lo aveva visto insieme a Eleonora nel parcheggio, erano iniziate le allusioni. Così era stato costretto a raccontare loro la storia dell'intervista, il tutto mentre Eleonora era intenta a parlare con il suo ragazzo.
«Sono andato a fare un'intervista, niente di più.» Olivier si mosse verso lo spogliatoio.
«Oli, aspetta.» Samu lo richiamò indietro. «Dai, dimmi di più. Qui c'è qualcuno che non è ancora stato così fortunato da trovare la persona giusta... e magari vorrebbe provarci.»
«E questo qualcuno sei tu?»
«Perché no...» Sollevò un sopracciglio e fece un gesto verso quella che era la sua grande qualità nascosta, in quel momento in bella vista.
Olivier scoppiò a ridere e annuì, in segno di approvazione. «È fidanzata, Samu.»
«Potrebbe sempre lasciarsi.»
Strizzò l'occhio a Samu, sollevando un angolo della bocca, e lasciò le docce per infilarsi nella confusione dello spogliatoio. Sperava anche lui che Eleonora potesse lasciarsi, meritava di meglio. Ma con Samu? No, non ce la vedeva proprio. Per quanto Samu fosse un bravo ragazzo, gentile e di buon cuore, in fondo all'anima Olivier sentiva un richiamo sordo, una eco flebile che gli sussurrava che Eleonora era sua. Sua e di nessun altro. Quella eco lo spaventava perché quando le era vicino si faceva sempre più forte e insistente.
Si vestì alla svelta e si gettò nella mischia. «Ragazzi, che ne dite se stasera usciamo tutti insieme?»
Si levò un coro di assenso e Olivier annuì soddisfatto. Aveva bisogno di stare con i suoi compagni, aveva bisogno di spensieratezza. Gli mancava tanto Jennifer, i suoi bambini, la loro presenza quando rientrava a casa.
Eleonora lo faceva sentire spaesato e confuso. Quando era nei paraggi la desiderava più di qualsiasi altra cosa, al punto da avvertire del dolore fisico; quando non c'era la pensava, pensava al loro bacio e si sentiva un maledetto stronzo. La sera prima lei gli aveva fatto capire che si sentiva molto in colpa per quel bacio, perché lui era sposato.
Olivier amava Jen, tantissimo, ma non riusciva a sentirsi in colpa nei confronti di sua moglie per quel bacio. Nel momento in cui le sue labbra avevano sfiorato quelle di Eleonora aveva sentito una connessione potente, la sensazione di essere nel giusto. Tuttavia, si sentiva uno stronzo perché per Eleonora non era stato così, lei ci stava male non voleva che la ragazza non fosse a suo agio con lui. Per questo si era fermato la sera prima. Per questo non l'aveva baciata di nuovo, nonostante avesse tanta voglia di farlo.
Osservò di sottecchi Samu Castillejo, immaginandolo con Eleonora. Forse doveva lasciarli fare, magari potevano piacersi. Sempre meglio di quell'idiota del suo attuale ragazzo.
«Samu? Vieni un attimo.»
Il ragazzo si avvicinò. «Che c'è?»
«Perché non inviti Eleonora, stasera? So che il suo ragazzo abita a Roma e lei è sola qui.»
Gli occhi di Samu si illuminarono. «Dici che accetterebbe?»
Olivier si strinse nelle spalle. «Proponiglielo.»
«Ma... io non le ho mai parlato. Invitala tu e poi stasera me la presenti.»
Olivier sollevò gli occhi al cielo.
«Dai, amico! Che ti costa?» insistette Samu, poggiandogli una mano sulla spalla.
«E va bene, vado a vedere se è ancora in giro.»
Agguantò il cellulare e le chiavi della macchina e uscì, seguito da Samu. L'entusiasmo dell'amico lo faceva sorridere e allo stesso tempo lo rendeva nervoso. Quasi come se fosse geloso.
Fuori c'erano alcuni suoi compagni davanti alla porta d'ingresso e più in là, verso la zona dei parcheggi, un gruppetto di persone che lavoravano a Milanello, tra cui Eleonora. Samu rimase vicino ai compagni, mentre Olivier si incamminò verso di lei. Più si avvicinava più si pentiva della stupida idea che aveva avuto. Quel giorno indossava un pantalone stretto stretto e una maglietta leggera, con sopra un giubbotto di pelle. I capelli erano raccolti in una coda e Olivier si ritrovò a immaginare di stringere la sua mano attorno all'elastico mentre lei...
Si morse forte il labbro per cercare di restare concentrato ed entrò a gamba tesa nella conversazione. «Ciao ragazzi, stavamo pensando di andare a bere qualcosa tutti insieme stasera, vi va di venire?»
«Sì, dai!»
«Ma certo, perché no.»
Eleonora era l'unica che non rispondeva. I loro sguardi si incrociarono e Olivier le sorrise. «Vieni anche tu?»
Anche lei sorrise dolcemente. «Grazie dell'invito, ma è venuta a trovarmi un'amica e stasera usciamo insieme.»
«Porta anche lei.» Vedendo l'espressione della ragazza, Olivier annuì. Era chiaro che non avesse nessuna intenzione di uscire con loro. «Ok, ok, sarà per un'altra volta allora.»
Tornò dai compagni e prima ancora che Samu potesse dire qualcosa lo afferrò per un braccio. «Adesso tu vai da lei e ti fai dire dove andrà questa sera con la sua amica.»
Il compagno lo guardò frastornato. «Scusa, che ti ha detto?»
«Che ha già un impegno con un'amica. Scopri dove vanno, a me non lo direbbe mai.»
«E perché dovrebbe dirlo a me? Voi siete amici...»
«Non siamo amici, noi siamo...»
«Cazzo, Olivier, non mi dire che ci hai provato con lei.»
Olivier si irrigidì e poggiò lo sguardo sul suo amico Mike. Corrugò la fronte, fingendosi offeso. «Che dici? No!»
«E invece sì! Altrimenti perché saresti così interessato a sapere dove va stasera?»
«Lo sto facendo per Samu! Mi ha chiesto di invitarla perché la conosco di più.»
«È vero, gliel'ho chiesto io.» Samu intervenne in suo soccorso e lui tirò un sospiro di sollievo. Sotto lo sguardo attento di Mike si stava sentendo troppo scoperto.
Mike gli lanciò un'ultima occhiata prima di voltarsi dall'altra parte e Olivier concentrò la sua attenzione su Samu.
«Stammi a sentire, adesso vai lì e fai finta di non sapere che io l'ho invitata. Glielo richiedi e quando ti dice che uscirà con l'amica tu le chiedi dove andranno. Così ci presenteremo lì e il gioco è fatto.»
Samu annuì. «Allora vado.»
«Vai.»
Non riuscì a fermare le sue gambe, che si incamminarono dietro il compagno, seguendolo a distanza di qualche metro.
Vide Eleonora andare verso la sua auto e Castillejo correre verso di lei. La vide fermarsi e sorridere. Non riusciva a sentire ma non poteva avvicinarsi troppo. Si sentiva agitato e in ansia, geloso e nervoso. Samu tirò fuori il cellulare e lei gli dettò il suo numero. Come ci era riuscito? Doveva essere quella sua faccia da bravo ragazzo.
Quando tornò indietro stava sorridendo trionfante. «Allora?» chiese impaziente Olivier, gettando uno sguardo alla macchina di Eleonora che si allontanava.
«Le ho detto che le scrivo per farle sapere dove andremo, così se vogliono possono raggiungerci dopo cena.»
Olivier tirò una pacca sulla spalla del compagno. «Ben fatto!»
Sperò con tutto se stesso che Eleonora li avrebbe raggiunti. Anche se sarebbe stato costretto a vedere il suo amico provarci con lei.
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