45. Innamorati
Eleonora rigirava la cannuccia nel bicchiere che aveva davanti, lo sguardo assente e un languido sorriso sulle labbra. Ripensava alle parole di Olivier, ai suoi occhi, alle sue mani sulla pelle. Aveva creduto di essere riuscita a dimenticare certe sensazioni, ma era bastato un solo sguardo per riaccendere il fuoco che l'aveva divorata fin dal primo istante in cui si erano conosciuti e che in quel momento continuava a bruciare forte dentro di lei.
‹‹Sabato lavori?››
Fece cenno di no a Gabriella che le sedeva accanto, vicino al bancone, nel loro bar preferito. Era una serata tranquilla, poca gente e buona musica. Erano uscite come facevano spesso, una passeggiata per le vie del centro e un cocktail, chiacchiere tra migliori amiche per chiudere in relax la giornata, ma Eleonora aveva la testa altrove, rimasta nel suo appartamento insieme ad Olivier. Necessitava del parere della sua migliore amica e stava cercando il momento adatto per dirglielo.
‹‹Vogliamo andare al mare? Magari poi restiamo a fare serata sulla spiaggia.››
Erano a metà maggio e le temperature erano già perfette per il mare. Le sarebbe piaciuto rilassarsi sotto al sole. ‹‹Sì, perché no.››
Gabriella le diede un colpo sul braccio. ‹‹Oh, ma si può sapere che cavolo hai? Dove sei con la testa?››
Bene, era arrivato il momento di vuotare il sacco. Sentì un nodo allo stomaco e le labbra si incresparono in un sorriso timido mentre rivolgeva lo sguardo all'amica. ‹‹Ti devo dire una cosa.››
‹‹Hai scopato?›› chiese Gabriella a bruciapelo.
Eleonora aprì la bocca sorpresa, poi sorrise e si morse il labbro. ‹‹Sì, ma non è questo il punto.››
‹‹Ah, no? Sono mesi che non esci con qualcuno!›› Ridacchiò. Strinse leggermente gli occhi. ‹‹Ti si vede in faccia che hai scopato. Perché non me lo hai detto subito? Chi è lui, lo conosco?››
‹‹È proprio questo il punto, è Olivier.››
Le sopracciglia dell'amica schizzarono verso l'alto. Sorrise. ‹‹Ecco, io non ho osato chiederti niente di lui perché speravo che me ne parlassi tu. Sapevo che sarebbe venuto a giocare a Roma ma visto che in questi giorni non hai toccato l'argomento ho pensato che non volessi parlarne. Quindi alla fine vi siete visti?››
Eleonora annuì. ‹‹È venuto da me prima della partita e ha detto che sarebbe rimasto una notte qui per poter parlare con me. Allora l'ho invitato a casa e...››
‹‹Fammi indovinare, ha detto che gli manchi e bla bla bla. Sei consapevole del fatto che ne ha approfittato solo perché si trovava in zona, vero?›› Il tono dell'amica era diventato più serio, quasi duro. Voleva proteggerla.
Eleonora abbassò gli occhi sul bancone. ‹‹Ha detto che vuole lasciare la moglie e stare con me.››
‹‹No, non ci credo. Lo ha detto davvero? Prima o dopo averti scopata?›› Ora era decisamente sarcastica.
E come darle torto? Gli uomini erano capaci di promettere qualsiasi cosa ad una donna pur di portarsela a letto. Ma Olivier non era come tutti quanti gli uomini, la loro storia non era stata una storia clandestina come le altre. Si erano amati davvero e la sera prima lo aveva compreso con più chiarezza.
‹‹Prima, dopo, durante... lo ha detto più volte. Ha detto che in questi mesi ha capito di amare me e che con sua moglie ci sarà sempre un legame speciale ma è con me che vuole stare. Mi ha anche proposto di tornare a Milano con lui.››
‹‹E tu? Come hai reagito, che cosa gli hai detto?››
‹‹Nulla. Nel senso che non gli ho detto che anch'io voglio stare con lui ma abbiamo fatto l'amore ieri sera e anche stamattina. Non so che fare.››
‹‹Invece sai benissimo che fare. Tu sei follemente innamorata di quell'idiota. E finalmente anche lui si è deciso a lasciare la moglie.››
Rivolse uno sguardo malinconico a Gabriella. ‹‹Non sono sicura che lo farà realmente. Però ieri è stato...›› si portò le mani sul volto. ‹‹Non so come faccia a farmi ogni volta lo stesso effetto, davvero non lo so.››
‹‹Saresti disposta ad iniziare una storia con lui? Una storia vera, intendo.››
Eleonora si mordicchiò l'interno della bocca. ‹‹Mi piacerebbe, ma allo stesso tempo sono terrorizzata. Lui ha dei bambini. Come mi vedrebbero? Riuscirei a farmi accettare da loro?››
Gabriella fece un gesto con la mano, liquidando la sua esternazione. ‹‹Un passo alla volta, tesoro. Prima dovete pensare a voi due, devi vedere se è la persona giusta per te. Prima eravate amanti, girava tutto intorno al sesso, ma d'ora in poi sarà tutto diverso se deciderai di provarci seriamente. Dovete valutare prima questo e poi penserete ai suoi bambini.››
‹‹È vero, hai ragione. È che ho paura e quindi penso a tutte le cose che potrebbero andare male.››
Il cellulare sul bancone si illuminò, attirando la sua attenzione. Le mancò un battito quando lesse il nome di Matteo sul display.
Non lo aveva più sentito da quando era tornata a Roma anche se le era capitato di incrociarlo in qualche bar o ristorante. D'altronde avevano ancora molti amici in comune ed era impossibile non vedersi più. Ma non avevano mai più parlato. Aprì la chat.
- Adesso fate sul serio? Spero che sarai felice con lui.
Quel messaggio le fece correre un brivido lungo la schiena. Come faceva lui a sapere? Gabriella si accorse dalla sua espressione che qualcosa non andava. Si avvicinò a sbirciare sul telefono.
‹‹Che succede?››
‹‹Ho ricevuto uno strano messaggio da Matteo.›› Girò lo schermo per farglielo leggere ma in quel momento arrivò una telefonata. Un numero che non aveva salvato in rubrica. Si scambiò un'occhiata con Gabriella prima di rispondere.
‹‹Pronto?›› Avvicinò la mano all'orecchio libero per sentire meglio.
‹‹Salve, parlo con Eleonora Stellini?››
‹‹Sì, sono io.››
‹‹Buonasera, mi scusi per l'orario. Sono una sua collega, scrivo per il settimanale Donna moderna, volevo chiederle se fosse disposta a concedermi un'intervista in esclusiva riguardo alla sua storia col calciatore Olivier Giroud.››
Eleonora per poco non cadde dallo sgabello. Che diavolo stava succedendo? Come facevano tutti a sapere di lei e Olivier? ‹‹Mi scusi, credo di non aver capito bene a cosa si riferisce.››
‹‹Beh, circa un'oretta fa sono uscite delle foto di voi due che entrate in una casa di sera e ne uscite il mattino seguente. Dicono che sono di ieri sera ma nessuno ne ha la certezza. È così? Sono di ieri?››
Deglutì, sentendo la gola improvvisamente secca. ‹‹Senta, non so niente di questa storia, non... non ho niente da dire. Mi scusi, buona serata.››
Fissò Gabriella mentre nella testa vorticavano pensieri di ogni tipo.
‹‹Chi era?››
Lei non rispose, prese il cellulare e cominciò a digitare freneticamente alcune parole chiave per cercare questo fantomatico articolo di cui aveva parlato la giornalista. Le si riempirono gli occhi di lacrime quando vide le foto. Anche Gabriella stava guardando e leggendo, si portò una mano davanti alla bocca.
‹‹Come diavolo hanno fatto...››
Eleonora si alzò e afferrò la giacca. ‹‹Devo chiamare Olivier.››
Fuori fece fatica a trovare un posto isolato per poter parlare. Le tremavano le mani dalla rabbia e dall'ansia. Essere sbattuta così sui giornali per una cosa del genere la faceva sentire una poco di buono.
Dopo aver camminato per diversi metri imprecando mentalmente contro tutto e tutti, si infilò in un vicoletto umido e silenzioso. Olivier rispose dopo diversi squilli.
‹‹Eleonora, come stai?››
‹‹Hai letto l'articolo su noi due?›› chiese, senza neanche salutarlo.
‹‹Sì.›› Lo sentì ridacchiare. ‹‹Mi sono arrivati centinaia di messaggi, mio fratello pensava che fosse uno scherzo...››
‹‹Come fai ad essere così tranquillo?›› lo interruppe. Sembrava trovare la cosa divertente, mentre lei voleva sprofondare sotto terra per la vergogna.
‹‹Sono tranquillo perché ne ho già parlato con Jen. Sono cose che possono capitare, Eleonora, siamo pur sempre dei personaggi esposti mediaticamente.››
‹‹Che cavolo stai dicendo? Devi assolutamente smentire tutto.›› Sentiva ribollire il sangue nelle vene.
‹‹Smentire cosa? Sono due foto normalissime, si sa solo che siamo entrati in una casa insieme ma nessuno sa cosa sia successo e che rapporto c'è tra noi. Non farne sempre un dramma, per favore.››
‹‹Un dramma? Ho già ricevuto una telefonata da un giornale che voleva farmi un'intervista in esclusiva! Non voglio avere problemi, non voglio finire sui giornali per queste cose. Oli, devi smentire tutto. Subito.››
Olivier si prese qualche momento di silenzio prima di parlare. ‹‹Ok, basta che la smetti di frignare. Ci sono anche io su quel giornale, ti ho detto che ne ho parlato con mia moglie e non mi hai chiesto niente, neanche come sto. Mi sono sentito dare dell'egoista troppe volte da te, ma a quanto pare l'unica vera egoista sei tu. Stai pensando solo a te stessa, alla tua reputazione. Va bene, chiederò al mio entourage di rilasciare una dichiarazione. Puoi stare serena, non ci vedrà più nessuno insieme e ogni chiacchiera si placherà. Ora, se permetti, è tardi e devo andare a dormire. Ho uno scudetto da vincere e devo rimanere concentrato sul mio obiettivo.››
Eleonora guardò il cellulare e lo strinse tra le mani con una gran voglia di lanciarlo contro il muro. Aveva fatto arrabbiare Olivier ed era un evento raro dato che lui si era sempre dimostrato il più calmo tra i due, quello capace di ragionare con tranquillità anche nelle situazioni più stressanti.
Non le era sfuggito il riferimento alla moglie ma si era lasciata trasportare dalla rabbia e non gli aveva concesso il giusto peso. Il fatto che avesse parlato con la moglie poteva significare tante cose, poteva averla rassicurata dicendole che tra loro non era successo niente o poteva averle detto la verità.
In cuor suo sperava che si trattasse della seconda.
Fino a quel preciso istante non aveva realizzato quanto desiderasse poter stare con lui. Sentirlo così deluso e duro le diede una scossa. Era arrabbiata per l'articolo e tutto il resto che ne sarebbe conseguito ma una parte di lei era felice. Olivier non era andato fuori di testa e non aveva intenzione di smentire nulla, perciò significava una sola cosa: era stato sincero.
Voleva stare con lei.
Si massaggiò la fronte per scacciare un mal di testa incipiente, fece alcuni passi avanti e indietro. Che doveva fare? Ora cominciava a sentirsi in colpa per come lo aveva trattato. Schiacciò di nuovo il tasto della chiamata, ma stavolta Olivier non rispose. Riprovò e lo trovò spento. Si sentì attanagliare da una smania disperazione e frustrazione.
‹‹Oh, eccoti.›› Gabriella sbucò dall'ingresso del vicoletto, l'aria preoccupata. ‹‹Che sta succedendo? Hai parlato con Olivier?››
Eleonora annuì. ‹‹Devo andare a Milano. Devo partire subito.›› Gabriella la guardava come se fosse uscita di testa. ‹‹Voglio stare con lui e voglio che lui lo sappia.››
Gabriella la afferrò per le braccia. ‹‹Mi spieghi cosa è successo in questi cinque minuti? Poco fa eri insicura, cosa è cambiato?››
‹‹Tutto!›› Scoppiò a piangere e abbracciò l'amica. ‹‹Io ho fatto una scenata incredibile per questo articolo, mentre Olivier era tranquillo, come se fosse una cosa normale. Vuole veramente stare con me, capisci?››
‹‹Sì, capisco›› Gabriella le spostò una ciocca di capelli dietro la spalla. ‹‹Ed è una cosa bellissima, ma adesso devi calmarti, prendere un bel respiro e fare le cose con calma.››
‹‹No. Olivier non mi risponde più al telefono, pensa che non voglia vederlo mai più.››
‹‹Ci parlerai domani.››
‹‹Infatti.›› Eleonora guardò l'orologio. ‹‹Se parto adesso arriverò in tempo per parlarci prima che vada a fare allenamento.››
‹‹Eleonora, per favore... non ti lascio andare a Milano adesso.››
Lei prese le mani di Gabriella e la guardò febbricitante d'amore. ‹‹Invece sì, amica mia, perché finalmente so cosa voglio e sto andando a prendermelo.››
Si tennero le mani guardandosi negli occhi per un bel po' di minuti. Tante emozioni passarono in quello sguardo. Piansero insieme e si abbracciarono e abbracciate si incamminarono per tornare a casa.
Tutto accade per una ragione e la sua era Olivier. Tutte le scelte che aveva fatto, tutto il percorso della sua vita l'avevano portata dritta a Milanello quella mattina di otto mesi prima, quando aveva incontrato Olivier e da quel momento la sua vita era cambiata. Aveva conosciuto la passione vera, quella che non ti permette di ragionare e che ti fa sentire viva, aveva sperimentato il dolore pungente. Aveva amato in un modo completamente nuovo, travolta dalla personalità di Olivier che sapeva essere dolce e paurosamente possessivo.
Cantava a squarciagola mentre guidava verso Milano e a tratti rideva e piangeva ricordando tutti i momenti più belli e quelli più brutti.
Sperava di poterne vivere tanti altri, tutti belli e tutti così intensi.
Piano piano cominciò a rischiarare e la sua meta diventava sempre più vicina. Si fermò in un autogrill per bere un caffè e mangiare qualcosa. Si sgranchì le gambe e restò a guardare il cielo per alcuni minuti, sentendo l'aria fresca sul viso e sulle mani.
Arrivò a casa di Oliver con il batticuore. Tante paure le attraversavano il cuore, ma la voglia di vederlo vinceva su tutto. Bussò alla sua porta e attese per quelli che sembrarono secoli.
‹‹Eleonora.›› Sul viso di Olivier comparve un sorriso, subito nascosto dietro al volto serio e guardingo. ‹‹Che ci fai qui?››
‹‹Non rispondevi al telefono...››
Alzò un sopracciglio, e stavolta non riuscì a nascondere il sorriso. ‹‹È così urgente quello che mi devi dire?›› le fece segno di entrare e chiuse la porta.
‹‹Sì. Ieri sera dopo la nostra telefonata ho realizzato che...›› Abbassò la testa, un leggero rossore le colorò le guance.
Olivier le prese il mento tra le dita e delicatamente le alzò il volto. ‹‹Cosa?››
‹‹Sono venuta per dirti sì. A tutto. A noi, a Milano...››
Fu travolta dall'abbraccio di Olivier. La strinse forte, impedendole quasi di respirare. Sentiva il suo cuore battere contro il petto. Era potente, come il loro amore. ‹‹Mi stai dicendo che sei qui per restare?›› Le prese il viso tra le mani e la guardò.
Lei annuì, con le lacrime che le riempivano gli occhi. ‹‹Sì.››
Olivier la baciò, poi la prese in braccio facendo una giravolta per la stanza. ‹‹Ieri sera, dopo quella telefonata, ho creduto che non ti avrei rivisto mai più.››
Eleonora gli accarezzò il viso, specchiandosi nei suoi occhi azzurri. ‹‹Avevo paura, mi vergognavo... ma poi ho realizzato che non c'è niente di sbagliato nella nostra storia, ci siamo innamorati e non c'è niente di male in questo.››
Sulle sue labbra si disegnò un sorriso sghembo. ‹‹Innamorati?››
‹‹Io ti amo. Ti amo e non mi nasconderò più.››
Lui infilò le dita tra i capelli di lei e le tirò leggermente indietro la testa. La baciò delicato ma possessivo, un bacio che le fece girare la testa. Emise un sospiro.
‹‹È un vero peccato che tra poco debba andare ad allenarmi. Non hai idea di tutto quello che vorrei farti in questo momento.››
‹‹Abbiamo tutto il tempo, non vado da nessuna parte.››
Olivier la baciò ancora e poi la guardò con quello sguardo che la faceva sentire la più bella del mondo. ‹‹Non sarà mai abbastanza.››
Ciao ragazze!
Eccoci arrivate alla fine di questa storia. Sono davvero tanto felice di aver visto il vostro interesse ed entusiasmo per le avventure di Eleonora ed Olivier, vi ringrazio di cuore per tutte le letture, le stelline e i commenti.
Lasciamo Olivier ed Eleonora felici e ci spostiamo verso una nuova storia. La prossima sarà su Ante Rebic e tra qualche giorno inizierò a pubblicare qualche estratto dai primi capitoli sulle storie IG sul profilo @ danila.cobain e a svelare i volti dei personaggi, nonché il titolo, la trama e la copertina della storia.
Mi prendo qualche giorno di pausa prima di iniziare con la pubblicazione dei nuovi capitoli.
È stato un bel viaggio, spero che mi seguirete anche nel prossimo.
Grazie ancora.
Danila
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