44. Ripercussioni
Olivier osservava Eleonora dormire. Le prime luci del mattino avevano illuminato la stanza e si erano posate sulle delicate forme del suo viso e sui capelli castani che sembravano brillare di una luminescenza dorata. Il corpo era coperto dal lenzuolo e fu tentato di scostarlo per poterlo guardare ancora, nonostante la notte precedente ne avesse assaggiato e toccato ogni centimetro.
Non avevano mai dormito insieme e lui era rimasto tutta la notte sveglio a guardarla, per paura che potesse svanire una volta chiusi gli occhi. Si sentiva innamorato e fremente di desiderio ma non si azzardava a toccarla per paura di svegliarla. Sembrava così serena...
Lei finalmente aprì gli occhi e... fece un balzo indietro, spaventata.
‹‹Olivier.››
Non una reazione che si sarebbe aspettato. Ridacchiò per mascherare la sensazione di delusione che sentiva. ‹‹Cavolo, sono così brutto di prima mattina?››
Lei chiuse gli occhi e si portò una mano tra i capelli. ‹‹Scusami, è solo che non sono abituata a svegliarmi con qualcuno nel letto.››
Qualcuno. Più che delusione, ora cominciava a sentirsi triste. ‹‹Adesso non dire che è stata solo una cazzata e che non ricapiterà più.››
Eleonora si avvicinò e gli accarezzò il volto. ‹‹Tu mi fai sentire debole e odio sentirmi così. Incoerente, incapace di rispettare le promesse che faccio a me stessa.›› Erano parole dure. Olivier le baciò la mano e chiuse gli occhi, strofinando la guancia contro il palmo. ‹‹Ieri, mi ero ripromessa di essere forte e invece...››
La osservò con aria interdetta. ‹‹Sei una delle donne più forti che io conosca... non devi sentirti in colpa se abbiamo fatto l'amore. Lo volevamo.››
‹‹Sì, ma...››
‹‹Non c'è nessun ma, ma petite. Dovresti smetterla di sentirti in colpa per tutto. Adesso la situazione è diversa, non stai tradendo nessuno.››
‹‹Non è diversa, Olivier. Tu hai la tua famiglia che ti aspetta ed è da loro che tornerai sempre›› sbottò.
‹‹Allora tu ieri sera non hai capito niente di quello che ti ho detto. Io sono pronto a stare con te. Ho capito che ti voglio più di qualsiasi altra cosa, ho bisogno di te nella mia vita, non ho più intenzione di rinunciarci.››
‹‹E Jen? Mi hai detto che la ami.››
Olivier le mise un dito sulle labbra. ‹‹Jen è e resterà sempre una parte importante della mia vita, la amo, ma in modo diverso rispetto a quello che provo per te.››
Lei sembrava non credere alle sue parole, come se fosse uno di quelli che raccontavano un sacco di cavolate pur di restare con il piede in due staffe. Non poteva biasimarla, ci aveva messo un bel po' prima di capire e nel frattempo aveva causato tanto dolore.
Capiva quei suoi occhi diffidenti, quel silenzio. Sospirò e si appoggiò con la testa sul cuscino. ‹‹È vero che ti ho detto che la amo, ma è qualcosa di completamente diverso da quello che provo per te. In questi mesi sono stato lontano da entrambe, sapevo di avervi perse entrambe, ma eri tu quella a cui pensavo costantemente. Eri tu quella che avrei voluto al mio fianco la notte quando non riuscivo a dormire per quanto forte mi mancavi. Eri tu quella a cui avevo voglia di raccontare degli allenamenti, delle partite, quella con cui volevo condividere le emozioni dopo un gol o una vittoria importante. Jen farà sempre parte di me, ma voglio stare con te e solo con te.››
Eleonora fece per alzarsi dal letto e lui le afferrò il braccio.
‹‹Dove vai?››
Si sottrasse dalla sua presa e tirò via il lenzuolo, avvolgendolo intorno al corpo mentre si alzava. ‹‹Vado a prepararmi, non voglio farti perdere l'aereo e qui a Roma è un casino con il traffico. A che ora è la partenza?››
Stava cercando una scusa per allontanarsi, aveva la voce tremolante e rifuggiva dal suo sguardo. Olivier si allungò per cercare di riportarla accanto a lui. ‹‹Vieni qui, non preoccuparti di questo. Prenderò un taxi.››
‹‹Non è necessario, ti accompagno io...››
‹‹Prenderò un taxi.››
Gli occhi seri di Eleonora rimasero incollati ai suoi per alcuni istanti prima di annuire. Si sedette sul letto. ‹‹Hai fatto tutto questo bel discorso sul voler stare con me e poi non vuoi che ci vedano insieme. È chiaro che devi ancora risolvere tante cose.››
‹‹Non è così...››
Lei aggrottò la fronte. ‹‹Non voglio tornare a quello che eravamo prima, non ho intenzione di dovermi nascondere o di crogiolarmi nella tristezza mentre tu sei a casa con tua moglie.››
Olivier si mise a sedere. ‹‹Chi ti ha detto che non voglio farmi vedere con te?››
‹‹Ieri sera sei arrivato tutto coperto e adesso non vuoi che ti accompagni in aeroporto.››
‹‹L'ho fatto per te, credevo che tu non volessi farti vedere con me.››
‹‹Oh andiamo, Olivier, per favore...››
‹‹Non mi sono nascosto mai, neanche quando mia moglie non sapeva niente. Che cosa vuoi che faccia? Dimmelo. Vuoi che andiamo in giro a baciarci davanti a tutti? Vuoi che il mondo sappia che adesso sto con te? È chiaro che non posso farlo in questo preciso momento, non ho ancora parlato con Jen. Volevo prima parlare con te.››
‹‹Certo, volevi vedere se ero ancora qui a struggermi d'amore per te! Te l'ho detto ieri sera, la decisione su noi due l'ho presa nel momento in cui me ne sono andata da Milano.››
‹‹E stanotte quindi è stato uno sbaglio?››
‹‹Sì.››
Eleonora si alzò di scatto e uscì dalla stanza. Sentì che sbatteva forte la porta del bagno. Sapeva che era colpa sua se si stava comportando così, ma fare l'amore con lei era stato così potente che sentiva che niente era cambiato. Era determinata a tenerlo fuori dalla sua vita ma quanto a lungo poteva resistere se lui cominciava a dimostrarle di potersi fidare?
Non le aveva raccontato nessuna cavolata, stava solo aspettando la fine del campionato per tornare in Francia e parlare con Jen. Aveva voluto parlare prima con Eleonora ma non per i motivi che credeva lei, solo per farle capire che faceva sul serio. L'avrebbe corteggiata come meritava, le avrebbe fatto vedere quanto erano vere le sue intenzioni.
Si alzò dal letto e cercò i suoi vestiti sul pavimento. In quel momento la vide rientrare nella stanza, con addosso ancora il lenzuolo che si trascinava sul pavimento.
‹‹Non è vero che stanotte è stato uno sbaglio.›› Si morse il labbro mentre Olivier sorrideva. ‹‹Io in realtà speravo che accadesse, l'ultima volta ci eravamo lasciati male... e questo invece è stato il giusto addio.››
Olivier sollevò un sopracciglio. ‹‹Un addio? Ne sei proprio sicura?››
‹‹Sono sicura del fatto che non tornerò a Milano.››
Non stava escludendo però la possibilità di vedersi ancora e per il momento questo poteva bastargli. ‹‹Ok, troveremo un modo.››
Lei sorrise maliziosa e tornò in bagno. Olivier abbassò lo sguardo verso il suo sesso che si stava risvegliando. Scosse la testa sorridendo e la seguì.
***
Il ricordo di quella doccia lo accompagnò per tutto il resto della giornata. Pensò che avrebbe dovuto discutere con Eleonora più spesso se ogni volta che si arrabbiava diventava poi così calda nell'intimità.
Rientrato a Milano nel pomeriggio, aveva trascorso la serata con alcuni compagni di squadra e con loro si trovava quando il suo cellulare cominciò a suonare come se fosse impazzito. Decine e decine di notifiche di messaggi tutte nello stesso istante. Qualcosa arrivava anche nella chat di gruppo, poiché anche gli altri si ritrovarono con il cellulare in mano.
‹‹È qualcosa che riguarda te, Oli›› disse Mike.
‹‹Sarà qualche articolo di me... oh cazzo!›› Alexis guardò Oli con gli occhi spalancati e si portò la mano alla bocca.
‹‹Che c'è? Che cos'è?›› Olivier non aveva voglia di innervosirsi, né di leggere le critiche almeno per quella sera. Voleva restare con la sensazione di pace che gli aveva dato Eleonora il più a lungo possibile.
‹‹Devi vedere assolutamente.›› Gli fece segno di prendere il telefono. ‹‹Sbrigati!››
Olivier prese il cellulare e aprì la prima chat. Era di suo fratello.
-Ma è vera questa cosa? Sei tu?
Sotto c'era un link, ci cliccò sopra con una leggera palpitazione. Che stava succedendo? Poi capì.
Alcuni giornali stavano riportando la notizia della sua relazione con Eleonora. Un nuovo amore per Olivier Giroud, titolavano. Con tanto di foto scattate a loro due che entravano in casa la sera prima e la mattina, quando lei lo aveva accompagnato fino al portone e si erano abbracciati a lungo.
L'articolo diceva: Olivier Giroud ed Eleonora Stellini, la nota giornalista sportiva, sembrano essere molto intimi. Ieri sera, dopo la partita tra il Milan, la squadra di Giroud, e la Roma, i due sono stati visti insieme mentre entravano nell'appartamento di lei. Hanno trascorso la notte insieme e stamattina si sono salutati con un abbraccio molto tenero. Olivier è sposato ed ha quattro figli ma fonti vicine al calciatore parlano di una rottura con la moglie. Pare che la signora Giroud manchi da Milano da diversi mesi. Anche Eleonora sembra aver interrotto la relazione col collega Matteo Vinciguerra, col quale stava da un paio di anni. Nuovo amore o solo una tenera amicizia?
Olivier alzò gli occhi dallo schermo e trovò i suoi compagni che lo guardavano. Loro sapevano che era rimasto a Roma per vedere Eleonora ma non immaginava di ritrovarsi sbattuto sul giornale in quel modo, soprattutto perché non aveva ancora parlato con Jen.
Proprio in quell'istante il nome di sua moglie comparve sul display. Guardò i ragazzi che aveva di fronte e si scusò prima di alzarsi e rispondere.
‹‹Jen.›› Percorse in fretta la strada fino all'automobile, chiudendosi dentro allo stretto abitacolo.
‹‹La vedi ancora. Tutta quella storia dei sacrifici che dobbiamo fare per i nostri figli valeva solo per me, tu sei lì e continui a spassartela mentre io sono qui e faccio la brava mogliettina cornuta.››
Lui emise un sospiro e poggiò la testa contro il volante. Come darle torto? Era stato lui a dirle di resistere e di perdonarlo per i bambini, altrimenti Jen lo aveva già lasciato.
‹‹Non la vedevo dal giorno dell'incidente. Ieri l'ho vista e le ho chiesto di parlare.››
‹‹Hai davvero passato la notte con lei?››
‹‹Sì, io...››
‹‹La ami ancora?››
‹‹Sì.››
‹‹Domani chiamo gli avvocati e faccio preparare le carte per il divorzio.››
‹‹Jen, appena finisce il campionato torno a casa e ne parliamo con calma. Non fare niente adesso.››
‹‹Tanto lo sappiamo entrambi che non c'è più niente da sistemare tra noi due. È meglio che facciamo tutto il prima possibile. Posso chiederti solo una cosa?››
Olivier si asciugò una lacrima che colava solitaria lungo una guancia. Inevitabilmente, mille momenti del suo matrimonio gli stavano passando davanti. ‹‹Dimmi.››
‹‹Puoi evitare di farti vedere in giro con lei fino a quando non avremo parlato con i bambini?››
‹‹Sì, certo. Ehi, Jen... per quanto possa valere in questo momento, sappi che ti amo.››
Jen rimase in silenzio per un lungo momento, poi rispose: ‹‹Ti amo anche io.››
Olivier leccò un'altra lacrima che era finita sulle labbra. Alla fine Jen aveva compreso e non gli serbava rancore. Restò ad osservare le notifiche che continuavano ad arrivare sul telefono, poi decise di chiamare suo fratello per raccontargli ogni cosa.
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