14. Amici, pizza e film
Olivier gettò le chiavi sul tavolo della cucina e aprì il frigorifero. Tra i ripiani illuminati al neon cercò la sua bottiglietta di integratore di sali minerali. Si sentiva spossato e prosciugato, sia fisicamente che emotivamente.
In campo avevano lavorato tanto, curato i dettagli in vista della prossima partita di campionato. Il sudore si era mischiato alla pioggia fresca e lo sforzo era stato lenito dalle risate con i compagni.
Ma nella sua testa c'era una battaglia che non era ancora finita e che non dava segni di voler cessare. Anzi, sembrava appena entrata nel vivo. Non riusciva a spiegarsi questa ossessione che stava sviluppando per Eleonora.
Fece un sorso e il liquido freddo gli si inchiodò allo stomaco. Storse la bocca e richiuse la bottiglietta, lasciandola sul ripiano.
Vederla con il ragazzo aveva scatenato in lui un sentimento di possesso che in genere non provava e che lo rendeva nervoso e avventato. Come quando le aveva chiesto di vedersi quella sera stessa. Come quando le aveva chiesto di scrivere la sua biografia.
Si guardò intorno per qualche istante, inspirando in maniera lenta e profonda, poi prese il cellulare. Cercò avidamente tra i contatti fino ad arrivare al numero che aveva recuperato da Samu. Il suo compagno sembrava aver archiviato la sua leggera infatuazione per Eleonora. Gli scappò un sorriso mentre pensava a Samu e Gabriella e alla piega che aveva preso la serata per l'amico.
Digitò veloce, senza soffermarsi a pensare.
- Quando vogliamo vederci per discutere del libro? Puoi venire a cena da me stasera, se sei libera.
Si spaparanzò sul divano e fissò lo schermo nero del televisore di fronte. Ci vedeva il suo riflesso dentro. Che cosa gli stava succedendo? Ossessionato e mangiato vivo dal desiderio. Era più forte di lui, più forte di ogni logica. Eleonora era per lui come il polline per le api, una irresistibile legge della natura che lo attirava a lei.
Il telefono vibrò e lui lo afferrò in fretta. Ma non era Eleonora, era Alexis.
Brontolò prima di rispondere. «Che c'è?»
«Oh, sei nervoso?» sentì il ragazzo ridacchiare dall'altro lato.
«No.»
«Bene. Sto venendo a casa tua.»
Olivier drizzò la schiena. «A fare che?»
«A mangiare. Chiamo anche Mike?»
«No!» rispose con impeto. Si schiarì la voce. «Volevo dire... potrei avere già un altro impegno stasera.»
Aspettava la risposta di Eleonora, non poteva far andare da lui Alexis e Mike e poi cacciarli via se lei avesse accettato il suo invito. E non poteva nemmeno dire ad Alexis la verità.
«Ah sì? Con chi?»
Proprio in quel momento il suono di un messaggio in arrivo coprì in parte la voce di Alexis. Olivier scostò il telefono dall'orecchio e guardò. Era lei.
- Ciao Olivier, mi dispiace ma stasera ho già un altro impegno. Ci organizziamo presto, va bene?
La delusione strisciò silenziosa nel suo cuore, avvolgendolo stretto stretto. Doveva stare con quel coglione? Bloccò sul nascere un principio di rabbia mischiata a gelosia. Riportò il cellulare all'orecchio.
«Con nessuno. Dai venite, vi aspetto.»
***
La pioggia continuava a scendere malinconica e pigra, rendendo i tetti degli edifici circostanti enormi specchi che riflettevano il cielo grigio. Eleonora si allontanò dalla finestra e fissò le rose sul tavolo. Erano ancora molto belle, sebbene qualche petalo cominciava ad annerirsi.
Matteo era andato via da pochi minuti, aveva anticipato la partenza per lasciare lei e Gabriella libere di parlare. Era un tesoro, quel ragazzo, e di certo non meritava che la sua fidanzata pensasse continuamente ad un altro.
Sentì la porta del bagno aprirsi e poco dopo Gabriella comparve in sala. Aveva i capelli ancora un po' umidi alle punte e lo sguardo stanco. Aveva dormito da Samu Castillejo ma Eleonora non era riuscita a chiederle cosa fosse successo tra loro, terrorizzata dal fatto che la sua migliore amica aveva fatto qualcosa che segretamente sognava di fare anche lei e, apparentemente, non ne portava i segni del rimorso.
Sorrise, incerta. «Scusami se non mi sono accorta di quello che stavi passando.»
Gabriella strinse le labbra e serrò gli occhi, scuotendo piano il capo. «Te lo ha detto Matteo?»
Eleonora incrociò le braccia al petto, assumendo un'aria risentita. «Come mai lui ne era al corrente e io no?»
«Perché volevo che ti concentrassi solo sul tuo nuovo lavoro. Eri così presa dai preparativi, il trasferimento, la nuova casa...»
«Ma tu sei più importante di tutto questo.» Le andò incontro e la strinse forte. «Spiegami che succede, per favore.»
L'amica abbassò lo sguardo. «Succede che ho trovato dei messaggi di una sul telefono di Salvatore. Lui giura che non è mai successo niente tra loro e io gli credo. Ma questo mi ha fatto capire quanto sia noiosa e prevedibile la nostra vita. Stiamo insieme da dieci anni, forse siamo pieni di noia e stiamo solo trascinando questa storia.»
Eleonora si passò le mani tra i capelli, facendo qualche passo per la stanza. Non riusciva a credere di vedere tradimenti ovunque. Tutte queste distrazioni... e i sentimenti veri dov'erano? L'amore non contava nulla? Erano solo animali guidati dalla chimica? Lei stessa si stava comportando in quel modo, in maniera superficiale, e questo andava contro tutto quello in cui aveva sempre creduto.
«Gabri, tu e Salvatore vi amate davvero. È solo una fase passeggera» disse con decisione.
Lo sguardo dell'amica era poco convinto. «Può darsi.»
«Cosa è successo con Samu?»
Gabriella guardò Eleonora dritta negli occhi. «Siamo stati a letto insieme.»
Lei si sentì morire dentro, come le radici di una pianta che avvizziscono ed espandono i tentacoli della morte fino all'ultima foglia. «Quindi con Salvatore è finita?»
«Non lo so. Però con Samu...» Gabriella sospirò e sorrise. «Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentita desiderata, bella, potente. Ti capisco, sai, Olivier è bellissimo e affascinante e nessuna avrebbe resistito. Però, Eleonora, devi considerare che lui è sposato e non lascerà mai lei per te. Ha figli?»
Eleonora annuì, nervosa per la piega che stava prendendo la conversazione. Non aveva nessuna voglia di parlare di Olivier. Era emotivamente troppo sconvolta. «Sì, quattro.»
«Quattro? Lui non è minimamente in crisi. Non fare stronzate, ok? Pensaci bene. Non farti abbindolare. La sua famiglia verrà sempre prima di tutto.»
«Non mi ha mai detto di essere in crisi con la moglie» sbottò Eleonora. «Possiamo smetterla di parlare di Olivier?»
Proprio in quel momento, il telefonino di Eleonora si illuminò, annunciando l'arrivo di un sms con un trillo. Aggrottò la fronte osservando il numero che non conosceva.
- Quando vogliamo vederci per discutere del libro? Puoi venire a cena da me stasera, se sei libera.
Era lui.
Non avrebbe dovuto sentire quelle farfalle nello stomaco, non avrebbe dovuto essere così felice di avere finalmente il suo numero di telefono.
L'apparente calma di Gabriella la stava turbando e la indusse a pensare ai continui malumori che aveva avuto dal momento del bacio con Olivier, ai sensi di colpa pressanti e spietati. Come faceva Gabri a non sentirsi uno straccio? Forse perché aveva accettato di non essere più innamorata, mentre lei sapeva di amare ancora tanto Matteo. Per Olivier provava solo una forte e disturbante attrazione.
Gabriella si accoccolò sul divano. «Stasera pizza e film?»
Eleonora rilesse il messaggio. Una parte di lei desiderava tantissimo andare da lui, desiderava stare sotto al suo sguardo ardente, desiderava sentirsi viva in ogni cellula del suo corpo.
Sospirò mentre le dita correvano veloci sulla tastiera.
- Ciao Olivier, mi dispiace ma stasera ho già un altro impegno. Ci organizziamo presto, va bene?
Chiuse gli occhi per un secondo, per poi andare a sedersi accanto alla sua amica. Sorrise mentre si allungava su di lei per stringerla in un abbraccio.
«Pizza e film.»
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