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6- Appuntamento speciale.


Sono un po' in ansia per questa sera. Non riesco a capire se per l'appuntamento o per la faccenda di Anna.

Dopo che Fede se n'è andato mi sono rifatta una doccia. Lo so è strano. Ed è anche uno spreco di acqua. Ma con un caldo del genere si suda da star male.

Sono indecisa. È un appartamento. Ma non quel genere di appuntamento. Non dovrei indossare nulla di tanto elegante. Ma nemmeno tanto semplice.

Prendo una gonna nera a vita alta e un top viola con la scollatura a cuoricino. Mi piace questo abbinamento. È elegante ma comodo.

Ora il problema sono i miei capelli.

Sciolti o legati? Meglio legati con un fermaglio.

Sento qualcuno bussare al piano di sotto.

Infilo le mie decoltè nere e mi precipito giù dalle scale.

« Arrivo! »

Apro la porta e vedo un Federico raggiante con un mazzo di girasoli in mano.

« Girasoli? Ottima scelta. » Dico ironica.

« Ehi! Avevano finito le rose... » Prova a scusarsi. Vedo una massa di capelli chiari dietro di lui. Inclino il capo per vedere chi è.

Fede si mette di lato per farmi vedere il suo amico.

« Ash lui è Ben. Ben lei è Ash. » Ci presenta.

Gli porgo una mano per una tesa cordiale.

È molto carino. I suoi occhi sono di un perfetto blu cobalto. Ma mai perfetti come quelli di Federico.

Dio a cosa penso!

Quando sorride il piercing che ha sotto il labbro si muove con lui. Come Fede, ha il braccio cosparso di tatuaggi.

« Piacere. Chi è la fortunata di cui mi devo occupare oggi. » Dice sfregandosi le mani in modo diabolico.

Guardo male Federico che mi mima con le labbra un "tranquilla"

« Ecco le regole per badare a mia cugina. » Dico in tono severo. « 1. Mai far entrare nessuno in casa e mai farla uscire. 2. Se ha una delle sue crisi non perdere il controllo e se la situazione peggiora chiama il medico. Il suo numero è attaccato al frigo. 3. Niente pagliacciate. » Lo guardo negli occhi e lui annuisce.

« Ora è di sopra che dorme. Non disturbarla. E per qualunque cosa chiamami. » Urlo mentre Fede cerca di tirarmi fuori di casa. Ma io resistito aggrappandomi allo stipite della porta. Non ho ancora finito. « Niente film horror. E se ha fame ricordati che è intollerante al lattos... » Non riesco a finire che Fede mi prende in braccio e mi porta via.

Gli tiro dei pugni per costringerlo a farmi scendere ma riesco solo a farlo ridere.

Lo vedo allungare una mano lungo le mie gambe. Arrossisco un secondo ma poi vedo che mi sta togliendo i tacchi.

« Ma cosa diamine fai?!?! » Grido.

« Questa sarà una serata fuori controllo. » Dice lui liberando i miei capelli dal fermaglio che li teneva legati.

*

« Federico? » Chiedo spaventata.

« Sì? »

« Non mi piace questo gioco. » Sono bendata. Terrorizzata e affamata. Per muovermi sto seguendo, stupidamente aggiungendo, le indicazioni dell'imbecile con cui sto andando a cena.

« Rilassati. Ora vedrai che sorpresa. » Ride. Odio quando ride. Non promette nulla di buono. « Ora vai avanti. »

Faccio come dice lui.

« Avanti. Ancora avanti. »

Cammino, cammino finché non sento qualcosa colpire il mio naso.

« Federico! » Urlo mentre lui ridacchia.

« Ok, ok... scusa. Ora girati a destra e togliti la benda. »

Con fretta mi strappo il pezzo di stoffa via dagli occhi.

Vedo una lunga macchia rossa. Mi strofino gli occhi per focalizzare l'immagine.

Una motocicletta?

« E questo cosa significa? »

« Che stai per fare un meraviglioso giro della città con il sottoscritto. Ora non perdiamo tempo che abbiamo molto da fare. »

Lo vedo montare in sella e mettere il casco.

« Che fai? Non vieni? »

Con riluttanza mi avvicino e mi siedo dietro di lui.

« Solo una cosa: quando ti dico di afferrare qualcosa tu fallo e basta. »

Ho sbagliato a fidarmi di lui così presto.

« Promettimi che non faremo nulla di illegale? »

« Te lo prometto. Ora muoviti. »

Indosso il casco e mi aggrappo a Fede. D'istinto mi viene da indugiare sul suo petto.

Cavoli, il ragazzo si tratta bene.
Non mi accorgo nemmeno che sto tracciando le linea dei suoi addominali con le dita.

Il motore si accende facendomi  traballare sul sedile. In un attimo siamo in strada.

L'aria è fresca. E con tutta questa velocità posso quasi dire che è gelida. S'infiltra oltre i miei vestiti e arriva a toccare la mia pelle candida.

Le ciocche dei miei capelli, non coperte dal casco, svolazzano accarezzandomi la schiena.

È così bello...
Mi sento libera dalle mie preoccupazioni. È da tanto che non mi sentivo così.

Vedo Federico indicare qualcosa. È il segnale.

Mi sporgo a vedere cosa indica il suo indice e vedo un uomo che tiene una busta di carta. Sembra che ce la stia porgendo.

Fede si avvicina, io allungo il braccio e la prendo al volo.

Al primo colpo, poi!  Senza farla cadere!

Vedo Fede farmi l'ok da dietro le spalle.

Metto la busta tra di noi e la blocco con il mio peso.

Dopo pochi minuti mi indica di nuovo qualcos'altro. Questa volta un uomo tiene in mano ben due buste di plastica rossa.

Non so come fare.
Con la prima ho avuto fortuna.
Sento la mano di Fede stringere la mia come per darmi coraggio.

Ok. Calma Ashley.

Gli sussurro di rallentare un po' e lui obbedisce.

Allungo il braccio e stringo i denti. L'uomo si avvicina a noi per aiutarci con la presa. Senza accorgermene ho due buste incastrate tra le dita. Una mi sta per cadere ma la prendo al volo.

Sento la voce di Federico gridare dalla gioia e mi unisco anche io a questo canto di felicità.

Attraversiamo varie strade e ci inoltriamo in vari quartieri. Fino a quando non ne raggiungiamo uno che mi è molto famigliare.

Fede accosta davanti ad una casa.

Tolgo il casco e guardo confusa l'abitazione.

« Perché siamo qui? » Chiedo.

« Mai sentito il proverbio "Prima il dovere poi il piacere " ? »

« Non so cosa intendi per piacere, ma sì. »

« Bene. Perchè hai un lavoro da finire. » Mi dice aprendo una busta. Dentro ci sono due bombolette di vernice.

« Mi stai chiedendo di finire di distruggere la casa di Antonello?!? »

« Qualcuno dovrà pur farlo questo sporco lavoro. » Rispondo facendomi l'occhiolino.

Scendo dalla moto e lo seguo.

« Ma così ci faremo scoprire! » Dico io.

« Non credo. Il nostro amico è a cena con una bella biondina. Abbiamo tutto il tempo per rendere questa tomba di casa una vera opera d'arte. »
Mi porge una bomboletta e gliela strappo di mano eccitata.

È fantastico! Violare le leggi è divertente! Specialmente se lo fai con qualcuno in particolare...

Io e Fede coloriamo il muretto con disegni a caso.

Mi fermo su un angolino e mi metto a fare un lavoretto decente.

« Carina la tua scimmietta. » Commenta Federico.

« Grazie. Anche il tuo... » Guardo spaventata il suo graffito. «... fantoccio. »

« Non è un fantoccio. È Olaf, il pupazzetto di Frozen. »

« Sì... certo...come no. » Lo prendo in giro.

Lui mi rivolge un broncio adorabile. Per consolarlo gli strofino il ciuffo biondo.

« Ok. Abbiamo finito. Che artisti che siamo, è? »

« Già! » Dico ridendo.

« Hai fame? Ti piace il Sushi? »

« Io adoro il Sushi! »

« Davvero? »

« No, mai assaggiato. »

« Allora preparati per una cucina orientale. » Mi dice prendendomi sottobraccio.



SPAZIO AUTRICE.

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