Le mie gambe sono fuori controllo. Ho cambiato idea, non ho alcuna intenzione di vedere Federico. Ma ormai le mie gambe non rispondono ai comandi.

Il mio cellulare vibra. Qualcuno mi ha appena inviato un messaggio.

" Sono giorni che non ti sento. Tutto bene?
Rox "

Non le rispondo. Lo farò dopo.

Mi avvicino al viale di casa Rossi. Uno strano rumore proviene dal giardino posteriore. Circumnavigo la casa e trovo Federico impegnato a passare il prato con il taglia erba.

È leggermente sudato. Ha la fronte coperta dal ciuffo biondo. I suoi occhi sono nascosti da un paio di occhiali da sole.

Ottimo. Ormai ho capito che il suo sguardo mi fa uno strano effetto. Soprattutto ai miei ormoni...

« Potresti anche smettere di spiarmi. »

Eh?

Non mi ero nemmeno accorta che lo stavo fissando da troppo tempo.

« Che se venuta a fare? »

Com'è scontroso, che gli prende?

« Buongiorno anche a te... » Scherzo avvicinandomi. « Subito a lavoro di prima mattina? »

Lui sbuffa. « Non girarci intorno. Cosa vuoi? »

« Se proprio vuoi saltare i saluti passerò subito al sodo. » Rispondo. « Dobbiamo parlare. »

« Di cosa esattamente? » Sbotta lui acido. Ma che cosa gli prende? Non avrà mica il ciclo?!?

« Di noi due... »

« Non c'è nessun noi due. Perché non te ne torni dal tuo fidanzato? »

« Federico, accidenti! Mi spieghi che cos'hai contro Leonardo? »

« Andiamo...vuoi farmi credere che stai con lui perché lo ami? »

Io proprio non capisco per quale motivo gli interessi. E poi lui non sta con Ingrid.

« Ti interessa? »

« Lo sapevo... » Dice con un sorriso malefico in faccia. « Tu non lo ami! Lo stai solo usando... »

« No, non è affatto vero! Io... io... » Balbetto. « Lo a-amo! »

« Cosa? »

« Sì! Sì lo amo! Sono innamorata di Leonardo! E la nostra è una relazione seria. » Per quanto possa essere vera. « E gli voglio bene. »

« Seriamente? Gli voglio bene è il massimo che puoi dire di lui? » Chiede in aria di sfida.

« Almeno io non vado in giro ad accoppiarmi con oche dalle forme smisurate! » Ringhio.

« Cosa hai detto?!? Oca? Stai per caso insinuando che Ingrid è una snob tutta forme e niente cervello? »

« Non è il tuo genere di ragazza? Dimentichi Amber... »

« La tua è solo invidia! » Mi grida lui.

« Invidia? Invidia per cosa? »

« Non ti permetto di parlare di lei in questo modo. Tu sei solo una povera invidiosa. Sei gelosa del fatto che Ingrid abbia una vita eccellente, con un lavoro rispettabile e dignitoso, mentre tu... tu bè sei solo casalinga che non riesce nemmeno a badare alla propria cugina! »

Quelle parole sono come uno squarcio al cuore. Il tempo sembra essersi fermato. L'aria fresca che soffiava un minuto prima non c'è più. Un silenzio sinistro ha invaso il quartiere.

Non può averlo detto...

Non può...

Le lacrime iniziano ad annebbiarmi la vista.

« Pensi... pensi davvero questo di me? » Chiedo con un filo di voce incrinata.

Lui si toglie gli occhiali e mi guarda dritto negli occhi.

« Sì. »

E in quell'istante sento il mondo cadermi addosso.

*

È solo uno stronzo. Solo uno stronzo.

Non voglio mai più rivederlo in vita mia.

È solo uno stronzo. Un meraviglioso, stupendo e fantastico stronzo.

Una casalinga. Ecco come mi vede, come una misera casalinga. Agli occhi di Federico rimarrò sempre e solo una povera casalinga.

Il traffico intorno a me sembra solo un'immagine sfocata. Mi strofino gli occhi in continuazione. Ma le lacrime non si fermano. Non riesco a fermarle...

Non ho idea di dove io stia andando. Guido e basta. Vorrei poterlo fare per sempre. Guidare il più lontano possibile da lui.

L'ennesima delusione.
Non c'è nessuno capace di apprezzarmi per quella che sono. Da mio padre fino a Federico. Sono stufa di tutto questo odio, disgusto nei miei confronti.

Sei inutile. Tua madre è morta in vano.

Mi diceva sempre mio padre.

Nella mia mente appare l'immagine del suo volto. Chiudo gli occhi il più forte che posso come per poterla cancellare.

Eliminare per sempre quel ricordo doloroso.

Ma è impossibile.

Chiedo solo un po' di felicità...
Vorrei poter incontrare qualcuno capace di apprezzarmi per quella che sono. Che sappia capirmi più di quanto io possa fare.

La luce di un lampione mi abbaglia. Un secondo dopo davanti a me vedo come una schiera di fiamme.

Aiuto...

Fuoco

Aiuto, Nicole!

Il clacson di un camion mi risveglia dallo stato di trance in cui mi ritrovavo e mi accorgo di essere sul ciglio della strada.

Freno bruscamente e rischio di sbattere il muso sul volante.

Alzo gli occhi verso il parabrezza aspettandomi di trovare un incendio davanti a me e invece non c'è niente.

Era solo un allucinazione.

Solo un allucinazione.

*

Non posso passare il resto della mia vita ad aspettare Federico. Devo rischiare. Tanto meno provare ad amare qualcun'altro.

E lui è l'unica persona con cui voglio fare questo tentativo.

Come immaginavo è seduto sul marciapiede a ritrarre un bambino con in mano un gelato.

Quando mi vede mi sorride. Saluta il bambino e mi viene incontro.

« Avevi ragione sai... » Dico e lui mi guarda confuso.

« Su cosa? »

« La vita non può essere perfetta. Per goderci i momenti felici dobbiamo prima sopportare quelli brutti. E io sono stanca di vivere solo questi... »

« Che vuoi dire? »

« Ti prego... rendimi felice. » E in un attimo sono sulle sue labbra.

Leonardo è decisamente colto di sorpresa. Si stacca un minuto e mi guarda allibito poi mi sorriso trionfanti e mi bacia di nuovo. Con delicatezza, con movimenti dolci. Lo sento sorridere sulle mie labbra.

« Ti amo... ti aspettata così tanto... » Sussurra interrompendo il bacio per un secondo e per poi riprenderlo.

Le nostre lingue giocano tra loro. Sento la sua mano cingermi un fianco, poi la vita. Io gli circondo il collo con le braccia e lo tiro più vicino a me.

È affetto quello che sto dando, non amore. Ma presto lo diventerà... lo spero.

Ora voglio essere felice.

SPAZIO AUTRICE.
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Joy Carter