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RITI NELLA NOTTE

La notte arriva in fretta. Il campus è pieno di persone che lo percorrono, sembra quasi che sia giorno, nonostante in realtà sia sera. Riconosco qualcuno che segue i corsi con me. La luce dei lampioni illumina tutti con la sua calda luce.

-Quanta gente!- commenta Blasy, i sassolini che scricchiolano sotto i suoi anfibi.

La musica vibra nell'aria fresca. –Non so tu, ma io ho già voglia di rifugiarmi in stanza- mormoro. La luna splende nel cielo scuro.

-Le notti d'equinozio e di solstizio sono magiche- mormora Blasy, ignorando le mie parole.

-Davvero?- chiedo con un sorriso.

-Certo, si possono fare molte cose... per esempio i riti d'amore- mi sorride –allora, c'è qualcuno che ti piace?-

Ringrazio che sia buio, così non vede che sto arrossendo. –No-

-Sì, invece... non mi si mente- mi prende per il polso –vieni con me- mi trascina tra i presenti, facendosi strada a suon di gomitate. Una ragazza ci urla contro di essere più educate, noi proseguiamo, ridendo come ragazzine. Forse la notte ci ha rese pazze.

-Qua- Blasy mi conduce in un punto in cui non c'è nessuno –eccoci- mi lascia la mano e prende delle foglie secche da terra.

-Non sono sporche?- le chiedo, facendo una smorfia.

-Oh, non interrompermi- stacca dei ramoscelli, quindi raduna tuto vicino a un sasso –hai un accendino?-

-Lo sai che non fumo-

Blasy si fruga in tasca, quindi estrae una scatola di fiammiferi.

-Che ci fai con quelli?-

-Per le emergenze- ne accende uno e da fuoco ai rami e alle foglie.

-Blasy! Rischi di far scoppiare un incendio!- la riprendo, guardandomi intorno. Ci manca solo essere espulsa dal college per aver cercato di appiccare il fuoco al campus.

-Sto attenta- mi promette, poi inizia a dire qualcosa in una lingua che non capisco, alla fine soffia sulle foglie e la fiamma si spegne –desiderio espresso- si volta verso di me –ora tocca a te-

-No, assolutamente no-

-Su- prende delle altre foglie, quindi le accende. Vedo la fiamma brillare e per un attimo mi sembra di scorgere un lampo verde. Verde come lo sguardo di Harry. Deglutisco. Sto impazzendo. Mi sta facendo diventare pazza. Sento Blasy pronunciare le parole di prima, ma io sono persa nei miei pensieri. Smarrita nei miei ricordi e nelle mie fantasie con Harry. –Esprimi un desiderio senza dirlo a voce alta e soffia sulle foglie- mi dice Blasy. Potrei dirle che è una stupidaggine, ma una vocina dentro di me mi dice di tentare. "Voglio Harry" penso. Due parole in cui c'è tutto un mondo. Soffio. Le fiamme si spengono. Blasy lascia ciò che resta delle foglie che cadono a terra.

-E ora attendiamo che i nostri desideri si realizzino- esclama.

-E tu ci credi?- le chiedo, divertita.

-L'importante è crederci... non sei tu che dici che bisogna sempre credere nei propri sogni?-

-Sì, forse sì- ammetto con un filo di voce.

-Andiamo- mi dice Blasy –non mi piace stare isolata-

Ha ragione. La seguo e ritorniamo tra la folla. –Ora possiamo tornare alla sorellanza?- chiedo.

-Certo, ora... - non finisce la frase perché un gruppo di ragazze vestite da ninfe passa tra noi dividendoci. Quando sono passate non vedo più Blasy. Provo a chiamarla a voce alta, ma c'è troppa gente. Spintono, ma vengo spinta di lato. Barcollo. Passo tra i presenti. C'è troppa gente. Mi manca quasi il respiro, mentre si fa vivo il vecchio ricordo, la stanza piena di fumo Qualcuno mi afferra per il braccio. Mi volto, spaventata, e incontro lo sguardo penetrante di Harry.

-Finirà che verrai schiacciata- commenta, con un leggero sorriso.

-Tu che ci fai qui?- chiedo, il cuore in gola. Spero che non percepisca, attraverso la pelle sottile del polso, l'aumento del mio battito.

-Questo è il campus di mio fratello, sono venuto a trovarlo- dice tranquillamente.

Deglutisco. Avevo quasi pensato che avrebbe detto che è qua per me. Ovviamente non è così. Harry non è qua per me. Una ragazza mi passa vicino e mi spintona. Barcollo in avanti e Harry, rapido, mi sostiene, avvolgendomi la vita con l'altro braccio. Finisco contro il suo petto.

-Ops, scusa- sussurro, il cuore che mi balza in gola. Inspiro il suo dolce profumo.

-Sei proprio maldestra- esclama con tono divertito.

-E tu sei sempre insopportabile-

-Andiamo- mi conduce via dalla calca, tenendomi contro di sé, in modo tale che non venga colpita da una gomitata. È una cosa molto gentile e molto dolce. Non è quasi da lui.

Riusciamo a raggiungere un punto, in mezzo agli alberi, in cui non c'è gente. Finalmente posso respirare con tranquillità.

-Detesto questa festa- commenta Harry, lasciandomi andare.

Mi volto verso di lui. La luna illumina il suo viso perfetto. Cerco di non pensare alle sue labbra carnose. Cosa ci sarebbe di meglio di un bacio sotto la luna? Sono proprio sciocca.

-A volte vorrei proprio sapere cosa frulla nella tua testolina quando mi fissi così- borbotta Harry.

Avvampo, devo dire qualcosa e non devo sembrare stupida. Com'è complicata la vita! –Cosa dovrei pensare?- chiedo, la voce tremante.

-Forse al nostro bacio- il suo tono è improvvisamente incerto, come se temesse un rifiuto.

Prego che il buio nasconda il mio imbarazzo. E anche il mio tremore, perché sto tremando.

-Ci hai pensato?- avvicina il suo volto al mio. Posso sentire il suo respiro sulle mie labbra.

Mi stringo nelle spalle. –Avrei dovuto pensarci?- chiedo, sperando di sembrare indifferente. Non che la cosa mi riesca bene. Sto andando a fuoco.

Harry mi prende il viso tra le mani a coppa. –Speravo che ci pensassi, che non ti desse tregua giorno e notte- sussurra, roco.

-Io... io ... -

Appoggia le labbra contro le mie. Mi sento subito languida e bollente, come se avessi la febbre. Harry si tira indietro e mi guarda come se mi volesse spogliare. Mi sento sciogliere sotto i suoi occhi. Lui si spinge avanti e mi morde le labbra. Mi sfugge un sospiro.

-Io ci ho pensato- mormora, non allontanando la bocca dalla mia.

-Davvero?- non è possibile, è solo un sogno.

Non mi risponde, mi afferra per la vita e mi solleva. Gli cingo le spalle con le braccia per mantenere l'equilibrio, il cuore che galoppa. Harry mi porta fino al grande salice. Ci nascondiamo sotto le foglie che, come una cortina ci tengono al sicuro dagli sguardi indiscreti del mondo. Affondo nell'erba, tra le foglie arancioni. Mi ritrovo a pensare che sono morbide come cuscini. Harry è su di me. Il suo peso è confortante, naturale come il respirare. Mi bacia il collo, lo morde, lo succhia. Fremo. Potrei quasi esplodere. Mi aggrappo a lui, poi lo spingo di lato e ci salgo sopra a cavalcioni. Non mi sono mai sentita così. Dondolo per un attimo su di lui, le gambe intorno al suo bacino, le mani posate sulle sue spalle.

-Sembri una ninfa- esclama lui, con l'ombra di un sorriso sul viso serio.

Rido, buttando indietro la testa, poi mi lancio su di lui. Lo bacio, affondando le labbra nelle sue, giocando con la sua lingua.

-Sei una ninfa focosa- esclama, quando mi allontano leggermente per vedere il suo viso. È arrossato, lo sguardo brillante.

Un attimo dopo mi rigira. Sono nuovamente io sotto. Gli stringo le gambe intorno alla vita. Affondo le dita nei suoi capelli. Lo attiro a me e lo bacio. Lui geme. Voglio di più. Scendo con una mano e la infilo sotto la sua maglietta. Sento i suoi addominali caldi sotto le mie dita. Mi sfugge un sospiro di desiderio e chiudo gli occhi,  decisa a godermi questo momento. Voglio togliergli la maglietta, voglio sentire i suoi muscoli premere contro il mio corpo. Lo bacio, affondando nuovamente in quella sensazione di languore e passione. Lui mi accarezza teneramente la lingua con la sua. Nei miei sogni la scena era sempre romantica, delicata, ora però sento che c'è dell'altro. Vorrei essere accarezzata ovunque, vorrei scoprire la sensazione delle sue labbra su tutto io mio corpo. Solo alcuni istanti dopo mi rendo conto che non sta più rispondendo al mio bacio. Apro gli occhi confusa. Lo sento irrigidirsi.

-Aspetta- Harry si tira indietro e mi fissa con un mezzo sorriso, ansimante –non possiamo, sono stato impulsivo... forse ho esagerato con il vino insieme a Louis... -

Avvampo. Mi sono comportata come una sciocca. Ritraggo la mano. Lui si sposta di lato. Senza il suo peso su di me, mi sento quasi nuda. Scivolo indietro, sbattendo contro il tronco dell'albero.

-Non so cosa mi sta succedendo... io continuo a pensare a te, è una vera tortura, non riesco a non pensarti... ma so che è sbagliato- dice Harry, guardando altrove.

-Non è sbagliato!- protesto.

-Io non sono il ragazzo per te, credimi, ti potrei solo rendere infelice... mi dispiace- scuote la testa.

-Vorrei poterlo decidere io questo- sussurro -Mi hai baciata... perché lo hai fatto?-

-Tu... io credo... oh, lascia stare, quello che provo per te non ha importanza, io rovinerei tutto, rovino sempre tutto-

-Non è vero- scuoto la testa, disperatamente.

-Su, alzati- dice lui, ignorando le mie parole –ti accompagno alla tua sorellanza-

-Posso andarci da sola- protesto.

Lui si alza. –Non se ne parla neanche- mi porge la mano –su, fai la brava bambina-

Sento la rabbia crescere dentro di me. Balzo in piedi, ignorando la sua mano. –Io non sono una brava bambina, io non sono una bambina!- gli urlo in faccia –La smetti di chiamarmi così?-

Lui sembra sconvolto. –Non volevo io... -

-Smettila, smettila, smettila- e corro via senza neppure guardarlo in faccia.

Blasy non è nella nostra stanza. Meglio così. Mi butto sul letto e affondo il viso nel cuscino. Ce l'ho perfino con lei e i suoi stupidi giochetti. Le lacrime escono senza che riesca a trattenerle. Non m'importa che il trucco si sciolga. Non m'importa di nulla.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Il capitolo è un po' più lungo degli altri, ma spero che vi sia piaciuto.

Cosa ne pensate di questo incontro con Harry?

A presto

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