PROLOGO
Da bambina mia madre mi raccontava sempre la storia del Principe Roy. La fiaba, narrata mentre ero sotto le coperte, parlava di un ragazzo che viveva su un'isola in mezzo al mare, un posto che non si poteva raggiungere né con le barche né con gli aerei. Il Principe Roy era molto infelice e si sentiva molto solo, fino a quando, una notte, non sentì le stelle parlare tra di loro. Una in particolare diceva di aver visto la più bella ragazza del mondo. Il principe, curioso come ogni giovanotto, chiese alla stella chi fosse questa ragazza e lei gli confidò che si trattava di una fanciulla che viveva in una torre e che lasciava la finestra sempre aperta, nella speranza che un giorno qualcuno la potesse salvare dalla sua solitudine. Il principe da quel giorno iniziò a pensare solo alla bella ragazza. Era così disperato che una notte chiese alle stelle di portarlo da lei. Queste ubbidirono ai suoi comandi e lo condussero fino a un'alta torre. Sospeso in aria sentì la ragazza che cantava. La sua voce era bellissima, sembrava la pioggia che scendeva delicata in una notte di primavera. Il principe chiese alle stelle di portarlo fino alla finestra e sbirciò dentro. Non aveva mai visto una ragazza più bella. Nella storia la principessa mi somigliava sempre. Aveva lunghi capelli scuri e una carnagione chiarissima, vestiva sempre di rosa e indossava una collana con il ciondolo di una farfalla blu. Il principe entrò nella stanza e confessò alla giovane ciò che provava. Le chiese infine di andare nel suo regno. Le promise di condurla in un mondo in cui la felicità è per sempre, in cui nascono i sogni e l'amore vince su tutto. La storia terminava sempre qua. Mia madre non volle mai dirmi se la principessa seguì o meno il principe. Me lo sono sempre chiesta. Ogni tanto penso che non avrebbe avuto senso non seguirlo, perché la ragazza avrebbe dovuto preferire restare nella torre? Perché preferire l'essere triste a una vita felice con il ragazzo che l'amava? Altre volte non sono così sicura. La ragazza potrebbe aver preferito non accettare. Forse non voleva che una storia d'amore così bella si rivelasse una delusione? O forse non ebbe mai la forza di abbandonare la torre.
Per amore si fanno le peggiori follie. Questo ho sempre pensato e questo penserò sempre. Ho passato la mia infanzia guardando film in cui l'amore, nel bene e nel male, era l'elemento trainante. Sono stata al fianco di Rossella O'Hara durante i giorni tormentati della guerra. Ho accompagnato la principessa Sissi durante i balli di quella Vienna ormai appartenente al passato. Ho fatto colazione davanti a Tiffany con Holly.
La verità è che da una ragazza che si chiama Audrey, beh, non ci si poteva aspettare altro. Sono una sognatrice, uscita da un romanzo rosa, a tinte gotiche, per finire in un mondo fatto di sogni infranti e delusioni. C'è una sola cosa che mi permette di volare oltre, di poter sognare. Lui. Harry. Sono cresciuta con la certezza che un giorno ci sarebbe stata la mia occasione.
Da bambina osservavo dalla mia stanza, appoggiata al davanzale, cosa succedeva nella sua villa. Sognavo grandi feste e romantiche nottate a osservare le stelle. Lo vedevo sempre lì. I capelli neri, l'aria tenebrosa, gli occhi verdi come smeraldo. Poco più grande di me. Cercavo d'indovinare i suoi pensieri.
Da ragazzina mi spingevo fino alla siepe di confine tra le nostre case. Durante quelle feste incredibili mi arrampicavo sull'albero più alto e restavo a osservare quello che succedeva dall'altra parte. La musica faceva vibrare l'aria come una carezza. Nascosta lì ho iniziato a conoscerlo. Ho osservato le ragazze che gli si avvicinavano, sempre con una fitta di gelosia. Ho assistito alla sua vita. Ho visto il cielo colorarsi per i fuochi d'artificio e illuminarsi grazie alle lanterne cinesi. Una volta, spingendomi in avanti per poter vedere meglio, sono anche caduta comicamente dall'albero.
E poi lui è partito per il college e l'ho visto solo durante le vacanze, sempre nascosta dietro le siepi, sempre stando attenta a non essere vista. Fino a quando non sono partita per Parigi. Un anno a Parigi prima di tornare a casa, prima di tornare da lui.
Confido alla notte i miei segreti visto che non posso dirli a nessun altro.
Ogni tanto lo sogno a occhi aperti, visto che non c'è cosa peggiore di ciò che avrebbe potuto essere e non è mai stato, visto che lui è sempre stato a un passo da me.
Voglio credere nell'impossibile. Se non è questa l'età in cui possono succedere le cose impossibili quale sarà? Io credo nell'impossibile e lo renderò realtà.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti!
Cosa ne pensate di questo prologo? Spero che la mia nuova storia d'amore e di mistero vi piaccia.
Spero di riuscire a pubblicare almeno due volte a settimana.
A presto ❤
Booktrailer:
https://youtu.be/uhBXLOLgS_Q
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