PORTANDO I BISCOTTI ALLA VILLA
Mi dirigo con un vassoio pieno di biscotti verso la villa di Harry. Ho indossato un vestito blu di pizzo che mi sta molto bene. Questa non è una semplice visita di cortesia. Le mie scarpe in tinta, con un po' di tacco, affondano nell'erba. Ho immaginato la scena. Io che porto i biscotti, Harry che mi viene incontro con quel suo sorriso che nasconde mille promesse. Oggi il cancello è chiuso. Suono il campanello. Resto in attesa alcuni secondi, prima che si apra senza che nessuno mi chieda chi sono. Entro, guardandomi intorno. Per terra ci sono ancora le tracce della festa della sera prima. Noto un paio di bottiglia buttate accanto a un albero e dei piatti di plastica abbandonati su un davanzale esterno. Louis mi viene incontro con un gran sorriso. Indossa una tuta blu e ha i capelli spettinati. Pesanti occhiaie gli circondano gli occhi. Dissimulo la mia delusione. Avrei voluto che mi venisse incontro Harry.
-Ciao, Audrey, sono felice che tu sia qua- dice, come un bravo padrone di casa.
-Ho portato dei biscotti per ringraziarvi per ieri sera- esordisco, il cuore in gola –sono al cioccolato, spero che vi possano piacere- sto recitando bene la mia parte.
-Oh, certo, sei stata gentile- si sporge in avanti e prende il vassoio che ho in mano –vieni dentro anche tu, così possiamo mangiarli insieme-
-Certo- esclamo, felice dell'invito. Ero certa che Louis mi avrebbe detto di entrare.
-Seguimi- mi dice, precedendomi dentro la casa. Sembra diversa rispetto a ieri sera. Più tranquilla, più accogliente. Mi conduce fino alla cucina. –Siediti dove vuoi-
-Grazie- mi siedo su una delle sedie. Il tavolo, ricoperto da una tovaglia di pizzo bianca è di fronte a me. Louis ci appoggia sopra il vassoio e toglie il coperchio, esponendo i biscotti. Si siede quindi di fronte a me. –Prima le fanciulle- dice con un sorriso.
-Un vero gentiluomo- prendo un biscotto.
Louis fa lo stesso. Lo morsica e annuisce, le briciole che gli cadono sul mento. –Buonissime, li hai fatti tu?-
-Sì- mento, in realtà sono stati fatti da mia mamma, e mangio il mio –ne ho fatti un po' di più, così ce ne saranno anche per Harry- ho lanciato l'esca. Resto in attesa che Louis abbocchi.
-Harry è partito questa mattina- mi risponde.
Mi si stringe il cuore e per poco il biscotto non mi va di traverso. Partito? Mi ha lasciata sola. Scaccio subito questo pensiero. Harry mi ha detto addio.
-Comunque gli dirò che hai pensato a lui-
-Sì, grazie, diglielo- mormoro. Cerco di non lasciar trasparire la mia tristezza.
-Mi dispiace che non ti abbia salutata- dice Louis, che, fortunatamente, è troppo preso dai biscotti per notare il mio dolore –sa essere proprio odioso a volte-
-Non importa- mento. Mi sento solo una bambina sciocca. Inspiro con forza. Altro che sogni di gloria. Non sono la principessa Sissi o qualche altro personaggio uscito da una commedia romantica. Sono solo una sciocca ragazzina, devo farmene una ragione.
-Da quando Anne è morta... beh, Harry si comporta in modo strano- continua Louis, senza smettere di mangiare.
-Anne?- è un nome che mi fa tornare in mente qualcosa di vecchio. Un ricordo perso nel tempo. Una ragazza che parla con Harry. Mi sforzo di ricordarla meglio, ma non ci riesco.
-Sì, Anne era venuta ad abitare con noi in villa quando i suoi genitori sono morti- sospira –era innamorata di Harry, ma tra loro le cose non sono andate come voleva- fa spallucce -Proprio buoni questi biscotti, dovrei farmi dare la ricetta-
-E com'è morta Anne?- domando. Ho bisogno di sapere. Una vocina dal mio passato mi sussurra di non chiedere. La ignoro.
-Un incidente stradale, lei è scappata di casa dopo una litigata e ha avuto un incidente- sospira –l'auto è esplosa, il suo corpo era irriconoscibile, l'hanno identificata solamente perché quella era la sua auto- scuote la testa -orrendo-
-Non lo sapevo- ricordo la ragazza che stava a casa loro, è un ricordo vago, ma presente –quando è successo?- chiedo ancora.
-Mentre tu eri a Parigi, poco dopo la tua partenza in realtà-
Annuisco. Il mio pensiero corre a un altro incidente. Il dolore, le lacrime, le urla.
-Harry è rimasto segnato da tutto questo- continua Louis.
-Non ne sapevo nulla- ammetto, lottando contro la furia dei miei ricordi.
-Bisogna avere pazienza con lui-
-Certo- mormoro. Voglio solo andarmene. Mi manca l'aria, puntini neri mi danzano davanti agli occhi.
-Harry crede che sia colpa sua, deve avere qualche strana sindrome- sospira e non cerca di prendere un altro biscotto. Il suo viso è teso. -Hanno litigato prima dell'incidente-
Soppeso queste parole. So bene cosa vuol dire sentirsi in colpa. Ripenso al mio incidente e subito scaccio il pensiero. -Devo andare- mormoro. Non posso più stare qua.
-Subito?- sembra sorpreso.
-Sì- mi alzo -ci vediamo-
-Grazie per i biscotti- borbotta lui.
Non attendo altro, me ne vado. Ho bisogno d'aria. Ho bisogno di riflettere. E soprattutto ho bisogno di dimenticare tutta questa storia.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Qui viene svelato qualcosa sul passato di Harry.
A presto
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