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L'INCIDENTE

Sbuffo, il computer non ne vuole saperne di partire. Osservo il cerchio blu che gira, come se non volesse mai fermarsi. Devo vedere. Devo sapere qualcosa di più su Janet, è veramente importante. In un momento di rabbia colpisco la scrivania con il palmo della mano. Una matita con le piume colorate rotola e cade a terra. Furiosa la calcio, mandandola dall'altra parte della stanza.

-Proprio adesso devi fare i capricci, eh?- chiedo e mi sento una sciocca. Sto parlando con un computer.

Harry, fermo dietro di me, ridacchia. -Vuoi che ci provi io a farlo partire?-

-Non ce n'è bisogno- borbotto.

-Mi fai quasi paura, sai?-

Mi sforzai di sorridere. -Forse hai ragione-

-La tua amica... credi davvero che ti abbia mentito?- indaga.

-No... non ci credo... ma so che è vero-

-Un discorso un po' complesso-

-Lo so- ammetto. Chiudo gli occhi. Siamo nella mia stanza. Mi sembra strano vedere Harry qua. È una sensazione familiare ed estranea allo stesso tempo. Forse perché qui ho pensato molto a lui.

Harry porta una mano al petto all'altezza del cuore. Ci batte sopra le dita un paio di volte. Porto la mia mano sul cuore e batto anch'io, provocando il suo sorriso.

Il computer finalmente parte con un forte ronzio. Mi sfugge un sospiro di sollievo. Ci siamo.  Posso iniziare a cercare. Mi metto a digitare. Le dita tremano.

-Cosa cerchi esattamente?- indaga Harry, posando le mani sulle mie spalle. Un leggero formicolio mi percorre la pelle.

-Non lo so... qualsiasi cosa su Janet... sui suoi social per esempio non ha fotografie-

Apro Facebook... e vedo una fotografia di Harry e Mia. Trattengo il fiato. Un dolore pungente mi preme il petto. Non ci voleva. Non ci voleva assolutamente.

-Questa è una foto vecchia- si affretta a dire Harry.

-Quindi tu e Mia stavate insieme- mormoro piano. È tanto per dire qualcosa.

-Ci siamo lasciati la sera della festa a casa mia, io sono tornato a casa proprio perché avevo litigato con lei-

La nostra prima serata insieme.  –Capisco- mormoro.

-Quello che provo per te è vero- mi attira a sé.

–Avresti dovuto dirmelo- ho la gola stretta in una morsa. Cerco d'ignorare le immagini che mi si affollano nella mente. Harry e la ragazza dai capelli rossi che sono così vicini da potersi baciare. Loro due che camminano fianco a fianco, tanto che le loro mani si sfiorano. Scaccio la fantasia di nastri rossi che avvolgono braccia robuste.

-Senti, mi dispiace di non averti detto nulla, ma riguardo a noi due adesso... è vero, non c'è nulla, io e Mia non stiamo più insieme, non ti ho mai mentito riguardo a questo-

Voglio fidarmi. Mi abbandono, appoggiando la  testa contro la sua spalla. -Dovrai farti perdonare... - ridacchio -ora però cerchiamo Janet- e mi affretto a digitare.

Il tempo passa, ma non trovo nulla di nuovo. E soprattutto non c'è nessuna fotografia della Janet che conosco, neppure una. Ce ne sono però di altre Janet. Le scorro il cuore che batte sempre più veloce. Nessuna le somiglia.

-Forse è molto discreta- dice Harry.

-Oppure nasconde qualcosa- sussurro. La mia gola è secca, mi sembra impossibile che riesca a parlare.

Harry non replica, ma posa le labbra sulla mia guancia. Sarebbe davvero bello abbandonarmi tra le sue braccia. So però di dover resistere, almeno fino ad aver finito quello che sto facendo. Mi bacia con dolcezza. Piccoli baci. Baci tentatori.

-Così mi distrai- mi lamento, ridacchiando.

-L'idea è quella-

Sorrido e scrollo la testa. -Harry... sei certo che Mia non sia nulla per te?- la mia voce trema mentre lo dico.

-Perché me lo chiedi?-

Le lacrime mi scendono lungo le guance. Non posso fermarle. –Se ti amassi un po' di meno non te lo chiederei- mormoro –sarebbe tutto più semplice se questo amore non mi scuotesse l'anima, se non scardinasse ogni mia certezza-

-Io ti amo, principessa- sussurra.

Scuoto la testa. –E se l'amore a volte non bastasse?- mi manca l'aria.

E poi sento il suo tocco sulle mie braccia. Mi solleva da dietro e mi attira a sé. Mi prende in braccio senza aggiungere altro.

- Harry!- esclamo, ridendo. Vorrei essere sua prigioniera, vorrei poter stare con lui fino alla fine del tempo.

Mi porta fino al divano, dove mi appoggia, sdraiata sulla chaise-longue. Lui si lascia cadere al mio fianco. Penso che voglia baciarmi, ma sta immobile, confondendomi.

-L'amore basta- sussurra dopo un attimo, poi mi passa un braccio intorno alle spalle e mi attira a sé.

Lo stringo a me, come se fosse l'ultima persona al mondo. È un abbraccio disperato. Il mio corpo vibra sempre sotto il suo tocco.

-Mia non è nessuno, io amo solo te- mi bacia sul viso. Piccoli, teneri baci. Mi confonde, lo so. Le sue labbra riescono a offuscare l'immagine di lui e Mia che si stringono. Le sue mani che affondano nella mia pelle, mi fanno dimenticare il dolore che ho provato. Harry è capace di farmi perdere il contatto con la realtà. Nulla ha importanza tranne lui. Potremmo anche vivere su un'isola deserta, sarebbe la stessa cosa.

-Principessa- mi sussurra all'orecchio.

-Stringimi forte- mormoro io. Non ho bisogno di altro che del suo abbraccio.

-Resterai qua con me?- chiede.

-Per sempre!- dichiaro, abbandonandomi a lui.

-Per farmi perdonare vado a prendere le paste... hai preferenze?- Harry è in piedi davanti a me. Siamo davanti alla porta d'ingresso.

Scuoto la testa. -Scegli tu- mormoro. Ho le labbra gonfie e doloranti per i troppi baci.

Lui annuisce. -Allora poi non lamentarti- strizza l'occhio, prima di voltarsi e uscire.

-Fai in fretta- gli urlo io. Non ho voglia di stare sola. Mi sento stranamente vulnerabile.

-Volerò... prendo la moto per fare prima, okay?-

-Sì... grazie-

-E di cosa principessa?-

Di tutto. -Fai presto- non voglio rimanere sola.

-Sarò più veloce del vento- ed esce. Io rimango alcuni istanti così, ferma, il cuore vibrante in petto.

Il tempo passa. Sento le lancette dell'orologio battere rapide. Implacabili. La gola mi si chiude e non si come mai. Perché Harry non arriva? Forse ha trovato la pasticceria chiusa ed è dovuto andare in un'altra. È un'ipotesi valida come un'altra.

Lo squillo del cellulare. Lo prendo. Penso che sia Blasy. Non è lei. No, è Louis. Dita gelide lungo la schiena. Qualcosa non va. Rispondo, le mani che mi tremano.

-Pronto?- domando, tremula.

-Audrey- la sua voce è disperata.

-Cosa c'è?- domando in un soffio.

Louis è sconvolto. –Harry ha avuto un incidente- dice, il tono devastato dal dolore.

-Un incidente? No, non è possibile- non lui, non può aver avuto un incidente.

-Con la moto, non so perché andava così velocemente-

La colpa è mia. È una consapevolezza che mi devasta. Gli ho detto  di fare in fretta, per questo ha preso la moto. Se gli successe qualcosa a causa mia credo che morirei. Deglutisco. Il cellulare mi scivola di mano. Cade a terra con un tonfo, ma non mi sembra che abbia importanza.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto!

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