L'APPUNTAMENTO
Non so quanto dura il viaggio. Un'ora oppure dieci minuti. Harry ferma l'auto in uno spiazzo. La parcheggia storta, accanto a un albero, incurante. Guardo fuori dal finestrino. Intorno a noi ci sono alberi, cespugli e vedo uno scoiattolo grigio che corre sul terreno. È elegante e maestoso. Una creatura perfetta.
-Siamo arrivati- dice Harry.
-Mi hai portata in un bosco?- chiedo divertita -Perché ho sempre trovato un po' angosciante la fiaba di Cappuccetto Rosso- commento.
Lo sento ridere, la risata simile alla pioggia estiva, una musica cristallina. -Io sarei il lupo cattivo, quindi?- chiede, divertito –Non è un bosco, comunque- mi corregge.
-E allora cos'è?-
Come risposta Harry esce dall'auto. Io lo imito. Il cielo si sta colorando di arancione. È il tramonto. Mi fermo a osservarlo. È bellissimo.
-Occhi chiusi- mi dice Harry, raggiungendomi.
-Va bene- ubbidisco. Sento le sue mani avvolgersi intorno alla mia vita. Mi conduce con dolcezza, attento che non inciampi. Non so per quanto camminiamo. Mi avvolge il profumo dei fiori e dell'erba fresca.
-Ora puoi aprirli- mi sussurra Harry, le labbra premute contro il mio orecchio.
Sollevo le palpebre e resto a bocca aperta. Dal posto in cui siamo posso vedere tutta la città che inizia a illuminarsi. Gli edifici brillano come stelle. Harry mi passa un braccio intorno alle spalle.
-Che ne pensi?- mi chiede, la bocca premuta contro il mio orecchio.
-Perfetto- non riesco a dire o pensare altro. Questo spettacolo è degno di uno dei film che amo guardare. Sento il corpo di Harry premere contro la mia schiena. Mi appoggio a lui. È bello abbandonarsi tra le sue braccia. È una sensazione familiare e sconosciuta allo stesso tempo.
-E c'è dell'altro- mi cinge la vita e mi conduce tra gli alberi. Noto subito un tavolo di legno apparecchiato. Piccole lampadine a forma di farfalla sono appese ovunque, illuminando ogni cosa. Uno scoiattolo ci fissa muovendo il testino. È lo stesso di prima?
-A cosa devo tutto questo?- chiedo.
-Perché ci deve essere un motivo?- sembra divertito –Non osservavi la mia villa arrampicata su un albero? Non sognavi una vita da principessa?-
Rido, non posso fare a meno di ridere. –Questo è davvero da principessa- gli rispondo.
-Tu sei una principessa-
Il modo in cui lo dice mi stringe il cuore. Ho sognato così tanto questo momento. L'ho desiderato alla follia. Ora si sta realizzando tutto. Mi sembra di camminare tra le nuvole. Mi sembra di stare sognando.
-Andiamo, voglio proprio sapere cosa ne pensi del resto della sorpresa-
-Il resto della sorpresa?- chiedo, mentre mi spinge in avanti.
-Lo vedrai-
Il piatto è rotondo e grande. Sopra sono disposti a forma di fiori delle pizzette a forma di barchetta, avvolte in fettine di prosciutto, salame e pancetta. Il profumo è delizioso.
-Ti ricorda qualcosa?- mi chiede Harry, il tono leggermente divertito.
-Certo, i pomeriggi quando ero bambina- mi volto verso di lui e i miei capelli gli finiscono addosso.
-Una bambina timidissima, se ricordo bene-
Sorrido. Non voglio dirgli che era lui a rendermi così timida. –Quindi ti ricordi quello che offrivano i miei come merenda- dichiaro.
-Certo che lo ricordo- mi appoggia una mano sulla spalla –come la volta in cui hai fatto cadere la torta di compleanno di tuo padre-
Avvampo. –Avrò avuto cinque anni-
-Ne avevi dodici-
Gli do una gomitata giocosa al fianco. –Ne avevo cinque, punto e basta-
-Certo, certo, facciamo finta che ne avessi cinque-
Ridendo mi butto in avanti e prendo una delle pizzette. Senza attendere altro me la porto alle labbra. Il sapore del pomodoro e della mozzarella esplode nella mia bocca, portandomi alla mente mille ricordi. Le feste di quando ero piccola. La mia timidezza, i miei sogni, Harry, sempre Harry.
-Comunque eri adorabile- aggiunge.
-Come a dire che ora non la sono più- lo provoco.
-Non ho detto questo- ride -tu sei sempre adorabile- strizza l'occhio.
Sospiro. -Bugiardo- lo provoco.
-Non ti sto mentendo-
-Sono certa che lo dirai a tutte- continuo.
Lui all'improvviso diventa pensieroso. Forse ho esagerato.
-Ehm, comunque apprezzo la tua premura- continuo.
Harry mi sorride.
Restiamo in silenzio per alcuni istanti. Mi piace stare accanto a lui, perfino in silenzio.
-Ho saputo di Clarissa- dice all'improvviso.
M'irrigidisco. -Credo che lo sappiano tutti- mormoro.
-Una vera tragedia- continua -dicono che sia stato il fidanzato-
-Sì, alla sorellanza ne parlano tutte- mangio un'altra pizzetta -Una cosa davvero orribile... tu credi che sia stato il fidanzato?-
Lui mi guarda, curioso. -Tu non lo pensi?-
-Non so cosa pensare- ammetto -io l'ho vista- aggiungo. Ho cercato di non evocare quell'immagine. Ho paura che me ne ritorni in mente un'altra. Susy. Scaccio l'immagine della mia amica. Non ora.
-Hai visto il suo corpo?- chiede. C'è preoccupazione sul suo volto.
Annuisco lentamente. -Era davanti alla biblioteca- mormoro -l'avevano vestita come una bambola- ricordo.
Noto l'orrore nello sguardo di Harry. -Una bambola?- chiede.
-Esatto, come nella leggenda, la Dama che veste così i suoi amanti, dopo averli uccisi- non avrei dovuto dirglielo, ma ho bisogno di parlare con qualcuno.
Harry cambia espressione, solo per un istante, poi sospira. -Sei al sicuro?-
La domanda mi spaventa. -Credi che non la sia?-
-Non lo so-
-L'ho disegnata- ammetto.
-Cosa?-
-Clarissa con il suo abito da bambola, non ho potuto evitarlo, continuavo a rivederla davanti- mormoro. Cerco di scacciare quell'immagine.
-E disegnandola sei riuscita a mandarla via?- mi chiede dolcemente.
-In parte sì-
-Forse potrei farlo anch'io con i miei fantasmi, solo che non so disegnare- mormora.
-Potrei insegnartelo io- mi propongo.
Harry indugia un attimo, poi annuisce. -Perché no?-
-Ottimo, possiamo cominciare subito- esclamo, frugando nella borsa.
-Non saprei... -
-Su, cosa c'è di più bello di un paesaggio come questo?- gli chiedo.
-Passare il tempo con te-
Su queste parole potrei anche sciogliermi. -Adulatore- gli rispondo, dissimulando i miei sentimenti -Ora ti faccio vedere come si disegna-
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate di questo capitolo?
A presto!
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