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IL FANTASMA

Non riesco a dormire. Mi rigiro ormai da un'ora nel letto. Alla fine decido di alzarmi. Mi affaccio alla finestra. La notte ha un dolce profumo ed è tiepida per essere autunno. Guardo le ombre che si stendono nel giardino. Sembrano quasi possedere una propria volontà. È una figura nera, quasi trasparente, che attira la mia attenzione. M'immobilizzo, ripensando a quanto mi ha detto Harry. Sento un forte profumo di fiori. Peonie. La figura volta la testa verso di me e vedo che ha il viso coperto da un velo. La conosco. La Dama in Nero. Di nuovo. Mi tiro indietro spaventata, l'ansia che mi assale. E poi decido di affrontare la situazione. Se qualcuno ha deciso di farmi uno scherzo, beh, se ne pentirà. Non sono proprio in vena di scherzare. Apro la finestra, il cuore in gola. L'aria fredda mi accarezza il viso. È quasi piacevole come una carezza.

Afferro un pacchetto di fazzoletti e lo lancio contro la figura. Sono terrorizzata quando vedo che l'attraversa come se fosse fatta d'aria.

-Non è possibile- sussurro alla notte.

La Dama si allontana sotto il mio sguardo impaurito. Io chiudo rapidamente la finestra. Sto tremando. Lancio uno sguardo a Blasy che dorme tranquillamente nel suo letto. La invidio. Sospetto che non riuscirò a dormire per molto tempo.

Il giorno dopo faccio qualche ricerca sui fantasmi. Ci sono consigli di vari tipo su come allontanarli. Si parla di sale, di ferro, di erbe. Mi mordo le labbra. È assurdo che legga queste cose, che creda in queste cose. Mi sembra di essere finita in un orrendo film horror. Oggi ho passato la giornata come se fossi avvolta in un sogno. Ormai è sera. La pagina di un sito che spiega come scacciare i fantasmi lampeggia davanti a me.

-Non riuscirò mai a preparare questo esame- borbotta Blasy, lo sguardo perso sulla tabella periodica, strappandomi dai miei cupi pensieri.

-Io non ti posso proprio aiutare, io e la chimica non siamo proprio amiche- faccio una smorfia. Il mio sguardo continua a correre sullo schermo del computer. Ci deve essere qualcosa. Non posso essere finita in un film horror. Un'immagine mostra un essere quasi trasparente.

-Uffa- si prende la testa tra le mani –potrei chiedere a Mary, lei studia biologia, ha dovuto dare un esame riguardante la chimica- lancia uno sguardo all'orologio –credi che la disturbo se vado ora?-

-Sono solo le dieci di sera, probabilmente sta ascoltando qualche canzone- mormoro. Ascolta le canzoni di Harry. Il pensiero mi fa sorridere. Harry è mio. Poi ricordo che non è vero. Harry non è mio.

-Lo prendo come un "no, non la disturbo"- si alza e si dirige verso la porta con il libro in mano –ci vediamo più tardi... forse, dipende quanto tempo ci metto-

-Fai con comodo-

Blasy chiude la porta dietro di sé. Io sospiro e mi stiracchio. Sono stanca, ho bisogno di pensare a qualcosa di meno cupo. Prendo il cellulare e sbircio per vedere se c'è qualche notifica. Non vedo l'ora di rivedere Harry. Il pensiero di noi due insieme mi provoca un brivido bollente. Mi mordo le labbra. Potrei scrivergli un messaggio, potrei perfino chiamarlo. In fondo prima di lasciarmi al campus mi ha detto che ci saremmo sentiti. Non penso che Blasy tornerà presto. E poi devo dirgli quello che ho scoperto della Dama Nera. Vado sulla rubrica e mi fermo sul nome di Harry. Avvicino l'indice per far partire la chiamata. Un rumore di passi mi blocca.

Alzo la testa e vedo la porta che si apre. È Blasy, stranamente pallida e tremante.

-Già fatto?- le chiedo, sperando che non noti la mia delusione.

-Mary non c'è- dice, la voce bassa.

-Cosa?- chiedo, sorpresa, posando il cellulare.

-La porta della sua stanza è accostata, ho guardato dentro ma non c'è-

Annuisco, cercando di comprendere il significato di queste parole. Scaccio i brutti pensieri. Mary sta certamente bene. -Forse è di sotto-

Lei scuote la testa. -Ho dato un'occhiata, ma non c'è-

Mi alzo, il cuore in gola. Sono improvvisamente agitata. -Proviamo a chiamarla- presi il cellulare e cercai il numero. Feci partire la chiamata. Uno squillo.

-Risponde?- chiese Blasy.

Le feci segno di tacere. Due squilli. Nulla. Tre. Il cuore aumentò ancora di più i battiti. Quattro. Sentii un senso di nausea. Cinque. Sei. Sette. E la chiamata si fermò. Deglutii. -Non risponde- dissi.

-Cosa le sarà successo?-

-Certamente nulla- sussurro.

-Non ci credi nemmeno tu-

No, non ci credevo. -Certo che ci credo- protestai.

Blasy inspirò. Stava tremando. Feci un passo avanti e le posai una mano sulla spalla.

-Ehi, non fare così, si risolverà tutto- so di mentire.

Mary è scomparsa. Non si sarebbe risolto nulla. Ricordo Clarissa, vestita da bambola. Mary ha fatto la stessa fine? Non voglio pensarci.

-Dobbiamo chiedere alle altre ragazze- decido -forse loro sanno qualcosa-

Blasy annuisce. -Sì, dobbiamo farlo-

Usciamo insieme dalla stanza.

Mezz'ora dopo la sorellanza era in piena attività. Ragazze che corrono ovunque, urlando e piangendo.

-Sparita- sussurra qualcuna -dovremo rivolgerci alla polizia-

Ha ragione. Inspiro. Mi gira la testa e ho le tempie che pulsano dolorosamente. Mary non se n'è andata volontariamente, qualcuno l'ha presa e ripenso alla Dama Nera. So che è stata lei e questo pensiero mi fa rabbrividire. Improvvisamente ho la sensazione di essere anch'io in pericolo.
 

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto

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