GELOSIA
Harry mi trova seduta su una panchina. Non so da quanto tempo sono qua. Potrebbero essere pochi minuti o un'ora o chissà quanto.
-Eccoti finalmente!- mi afferra per le spalle e mi solleva. Il suo sguardo mi scruta con attenzione, come se cercasse una ferita, qualsiasi cosa. –Stai bene? Quando non ti ho visto mi sono preoccupato-
Preoccupato. Mi sembra impossibile. Non vedo come possa preoccuparsi per me.
-Audrey?- mi scuote leggermente.
Scuoto la testa. Ho la nausea. –Salutami cucciola- borbotto solo, distogliendo lo sguardo.
-Cucciola?- sembra sorpreso, poi sbuffa –Sul cellulare ho il vecchio nome-
-State insieme?- indago, tremula. In fondo il rapporto tra noi due non è chiaro.
-Un tempo- risponde a disagio.
-Si tratta di quella ragazza? Quella che compare nelle foto?- sono agitata. Anzi, sto letteralmente tremando.
-Sì, si chiama Mia, ma non stiamo più insieme, devi fidarti di me-
Non posso fidarmi. Le persone deludono. Lo fanno tutti, i genitori, gli amici, i ragazzi. Soprattutto i ragazzi.
-Ho lasciato il nome cucciola sul cellulare semplicemente perché non ho mai avuto voglia di cambiarlo, non perché tenga a lei in quel senso... io voglio te- sembra stranamente convincente, ma non voglio lasciarmi convincere.
-Sono stanca, ho sonno- mormoro. Non è completamente una bugia, mi sento realmente esausta.
-Certo, andiamo in stanza- dice, riferendosi alla camera di albergo che ha prenotato.
Lo fisso. –Non sono sicura di volere stare con te- ammetto con un filo di voce e abbasso lo sguardo. Non voglio vedere l'espressione sul suo viso.
Lui mi tira un po' di più a sé. Penso che mi voglia dire qualcosa, invece mi bacia semplicemente sulla fronte e mi fa appoggiare al suo petto. –Io però sono certo di amarti- sussurra piano.
Sono certo di amarti. Chiudo gli occhi. Sono confusa e la vicinanza di Harry mi rende ancora più confusa. Non sono lucida quando c'è lui, ho bisogno di tempo per pensare. –Stasera voglio stare da sola- appoggio le mie mani sul suo petto e lo spingo via, prima di poterci riflettere sopra. Lo allontano da me. –Mi dispiace- sussurro -dammi solo questa sera-
-Se lo vuoi... -
-Ci sentiamo domani- mi volto e mi allontano, il cuore in gola, il mondo che si spezza.
Sono sdraiata nel letto, ma non riesco a prendere sonno. Ho tolto la suoneria al cellulare dopo la terza chiamata di Harry. Non capisco perché continui a chiamare. Non ho neppure letto i messaggi. Alla fine mi alzo. Non posso sopportare di stare ancora ferma qua, non riesco ad aspettare qualcosa che non so neppure cos'è. Sento il rumore di qualcosa che si muove fuori dalla finestra. Resto immobile, cercando di capire cosa fare. Sobbalzo quando vedo un'ombra che passa dietro il vetro. Un attimo dopo Harry bussa, facendomi segno di aprire. Corro a spalancarla.
-Che ci fai qua?- gli chiedo, non riuscendo a nascondere il mio divertimento.
-Volevo parlarti, visto che non rispondi al telefono dovevo inventarmi qualcosa- salta dentro, agile come io non potrei mai essere. Un ciuffo di capelli gli cade sull'occhio. Vorrei spostarli, ma mi trattengo.
-Se non ti rispondevo al telefono era perché non volevo sentirti-
Lui fa un passo verso di me. –Dovevo parlarti-
-Bene, ora parla- mi metto le mani sui fianchi e assumo un'aria minacciosa.
Harry apre un paio di volte la bocca, quindi la richiude.
-Non dirmi che tu non sai da dove iniziare-
-Io ti amo, principessa, questa è l'unica cosa importante-
Il modo diretto in cui lo dice mi lascia senza parole.
-Tra me e quella ragazza non c'è nulla, ci hanno semplicemente ripresi insieme mentre organizzavamo il mio prossimo concerto, lo sai quanto piace parlare alla gente... e tanto tempo fa ci siamo frequentati, ma per lei non avrei mai rischiato l'osso del collo saltando da una finestra all'altra come Tarzan-
Lo fisso senza parlare. Ho il cuore in gola. Temo quasi di sentirmi male.
-Non ti ho ingannato, principessa- mi porge la mano –non ti potrei mai ingannare, non sei una delle tante, tu sei l'unica-
Guardo la sua mano aperta. Potrei prenderla, sarebbe così semplice. Resto invece ferma.
-Allora?- mi chiede. Noto una leggera insicurezza nel suo sguardo. Lui è parte di me, eppure...
Apro la mia mano, la tengo un attimo sospesa, poi la lascio ricadere al mio fianco.
-Cosa c'è?- mi chiede lui, confuso.
-Non lo so... la verità è che quello che provo per te... - è complicato da spiegare –è come camminare su una corda sospesa sul nulla... sono colpita dal vento, traballo, rischio di cadere, ma è fantastico, incredibile, perfetto- sbatto le palpebre. Non devo piangere. Non devo fargli capire quanto soffro per lui.
-Non sei sola su quella corda, ci sono anch'io e io ti terrò-
-Non so- mi volto. Non deve vedere la mia espressione. Mi dirigo verso il mio letto. Quando Harry è così vicino mi manca l'aria, mi sento quasi svenire.
-Permettimi di stare qua questa notte, di convincerti a darmi un'altra possibilità-
Mi volto verso di lui. Succede tutto in un attimo. Mi prende per la vita e mi attira a sé. Mi ricopre di baci. Appoggia le labbra su ogni centimetro del mio viso, delle mie labbra, del mio collo. Lo desidero. Il pensiero mi percorre come una scossa elettrica. E dimentico tutto, tranne noi due. Forse però l'amore è proprio questo.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate di questo capitolo?
A presto!
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