FUGA PER ANDARE ALLA FESTA
La settimana scorre rapidamente. Capisco presto che i miei genitori non mi permetteranno mai di partecipare a questa festa.
Ne parlo anche con Janet, che coglie l'occasione di una videochiamata per mostrarmi le foto che ha fatto al concerto. In realtà sono così buie che non si vede quasi nulla.
-Sono meravigliose, non trovi?- mi chiede. La sua voce esce stridula dal cellulare. Ha i capelli raccolti in una coda perfetta.
-Molto belle- borbotto.
-Pensi alla festa, eh?- mi chiede, storcendo il nasino.
-Certo- ammetto.
-Perchè non ci vai di nascosto?-
-La perfetta Janet da questi consigli?- scherzo.
-Su, ogni tanto bisogna osare- esclama lei, un sorriso divertito sulle labbra color rosa pallido
-Se mi dovessero scoprire i miei... - lascio cadere la frase.
-Se sarai prudente non ti scopriranno... potrebbe esserci Harry!-
Questo pensiero mi fa sorridere. Sì, potrebbe esserci Harry.
Mi mordicchio le labbra. Ci metto poco tempo a decidere in realtà. Sono cresciuta con film in cui le principesse si calano dalla finestra per uscire. Con un sorriso penso a Vacanze Romane e a La principessa Sissi. Perché non dovrei farlo anch'io? Perché, per una sola volta, non potrei anch'io tentare la sorte?
La grande serata arriva. Resto in attesa che nella casa cali il silenzio. Ho detto ai miei che avevo mal di testa, spero che non salgano a controllare. La devo tentare, non posso fare altro. Ho indossato un abito nero che mi arriva al ginocchio con un paio di ballerine in tinta. Mi avvicino alla finestra e la apro. L'aria fresca mi accarezza il viso come il bacio di un amante. Con il cuore in gola mi arrampico sul davanzale, quindi mi calo giù. Non ho mai fatto queste cose e sono parecchio agitata. Se scivolo e cado? Se mi rompo qualcosa? Beh, è molto meglio non pensarci. Mi aggrappo con una mano alla grondaia, quindi allungo una gamba e, con un po' di fatica, riesco ad appoggiarmi al davanzale esterno del piano inferiore. Il cuore mi galoppa nel petto. Infine salto giù. Atterro accovacciata. Sono sana e salva. Sbircio dentro la finestra e vedo mio padre che sta facendo qualcosa al computer. Lo schermo riflette sui suoi occhiali da vista. Rapida, prima che si volti, corro via. Sono appena uscita dal cancello quando mi fermo. Noto qualcosa di bianco che si muove. M'immobilizzo, spaventata. Mi guardo intorno. Non c'è nulla. La strada è vuota, illuminata solo dalla tenue luce del lampione. Tutta colpa dell'agitazione. Non sono abituata a fare queste cose di nascosto, posso quasi dire di non esserne capace. Ho paura di essere scoperta. Inspiro a fondo e proseguo.
La festa è già entrata nel vivo. Sento i rumori e la musica che giungono dall'interno. Resto un attimo ferma davanti alla porta, indecisa se entrare oppure no. Potrei ancora voltarmi e correre in camera. La porta si apre prima che possa fare qualsiasi cosa.
-Ehi, Audrey, entra- esclama Louis, che ha un paio di orecchie da leopardo e un sorriso irresistibile.
-Oh... grazie- lo supero. Non appena posso vedere l'ampio ingresso pieno d'invitati capisco che sono decisamente fuori luogo. Cosa mi è venuto in mente di vestirmi così? Sto per voltarmi, inventare una scusa e andarmene, ma Louis mi afferra amichevolmente per il gomito e mi spinge avanti, verso il salone dal quale proviene una musica da discoteca. Un paio di ragazze saltano sui divani. Qualcuno ha fatto cadere un bicchiere a terra e ci sono pezzi di vetro ovunque. Salto per evitarli. A qualche metro, buttati su un elaborato tavolino di legno, ci sono i cartoni della pizza. Riordinare tutto questo sarà veramente complicato.
-Ti piace?- mi chiede Louis.
-Molto bella- devo urlare per farmi sentire. Ho il cuore in gola e voglio solo fuggire. Cosa mi è venuto in mente di venire qua?
-Vuoi qualcosa da bere?-
Scuoto la testa. Devo andarmene.
-Okay, io... -
Una ragazza si avvicina. Indossa un abitino rosso che le arriva sopra il ginocchio. Mi scruta con attenzione e si appoggia a Louis. –Tesoro- si spinge sulle punte e gli sussurra qualcosa all'orecchio.
-Certo, certo, Hilda- le risponde, ridacchiando –scusa, Audrey, devo fare una cosa... tu divertiti-
La ragazza mi lancia un'occhiata di vittoria, quindi si allontana aggrappata a Louis. Sono rimasta sola in questa confusione.
Mi allontano, alla ricerca di un posto un po' più tranquillo, dove posso sedermi e ragionare sul da farsi. Certamente andare via subito dalla festa potrebbe risultare offensivo. Una ragazza bionda è seduta sulle scale, la testa tra le gambe. La supero e mi ritrovo in un salottino. Sospiro e mi volto per tornare indietro. Harry è di fronte a me, chino a cercare qualcosa dentro un armadietto di legno. Sobbalzo, sorpresa. Le mie labbra formano il suo nome senza che quasi me ne renda conto. Quando si volta ci ritroviamo faccia a faccia.
-Di nuovo tu!- esclama. Non riesco a capire se la cosa lo renda felice o meno. Probabilmente è solo indifferente.
-Già, oserei quasi dire che è destino- mormoro, sperando di risultare ironica.
Mi fissa. –Che ci fai qua?- mi chiede. I capelli scuri gli ricadono sul viso.
-Mi ha invitato tuo fratello... sono la vostra vicina di casa-
-La vicina?- mi fissa, gli occhi verdi spalancati –Audrey?-
Beh, almeno si ricorda il mio nome. Annuisco.
-Sei cambiata- aggrotta la fronte –ma perché non me l'hai detto prima?-
-Non me l'hai chiesto- mi giustifico.
-Perché avrei dovuto chiedertelo?-
-Perché è questo che si fa normalmente, no? Si chiede alle persone chi sono e chi non sono- sento la rabbia aumentare. Sono stata carina e paziente per anni. Ho atteso come una sciocca che lui mi notasse. È stato il mio primo amore e unico amore.
-Avresti potuto dirmelo anche tu, visto che mi avevi riconosciuto-
Apro la bocca per controbattere, ma l'arrivo di Louis interrompe la discussione.
-Voi due vi siete già incontrati?- chiede.
-Sì- diciamo all'unisono.
-Ottimo, hai visto com'è diventata grande la nostra Audrey?-
Harry si limita a fissarmi senza parlare. Il suo sguardo brucia e sono costretta ad abbassare il mio.
-Noi stiamo per partecipare a un gioco, volete venire anche voi?- domanda Louis, che sembra non essersi accorto della situazione imbarazzante.
-Certo- esclamo. Qualsiasi cosa, pur di fuggire da questa situazione imbarazzante.
-Tu?- chiede Louis, rivolto al fratello.
-Non ne ho voglia- si volta e se ne va.
Non so perché, ma il cuore mi si stringe in una morsa.
-Non te la prendere- dice Louis –è fatto così-
Annuisco, pensierosa.
-Su, andiamo- aggiunge Louis, sfoderando il suo migliore sorriso.
Lo seguo senza dire nulla, persa nei miei pensieri. Mi sento molto sciocca, ma non posso fare nulla. Devo solo resistere ancora un po', poi troverò una scusa per correre via.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate di questo nuovo incontro?
A presto ❤
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