DONDOLANDOSI
Sono svegliata da un urlo. Sobbalzo, mi giro nel dormiveglia, sbatto le palpebre. Mi rendo subito conto che non sono nella mia stanza del college, mi ci vuole un attimo però per ricordarmi che sono nel letto con Harry e che tutto ciò che è successo non è stato solo un sogno. Sento qualcuno che si muove vicino a me. Harry. Sta avendo un incubo e sembra anche violento. Si dibatte, urla. Sento un nome. Anne. Deglutisco, quindi mi spingo sul gomito. Il suo viso è imperlato di sudore, la sua espressione è contratta, dolorante.
-Harry- lo chiamo, sfiorandogli la spalla con la mano.
Harry sobbalza e s'irrigidisce. Resta alcuni secondi a fissare il vuoto, quindi si volta verso di me. –Cosa succede?-
-Hai avuto un incubo- gli spiego.
Sbatte le palpebre, quindi annuisce. Si solleva e si mette seduto. La coperta gli ricade sulle gambe, rivelando il torace nudo e muscoloso. Cerco di scacciare il desiderio di toccarlo.
-Hai chiamato Anne- mormoro.
Lui mi lancia uno sguardo che mi congela il sangue nelle vene. Sento il battito cardiaco aumentare e vorrei non averglielo mai detto. Poi i suoi occhi verdi si addolciscono. –Ne sei certa?- mi chiede.
Annuisco. –Sicurissima- e dopo un attimo di esitazione appoggio una mano sul suo braccio.
Restiamo alcuni secondi avvolti dal buio della notte. Sono quasi certa che Harry si rimetterà a dormire senza dire altro. Sbaglio. Il fatto che sia imprevedibile è una delle cose che mi piace di lui.
-Mi capita di sognare il nostro ultimo incontro- sussurra.
Deglutisco. Non vorrei parlare di Anne. Lei è riuscita, seppur per breve tempo, a conquistare Harry. Lei è una mia rivale. È una gelosia stupida, Anne è morta ormai da un anno. Non si può essere gelose di una morta, altrimenti si rischia di fare la fine della protagonista di Rebecca la prima moglie. Mi sforzo di ricordarla, ma non ci riesco. È solo una delle tante ragazze che ho visto al fianco di Harry. Per me lei era solo una delle tante. Per Harry no. Per lui è stata speciale. La sua bambola preferita. Non so perché mi viene in mente questo paragone, ma mi fa rabbrividire.
-Anne era gelosa, sempre la sua sciocca gelosia, ci eravamo divertiti insieme, stavamo bene insieme, ma non l'amavo, lei lo sapeva che non l'amavo- scuote la testa e i capelli gli ricadono sul viso, coprendogli gli occhi. È bellissimo perfino così, al buio, dopo un incubo. –Le ho detto che non ne volevo sapere di lei, che era ossessiva, che era... pazza- pronuncia piano questa parola.
-Non lo intendevi veramente-
Non risponde. Lo attiro a me e gli passo un braccio intorno alle spalle. C'è qualcosa che non mi dice, ma non insisto. Si lascia scivolare indietro e affonda la testa nel cuscino, io mi sdraio al suo fianco e resto lì, accanto a lui. Lo sento riaddormentarsi, il respiro regolare. Io non posso dormire, io penso ad Anne. Io sono gelosa di lei. Che follia essere gelosa di un fantasma! Eppure Anne è nei pensieri, nei sogni, nella vita di Harry. Lei è concreta per lui. Forse è addirittura più concreta di me. Scaccio questo pensiero. Potrebbe uccidermi. Resto semplicemente ferma al suo fianco.
Più tardi usciamo in giardino. La giornata è bella, perfetta per una passeggiata. In una giornata come questa è impossibile avere dei brutti pensieri. Mi stiracchio. La mia mente vola per un attimo a Jack, ma poi cerco di scacciarlo. Niente brutti pensieri oggi, decido.
-Sono felice di passare la giornata con te- dice Harry.
Mi sforzo di dissimulare il sorriso che mi piega le labbra. -Sì?-
-Lo sai- fa un passo verso di me, quindi mi avvolge nel suo abbraccio. Appoggio la mia schiena contro il suo petto. È bellissimo. Mi percorre un brivido.
-Beh, anche a me fa piacere stare con te- ammetto, poi mi libero della sua stretta e mi allontano, ridacchiando.
-Ne sono felice- mi risponde lui.
Vado fino all'altalena e mi lascio cadere sopra, raccolgo le gambe sotto di me, e mi lascio dondolare. Ho bisogno di far svagare la mente. Il cielo è azzurro. Butto indietro la testa e guardo le nuvole. Sono bellissime. Harry è stranamente silenzioso. Probabilmente è ancora scosso da ciò che gli è successo nella notte.
Qualcosa si muove. È una figura femminile dai lunghi capelli scuri e dall'abito nero. È alta, longilinea, elegante. Un attimo e scompare.
-L'hai vista?- chiedo a Harry, il cui volto è teso.
-Sì, l'ho vista... tu resta qua- si alza e si avvicina al punto in cui la donna, non me la sento di chiamarla in altro modo, è scomparsa.
Non voglio stare seduta qua ad aspettare. Mi sollevo, ma sento qualcosa cedere. L'altalena cede sotto di me e io crollo all'indietro come una sciocca.
-Audrey!- mi chiama Harry.
Batto la schiena contro il sedile e cado di lato, facendomi male a un gomito. La corda dell'altalena mi si attorciglia alla caviglia. Lancio un urlo.
-Audrey!- esclama Harry, la voce vibrante di preoccupazione. Un attimo dopo è chino accanto a me. Mi tira indietro i capelli e passa una mano sotto la mia testa per tenerla su. –Come ti senti?-
-Bene, credo bene- mi tiro su e cerco di liberarmi la caviglia. Una fitta di dolore mi strappa un gemito.
-Ti fa male?- mi chiede Harry.
Annuisco, facendo una smorfia di dolore.
-Aspetta- solleva l'altalena e io posso tirare indietro la gamba.
Mi fisso la caviglia. È rossa. Riesco a muoverla, anche se mi fa male. –Non sembra rotta- mormoro.
-Non credo... riesci ad alzarti?-
-Ci provo- mi appoggio a lui e lascio che mi passi un braccio intorno alla vita per sostenermi.
-Bravissima- esclama. Mi sostiene e mi accompagna fino dentro casa, fino a farmi sedere sul divano. Me la tasta delicatamente. -No, non è rotta-
-L'hai vista?- chiedo piano.
-Credo di doverti riaccompagnare a casa-
-Per la Dama?- chiedo piano.
-È pericoloso stare qua con me- si siede sul bordo del divano e mi prende le mani. Mi accarezza teneramente i palmi.
-Non è Anne- sussurro, disperata.
-Non so chi sia- ammette -ma non mi piace- mi sfiora la guancia con le labbra.
-Neppure a me- sospiro.
-Per questo devo portarti al campus- continua.
-Non voglio-
-Ti prego-
So che ha ragione. E ho paura. Molta paura. Chi è la Dama Nera? Perché continua a comparire? Perché sembra essere collegata ad Harry? Non capisco. Non riesco a capire. -Portami al campus- sussurro.
Harry annuisce. -Questa è la scelta migliore- ma la voce è insicura.
Non replico, non ne ho la forza.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa pensate di questo capitolo? L'ho dovuto rileggere in fretta, per cui mi scuso per eventuali errori, ma volevo pubblicarlo oggi.
A presto!
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