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CUORE A PEZZI

Sono triste. Il mio cuore è a pezzi. Mi giro nel letto. Le tende sono tirate, ma un po' di raggi di luna riescono comunque a filtrare, disegnando delle linee sul pavimento. Solo ieri sera ero tra le braccia di Harry e ora sono sola. Sarò per sempre sola.

-Cosa ti succede?- mi chiede Blasy. Sobbalzo, non pensavo che fosse sveglia.

-Niente- mento. In realtà è successo tutto. Mi volto verso di lei.

Vedo Blasy muoversi sotto le coperte. Un attimo dopo si spinge su un gomito e mi fissa. –Sii sincera, questo malumore c'entra con il fatto che ieri notte non sei tornata in camera?- mi chiede, lo sguardo che brilla nel buio.

-Potrebbe-

-Lo prendo come un sì- sospira –un ragazzo?-

-Già- mormoro, spostando lo sguardo sul soffitto. Non voglio vedere le sue espressioni.

-E avete litigato?-

-Quasi... dice che sono una bambina per lui-

-Una bambina?- ride. Mi sento offesa. Perché ride? Le sto confidando una cosa molto importante e lei riesce solo a ridere.

-Non ci vedo nulla di divertente!- esclamo.

Lei non smette di ridere, anzi la sento muoversi nel letto e poi... il tonfo. Mi sollevo confusa e la vedo per terra, avvolta tra le coperte.

-Ahia!- si lamenta, tirandosi su.

Questa volta sono io che rido. -Sei buffa!-

-Io? Beh, suppongo che tu non abbia tutti i torti- si tira su, appoggiando la schiena contro il letto.

-Speriamo che non si sia svegliata tutta la sorellanza- mormoro -Ti sei fatta male?-

-Nulla, forse un paio di ossa rotte- si massaggia una gamba -mia madre dice che riesco a mettermi sempre nei guai, forse ha ragione- sbuffa.

-Molta ragione- mi appoggio contro il cuscino.

-Torniamo al tuo problema ora-

-Non è un vero problema- mento. Non voglio che s'intrometta.

-Certo che lo è!- sospira -Ti preoccupi troppo secondo me- si passa una mano tra i capelli -questo ragazzo ha passato la notte con te, per cui non ti consideri veramente una bambina-

-Perchè me lo dice?-

-Forse è confuso per qualche assurda ragione maschile, io non li capisco i maschi!-

-Non credo- mormoro.

-Dagli tempo-

-Già- sussurro -Forse hai ragione-

-Certo che ho ragione!- esclama lei, convinta.

-Grazie per il consiglio-

-Non credere che sia gratis- mi risponde, divertita.

Sorrisi. -Cosa vuoi?-

-Domani mi accompagni in biblioteca?- mi chiede.

Ci rifletto un attimo, poi annuisco. -Certo-

-Perfetto, allora siamo pari- si tira su e si rimette a letto -E ora buonanotte-

-Buonanotte- le faccio eco. So però che non sarà una buona notte.

La biblioteca è piena di studenti. Io e Blasy abbiamo scelto un tavolo in un angolo.

-Odio la chimica!- borbotta.

-Perchè l'hai scelta?- chiedo, curiosa.

-Non lo so, sembrava interessante- fa una smorfia.

Apro la bocca per replicare, ma sentiamo delle urla. M'irrigidisco e guardo Blasy che si stringe nelle spalle. Alcuni studenti escono dalla biblioteca.

-Cosa succede?- chiede una ragazza che è seduta al nostro tavolo.

-Non ci resta altro che andare a vedere- dice Blasy, rimettendosi in piedi.

-Andiamo- approvo, alzandomi a mia volta.

C'incolonniamo dietro gli altri studenti che si stanno dirigendo verso l'uscita. Quando finalmente riusciamo ad uscire restiamo ferme, inchiodate dalla scena che ci si offre davanti. La ragazza è seduta per terra, contro un albero, come se fosse una bambola. È anche vestita come una bambola. Sento un forte profumo di fiori e noto che ne ha molti addosso, sull'abito bianco che si allarga in tulle e pizzo. Peonie. Sono sparse ovunque. La posizione è scomposta. Ha la testa buttata all'indietro, le mani aperte sul grembo. I capelli biondi sono pettinati indietro con cura.

-Clarissa- mormora una ragazza a qualche metro da me, la voce rotta dalle lacrime. La ragazza scomparsa, comprendo.

L'altoparlante del campus sembra rompere l'incantesimo. –Tornate tutti nei vostri appartamenti- ordina.

-Andiamo, Blasy- mormoro. Ho le gambe che mi tremano. La mia amica mi prende la mano. Io la stringo forte.

Un'ora dopo l'intero campus è sconvolto. Ho la nausea. Blasy è seduta sul suo letto, il viso nascosto tra le mani. Hanno ordinato a tutti di tornare nelle proprie stanze. Le lezioni del pomeriggio sono state annullate.

-Chi credi che sia stato?- mi chiede Blasy.

-Non lo so- dico.

-Ho paura- ammette.

-Non devi preoccuparti- le dico –certamente scopriranno chi è stato- non voglio dirle che ho anch'io paura. L'unica cosa positiva di tutta questa storia è che Harry non è il mio primo pensiero.

La cena è molto silenziosa. Tutte le ragazze della sorellanza mangiano nel salotto, ma l'atmosfera è tesa. Mary cerca di tenere alto l'umore parlando delle sue vacanze in Florida. Non ci riesce. Siamo tutte agitate.

Margaret, una ragazza del secondo anno, gioca nervosamente con la forchetta. –Secondo voi è qualcuno del campus?- la domanda suona inquietante. Sappiamo tutti a cosa si riferisce.

-Non pensare a queste cose!- interviene Mary, il tono nervoso. Sono certa che lei odi parlare di delitti.

-Ma è impossibile non pensarci- sussurra -conoscevo Clarissa- aggiunge con un filo di voce.

-Davvero?- chiede Blasy.

-Sì, siamo anche andate a un concerto di Harry- mormora.

M'irrigidisco. Un concerto di Harry. Non so perché il pensiero mi turbi così tanto.

-Louis ci ha fatto avere i biglietti, è suo fratello, sapete? Ce lo ha anche presentato!- continua Margaret.

La conversazione si sposta improvvisamente su Louis e la sua confraternita. Io quasi non ascolto. Harry conosceva Clarissa. Non c'è nulla di strano in questo. Eppure...

Nessuna si ferma in salotto dopo cena. Ci rifugiamo tutte nelle nostre camere. Io controllo il cellulare. Spero di trovare un messaggio. Nulla. Mi metto a letto, certa che non riuscirò a dormire, invece mi addormento subito.

La mattina dopo quando scendo vedo che la televisione è accesa. Le altre ragazze sono già di sotto, lo sguardo fisso su di essa.

-Cosa succede?- chiede Blasy.

-Hanno arrestato il fidanzato di Clarissa- ci dice Mary, parlando piano.

-Credi che sia stato lui?- chiede Blasy.

-Non lo so, ma la polizia lo sospetta-

Blasy sospira. –Beh, se è stato lui almeno noi possiamo stare tranquille che non aggredirà nessun'altra-

-Almeno quello- mormoro. Io non ne sono così sicura.

-Menomale, ragazze- dice Mary –voi non sapete quanto ero preoccupata- cinguetta.

-Tutto è bene quello che finisce bene- conclude Margaret.

Io però non sono certa che questa storia sia finita.

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Mi scuso per eventuali errori, ma non ho avuto tempo per rileggere il capitolo.

A presto

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