Capitolo 7
La mattina mi svegliai non male, di piú. Avevo fatto una notte in bianco che non mi sarei scordata così facilmente. Mi giravano piú di mille pensieri e domande nella testa. Cominciai ad ascoltare canzoni random senza nemmeno guardare i titoli. Ne partì una che diceva: "Need no questions, need no answers".
Aveva ragione cavolo.
Il problema era che le domande giravano a meraviglia per la mia testa come cavalli su un carosello. Dopo un po' partì un'altra canzone che diceva: "Don't think too much".
Piú facile a dirsi che a farsi.
Decisi di lasciar perdere la musica e cominciai a fare delle ricerche abbastanza stupide su internet, come ad esempio: "Da dove viene il detto: passare delle notti in bianco?". Scoprì che derivava da degli avvenimenti del medioevo: quando un uomo doveva diventare cavaliere, la notte prima della cerimonia doveva restare sveglio per riflettere sui compiti e gli incarichi che gli avrebbero assegnato, e in quella notte doveva vestirsi di bianco, che era il colore della rinascita e della purificazione.
Il mio pigiama era bianco con dei pallini rosa.
Chissà se alla mattina sarei diventata cavaliere.. .
Ad ogni modo, verso circa le quattro di mattina riuscii a chiudere gli occhi e a riposare un po'. La sveglia però, era alle otto e mezza. Avevo dormito quattro ore e mezza, ma a me quelle quattro ore sembrarono dieci secondi, era come se mi fossi appena addormentata e dopo un secondo fosse partita la sveglia. Ovviamente non era così, era solo una sensazione, ma ad ogni modo mi svegliai malissimo, avevo un sacco di sonno. Mi vestii con molta calma, mi misi una maglietta leggera bianca con le maniche celesti. Mi misi i jeans corti dell altro giorno e delle scarpe di tela bianche.
A colazione presi una brioche vuota e un bicchiere d'acqua naturale.
Andai in giardino, era già affollato, allora guardai gli alberi e cercai quello con la chioma più grande, che era un ciliegio. Mi sedetti sotto la sua ombra. Chiusi gli occhi e quando li riaprii vidi due figure che gesticolavano, poi cominciarono a spingersi, ed infine una delle due se ne andò. Quando misi a fuoco capii un po' meglio: erano Mia ed Axel, e Mia era appena andata via. Intuii che Axel avesse appena rotto con lei. Però se dovevo essere sincera, in quel momento la mia priorità non era farmi i cavoli degli altri, ma dormire, infatti richiusi gli occhi.
Stavo facendo un sogno stupendo. Ero in una grotta dalle pareti color ocra, e davanti a me c'era un lago che aveva lo stesso colore dei miei occhi. Andai verso di esso attratta da quelle sfumature azzurre. Guardai per un attimo il mio riflesso, poi sentii una voce: "Crystal". Era dolce: "Crystal, Crystal" continuò. Sembrava una ninna nanna. Continuavo a guardarmi in giro per capire da dove provenisse quella voce e ad un certo punto scorsi dei capelli molto più arancioni dei miei. Poi la grotta cominciò a tremare, vidi rocce staccarsi dal soffitto.
Poi più niente.
Mi svegliai e vidi Sel che mi agitava come se fossi un milkshake e di fianco Axel che mi guardava un po' preoccupato. Quando Sel si accorse che ero sveglia mi lasciò andare e disse:
"Cry sembravi svenuta. Non ti svegliavi più. Ho preso un infarto, ti abbiamo cercata per tutta la sala da pranzo e per tutto il giardino".
"Per.. per tutta la sala da pranzo?" dissi confusa. Axel rispose:
"Si Cry. Il pranzo è finito due ore e mezza fa".
"Non c'è stato un gioco o qualcosa stamattina?"
"No, Denise ha detto che oggi possiamo fare i pensionati. Niente giochi tutto il giorno, solo quello che vogliamo noi. Cavolo però, ci siamo spaventati. Come mai stavi dormendo in giardino? Hai passato una notte in bianco?" disse Selyn.
"Si, ma non sono diventata cavaliere" risposi sospirando.
Mi alzai e feci una passeggiata in giardino da sola. Volevo riflettere sul sogno. Chi era la ragazza dai capelli arancioni? E quella grotta.. avevo come la sensazione di averla già vista. Non sapevo dove, era come un ricordo lontano. I miei momenti da sola però finirono subito perché arrivó Axel che mi disse sorridendo:
"Cry, ho rotto con Mia stamattina, ero venuto a cercarti per dirtelo, ma non ti trovavo da nessuna parte. Quando ti ho vista a terra ho preso uno spavento, pensavo sul serio che fossi svenuta, accidenti!".
"Già, già.." dissi annoiata. Non avevo voglia di parlare. Cercai una scusa: "Ho mal di testa, scusa devo andare..".
Senza proferire parola, Axel mi prese il polso e mi trascinó verso l'edificio.
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