
capitolo 2
La sveglia mi risuonó nelle orecchie come un allarme antincendio e mi svegliai perciò di soprassalto. Non vedevo l'ora di conoscere gli altri ragazzi e ragazze del campo. Sperai di non sembrare strana ai loro occhi come lo sembravo di solito ai miei compagni di classe, visto i miei capelli arancione chiaro, e gli occhi azzurri. Alle elementari e alle medie ero sempre stata un po' presa in giro, soprattutto per i miei capelli. Mi era capitato ad esempio quando ero in quarta elementare che un mio compagno di classe, seduto dietro di me, con la forbice mi tagliò la treccia che mia madre alla mattina mi aveva fatto con molta cura. Da quel giorno cominciai a chiedere a mia mamma ogni mattina di farmi uno chignon alto invece che una treccia, e lei mi assecondó senza battere ciglio. Insomma, sperai di farmi delle amiche o degli amici dato che non conoscevo nessuno.
Mi infilai una maglietta nera con disegnata in bianco una "C" sulla manica destra, mentre davanti erano disegnate sempre in bianco le fasi lunari. La "C" stava per "Cara" perché era una maglietta che apparteneva a lei, e che poi aveva regalato a me. Mi misi dei jeans corti, raccolsi i capelli in una coda alta e uscii dalla stanza.
Scesi le scale e arrivai alla mensa, che era già affollata. Non avevo per niente fame, quindi presi solo un biscotto e un bicchiere di succo, giusto per non svenire davanti a tutti. Fatto ciò, mi precipitai fuori a vedere la famosa piscina. Non sapevo perché, ma sul fondo c'erano dei parallelepipedi neri, in fila, esattamente in mezzo. Non capii a cosa servissero, però mi accorsi dopo poco che alla luce sembrava ancora più profonda la piscina. Appena finii di pensare a questo le proprietarie arrivarono, e mi accorsi solo in quel momento che erano tutti fuori. La donna con gli occhiali disse:
"Salve, io sono Denise, e lei si chiama Desirée. Siamo le proprietarie del campo estivo, ci prenderemo cura di voi. Non serve un giro di nomi, ci basta che facciate amicizia tra di voi".
Fece una pausa, poi continuò: "Cominciamo dicendo che potete fare quello che volete con i giochi, e quando volete potete andare in piscina. Ma per i giochi dovete recuperarli, e sono sparsi per tutto il campo. Cercateli, trovateli e portateli qui. Quando li avremo visti con i nostri occhi potrete usarli. Avete tre minuti".
Ci fu un momento di silenzio, poi Desirée disse:
"Tre", molti si misero in posizione.
"Due", mi posizionai.
"Uno", qualcuno fece un passetto avanti.
"Via", partirono tutti.
Anche io partii.
Cercai vicino alla piscina piccola mentre tutti erano a cercare in giardino. Trovai cinque giochi, tutti da tavolo come scacchi, il non ti arrabbiare e altri, ma la parte difficile non fu di certo trovarli. Era portarli a Desirée e Denise che erano distese su due materassini a prendere il Sole.
Era già passato un bel po' di tempo da quando eravamo partiti, quindi anche se era una cosa stupidissima decisi di correre. Naturalmente stavo per cadere in piscina, quando due mani mi presero per i fianchi, e così tutti i miei film mentali su tutte le possibili figure di schifo che avrei potuto fare si vaporizzarono in un secondo.
Mi accorsi dopo poco che un ragazzo biondo che era nel giardino stava guardando la scena con interesse. Poi il ragazzo che mi reggeva mi disse:
"Tutto ok?".
"Si" risposi, un po' impacciata.
A quel punto molló la presa e lo guardai negli occhi: era un po' più alto di me, aveva i capelli forse marroni, che però erano tinti di nero, e le iridi erano grigie. Aveva una cicatrice sul sopracciglio e una al centro del palmo della mano sinistra.
Mi sorrise e mi disse:
"Ciao, come ti chiami? Io sono Selyn, ma puoi chiamarmi Sel".
"Io mi chiamo Crystal" dissi con tono già meno impacciato.
"Crystal? Che bel nome. Posso chiamarti Cry? Per abbreviare".
"Ok" risposi.
Guardai dall'altra parte, verso il giardino e vidi che il ragazzo biondo di prima stava guardando la scena mentre faceva una smorfia. Quando si accorse che lo stavo guardando si bloccó un attimo e poi mi sorrise. Mi girai verso Selyn e dissi che sarebbe stato meglio portare i giochi alle proprietarie, e lui concordó.
Li portammo davanti a Denise e Desirée e esattamente in quel secondo scattó il timer che segnava i tre minuti. Tutti in quell'esatto momento si radunarono davanti a Denise e Desirée.
Mi ritrovai di fianco il ragazzo biondo di prima.
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