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4.7

T A S Y A

«Ciao, sono Tasya. Stanotte non sei rientrato e sono molto preoccupata. Hai già provato tutto questo sulla tua pelle e sai quanto possa essere stressante, perciò potresti richiamarmi?» Incastro il telefono fra l'orecchio e la spalla, poi sospiro. «Spero stiate entrambi bene. Per favore, fatti sentire.»

Lancio il cellulare sul tavolino e mi prendo la testa fra le mani, sentendo Kol avvicinarsi con delle tazzine tentennanti. L'odore di caffè mi si infila nelle narici e mi fa venire l'acquolina in bocca, ma il nodo che sento allo stomaco non demorde, continuando a farmi passare l'appetito. Non mangio nulla da stamattina e ho dormito solo due ore: le uniche cose che mi fanno andare avanti sono caffeina e caramelle gommose.

«Ancora nulla?» chiede il mio ragazzo.

Nego con il capo.

Ho ricordi sbiaditi di ieri sera, sia perché ho bevuto qualche bicchiere di champagne di troppo, sia perché è successo talmente in fretta da averci lasciati tutti confusi. Annabeth è rientrata a casa, infatti sono riuscita a sentire la sua voce, poi ha cominciato a discutere con Zacharias ed entrambi sono usciti di casa senza fare ritorno.
Ho provato a chiamare entrambi, ma nessuno dei due risponde e nemmeno Calvin e Andrew sanno cosa sia successo.

Dopo averli sentiti uscire abbiamo interrotto la festa e sistemato il salotto. Andrew e Calvin sono tornati a casa, mentre Kol ha deciso di rimanere con me finché Zach e Annabeth non avrebbero fatto ritorno. Alla fine è rimasto a dormire, infatti non aveva intenzione di lasciarmi indifesa, preoccupata e da sola, peccato che lui, a differenza mia, sia riuscito a prendere sonno, mentre io sono rimasta tutta la notte col cellulare sul petto in attesa di qualche notifica.
Il suo leggero russare, per quanto adorabile, ha solo peggiorato la situazione, ma non ho avuto il coraggio di svegliarlo.

«Cosa facciamo nel frattempo? Vuoi uscire? Potremmo fare una passeggiata al parco e andare a mangiare un kebab in centro» propone, baciandomi il dorso della mano. «E se andassi a comprare il tuo gelato preferito e facessimo una maratona di serie tv?»

«Il gelato al mango lo vendono solo dall'altra parte della città, è a un'ora da qui» gli faccio notare.

«Sì, e quindi?»

Sospiro. «Che ne dici di passare tutto il giorno a farci le coccole? Zero fatica, zero costi.»

«E se facessi anche una cioccolata calda?» lo immagino sorridere. «Ho controllato e in cucina ce n'è a palate.»

Annuisco. «Vada per la cioccolata calda.»

Mentre Kol va in cucina, io mi stendo sul divano abbracciata a un cuscino.
Zach mi aveva detto che le cose non stavano andando bene fra lui e Beth, ma non credevo così tanto. Non mi sono mai interessata, non gli ho mai chiesto nulla e ora mi sento una persona terribile.
Non sarei dovuta cambiare?
Tutto ciò che ho fatto è stato fare qualche buona azione per una settimana e poi ritornare la Tasya egocentrica di prima.

E se mi stessi preoccupando inutilmente?
Potrebbero già aver fatto pace e magari ora sono insieme e si stanno godendo la vita da coppia quasi sposata.

Chiudo gli occhi e affondo il viso nel cuscino. Ieri sera, per provare ad addormentarmi, ho immaginato il mio futuro. Lo faccio sempre, mi aiuta un sacco e in un certo senso mi fa sentire bene. O progetto il giorno seguente, o invento storie fantasiose con me come protagonista.

Mi stavo immaginando su un altare, ma non ero io la sposa: era mia madre.
Il suo viso era confuso, quasi disordinato, ma era lei da giovane. Era uguale alla foto che mi mostrava sempre di lei e mio padre il giorno del loro matrimonio, la stessa che tiene sopra il caminetto in salotto, ma ormai è solo una memoria lontana e ricordo solo alcuni tratti di lei da ragazza. Anche di lei nel presente, a dir la verità: non vedendola più, me la sto completamente dimenticando.

All'improvviso mi ritrovo su quell'altare e con lo stesso abito addosso. Guardo verso il basso, scorgendo la gonna bianca ricoperta da petali di rosa, poi mi volto per osservare le persone che mi sorridono: riconosco i miei nonni, che sono quasi scheletrici, i miei genitori con i capelli bianchi e i volti ricoperti da rughe, e i miei vecchi compagni di scuola con bambini fra le braccia e fedi al dito.
C'è anche Calvin, ma accanto a lui c'è un uomo che non ho mai visto prima.

Aspetta un secondo: ci vedo?

Ci sono alberi di pesco attorno a me, un lago con delle paperelle e dei bambini che si schizzano a vicenda. Sento le lacrime rigarmi il viso e il cuore esplodere di gioia.
Quando mi giro, ritrovo davanti a me uno specchio, incontrando il mio stesso riflesso e il mio sorriso: i capelli sono ancora lunghi e mi arrivano fino alla vita, ma sono io. Ancora giovane e piena di forze.

«Vuoi tu, Tasya, prendere come legittimo sposo il qui presente ragazzo per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?» chiede una voce proveniente dal cielo.

Sento qualcuno stringermi le mani e quando mi volto per poco non caccio un urlo. Davanti a me c'è un ragazzo vestito da sposo e senza volto: niente occhi, niente naso, niente bocca… I capelli sono castani e tirati in un ciuffo ordinato e il suo corpo cambia ogni secondo. Prima magro, poi in carne, poi scheletrico. E non appena apre bocca, un brivido mi fa vacillare. «Tasya? Vuoi sposarmi?» chiede la voce di Kol.

Mi sveglio di soprassalto, sentendo anche qualcun'altro sobbalzare.
Quando mi sono addormentata?
La mia testa non è più appoggiata al cuscino, ma alla coscia di Kol e sento la sua mano calda accarezzarmi la schiena. «Da quanto dormo? Perché non mi hai svegliata?» chiedo, mettendomi a sedere. «Ha chiamato qualcuno?»

«Eri finalmente riuscita ad addormentarti, perché avrei dovuto svegliarti? E non ho controllato il tuo cellulare, ma mi ha chiamato Calvin per sapere se c'erano novità» risponde. Cerco a tentoni il telefono sul pavimento, poi glielo passo per farmi leggere eventuali notifiche. «Chiamata persa da Calvin e un messaggio normale, più uno vocale in segreteria, da un numero che non hai salvato in rubrica.»

«Numero sconosciuto?» domando, confusa. «Fallo partire.»

Lo sento smanettare, poi la segreteria squilla facendo partire il messaggio. «Ciao, Tasya, sono Yamama. Spero tu possa richiamarmi il prima possibile. Zacharias ha organizzato una festa a casa di un suo vecchio compagno di scuola e a quanto pare è ubriaco marcio. Ti ho lasciato un messaggio con l'indirizzo, ti aspetto qui. E porta dei rinforzi, ti conviene

Cala il silenzio.

Kol sospira. «Ho capito: vado a prendere le chiavi dell'auto.»

Quando Yamama ha detto che Zacharias era ubriaco marcio, non mi aspettavo di ritrovarlo steso in bagno e con la testa appoggiata alla tavoletta del water. La descrizione di Kol, per quanto breve, è stata abbastanza accurata e mi ha fatto comprendere la gravità della situazione.
Nel bagno c'è un odore nauseabondo di vodka, vomito e sigarette e i singhiozzi di Zacharias riescono addirittura a sovrastare la musica al piano di sotto.

Non appena sono arrivata insieme a Kol, che ha guidato fino qui, Yamama e John mi hanno trascinata al piano di sopra spiegandomi brevemente cos'è successo. Questa mattina hanno ricevuto un messaggio da parte di Zacharias, che affermava di aver organizzato una festa per dimenticare il passato, e nonostante fossero molti confusi, hanno deciso di presentarsi un’ora dopo quella di inizio. Non appena sono arrivati hanno riconosciuto molte persone, come vecchi compagni di scuola e colleghi di lavoro, e hanno trovato Zach già ubriaco marcio e che continuava a chiamare Annabeth una ragazza bionda.

Zach vomita ancora una volta, facendomi storcere il naso. Mi volto verso Kol, che mi tiene stretta per la vita continuando a ripetere quanto sia disgustoso in questo momento il nostro amico. «Puoi andare a prendere dell'acqua e qualcosa da mangiare, per favore?» chiedo «Io provo a convincerlo ad andarcene.»

Mentre Kol esce dal bagno, Zacharias rimette di nuovo facendomi venire i brividi: come può qualcuno ridursi in questo modo? Non sono nemmeno io una Santa, infatti ieri sera ero brilla, ma non mi sono mai spinta fino a questo punto.

Mi inginocchio a terra pensando a cosa fare: come posso trascinarlo fuori da questo bagno? Non riuscirò mai a sollevarlo e portarlo in auto senza che vomiti per tutta casa; inoltre devo sperare non finisca in coma etilico e che non mi vomiti sulle scarpe.

«Perché mi ha lasciato? Perché non vuole più sposarmi?» dice in lacrime, prima di vomitare. Mi congelo sul posto, sperando di aver sentito male: Annabeth l’ha lasciato? Per quello litigavano ieri sera e non è tornata a casa per almeno un giorno? «Io la amo così tanto, perché vuole andarsene?»

Gli accarezzo i capelli tentando di consolarlo, ma non appena tocco qualcosa di bagnato e viscido capisco che devono essere anch'essi sporchi di vomito. Trattengo un conato e mi affretto a lavare la mano, passandoci sopra almeno dieci volte la saponetta. Poi mi volto verso Zach e gli do qualche pacca sulla spalla, sentendo i suoi muscoli contratti per lo sforzo e i conati. Scoppia di nuovo a piangere, così decido di lasciar perdere: non sono mai stata brava a consolare la gente.

Rimaniamo in silenzio e solo un paio di minuti dopo mi rendo conto che Zacharias si è ammutolito all'improvviso. Non sta né piangendo, né vomitando. «Zach, sei ancora vivo?» lo scuoto per le spalle. «Non morire.»

Risponde con un grugnito.

Mi porto una mano al cuore. «Oh, grazie a Dio!»

Scoppia di nuovo a piangere. «Sono sbagliato? Faccio schifo? Mi sono comportato male?» chiede fra i singhiozzi. «Secondo te perché mi ha lasciato?»

Sospiro. «Non lo so, Zach, ma non devi pensarci. Immagino sia difficile e non posso capire cosa tu stia provando, però ciò che devi fare ora è circondarti di amici e passare più tempo possibile con loro. Siamo qui per questo, no? Per ricucire le tue ferite. Mi sei stato vicino in tanti momenti, soprattutto i più difficili, e ora è il mio turno» dico. «Siamo una squadra, ricordi? Zach e Tasya: invincibili, inseparabili e incredibilmente stupidi.»

«Quindi tu non te ne andrai?» chiede.

«No, non me ne andrò Zach» accenno un sorriso. «Non me ne andrò ora...»

N/A

Okay, scusate il ritardo!

Speravo di aggiornare almeno due volte questo fine settimana, ma ho avuto un sacco di impegni e pure un blocco che non mi faceva scrivere cose decenti. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! 🌈

Voglio sapere chi di voi ha compreso i messaggi nascosti dietro il sogno di Tasya, tipo Kol senza volto. Sono cose molto semplici, non metafore!
Piccolo avviso: fra queste righe c'è un indizio sul finale della storia.
Perciò su, fatemi l'analisi del testo.😂

Al prossimo capitolo!❤️

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