Capitolo 60 - Chloé's pov (prima parte)
Daniel e Josiane si sposano. Sono al settimo cielo anch'io, si meritano tutta questa felicità. Mamma e Louis hanno preso bene la notizia e stasera arriveranno da Marsiglia anche i genitori di Daniel insieme a Bastien e a sua cugina Hélyette. Daniel vuole che gli diano una mano a gestire il nuovo locale e loro hanno accettato. Non vedo l'ora di rivedere Bastien. Anche se le cose fra noi non hanno funzionato subito, non è detto che riprovandoci non si aggiustino. Sapere che saremo vicini, che lui si trasferisce a Parigi per riprovarci con me, rende tutto più romantico. Ho 15 anni e forse questa storia non funzionerà di nuovo, ma non voglio pensarci ora, ora voglio solo godermela, voglio innamorarmi di Bastien ogni giorno, come dice la canzone che Daniel ha dedicato a Josiane.
- Quindi tu sapevi tutto? - mi chiede Josiane, entrando in camera.
- L'ho saputo oggi. Mi ha telefonato e mi ha chiesto l'indirizzo di dove abitiamo. Poi io gli ho detto che adesso lavori in una profumeria e poi il resto lo sai.
- Mi dispiace sposare il ragazzo di cui ti eri innamorata...
- Ma va là, non ci pensare, mi è già passata... è stato un momento, Jo, davvero... voi siete fatti per stare insieme e poi adesso voglio ricominciare con Bastien... Daniel ha detto che Bastien doveva arrivare domani, ma arriva prima stasera per festeggiare con noi e ha una sorpresa per me...
- Benissimo, allora ci vuole una mise speciale - mi dice Josiane, aprendo il suo armadio e tirando fuori un pacchetto con un bel fiocco rosso.
- Ma è per me? - le chiedo, sorpresa.
- Sì, te l'avevo preso per Natale, ma per stasera è più indovinato...
Lo apro senza pensarci due volte: strappo la carta perché porta fortuna e le mie mani tirano fuori un abitino che è la fine del mondo.
- Cazzo, è fighissimo - commento, mettendomelo addosso per vedere come mi sta - grazie!!! - le dico, abbracciandola.
- Beh, entusiasta sei entusiasta, quindi direi che ti è piaciuto!! - mi risponde - però non è finita qui. C'è anche questa.... Visto che avrai il collo ben in vista non puoi non metterla...
- Ma è la tua collana preferita!
- Sì, diciamo che è la collana delle grandi occasioni - le dico, sorridendo.
- Te l'ho sempre invidiata... è stupenda...
- Che dici? Ci prepariamo?
- Sì, meglio...
- Ma ci viene a prendere qualcuno? - chiedo.
- Bastien, Hélyette e i genitori di Daniel si fanno portare in taxi dall'aeroporto a Montmartre.
- Ma cazzo, che giro! Non arrivano più - brontolo - ma non poteva venire da solo Bastien?
- Tranquilla che arriva e avrete tempo di stare da soli - le dico, sorridendo.
- E tu come ci vai al locale di Daniel?
- In taxi. Tu vieni con me o preferisci andare con Julie e Louis?
- No, vengo con te.... ma mamma adesso la chiami per nome?
- Non tocchiamo questo tasto... Vorrei chiamarla 'mamma', ma dopo quello che è successo mi sento ipocrita a chiamarla così...
- Cosa vuol dire?
- Che mi sembra di essere falsa, finta.
- A volte vorrei tornare a Marsiglia - le confido, sedendomi sul letto - vorrei che non fosse mai successo niente... Louis è carino, si sente che ha voglia di fare il padre, ma per me non lo sarà mai....
- Quello che succede ci cambia e non possiamo ragionare con i 'se' e con i 'ma'. Noi siamo quello che abbiamo vissuto, cambiamo, evolviamo, diventiamo altre persone, modelliamo il nostro carattere. Non saremo mai uguali alle persone che eravamo ieri, perché oggi ci cambia e domani ci trasforma... ricordati che oggi è il futuro di ieri e il passato di domani...
- Mi manca papà - le dico, abbracciandola.
- Coraggio, piccolina mia - mi dice, come faceva quando ero piccola - sai qual è l'unica cosa positiva di questo trasferimento a Parigi?
- Qual è?
- Ci siamo avvicinate tantissimo.
- Io avrei voluto confidarmi con te anche quando eravamo a Marsiglia - le rivelo, mordendomi un labbro.
- Lo so, ma non eravamo abbastanza mature per parlarci senza litigare. Ho aspettato che tu fossi pronta per questo. Non volevo obbligarti a confidarti con me, doveva venirti naturale, spontaneo, e non eri pronta. Le sorelle maggiori non dovrebbero costringere le più piccole a farsi raccontare tutto, dovrebbero saper aspettarle. Non è perché sono più grande di te che tu ti confidi con me, è perché ti fidi di me. L'età è relativa, la fiducia no. La fiducia c'è se uno se la merita.
- Te l'ho già detto che adoro il tuo modo di pensare? - le dico, sincera.
Oh, è vero. Da quando siamo a Parigi e condividiamo la stanza ci parliamo tutte le sere. Le racconto della scuola, di come sta andando, delle mie nuove amiche, delle cazzate che facciamo e la faccio ridere. Aveva bisogno di vedere Daniel perché dopo tre mesi era già in crisi. Anzi, secondo me era già in crisi quando siamo arrivate. Sapeva che stava facendo una cavolata a partire, ma forse aveva bisogno di partire per rendersi conto della cavolata che stava facendo.
- Va beh, dai, prepariamoci, altrimenti tu non vedi Bastien e a me manca già Daniel - dice, ridendo.
Le sorrido e vado in bagno a vestirmi. Mezz'ora dopo siamo già pronte.
- Cazzo, come stai bene - le dico, quando esce dalla stanza con un tubino sopra al ginocchio, calze velate nere e un paio di scarpe nere col tacco 7 - ma non hai freddo?
- Parecchio - risponde, ridendo - ma di elegante ho solo questo. Spero che a Daniel piaccia.
- Sicuro che gli piace - dico - io come sto?
- Sei un incanto - risponde, sorridente.
- Mi allacci la collana? Da sola non riesco...
- Va bene - mi dice - fatto, vai a specchiarti.
Mi specchio e per una volta mi piaccio.
- Andiamo?
- Ok. Andiamo.
- Prenditi un foulard da coprire le spalle. Adesso lo prendo anch'io.
- Ok.
Usciamo. Il taxi che Josiane ha chiamato è già sotto casa nostra.
- Puntualissimo - commenta, entrando.
- Dove vi porto, ragazze? - chiede il taxista.
Josiane gli allunga l'indirizzo scritto su un foglietto.
- Ah, proprio Montmartre. Sì, sì, ho capito dov'è - commenta.
Arriviamo al locale di Daniel e lui è in piedi appoggiato al muro esterno e si sta fumando una sigaretta. Appena vede Josiane, tossisce e gli va di traverso il fumo.
- Cazzo, stai da favola - dice, vedendola.
Ovviamente si baciano. Non si sono visti per tre mesi e hanno una voglia matta di baciarsi. Se ne fregano totalmente della mia presenza, esistono solo loro in questo momento, ma vederli baciarsi è stupendo perché sembrano una cosa sola. Sono dolci, si vede proprio che si amano. Mentre penso queste cose, Daniel si stacca da Josiane e mi saluta.
- Dai, andiamo dentro - dice.
Il locale è bellissimo, mi piace tutto, come l'hanno arredato, il colore delle pareti, le sedie, i tavoli, i poster.... i poster!!!!! Ho gli occhi a cuoricino!!!
- Cazzo, ma avete messo il poster di Chris Martin!!!!!! - urlo.
- Beh, è il frontman dei Coldplay - commenta Daniel - semplicemente un mito.
- Io semplicemente li adoro i Coldplay - gli dico, sorridendo.
- Allora al nostro matrimonio dobbiamo assolutamente metterli, Jo - commenta - se tua sorella li adora!
- Ma chi sono i Coldplay? - chiede Josiane.
- Nooooooooo non devi farmi queste domande!!!!! Daniel, dille qualcosa...
- Appena mi riprendo - dice, ridendo - Jo, vieni, che ti spiego tutto intanto che arrivano i miei con Bastien, Hélyette e anche i tuoi - aggiunge, sedendosi in una delle poltrone vicino all'entrata e prendendo in braccio mia sorella.
La bacia: prima sulla bocca, poi sul collo, poi sulla spalla. Josiane si alza in piedi.
- Dai, c'è Chloé - commenta, imbarazzata.
Lui la riporta sulle sue gambe prendendola per una mano.
- Se ne farà una ragione, sono tre mesi che non ti vedo - dice, riprendendo da dov'era rimasto.
Esco fuori dal locale. Mi appoggio al muro. Mentre sono lì che penso, vedo arrivare Bastien ed Hélyette insieme a due adulti: i genitori di Daniel.
To be continued...
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