Cap. V
Ahh, ecco il lato negativo dell'essere semidei. I fantastici sogni che non ti lascio dormire neanche se ingaggi un figlio di Ipno per darti un sonnifero. Quella notte specifica sognai sangue, sangue e dolore. Meglio se mi spiego. Nel sogno era notte e camminavo per il Campo Mezzosangue, sola e infreddolita. Un forte vento mi faceva rabbrividire in continuazione, cosa strana in quanto al Campo la maggior parte degli eventi atmosferici non ci toccano qui. Il cielo era nuvoloso e probabilmente presto avrebbe incominciato a piovere a dirotto. Che cosa stavo facendo? Non ne ho idea, chiedetelo al mio sogno. Superai le ultime Capanne e corsi nella foresta. Nel buio corsi fino a che non mi bloccai. Creai un piccolo fulmine tra le dita per vedere dove fossi e la luce illuminò il profilo di alcuni alberi. Dei grossi, alti, robusti e inquietanti alberi.
"Vattene! Scappa!" disse la mia coscienza.
Smettila di parlare, dissi alla vocina nella mia testa, tanto sai che sono tre anni che non ti ascolto più. Quindi, visto che la me del mio sogno era più strana della vera me, iniziai a fare conversazioni con gli alberi inquietanti. Gli alberi puntarono gli occhi su di me. Ci misi qualche istante prima di realizzare che gli alberi avevano gli occhi. Feci in tempo a vederli che già stavano iniziando a cambiare: diventarono lentamente più umani e l'ambiente più luminoso, uno a che non mi ritrovai nel corridoio della mia scuola.
Ottimo, da un sogno inquietante ad un vero e proprio incubo., pensai. Affianco a me Samantha e Isabelle (Esatto, mi ricordo ancora della loro esistenza dal primo libro!) stavano camminando e chiacchierando mentre si dirigevano verso la mensa.
«Allora, Micol, cosa ne pensi del mostro in aula di scienze?» mi chiese Sam
«Eh?! C'è un mostro in aula di scienze?- chiesi, cercando di prendere la collana al mio collo
«Sì, hai già avuto scienze, no? C O M E T I É S E M B R A T O I L P R O F E S S O R E?» ripetè Isabelle, scandendo ogni lettera. Stavo per rispondere qualcosa di vago, ma lei continuò: «Hanno detto che somiglia a Kelly!»
«Kelly?»
«Certo, il capo delle cheerleader! L'altra empusa!» spiegò Samantha. Mi bloccai e mi voltai verso di loro. I loro occhi erano rossi e spettrali e i loro volti stavano iniziando a trasformarsi. Il sogno andava sempre meglio.
"L'hai appena pensato! É un sogno! Svegliati e torna nel mondo normale!" suggerì la mia coscienza. Forse era utile dopotutto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro