Buon Compleanno
Sono arrivata ad una brillante e irrevrsibile conclusione, alla quale i medici che mi seguono sono arrivati circa tre anni fa:
Sono malata.
Ovviamente loro non la mettono così; loro dicono che è una condizione che migliorerà col tempo, e che non possono sapere se durerà per tutta la vita.
Tutte cazzate. Se fosse stata una cosa passeggera a questo punto lo avrebbero capito e me lo avrebbero detto.
All'inizio di tutta questa cosa, quando fui ricoverata la prima volta e per la prima volta tentarono una diagnosi, mi dissero che non potevano darmi una risposta certa perché ero troppo piccola. Quando sarei stata maggiorenne avrebbero potuto dirmi cos'era, anche se sicuramente per quando sarei stata maggiorenne sarebbe passata. E se non sarebbe passata, allora probabilmente non sarebbe passata più, ma era presto per pensarci.
Bene, ora sono maggiorenne. Ho compiuto i diciotto anni alle dieci e mezza di questa mattina, e non sono guarita. Anzi.
Sono stata bene (sono riuscita a sforzarmi di stare bene) per qualche mese e pensavo di stare guarendo, che stava finendo tutto. Poi sono tornata punto e a capo meno di una settimana fa.
Il motivo per cui non mi ero ancora arresa era la speranza che sarei guarita del tutto. Ogni volta che sentivo la malattia tirarmi giù io resistevo, pensando che gliel'avrei fatta vedere a quegli strizzacervelli del cazzo che tentannavano, dicendo che forse non sarei guarita. Mi alzavo la mattina e pensavo: stasera starò ancora bene. E quando ci riuscivo pensavo: fottetevi sapientoni del cazzo, sto guarendo anche senza il vostro sostegno, anche con i vostri dubbi. E aspettavo il giorno che li avrei visti tutti insieme, il giorno in cui sarei guarita del tutto, solo per sbattergli in faccia che si sbagliavano a dubitare, che io ero sana ed ero molto più forte di quello che loro credevano.
Ma ho perso, e loro avevano ragione. Anzi, anche più ragione di quello che dicevano.
Ho fallito, e mi sono stancata di lottare contro le onde. Non ho intenzione di sforzarmi un briciolo di più.
Non voglio continuare a vivere come un'ameba illusa, e dato che non ho altre alternative di vita, preferisco smettere di vivere.
Che avevo detto? Back in the same chapter again. Voglia di morire, voglia di farmi male, voglia di smettere di esistere.
Come si fa a convincere una persona ad andare avanti se ha perso la speranza? La speranza più grande e importante che aveva, di fronte alla quale tutti gli altri desideri e le convinzioni si sbriciolano?
Mi dispiace di abitare solo al primo piano.
Natalinna
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