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9: Spiegazioni

Daniél
"Miss Mary, ma come ha fatto?"
Lei mi guardò con un'espressione interrogativa. Insomma: l'aveva frustata con energia, ma lei non aveva ferite sulla schiena, eccetto il graffio provocatole dall'urto con il terreno.
"A fare cosa?" chiese.
"Io ho sentito le grida e i colpi, ho visto le ferite aprirsi sulla schiena di Diana... eppure la sua pelle è immacolata, come quando lei l'ha curata in ospedale" dissi.
"Non l'ho frustata veramente" mi disse, "ho creato una sorta di illusione ottica."
Naturalmente mi disse questo in un sussurro, per evitare che la direttrice la sentisse e si accanisse ancora su quel corpicino inerme.
"Oh mio Dio... e perché lei ha gridato?" le chiesi, parlando sempre a voce molto bassa, per evitare che lei mi sentisse.
"Lei ha gridato perché purtroppo la sua sfera psicologica ora è molto fragile. Il solo sibilo della frusta le fa paura, ed ha ragione. Anch'io ne avrei paura, specialmente se la mia casa fosse una scuola con convitto interno nella quale non si fa altro che punire i ragazzi così..."
"Oh santo cielo!" esclamai prendendo in braccio Diana e portandola via.
La sua maglietta ormai serviva a poco, quindi me la strinsi al petto per coprirla e, insieme a Miss Mary, mi diressi verso la sua stanza.
"Sei stato molto gentile a cambiarle le lenzuola." disse Miss Mary, mentre adagiavo la piccola sul letto e le mettevo addosso una coperta che potesse coprirla quasi interamente, tranne la testa.
"Erano sporche di sangue, strappate in più punti, e non credo le potessero essere utili. Sono certo che non gliene avrebbero date altre se si fossero distrutte completamente."
"Non so se hai mai fatto caso a una cosa" disse Miss Mary, indicando la porta della stanza di Diana.
Guardai la porta e vidi una specie di rombo di ferro attaccato ad un grosso elastico.
"Anche questo!"
Sapevo cos'era, sapevo per cosa era usato quell'affare e il solo pensiero di quello che sentivano i ragazzi nel vedere ogni giorno quell'arnese di tortura mi fece rabbrividire: la sola vista di quel coso poteva atterrare la psicologia di chiunque. Vedere sempre l'"arma delle punizioni", ventiquattro ore al giorno, con il terrore che quell'arma si abbattesse sulla schiena di chi era costretto ad osservarla. Mi coprii gli occhi con le mani: quell'arnese mi faceva orrore.
"È terribile, vero?" mi chiese Miss Mary. "Loro vogliono distruggere chiunque sia povero e per farlo arrivano a torture fisiche e psicologiche..."
Sentivo gli occhi bruciare terribilmente e mi maledicevo perché ero un Intoccabile. Afferrai quell'affare attaccato alla maniglia della porta, aprii la finestra, mi assicurai che nessuno passasse per il giardino e lo lanciai. Sentii uno splash: per fortuna l'oggetto era semplicemente caduto in acqua.
Diana
Quando mi svegliai ero nel mio letto, avevo addosso una pesante coperta che mi copriva tutto il corpo eccetto la testa e la prima cosa che feci fu guardarmi intorno. Posai lo sguardo sulla maniglia della porta della mia stanza e, quando mi accorsi del fatto che la frusta non c'era più, mi sentii bene, come se mi avessero iniettato qualcosa di curativo ed istantaneo. Avevano tolto quell'arnese da dietro la porta)
"Piccola, tutto bene?" mi chiese Miss Mary.
Mi limitai ad annuire, perché fisicamente ero troppo debole per risponderle.
"Non hai dolore, vero?" mi chiese ancora.
Io mi indicai la testa, che mi scoppiava come se qualcuno vi stesse sbattendo un martelletto.
"Vieni qui!" mi disse lei. La sentii sedersi accanto a me e mi fece poggiare la testa sulle sue gambe per poi accarezzarmi piano i capelli e le guance, portandomi a rilassarmi. Le sue mani a contatto con il mio viso avevano un tocco delicato e dolce. Sentivo una ciocca dei suoi capelli sul mio viso e quel tocco, quei ricci, quella tenerezza che mi aveva dimostrato e quegli occhi, tanto dolci ed espressivi, mi ricordavano tanto mia madre!
"Mamma..." sussurrai, ricordando quello che le era accaduto.
Sentii Miss Mary irrigidirsi, come se fosse stata colta completamente di sorpresa!

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