Diana
Il mio protettore non trovò nessuno che volesse curarmi, ad eccezione di Miss Mary.
"Vieni qui, piccola. Sdraiati, piano piano" mi disse con il suo solito tono gentile.
Io mi distesi sul letto e Miss Mary, con delicatezza, mi spalmò una crema fredda sulle ferite mentre Daniél mi teneva la mano, più precisamente la sinistra.
"Se senti dolore stringila pure, va bene?"
Miss Mary aveva le mani morbide e un tocco delicato e materno, parola che sarei stata in grado di utilizzare se mi fosse stato concesso di conoscerlo bene quel fantomatico tocco.
"So che non ti è facile, ma cerca di rilassarti il più possibile." mi disse iniziando ad applicarmi il primo cerotto sulla schiena. "Piccolina, cercherò di tenerti alla larga dalla direttrice o da chiunque altro e spero di riuscirci per il tempo necessario alla cicatrizzazione delle ferite..."
Guardai il viso del mio protettore. Era contratto, come se stesse per esplodere.
Miss Mary continuò a fare il suo lavoro, poi mi diede una fascia e disse: "Piccola, temo che dovrai mettere anche questa, in modo che le ferite non si riaprano. Ti farà male!"
Mi alzai, feci passare la fasciatura dalla testa e me la infilai addosso.
Era alquanto doloroso, ma mai quanto le frustate che mi aveva dato quella donna e che mi stavano portando alla follia. Lo sapevo che il mio equilibrio era ormai instabile.
Mi bastava un nonnulla... solo il pensiero di quelle cose di legno macchiate di rosso, delle ferite che si aprivano sulla schiena dei miei amici o del dolore che mi veniva inflitto per perdere la testa ed avere allucinazioni, come mi accadde in quel momento.
"Per favore, fateli uscire! Mi faranno a pezzi! Vogliono uccidermi!" dissi.
"Tesoro, calmati" mi disse Miss Mary posando la sua mano morbida sulla mia schiena. In genere quel contatto mi provocava dolore. Persino a contatto con il materasso la mia schiena bruciava terribilmente, specialmente dopo uno scontro con la direttrice, qualche insegnante o uno degli Intoccabili più cattivi. Sentii che il bruciore che provavo si attenuava un po' per volta... fino a sparire.
"Non succederà niente, piccola" mi disse, muovendo la sua mano su e giù per la mia schiena. Com'era possibile che lo spostamento della fascia non mi provocasse nessun fastidio?
"Ti giuro che un giorno ti porterò via da qui, piccola!" promise Daniél.
Ci speravo, ma non potevo certo creare problemi a lui per ottenere questo!
In più c'era qualcosa che non riuscivo proprio a spiegarmi: perché il dolore mi era passato così improvvisamente?
Mi sentivo come Harry Potter quando, nel libro: "Harry Potter e la Camera dei Segreti", era stato curato da Fawkes la fenice!
Possibile che per me il tocco di Miss Mary equivalesse alle lacrime di Fawkes? Insomma: Harry Potter è un libro e questa è la vita reale.
Io, poi, avevo avuto quel libro perché Miguel, il custode, mi aveva regalato i libri di Harry Potter di nascosto e poiché all'inizio non facevamo attività oltre a quelle mattutine, io mi chiudevo nella mia stanza e li leggevo di nascosto... poi, però, avevo scoperto che Juan aveva altri libri fantasy e la direttrice, dopo averli trovati e bruciati davanti ai suoi occhi, gliene aveva date di santa ragione, lo aveva rinchiuso nello scantinato del collegio e l'aveva lasciato a pane e acqua per otto giorni.
In quel periodo Juan si era ammalato e, se non ci fosse stato Miguel che aveva chiamato un medico, forse lui non sarebbe riuscito a sopravvivere a lungo.
Quel ricordo mi fece raggelare.
Sentivo il mio respiro farsi sempre più rapido, come pure il mio battito cardiaco e strinsi forte il cuscino al mio petto.
"Calmati tesoro mio, ci siamo noi!- disse con dolcezza Miss Mary.
"Miss Mary, io la ringrazio... ma lei come ha fatto a curarmi? Non sento più alcun dolore e non capisco come sia possibile!"