Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝕺𝖕𝖆𝖑 ꧁៙ottavo capitolo៙꧂

Era giunto il momento di riprendere in mano la mia vita, di riprenderla da lì dove l'avevo lasciata.

Quali erano le differenze che avevo trovato? Tante, o forse nessuna.
Il mio tenero Casper era nuovamente con me, anche se la strada verso il vero perdono penso fosse ancora lontana.
Non mi importava, avrei atteso tutta la vita per lui.

Quella mattina ero nel letto di casa, con Elia al mio fianco che dormiva beato. Era sdraiato in posizione prona con un braccio sopra il mio ventre. Anche nel sonno voleva avermi vicino.
Sorrisi nel vedere il sui viso disteso esattamente come quando dormivamo insieme da piccoli.
All'epoca non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei risvegliata nuda con lui, dopo ore di sesso sfrenato.

E tutta quella scena sarebbe stata dolcissima se la mia testa non avesse deciso di iniziare a lavorare come una forsennata.

In quel silenzio, con solo i respiri di Elia e di Orso a riecheggiare, le questioni in sospeso stavano tornando a galla come oggetti di una nave affondata.
Tutti, uno per uno.

Tra cui, il più grande ed enorme, la questione di Vincenzo.
Aveva ripreso tutte le volte che si era scopato mia sorella e aveva inviato i video a quella vecchia senatrice depravata.
Tutto per i soldi.
E, se quel briciolo di sesto senso che Nyx mi aveva trasmesso serviva, ero certa ci fosse altro a sfuggirmi.

Aveva iniziato quel giro di violenze con me, strappandomi la verginità con quell'altro schifoso del suo amico.
E se anche con me avessero ripreso tutto e venduto il mio dolore?
Se non fosse stata solo una bravata come Claudio mi aveva confessato?
L'idea mi stava facendo venire il vomito.

Mi alzai dal letto facendo attenzione a non svegliare Elia. Meritava di dormire dopo tutto il tempo che mi era stato accanto in ospedale.
Orso si svegliò non appena misi un piede a terra, saltellando come una molla dall'impazienza. Aprii la porta e lo lasciai scorrazzare nel cortile.
Con me avevo preso anche le sigarette.
Che altro brutto vizio mi ero presa, però, la nicotina mi avrebbe aiutata a scacciare quel moto di nausea che avevo ormai alla bocca dello stomaco.

Avevo paura anche nell'immaginare la mia idea, il pensare all'esistenza di un video di quel giorno, magari conservato in qualche database e rivisto chissà quante volte.
E, forse, ci si saranno anche masturbati sopra.

Avevo pochissimi ricordi vaghi di quel giorno. Qualche parola confusa, e mani ovunque. Dita che arraffavano la mia carne con bramosia e impazienza, sangue, dolore, lacrime... poche scene, come un film la cui pellicola rovinata lascia intravedere solo qualche istante di ciò che conserva.
Ma quel giorno non mi ha mai abbandonata. Sono sopravvissuta, ma su di me i segni sono rimasti. A causa di quella violenza il mio apparato riproduttore è stato compromesso, distrutto e ormai incapace di accogliere la vita.
Vincenzo e Claudio mi hanno strappato la possibilità di essere madre.

Fino ad adesso quel diritto non mi era mai importato. Un figlio era quanto di più insensato una persona potesse volere. Ma, adesso, con Elia nel mio letto e un amore forte a scaldarmi il cuore, un parte di me vorrebbe un giorno dar vita a questo sentimento e provare ciò che significhi avere una famiglia.
Una famiglia che non penso di aver mai avuto. Sarei stata curiosa di sentire cosa si provi ad essere una madre, a guardare negli occhi una creatura specchio di se stessi... E, invece, mi è stata strappata.

Claudio ha subito la mia vendetta, Vincenzo adesso non potrà mai più camminare. Mi ero vendicata, li avevo fermati, ma questo non mi aveva ridato ciò che avevo perso.
L'unica mia consolazione era aver salvato mia sorella da un destino simile al mio. Olimpia adesso era libera di amare e aveva una famiglia.

Orso incominciò ad abbaiare e scodinzolare verso la porta alle mie spalle, e io fui abbracciata.
«Questa per favore la togliamo, ok?» mi disse Elia sfilandomi la sigaretta dalle dita e gettandola a terra.

«Anche appena sveglio sei il solito petulante» risposi mettendo su il muso.
«Ti amo, e a te ci tengo. Non voglio vederti ancora stare male».

Sorrisi, nonostante lui non potesse vedermi. Un tempo non avrei permesso a nessuno di darmi un ordine, ma Elia mi aveva cambiata. Avevo compreso che l'amore è anche impedire a qualcuno di farsi del male.

Mi voltai nel suo abbraccio e gli passai le mani attorno al collo.
«Non volevi dormire ancora un po'?»
«Ho riposato abbastanza. Non sono più abituato a passare tanto tempo su un letto da solo» concluse con un sorriso.

Ci baciammo teneramente, entrambi avevamo ancora i vestiti con cui eravamo andati a dormire. Era una mattinata di fine settembre, faceva abbastanza caldo per poter restare tranquillamente così anche fuori.

«Beh, allora dopo potremo tornarci...»

***

Era stato il primo giorno felice dopo tantissimo tempo. Con Elia anche fare le piccole cose era meraviglioso: rifare il letto, cucinare, apparecchiare, pulire... sembrava un angolo di paradiso solo nostro ed era per questo che non volevo contaminare la giornata con i miei pensieri.
L'indomani sarebbe dovuto andare a lavoro, l'ospedale lo aspettavo. Mentre io ormai non avevo nessun lavoro.
Avevo lasciato il Diamond, la mia vita, e dovevo adesso ricostruirmi tutto.
Essere una mistress non era compatibile con ciò che avevo scelto. Mi sarebbe mancato, ma non abbastanza come invece mi era mancato Elia.

Ma, il Diamond, restava la mia seconda casa. Ed era lì che avrei trovare risposte alle mie nuove paure.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro