//Liberamente ispirata agli ideali di Oscar Wilde che nei testi non reputava assolutamente necessaria la presenza di un insegnamento di un qualsiasi valore morale. Scandalizzatevi, se volete, fate pure come credete ed io farò lo stesso. (Precisando che comunque io non reputo questo testo un Buon testo, quindi scritto bene, come avrebbe detto Wilde).//

Ci sono molte cose in questa vita che non comprendo.

La mia visione del mondo, intenso come l'intero universo, è molto vasta.

Oggi ho assistito a una lezione sul movimento letterario dell'Estetismo attraverso l'analisi della prefazione del romanzo "Dorian Gray" di Oscar Wilde, maggiore esponente di tale corrente artistica. Devo dire che per tanti aspetti mi ritrovo molto in questo stile il cui scopo è un po' quello di rendere la propria vita un'opera d'arte. Tale conclusione è stata da me già raggiunta più di un anno fa, mi son sentita come se fossi appena uscita da un lungo tunnel sotterraneo, buio, e avessi scorto finalmente la luce.

Sticazzi è un po' un motto di vita in questo periodo, un chiaro invito a godersi l'esistenza a prescindere da tutto il resto.

Io nella vita vedo una marea di strade, di sfumature, di situazioni e di suoni; vedo un arcobaleno di novità. Non mi fermo alla quotidianità. È difficile non fermarsi, lo so. Soprattutto quando sei apparentemente costretto a restar lì per tutta la vita, dopo che sei stato cresciuto con l'unico scopo di trovar quel posto e piantarci radici fino ad appassire di vecchiaia.

È difficile non impossibile, non siamo obbligati.

Non mi voglio fermare alla quotidianità.

Sarebbe da stupidi farlo, cedere a gioie apparenti e vane se confrontate con quelle reali che si potrebbero avere, senza parlare delle false delusioni, dettate da tradizioni sociali.

Non m'interessano i voti scolastici, non m'interessano le formalità, non m'interessano le convenzioni, non m'interessa il lavoro né il matrimonio né la famiglia.

Io non voglio essere limitata.

Ecco, ecco perché ci sono cose che non accetto.

Per esempio: mia madre, mia madre che soffre per un motivo privo di reale valore.

Mia mamma ha perso il colore della vita, è cresciuta in un mondo bianco e nero e ora questa nuova luce la fa soffrire e la destabilizza.

Non dovrei incolparla, è vero, non ne può nulla, ma il fastidio è inevitabile. Perché se tutti vedessero i colori che vedo io molti problemi nemmeno esisterebbero.

L'amore di una donna per una donna è "Normale", sempre che questa parola abbia davvero senso di esistere nel mio vocabolario (e forse non lo ha).

Mamma, non sono un'eccezione, così come non lo sono perché ho gli occhi marroni piuttosto che verdi.

Dici che avresti voluto la Normalità e altro non chiedevi, ma ringrazia che io sia nata al pieno delle mie facoltà fisiche e mentali.

Soffri e mi dici che non lo sai il motivo.

Mi dici che ti fa schifo immaginare due donne che si baciano e a me fa schifo pensare che questo tuo ribrezzo possa essere rivolto anche nei miei confronti.

Hai detto che seguo la moda, la moda della Diversità, e allora ti rispondo che, seppur questo mio cammino sia naturale e non dettato da un'influenza del momento, io sono contenta di camminare verso la Diversità perché a me la Normalità proprio non piace mamma.

Non voglio restare nello stesso posto, non voglio far ingrigire il mondo, non mi voglio fermare.

E se a te, mamma, fa soffrire pensare a tutto questo, a me, mamma, non interessa. Perché io vedo oltre quella siepe e non mi spavento e posso benissimo andarci da sola verso la Diversità se te mamma preferisci restar lì, nella tua beata ignoranza.

Fa' come vuoi e come credi ed io farò lo stesso.

Angolo immagine

Ho deciso di mettere l'immagine di questa celebre opera di Klimt intitolata "Danae" narrante appunto il mito di Danae.
Nel dipinto la donna è figurata mentre viene fecondata da Zeus trasformatosi in pioggia d'oro.
A me l'opera è sempre piaciuta tantissimo e tutto ciò che mi trasmette è Piacere e la bellezza di tale piacere, nulla di più adatto al mio testo.