ZACK p.o.v.
Non ne potevo più di vedere lei ed Ayato comportarsi come una coppia così me ne andai.
Mentre camminavo in un lugubre bosco, alberi alti che quasi impedivano la visione del cielo notturno costernato da stelle E con una bellissima luna piena, vidi una ragazza in ginocchio sporca di sangue con in mano un coltello piuttosto familiare,ebbi la conferma quando vidi dei capelli biondi svolazzare a causa del vento,lasciando intravedere i suoi occhi blu,quegli occhi blu,pensavo che non l'avrei mai rivista.
I suoi occhi erano tristi e stanchi, io inpugnai saldamente la mia falce e feci qualche passo verso di lei sorridendo.
Lei è stata la prima persona a farmi provare dei sentimenti,avevo bisogno di qualcuno che prendesse il suo posto,Hikaru,ma non sono mai riuscita a dimenticarla.
La ragazza si voltò mentre stringeva il coltello,benché avesse la lama inclinata.
Spalancò i suoi occhi e delle lacrime iniziarono a caderle giù dagli occhi.
Si alzò di scatto e venne verso di me tirandomi uno schiaffo così forte che il suono rimbombò nella foresta.
Io: Ahia,ma si può sapere che ti prende?
R: Sai da quanto tempo è che ti sto cercando?
Io scossi la testa,lei mi aveva cercato di nuovo,io l'avevo lasciata andare perché era stata ferita di nuovo e non volevo più vederla in fin di vita a causa mia.
Poi fece qualcosa che mi lasciò di stucco,posò le sue morbide e delicate labbra sulle mie,ecco che si ripresentavano quelle sensazioni solo con lei provate come il cuore che va all' impazzata, lo stomaco che si contorce e il fiato corto.
Io: R-Ray...
R: Zack,io ti amo...
Disse con la voce talmente flebile che dire che aveva sussurrato era un eufemismo.
Ma io l'avevo sentita,così con scatto felino la strinsi saldamente fra le mie braccia.
Indossava una camicia da notte bianca,ingiallita dal tempo con delle macchie bordeaux,di sangue ormai secco.
Ray era stanca, non riusciva a camminare così la presi in braccio e la portai alla villa.
La portai nella mia camera,gli diedi la mia felpa grigia e lei si cambiò, usò un paio di miei boxer come pantaloncini.
La feci stendere sul mio letto e con una rapidità impressionante Rachel aveva chiuso gli occhi cadendo in un sonno profondo.
L'espressione del suo volto era rilassata ma solcata dalla stanchezza,le sue labbra morbide e dolci erano leggermente screpolate e aveva le braccia e le gambe piene di piccoli graffi e qualche macchia violacea.
Le sue mani delicate erano ricoperte da graffi e lividi mentre le nocche erano ferite.
Che cosa aveva passato la piccola Rachel a causa mia.
Era quella la domanda che mi si era fissata nella mente,era tutta colpa mia,se solo non mi fossi arreso all'idea di averla al mio fianco sarebbe stato tutto più facile per me e per lei,di questo ero più che certo.
Io sospirai e poi sentii Rachel chiamare il mio nome e dire ripetutamente no,mi stava sognando e a giudicare dal sudore e dalla sua espressione si trattava di un incubo che mi aveva come protagonista, mi sentivo male sapendo di averla fatta soffrire per così tanto tempo.
Mi stesi al suo fianco e strinsi le mie braccia attorno al suo esile corpo stringendola,avvicinandola il più possibile a me.
Io: Non ti lascerò andare ancora.
Lei sembrò calmarsi e un sorriso si dipinse sul suo volto mentre si ranicchiava tra le mie braccia facendomi sorridere a mia volta.
Era lei,era qui e io non avevo alcuna intenzione di separarmi nuovamente da lei qualunque cosa,anche a costo di rischiare la mie stessa vita.