Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

1

- Caprelli.

Un uomo, dai capelli brizzolati, urla il mio cognome a squarciagola, come se non fossi lì davanti ai suoi piedi, con lo zaino semivuoto sulle spalle, il cellulare in mano e gli occhiali da sole inforcati. Effettivamente vorrei non essere lì, ma a casa, sdraiata sul mio letto, con le cuffiette nelle orecchie, a non fare assolutamente niente di quello che mi obbligheranno a fare nei prossimi giorni. Vorrei essere fuori a divertirmi con le mie amiche e già rimpiango i sabati e i venerdì in discoteca, a bere alcolici, a fare after in giro, a vedere la notte che cambia volto e si trasforma in giorno, a farci i selfie da postare su Instagram, a taggarci nelle rispettive foto e a ridere, come se non ci fosse un domani. Vorrei avere una famiglia che mi ama per come sono e non una che mi ha voluto perché figli non poteva averne. Vorrei avere intorno persone che mi aiutino a crescere, che nonostante le mie urla e il mio modo di fare riescano a calmarmi e ad ascoltarmi. Vorrei avere intorno gente che non se ne va alla prima difficoltà, perché noi adolescenti siamo fatti così. Sfidiamo le persone per capire quanto potremo poi fidarci di loro. Le mettiamo alla prova, finché non cedono e ci danno ragione. Una ragione che non vorremmo mai avere perché significa allungare la lista dei nomi di chi è uscito dalle nostre vite senza chiederci il permesso. In quattordici anni ho conosciuto troppe persone che se ne sono andate, primi fra tutti i miei genitori, quelli biologici, quelli che non ho mai visto, neppure in foto. Se nemmeno loro mi hanno voluta, come posso pensare che in giro ci siano persone disposte a volermi bene?

- Che cazzo urli? Sono davanti a te, ciccione di merda - commento, spostando una ciocca di capelli sulle spalle mentre il tizio mi guarda come se volesse tirarmi uno schiaffo.

Lo so. Me lo meriterei anche. Sono troppo indisponente, ma cerco persone con le palle capaci di sopportarmi e so già che non le troverò.

- Signorina, le sembra il modo di esprimersi?

- Sì, mi sembra. Problemi? - mi tolgo gli occhiali da sole e lo guardo dritto negli occhi finché non lo sento tirare un gran sospiro e procedere con l'appello.

Nessuno è più capace di sgridarmi come si deve. Non c'è più neanche gusto a fare i cattivi perché nessuno è capace di tenermi testa a dovere. Non appena finisce l'appello ci spedisce tutti sul pullman. Mi siedo nei posti in fondo e non ci penso nemmeno due volte. Un ragazzo rossiccio e leggermente allampanato mi solleva per un braccio.

- Spostati, cogliona, questi posti sono per me e per i miei amici.

- Coglione sarai te, ma ti sei visto? - mi alzo e gli tiro un calcio là sotto, guardandolo con un'espressione soddisfatta - con chi pensavi di avere a che fare, eh? Con Heidi e le sue capre?

- Veramente qui ci sono solo vacche e tu sei la regina - risponde uno dei suoi amici, ridendo.

- Almeno sono regina di qualcosa, tu invece sei talmente inutile che non riesci neppure a stare sui coglioni alla gente perché la gente non ti calcola nemmeno!

- Ma levati dal cazzo, troietta - uno dei suoi amici mi afferra per un braccio e mi butta per terra, fra i sedili del pullman.

- Ma vaffanculo - urlo, raccogliendo il mio zaino.

- Lasciali perdere - commenta una ragazza, alle mie spalle - fanno sempre così con i nuovi arrivati. Se vuoi puoi sederti vicino a me. Mi chiamo Giulia.

Ancora non ci credo di essermi lasciata gettare a terra così, senza provare a ribattere, ma mi hanno presa in contropiede e rimango con il nervoso fino alla sosta in autogrill.

- Sono Alice - rispondo, senza troppe presentazioni, mentre mi siedo.

L'uomo grassottello di prima sale e inizia a perlustrare i vari sedili finché trova qualcosa che non va nel mio.

- Signorina, gli zaini vanno lasciati giù nel baule. L'ho spiegato proprio poco fa.

Senza lasciarmi il tempo di rispondere, afferra il mio zaino, ma una delle due tracolle si infila nel bracciolo poggiagomito e dalla tasca semiaperta centrale volano fuori tutti i miei assorbenti. Divento involontariamente viola mentre l'uomo lascia perdere il mio zaino e si china a raccoglierli. Uno dei ragazzi dei posti in fondo urla:

- Ci godo, troietta.

Faccio finta di non ascoltarlo, perché l'indifferenza paga sempre e guardo malissimo l'uomo che li ha fatti cadere e che ora me li sta allungando mentre li raccoglie. Li infilo subito nello zaino e senza replicare lascio che lo porti giù nel baule. Giulia mi guarda e non riesce a smettere di ridere.

- Porca miseria, sto morendo - commenta - ma hai reagito bene, dai.

- Ma che cazzo vuoi? Qualcuno ti ha chiesto qualcosa? - rispondo, facendo la scontrosa.

- Oh, stai calma, eh? - risponde, ridendo - sei permalosa per caso? Con me becchi male, allora, io scherzo sui difetti della gente e muoio per le figure di merda. Sarà che con la mia best ne faccio tante che ormai mi piscio addosso solo a raccontarle.

- Non parlarmi di pipì - inorridisco - non riesco a farla nei bagni pubblici e il viaggio durerà quattro ore. Lasciami stare, voglio pensarci il meno possibile.

- Scusa, dai, era per dire. Comunque in quattro ore prima o poi dovrai farla, se te la fai sotto poi dovrai vedertela con le battutine irrispettose di quelli là dietro. Marco non perdona.

- Marco chi sarebbe?

- Il ragazzo di cui occupavi il posto. Si siede sempre là in fondo ogni estate. Viene in campeggio da quando aveva dieci anni.

- E adesso quanti ne ha?

- Diciassette, ma togliti dalla testa di poterlo avere. Ha la fila dietro e pare sia estremamente fedele alla sua ragazza.

- Solo perché ha un paio di occhi verdi e lo sguardo figo non significa che gli debba per forza leccare il culo.

- Te lo dico perché ho visto tante ragazze prima di te mettersi in ridicolo davanti a lui solo per farsi accarezzare una guancia.

- Io non sono come le altre. E poi le altre vogliono una storia seria, io voglio solo divertirmi. Nessuno alla fine è estremamente fedele, fidati. Nemmeno quelli grandi.

- Sei stata con persone molto più grandi di te? - mi chiede Giulia, sgranando gli occhi.

- Tu no? Sfigata - commento, ridendo - scommetto che hai l'età di Marco e che alla mia eri una di quelle che gli morivano dietro per la storia della guancia.

- No, non ho l'età di Marco - commenta, ridendo - ho quasi vent'anni. E tu?

- Quattordici fatti da poco.

- Sembravi più piccola. Pensavo fossi in prima media. Per quello ho chiesto.

- Beh allora prima di giudicare pensa a cambiare oculista, cogliona.

- Certo che giudico! Ti sembra normale che a 14 anni tu faccia cose con ragazzi più grandi?

- È la mia vita, io faccio quel cazzo che mi pare.

- Ma i tuoi non ti dicono niente?

- E cosa mi devono dire? Non sono mica loro quelli che devo baciare!

- Bah - commenta - sinceramente non capisco le persone della tua età che non vedono l'ora di farlo solo per dire che l'hanno fatto.

- Se non trovi nessuno che ti scopi devono essere anche affari miei? Ma chiudi quella cazzo di bocca - afferro le cuffiette e me le infilo nelle orecchie, dopo averle fatto il dito medio.

Giulia mi guarda scocciata e poi mi obbliga a spostarmi. Sono riuscita a farmi odiare in meno di dieci minuti e il pullman non è ancora effettivamente partito. Sono una grande.

- Non ci posso credere! Ci sei anche quest'anno, forte!

Una ragazza mi travolge per andare a salutare un'altra ragazza. La abbraccia felicissima. Come fai ad affezionarti così tanto a una persona che avrà quasi il doppio della tua età, spiegamelo!

- Sì, alla fine sono riuscita a prendermi qualche settimana di ferie per portarvi in campeggio - risponde.

È alta, ha i capelli castani lisci e scalati, è leggermente truccata e porta un paio di occhiali da sole della mia stessa marca. Indossa un paio di jeans e una maglietta di quelle larghe. Forse vuole nascondere i fianchi. Ha uno di quei visi anonimi che non noteresti nemmeno se ti ci metti d'impegno. Ha un'aria un po' sfigata e il fatto che non porti anelli mi fa pensare che nessuno se la pigli, un po' come farà sicuramente la gente con persone come Giulia. La tipa che l'ha abbracciata si stacca e continua a essere felice per la presenza di questa ragazza.

- E tu? Sei rimasta senza posto? - mi chiede, non appena il suo sguardo mi mette a fuoco.

- Beh, sì, questo pullman è popolato da coglioni - commento.

- L'autoironia è il sale della vita - risponde lei, ridendo.

- No, ma io non mi stavo dando della cogliona, dicevo in generale.

- Sì, ma sono tutti a sedere e tu l'unica in piedi. Sinceramente di cogliona ne vedo solo una. 

- Io non ho scelto di stare qui, sono i miei che mi hanno costretto a venire.

- E allora significa che se i tuoi ti hanno costretto a stare con dei coglioni vuol dire che sotto sotto pensano che anche tu lo sia.

Perché ho l'impressione che mi stia sfottendo? Di solito sono io quella che sfotte!

- Ma ti sei vista? Qui l'unica cogliona sei tu - le dico, ridendo.

- Tu mi stai parlando quindi probabilmente non ti accontenti di stare con dei coglioni su un pullman popolato da coglioni, ma ti piace anche parlarci.

- Uooooo. Spenta - commenta, ridendo, la tipa che l'aveva appena abbracciata.

- Nessuno mi spegne, sono io che spengo la gente - replico.

- Beh, per smettere di essere una candela devi sparare almeno cinque thug life all'ora senza farti spegnere da altrettanti thug life - commenta - dare della cogliona alla gente è da dilettanti.

- Ma tu esattamente che cazzo vuoi da me?

- Solo che tu ti sieda. Sono una delle responsabili del campeggio e alla prossima parolaccia appena arriviamo ti faccio pulire i bagni a mani nude.

- Che minaccia del cazzo.

- Buon lavoro - mi getta addosso una spugna e poi va a sedersi nei posti davanti.

La tipa che l'ha abbracciata non ha smesso un secondo di ridere.

- Dai, vieni a sederti, la Cianni è fatta così.

- La chi?

- Si chiama Luciana, ma ormai qui è la Cianni. È una delle responsabili del campeggio da quando era maggiorenne. Se non la conosci da almeno un anno sei uno sfigato.

- Beh, è la prima volta che vengo a questo campeggio, poteva anche trattarmi meglio.

- Ti sfotte bonariamente, tranquilla. A me ha insegnato tanti thug life in questi anni che a scuola ormai ne riutilizzo uno al giorno. Ti insegna a difenderti o a sfogare la rabbia repressa come dice lei. Poi senza di lei i campeggi non sono nulla.

- Mi sta già sulle palle - commento.

- Solo perché ti ha spenta? Se te la prendi continuerà a sfotterti bonariamente finché non reagirai.

- E se reagissi dandole un pugno?

- Lo schiverà e ti prenderà da parte chiedendoti perché le volessi dare un pugno.

- Io non mi confido mai con nessuno.

- Con la Cianni è impossibile non confidarsi. Ti mette troppo a tuo agio. Ha 31 anni, ma riesce a capire bene i quindicenni.

- Odio le persone come lei che vogliono fare del bene e non capiscono quanto facciano del male. Perché affezionarsi a una persona che vedi solo una volta all'anno per due settimane di campeggio? Non ha senso.

- Preferisci una fetta di pane con la Nutella o una scatola di cioccolatini?

- Preferisco la fetta di pane. La Nutella non si tocca.

- La Cianni è come la Nutella. Se la adori ti accontenti di mangiarla anche solo su un'unica fetta di pane perché non la sostituisce nemmeno la garanzia di poter mangiare cioccolatini tutti i giorni grazie a un'intera scatola.

- Le persone come lei fanno presto a sparire. Meglio non affezionarsi.

- Veramente la conosco da quando avevo cinque anni e ora che ne ho 15 sono sempre super felice di passare del tempo con lei.

- Beh, allora buon per te - commento, scocciata.

- Comunque sono Beatrice, ma puoi chiarmarmi Bea.

- Alice - rispondo - ma se non mi chiami proprio è meglio.

- Perché? - chiede lei.

- Perché la gente come te mi urta i nervi.

- La gente come te invece mi scassa solo i coglioni.

- Spenta - un'altra ragazza si gira e le batte cinque - benvenuta a questo campeggio.

Le sputo in faccia e la osservo mentre estremamente schifata mi urla le peggio cose di questo mondo. Ma niente mi tocca, sono nella mia bolla, sto ascoltando la musica e tutto andrà bene. Finalmente sale anche il tipo grassottello e vedo che si mette alla guida del pullman. Chiudo gli occhi perché ho già parlato abbastanza per i miei gusti e aspetto la sosta in autogrill per comprare delle schifezze. 

***

Due ore dopo scendiamo. Metto il cellulare in tasca ed estraggo i dieci euro che tengo nascosti nella cover. Inizio a frugare fra i vari sacchetti di patatine quando una ragazza mi si avvicina.

- Mi accompagni in bagno che non ci si chiude bene dentro e ho paura che entri qualcuno?

- Tranquilla, fai cagare, se entra qualcuno non ti fa nulla di male - rispondo, guardando la sua faccia esterrefatta mentre si allontana.

Nessuno si aspetta tanta schiettezza eppure ne ho in corpo più di quanta immagini. Alla fine afferro due sacchetti e mi metto in fila alla cassa. Dietro di me compare la gang di Marco. Vedo che tengono in mano dei pacchetti di sigarette. Uno di loro mi dà improvvisamente una pacca sul culo. Mi giro arrabbiatissima.

- Come cazzo ti permetti, idiota?

- Ho guardato il tuo profilo Instagram mentre eravamo sul pullman. Quando ti devo dare per toccarti il culo?

- Stronzo - gli urlo in faccia.

- Più pezzo di merda di te si fa fatica.

- Marco, smettila - quella che chiamano la Cianni interviene e lo zittisce, convincendolo a passare da un'altra cassa - non farci caso - aggiunge - si diverte a provocare le ragazze.

- Non ho bisogno della guardia del corpo. So difendermi da sola. Non mi ammazzo se uno mi dice che sono peggio di un pezzo di merda.

- Va bene - commenta - se hai già le palle formate meglio per te, no?

- Anche per te. Ne hai uno in meno da sgridare.

- Bah, in realtà ne ho due in più. Te e chi ti manca di rispetto.

- Nessuno mi manca di rispetto. Faccio paura a tutti.

- Questa è buona - mi scompiglia i capelli - me la segno.

- Guarda che sono seria - ribatto, pagando le patatine.

Esco e mi appollaio sopra una delle ringhiere, sgranocchiando e bevendo coca cola. Guardo lo schermo del cellulare e mi accorgo che mancano ancora due ore di viaggio. Vedo la gente che esce dai bagni e mi chiedo perché debba avere questa stupida paura di farla quando sono fuori. La Cianni mi raggiunge.

- Fra cinque minuti torniamo in pullman. Sei già stata in bagno?

- No, non ci vado.

- Cosa significa che non ci vai?

- Che non piscio nei bagni pubblici.

- Perché?

- Perché mi fa schifo.

- Non ti fa più schifo sentire lo stimolo e sapere di non poterci andare?

- Sono abituata a tenerla per tanto tempo.

- Bah, contenta te. Guarda che mancano ancora due ore e hai bevuto un sacco di coca cola.

- Problemi miei, no?

Marco esce dall'autogrill e si avvicina alla Cianni. Afferra il mio sacchetto di patatine e lo butta per terra, passandoci sopra con i piedi.

- Questo significa essere leggermenti stronzi - commenta, fissandomi negli occhi mentre un suo amico mi prende in braccio e mi trascina dentro uno dei bagni gettandomi in un gabinetto.

Mi rialzo dopo aver urlato come una dannata, con la rabbia a mille e il culo bagnato fradicio di acqua del water. Risalgo in pullman mentre tutti ormai fanno commenti su di me e lodano quel simpaticissimo Marco. So già come farlo cadere, lui così presuntuoso, così fedele. Mi risiedo al mio posto senza dire più nulla e mi addormento. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro

Tags: