Succession ( Shiv, Connor, Roman, Kendall, Tom e Greg )
Ho terminato di guardare Succession relativamente da poco quindi ho sentito l'impellente bisogno di scrivere dei fratelli Roy, tre, anzi, quattro disgraziati che nonostante la loro ricchezza altro non sono che figli di un ingombrante padre, Logan Roy ( uno dei migliori personaggi scritti per una serie TV a parer mio, interpretato da Brian Cox ) capo e fondatore della Waystar, e il modo in cui loro, nonostante ci siano immersi fin dalla nascita, non ne sono all'altezza, non lo possono essere. Sono troppo autodistruttivi, affamati dell'unica cosa che il denaro non può comprare: l'amore ( verso il padre, questa figura ingombrante e totalitaria, ma anche capace di slanci d'affetto - anche se mai fini a sé stessi ).
E fra chi si è staccato e chi è rimasto ci sono le figure esterne a queste dinamiche famigliari tossiche: Greg ( il "cugino" Greg nipote di Ewan, fratello di Logan ) e Tom che si è sposato la figlia del vecchio Roy, forse una delle coppie più realistiche della serie TV, ( entrambi sinceri nei loro intenti e scopi, per quanto deprecabili e bassi siano ) ammirevoli per il loro perverso modo di raggiungere i loro scopi pugnalandosi anche a vicenda, ma nonostante tutto, visto che entrambi sono degli outsiders e emblema di chi si è fatto da sé, si legano a un rapporto che è meno di una relazione amorosa e più di un'amicizia ( Tom paragona il loro rapporto a quello di Nerone e Sporo, tutto molto sano) sì lo ammetto tutto sto mappazzo è solo una scusa per scrivere di sti due.
Insomma ho voluto dare una voce finale a questi meravigliosi personaggi di una serie magnifica di Succession, spaccato anche di dinamiche politiche e attuali, spero apprezzerete lo sforzo.
P.s ho impostato questa One shots sulle parole della canzone "La canzone del padre" di Fabrizio De Andrè, ogni strofa per un personaggio di Succession.
Buona lettura.
Shioban Roy
C'è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre
Non dovrai che restare sul ponte
E guardare le altre navi passare
Le più piccole dirigile al fiume
Le più grandi sanno già dove andare.
Un urlo, poi nulla, e infine, dopo pochi terribili secondi di affannoso respiro, un pianto estremamente acuto e forte proveniente da un esserino paonazzo e bagnato.
- È un maschietto signora Roy, complimenti.-
Shioban Roy, chiamata Shiv, sorrise, stanca ma felice, i capelli rossi sudati e sparsi sul cuscino del letto d'ospedale in cui era stesa ormai da molte ore.
La donna valutò l'umorismo nero della vita, in quello stesso ospedale suo padre Logan Roy aveva avuto il suo primo attacco, e in quell'ospedale lei, sua figlia, ne metteva al mondo il nipote.
- Logan. Lo chiamerò Logan.-
Non appena detto quelle parole entrò in fretta suo marito, Tom Wambsgans, CEO della Waystar, l'ex azienda di Logan Roy.
Era giusto così, che quel bambino avesse il nome del nonno, così la linea di successione poteva continuare, quel bambino era il degno erede di Logan Roy, quell'erede che né lei né i suoi fratelli sarebbero mai stati.
La donna alzò gli occhi sul volto amorevole di Tom, valutando le occhiaie di chi è rimasto sveglio per ore, anzi un intera nottata ad aspettare che terminasse il travaglio.
Per questo sono tornata da te amore mio, per questo sono salita sulla macchina e ti preso la mano. Ho preferito essere la moglie di un CEO che esserlo io stessa o darlo a Kendall, il ruolo di CEO. Tutto questo per lui, nostro figlio.
Ma non lo disse, gli sorrise e basta mentre lui le baciava la fronte e mormorava commosso "Logan, mio figlio..."
Falsa falsa, Shioban, tutto questo è una tremenda farsa. Gli hai detto di amarlo di nuovo, ma in verità lo odi, vero Shiv? E lui odia te per la tua falsità, ma il posto di CEO non gli fa così schifo come scopare con te, vero Shiv? Non ha detto una parola quando hai detto, se fosse stato maschio, di volerlo chiamare Logan...
....e gli accarezzava la testina sorridendo, ormai l'attenzione non più catalizzata sulla donna, su sua moglie ( mi fai schifo, Tom ) e lo prendeva in braccio delicatamente girandosi verso la parete divisoria con una grande vetrata da dove si potevano vedere, nella saletta d'attesa, tutti i membri della famiglia Roy che si avvicinavano per vedere meglio il bambino.
Kendall con gli occhiali da sole e uno dei suoi tanti cappellini ridicoli, un braccio intorno alla ex moglie Rava, Roman - Romulus, che nome inadatto per il più patetico di noi tre -, il volto pesto e la barba lunga, con una mano sulla spalla del fratello maggiore, Connor che era tornato dalla Slovenia per l'occasione e seduta accanto, la moglie Willa.
E, in piedi, Greg con suo nonno Ewan, che si tenettero rispettosamente a distanza mentre gli altri si avvicinavano alla vetrata per ammirare il nipotino.
Kendall stava osservando fisso in volto la sorella, Shiv.
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Kendall Roy.
Così son diventato mio padre
Ucciso in un sogno precedente
Il tribunale mi ha dato fiducia
Assoluzione e delitto lo stesso movente.
Niente.
Questo era ciò che aveva provato, seduto su quella panchina a osservare il mare tingersi dell'arancione del tramonto.
Che cosa c'era da provare quando tua sorella si rivolta contro di te, tradendoti per l'ennesima volta, per la sicurezza, o vendetta, o solo perché, come papà, nemmeno lei lo riteneva degno.
Avevano scherzato a casa della madre, giocato preparare quell'orribile frullato disgustoso, riso quando la loro madre era scesa a dir loro di fare piano, come se fossero ancora bambini da sgridare perché strillano troppo, ma con un sorriso indulgente.
Il mare, la nuotata di notte, la promessa di stare di nuovo insieme contro la Gojo, contro Lukas Mattson senza sospettare che Shiv, la loro sorella, era d'accordo con lo svedese, e tutto per il posto da CEO...
Avrebbe dovuto spettare a lui, lui era il maggiore, il suo nome era scritto sul testamento di papà - ma sottolineato o cancellato?
Non era bastata la riabilitazione, non era bastato cercare di affossare il grande Logan Roy tante di quelle volte da perdere il conto, non erano bastati i ricatti, quell'amore servito a briciole e poi preso a schiaffi sostituito dal senso di colpa e vergogna.
Aveva avuto ragione Roman, non erano niente loro, degli incapaci, nemmeno il loro stesso padre li aveva pensati per davvero, come eredi della Waystar.
Niente, non provo più niente ormai, tutto questo dolore, tutta questa fatica, per cosa...niente, appunto?
Avrei dovuto affogare in quella piscina, o ancora prima, sarei dovuto morire io al posto di quel ragazzo, sono solo una nullità, perché non sono morto per un overdose...e se adesso saltassi dalla ringhiera e mi buttassi giù?
Mia moglie si vuole portare via i miei figli, sono solo, non ho più Shiv quella traditrice, Roman è troppo a pezzi, Naomi Pierce...lei s'è n'è andata come tutte le altre quindi, potrei farlo, cosa mi trattiene?
Aveva dato un occhiata all'ex guardia del corpo di suo padre e ora anche sua, che era in piedi a una buona distanza ma non abbastanza buona da poter mettere in pratica il suo piano.
Uno squillo del telefono, lo prese e lo guardò:
Era Rava, la sua ex moglie.
Che rimase, in quei mesi, visse anche da lei, con i bambini, come una famiglia, di nuovo.
Rava, che aveva capito come la perdita della Weystar fosse paragonabile alla morte del padre...
Perché Logan Roy non aveva solo costruito la Waystar, lui ERA la Waystar, e se la morte di suo padre era stata dolorosa ( non aveva nemmeno voluto andare a vederlo in camera mortuaria, ma aveva dovuto essere forte, per Shiv, per Roman, per l'azienda ) la perdita della Waystar era come veder andare definitivamente suo padre eppure continuava a non provare niente.
La stessa Rava che ora l'aveva accompagnato in sala parto mentre Shiv partoriva il figlio suo e di Tom, e una parte di sé odiava quel bambino ( se è maschio si chiamerà Logan, come il nonno ) perché era benissimo consapevole di come Shiv avesse preferito quella creaturina non ancora nata a loro due - tre, se si contava Connor, il vero erede del fu Logan Roy, oh lo aveva compreso il suo ragionamento.
Alzò il capo vedendo Tom, da dietro la vetrata, sorridente con un braccio il bambino, un maschietto.
Udì un sussulto, era Roman, gli occhi strabuzzati e una mano avvinghiata alla spalla del fratello maggiore ( ma figlio di un altra donna quindi fratellastro ) Connor, e la stringeva come se senza quell'appoggio sarebbe stramazzato a terra e visto lo stato in cui aveva versato in quegli ultimi mesi, non era da escluderlo del tutto.
Vide Gregory Hirsch che si avvicinava al vetro.
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Greg Hirsch
E ora Berto, figlio della lavandaia
Compagno di scuola, preferisce imparare
A contare sulle antenne dei grilli
Non usa mai bolle di sapone per giocare.
- Ti ho preso.-
Greg Hirsch si era rigirato spesso quell'adesivo fra le mani mentre aspettava che arrivasse Tom, l'aveva invitato lui in quel bar per "festeggiare" la sua nomina a CEO, senza Lukas e i suoi scagnozzi, aveva tirato un sospiro di sollievo dopo aver saputo che Tom voleva fossero solo due anche se non era affatto una novità né la prima volta che lo invitava - o viceversa - a bere qualcosa dopo il lavoro anzi era stata una cosa frequente in quell'ultimo anno eppure perché si sentiva così nervoso?.
Aveva tirato fuori il telefono per controllare l'ora, dieci minuti di ritardo e aveva deciso che quel ritardo era per fargliela pagare, se lo era meritato dopotutto.
- Eccoti qui.-
Aveva sentito la voce di Tom e poi la sua mano che gli scompigliava i capelli accuratamente passati con il gel ( era stato lo stesso Tom a suggerirgli che marca comprare, così come le cravatte e tutto il resto del suo vestiario, eppure più di una volta gli aveva scompigliato i capelli - dopo il lavoro ovviamente - commentando che lo preferiva quando non usava il gel ) e poi gli si era seduto di fianco, sorridente...
...sorride, quindi non è arrabbiato, giusto?
... automaticamente aveva infossato le spalle, Tom era imprevedibile, un attimo prima poteva sorridere, fargli i complimentati e scherzare ( spesso aveva difficoltà a capirne le differenze ) e l'attimo dopo urlargli contro gettandogli addosso cose ( ma nel bagno a casa di Logan si era difeso, gli aveva tirato uno schiaffo, oh come si era sentito uno schifo quando aveva visto Tom reagire e poi andarsene ).
Dopo aver ordinato due shot ( non gli aveva chiesto se ne voleva uno, aveva già bevuto una birra, ma aveva intuito che l'alcool quella sera avrebbe aiutato ) lo aveva invitato a buttarlo giù non prima di aver brindato alla nuova Weystar, al suo ruolo di CEO e...a quello di Greg come suo nuovo braccio destro.
Greg aveva sorriso, un piccolo, stupido sorriso, non pregno di sensi di colpa ricordando come Tom lo avesse insultato dandogli del pezzo di merda e poi gli aveva appiccicato sulla fronte quell'adesivo...
...nello stesso punto dove lo aveva baciato quando era entrato nel suo ufficio, e prima buttato tutto all'aria e infine dirgli che non sarebbero andati in prigione per la faccenda delle crociere...
Lo aveva guardato dopo aver bevuto lo shot, per poi chiedergli se la prossima volta lo avrebbe tradito per un piatto di lenticchie in più ( aveva riso alla battuta Greg, nervosamente, e Tom aveva continuato ad osservarlo in modo strano ).
E poi gli aveva detto che sapeva come prima o poi lo avrebbe tradito definitivamente, magari con il rischio di diventare davvero CEO e poi aveva iniziato a dire qualcosa che lo aveva turbato: "Perché a questo punti davvero, vero Greg, piccolo stronzetto? ma io ti perdono Greg, perché al tuo posto avrei fatto lo stesso, e anche peggio. Noi siamo questo, arrampicatori sociali che si prendono tutto quello che possono a qualsiasi costo, tu lecchi culi, io servo uomini potenti e faccio il loro gioco, e guardaci Greg, guardaci ora dove siamo. Sai in verità, io sono fiero di te".
Sono fiero di te.
Greg ricordò di esser arrossito e aver balbettato qualcosa di impreciso, sfuggendo con gli occhi allo sguardo del più grande, ma poi aveva ordinato un altro shot, e mentre l'altro sembrava assorto nei suoi pensieri aveva racimolato abbastanza coraggio per mettere una mano su quella di Tom, e stringergliela in segno di riconoscenza ( e per elemosinare ancora qualche briciola di perdono e attenzione ).
Erano rimasti così per un po' dopodiché Tom ( che non si era ritratto ) aveva detto qualcosa che la musica aveva coperto - Greg era solo riuscito a cogliere il nome di Shiv - e poi aveva iniziato a singhiozzare, allora Greg, turbato gli si era avvicinato per posargli la testa sulla spalla ( senza togliere la sua mano da quella di Tom ).
Perché aveva ragione, erano entrambi degli esseri umani orribili e approfittatori ( forse Tom un po' di meno, anzi ne era convinto Tom era migliore di lui ) e per questo, forse, il loro strano rapporto era stata l'unica cosa sincera in quello scannarsi alla corte di "Re Logan" ( come lo aveva definito Tom scherzosamente, una volta ) piena di affetti finti pregni di secondi fini così come i sentimenti.
Facciamo schifo Tom, questa è la verità io mi sono avvicinato a te solo per protezione e aiuto a scalare la scala sociale della Waystar, accettando di farmi trattare malissimo da te, darti l'anima e ora pure me stesso, mi hai comprato con un bollino come se fossi davvero il tuo Sporo, ma va bene così Tommy, va bene così. Hai ragione, forse ti tradirò un giorno, non posso prometterti nulla, ma guarda dove siamo arrivati, insieme.
E ora a mesi di distanza da quella serata si trovava in quella sala parto fingendo di esser felice, fingendo di esser contento perché Tom era diventato padre, eppure...eppure, sapeva la verità di come Shiv fosse tornata da lui perché Tom era diventato CEO...
...ma lo vedeva, quanto era felice, vide che alzò la testa dal fagottino che stringeva fra le braccia per incrociare il suo sguardo e sorridergli ( la provo' davvero, un po' di felicità, ma un altra parte di sé si sentì morire ).
Il momento fu interrotto da Connor, che si era alzato andandogli vicino.
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Connor Roy
E scappò via con la paura di arrugginire
Il giornale di ieri lo dà morto arrugginito
I becchini ne raccolgono spesso
Fra la gente che si lascia piovere addosso.
La notizia gli era arrivata tramite una telefonata da parte di Willa, che gli diceva come Shiv fosse in procinto di partorire.
Allora aveva mollato tutto, la Slovenia e il suo ruolo d'ambasciatore, ed era tornato negli Stati Uniti, e all'aereoporto c'era Willa ad aspettarlo con un sorriso, a metà fra il felice e il malinconico.
Si erano abbracciati, si erano baciati, eppure Connor aveva sentito della freddezza da parte di Willa, dopotutto non ci aveva sperato chissà che alla fine, stare lontani quattro mesi era stato difficile, certo facevano videochiamate tutte le sere eppure...
Eppure qualcosa si era spezzato, ma un qualcosa che aveva iniziato a mettere crepe già con il loro matrimonio...
...quando è morto papà, e loro tre me l'hanno detto quando ormai era tutto finito, il matrimonio l'abbiamo fatto lo stesso solo perché ero terrorizzato dal perdere Willa...
...e ormai si era rassegnato al fatto che lei non lo amasse e stesse insieme a lui solo per la sicurezza economica, più di una volta gli aveva detto che era un buon uomo e che gli voleva bene ma no, non era amore, quello.
Quando l'aveva trovata nel suo letto la vigilia del matrimonio, convinto che lei non sarebbe tornata più, era stato felice, l'aveva abbracciata stretta e così si erano addormentati ( l'indomani avrebbe ringraziato qualcuno lassù per il semplice fatto di essersi svegliato in anticipo e averla potuto osservare dormire lì con lui ).
Dopotutto aveva imparato a crescere senza amore, da quando sua madre era stata internata in manicomio, all'arrivo della nuova moglie e dei tre fratellini più piccoli, affamati d'attenzione e d'affetto nei confronti di quel padre scostante e severo.
Il modo in cui lo seguivano con gli occhi ogni volta che doveva andare via per affari o solo allontanarsi da loro, perché erano rumorosi o aveva solo bisogno di spazio e pensare, la loro ansietà nell' elemosinare anche solo uno sguardo compiaciuto o indulgente nei loro confronti, bastava così poco, a loro tre.
Era stato uno dei motivi per cui aveva deciso di non lavorare alla Waystar, per un periodo l'aveva fatto, certo come tutti loro, ma poi basta, non ne voleva diventare dipendente, né finirne assorbito per simbiosi come era accaduto a Shiv ( così disperata che quando era stato eletto Tom come CEO aveva deciso come fosse più conveniente restare al suo fianco, e prima schierarsi con Mattson piuttosto che con i suoi fratelli) la più ansiosa, per il fatto di essere donna, di dover essere, di dimostrare di più.
E Kendall - il maggiore dei tre - che era diventato un tossicodipendente con tendenze suicide e reazionarie, e poi Roman, l'ultimo arrivato, la cui ironia - anzi pessima e sadica ironia - serviva a mascherare i suoi problemi sessuali e di fiducia ( quel povero ragazzo non aveva mai avuto un briciolo di amor proprio) e il più spezzato dalla morte di Logan ( oltre che il più dipendente dal suo amore).
Connor no, lui era riuscito a mantenere una debita distanza, si era creato il suo ranch, i suoi interessi ecologici, politici ( fra quattro anni ci avrebbe riprovato a diventare Presidente ) qualche hobby, ed andava bene così, aiutava la famiglia, Logan e i suoi fratelli, ma lui era quello imparziale, che aveva mai voluto farsi coinvolgere nella loro lotta alla successione.
E aveva fatto bene, visto il modo in cui si sono ridotti dopo che Shiv ha praticamente ceduto la Waystar a quel Mattson.
Guardò Willa al suo fianco che gli sorrideva incoraggiante ( Dio, quanto l'amava ), dopodiché si voltò verso Roman che gli artigliava una spalla pare sul momento di vomitare in qualsiasi istante, o solo collassare all'improvviso.
Si sporse per osservare Kendall, il modo in cui osservava turbato la scena di una Shiv urlante, e poi come fissava Tom con il bambino, non gli piacque quello sguardo.
Lì osservò meglio, quei due bambini cresciuti solo fisicamente ma mentalmente ancora attaccati ai ricordi d'infanzia, osservò la vacuità e disperazione nei loro occhi, e ringraziò mentalmente di non esser stato coinvolto nell'azienda di famiglia.
Si alzò dicendo a Willa che doveva sgranchirsi le gambe e si avvicinò al vetro per osservare il nipotino, non si accorse di Greg li vicino ( aveva visto anche Ewan, si erano solo salutati con un cenno del capo ) e si costrinse a ignorare il gemito quasi impercettibile di Roman quando aveva scrollato via la mano del più piccolo dalla propria spalla.
Non vedo l'ora di tornare in Slovenia, e convincerò Willa a venire con me.
Ormai non li posso più aiutare, devono tenersi a galla da soli, è tempo che imparino a farlo.
Sentì un borbottio di Roman, ma decise di ignorarlo.
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Tom Wambsgans
Ho investito il denaro e gli affetti
Banca e famiglia danno rendite sicure
Con mia moglie si discute d'amore
Ci sono distanze, non ci sono paure.
- N'è valsa la pena? Sacrificare tutto per il posto da CEO?-
Con questa domanda Tom si era tormentato durante gli ultimi mesi della gravidanza di sua moglie Shiv.
Erano tornati a casa, le mani una sopra l'altra ( ma senza stringersi, senza guardarsi negli occhi ) e poi si erano lasciati andare a un amplesso violento, disperato ( aveva anche pianto, Tom, forse anche Shiv, ma nessuno dei due aveva sollevato la questione).
E Tom aveva capito che era davvero finita, e che sì aveva amato terribilmente quella donna, forse l'amava ancora, ma di più, sopratutto, amava il suo nuovo posto al CEO.
E non l'avrebbe baratto per nulla, nemmeno se Shiv gliel'avesse chiesto, perché dopo tutti quegli anni passati in quella famiglia, a mangiare al loro tavolo, ridere alle loro parole e accontentarsi delle briciole che gli lasciavano, non voleva perdere tutto quello che era riuscito a raggiungere fino a quel momento.
Sei patetico e un approfittatore, il Greg Hirsch dei Roy prima che Greg entrasse nel circolo di famiglia.
Non si era fatto illusioni che Shiv l'avesse amato - e perdonato, forse l'aveva fatto ( ne dubitava riusciva ad avvertirlo chiaramente, il suo disgusto nei suoi confronti ), ma sapeva che era tornata da lui per il bambino e potergli assicurargli un buon posto in futuro ( così da presentarlo come il vero erede di Logan Roy ).
Non è stato molto diverso da quello che aveva fatto la madre dei tre Roy quando li aveva lasciati a Logan per le quote dell' azienda, perché potessero entrarne a farne parte.
Gli errori dei padri ricadono sui figli e Shiv aveva commesso quello di sua madre, e forse come lei non sarebbe riuscita ad amare quella creaturina ( oh ma come l'avrebbe usata, contro di lui, come pretesto per mantenere un minimo di controllo sulla Weystar, o meglio, su Tom, e quindi a sua volta poter tenere Mattson per le palle ).
In quei mesi non avevano dormito insieme, aveva dormito, Tom, nella stanza degli ospiti, il sesso era occasionale, ubriaco e scaturito dai litigi, dopodiché lui usciva di casa, chiamava Greg e lo trascinava in qualche bar a bere e sfogarsi, per poi concludere la serata a casa del più giovane ( occasionalmente riuscivano a trovare qualche ragazza, non riuscendo mai a concludere nulla troppo pieno di disperazione e senso di colpa ).
Ma quando i litigi con Shiv diventarono insopportabili, per non arrivare alle mani Tom andava via di casa per qualche giorno, il periodo più lungo era stato una settimana.
Il tutto accadeva almeno una volta al mese, e Greg aveva sempre la stanza degli ospiti con bagno annesso pronta per quelle giornate con tanto di spazzolino e vestiti di Tom piazzati lì strategicamente, ormai Greg aveva imparato a capire quando sarebbe stata una giornata no già dal modo in cui Tom entrava alla Waystar, e in quei giorni uscivano sempre per ultimi dall'ufficio, Tom non parlava e Greg sapeva di dover dare all'autista l'indirizzo di casa propria.
In quei giorni teneva il telefono spento, ne utilizzava uno apposito per il lavoro e basta, e quando accendeva il primo sperava sempre di trovare almeno un messaggio o una chiamata da Shiv.
Ogni volta niente, e come ogni volta si sentiva morire dentro, ma ogni morte ( sfortunatamente ) corrispondeva a una rinascita, un pezzo di sé che si induriva, a mo' di corazza, formando crepe ( pensava che quelle crepe fossero il risultato le lacrime che in quei giorni tentava di versare, inutilmente, e quelle lacrime ne segnavano il passaggio mai avvenuto sulla pietra della sua corazza ).
Quelle notte le passava a piangere, ma Greg lo sapeva, se ne accorgeva dalle occhiaie di Tom il giorno dopo, ne udiva i singhiozzi e ogni volta doveva trattenere l'impulso di andare nella camera di Tom, infilarsi nel suo letto e abbracciarlo ( solo una volta aveva trovato il coraggio di farlo, la mattina dopo non ne avevano parlato e la cosa era stata così imbarazzante da dissuaderlo a riprovarci).
Prima che Shiv avesse le doglie si trovava a casa di Greg, stravaccato sul divano con l'amico a guardare qualche sciocchezza su Netflix mangiando patatine trafugate dalla dispensa segreta di Greg ( anche non così tanto segreta, un doppio fondo dell'armadio della camera degli ospiti di Tom - scoperta la prima notte che aveva dormito lì perché Greg si era dimenticato di togliere le sue preziose schifezze - che a detta sua era un modo per ricordarsi della sua vecchia vita dove mangiare patatine e schifezze consisteva a volte negli unici pasti che riusciva a procacciarsi, ma chissà come ogni volta che capitavano quelle situazioni, il doppio fondo della camera degli ospiti dove dormiva Tom era sempre pieno, ed era divertente ascoltare le scuse che si inventava Greg per giustificare il fatto che in verità riempiva di schifezze quello scompartimento solo per Tom ).
Greg dopo quella telefonata era rimasto a casa perché doveva avvisare ( e poi andare a prendere ) suo nonno Ewan, mentre Tom si era occupato di informare, allarmato e nel panico, tutto il resto della famiglia.
E ora mentre stringeva fra le braccia suo figlio in quel momento pensò a due cose:
1) Che amava pazzamente Shiv, l'amava al punto da odiarla, ma allo stesso tempo non sarebbe mai riuscito a staccarsene davvero e men che mai a farle del male.
2) Di nuovo, si chiese, se ne era valso la pena, il posto di CEO.
Per un attimo, un piccolo attimo, fu preso dal panico, temette di far cadere il bambino a terra e fargli male, per calmarsi vago' con lo sguardo sui volti premuti sul vetro per guardare lui, il bambino e Shiv distesa come fossero delle bestie da dare in pasto alla grande macchina distruttiva che era la Waystar.
E osservando tutti quei volti vacui...
...sono distrutti, mangiati dall'azienda di Logan, di loro non è rimasto più nulla di genuino e umano...
...riuscì solo a sorridere debolmente a Greg, che ricambio' il sorriso e gli fece un timido accenno di saluto con la mano ( ti prego Greg aiuta me e mio figlio ad andare via da New York, dagli Stati Uniti, lontano dai Roy, adesso, in questo istante, andiamocene e ricominciamo da qualche parte ), e nel mentre Tom Wambsgans prese la sua decisione:
Suo figlio non sarebbe mai diventato CEO della Waystar, né avrebbe mai lavorato lì.
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Roman ( Romulus ) Roy
Non ha più la faccia del suo primo hashish
È il mio ultimo figlio, il meno voluto
Ha pochi stracci dove inciampare
Non gli importa d'alzarsi, neppure quando è caduto.
Aveva sorriso.
Un piccolo, minuscolo sorriso mentre sorseggiava quel drink ( l'ultimo che avrebbe mai bevuto lì alla Waystar ).
Addio Waystar, addio Ken, addio Shiv, addio Gerri, addio... papà.
Represse un singhiozzo ( basta, aveva già pianto abbastanza ), sentì che gli dolevano e tiravano i punti della faccia, dove era stato preso a cazzotti e calpestato dalla folla che protestava in strada poco dopo le elezioni ( truccate, avevano praticamente scelto loro il nuovo presidente pensando gli aiutasse a far fuori Mattson, e invece assolutamente nulla ).
È stato abbastanza perverso e violento per te venire picchiato volontariamente da una folla inferocita, eh Romulus?
Ritirarsi nella villa della madre non aveva migliorato le cose, anzi le aveva peggiorate, solo l'arrivo di Shiv e Kendall era riuscito a dargli un po' di sollievo insieme alla creazione del piano per spodestare Mattson, gli pareva di essere tornato ai giochi e intrighi infantili, e poi dopo il si ( alla Gojo, a Mattson ) di Shiv si era reso conto che era stato tutto un piano avventato di tre bambini capricciosi che non vogliono rassegnarsi alla scomparsa del loro regno.
Tre bambini che senza la guida paterna senza il suo amore e allo stesso tempo timore reverenziali che incuteva, non sarebbero mai riusciti a combinare nulla nella vita perché questo erano e sono, tre nullità senza la spina dorsale e la capacità di essere killer spietati come Logan.
Forse il momento in cui l'aveva realizzato era stato quando una folla inferocita lo aveva letteralmente calpestato, oppure quando Gerri non l'aveva abbracciato o solo consolato quando gli aveva detto di esser triste per l'avvenuta e simultanea morte di Logan...
...solo un abbraccio, non avrebbe chiesto di più, si sarebbe umiliato, avrebbe chiesto scusa per tutte le foto letteralmente "del cazzo" che le aveva mandato, avrebbe fatto di tutto, per un abbraccio ( patetico, Roman, sei solo patetico ).
L'aveva capito quando era crollato a piangere al funerale di Logan ( è ancora nella bara, perché non esce fuori? ) e non era riuscito a concludere una sola frase del discorso che si era preparato senza balbettare e piagnucolare come un poppante ( questo sei Roman, un bambino, uno schifoso piagnucolone).
Dietro a quella maschera di sadico, pervertito e pieno di battute taglienti, sei solo un miserabile patetico.
Patetico.
Quando era riuscito a zittire quelle voci?
Quando aveva capito che avevano ragione, su di lui, su tutti e tre.
E quindi, alla fine, Romulus detto Roman, è riuscito ad essere felice.
Il sì di Shiv, seppur spiazzante ( Kendall era crollato in mille pezzi, non piangendo e strepitando come lui, ma nel suo modo silenzioso e terribile ) li aveva liberati, finalmente, dall'ingombrante ombra paterna.
Poteva godersi un drink, ora, godersi il minuscolo, e perfetto, ( quanto fragile ), momento di felice tristezza.
Poteva piangere, senza sembrare patetico, ma versare lacrime di felicità, una felicità di chi finalmente ha lasciato andare dei pesi fin troppo ingombranti e pesanti.
Sono affari tuoi, caro Mattson, e sopratutto cazzi vostri, Tom e Greg, voglio vedere come sopravviverete ora, beh un brindisi ancbe per voi, di buona fortuna.
Buttò giù tutto il suo drink.
E ora in sala d'attesa, stretto alla spalla di Connor, lo vide alzarsi e andare verso il vetro oltre il quale c'erano Shiv, Tom e il piccolo Logan.
Ken evitava di fissarlo, lo ignorava sistematicamente, ma poi prima di precipitare nello sconforto senti un rumore di tacchi, distrattamente pensò che fosse la loro madre, arrivata quando era tutto finito, come suo solito.
Invece, davanti a lui, c'era Gerri.
Adesso le fiamme mi avvolgono il letto
Questi i sogni che non fanno svegliare
[...]
Mi sveglio ancora e mi sveglio sudato
Ora aspettami fuori dal sogno
Ci vedremo davvero
Io ricomincio da capo
_____
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