Good Omens ( Da qualche parte fra la prima o la seconda stagione )
Storia autoconclusiva che non ha una vera collocazione, è nata un po' guardando la prima stagione e anche la seconda, forse una somma di tutto questo ( e ispirata al finale della seconda - che no non commenterò anche per evitare spoiler - e evitare di piangere ovviamente) volevo fare una seconda parte ambientata dopo la fine della seconda per un "Happy ending" ma anche se scriverò un continuo ai giorni nostri non scriverò un finale perché quello non spetta a me quindi aspetterò volentieri altri tre/quattro anni, per quello limitandomi a scrivere qualcosa che "potrebbe accadere dopo" e basta.
Storia dal punto di vista di Crowley che qui userà i pronomi femminili ( lo so che gli esseri sovrannaturali non hanno sesso ma possono sceglierlo, e che lo stesso Neil Gaiman ha detto che Crowley può considerarsi gender fluid ) perché nel periodo fra il Diluvio universale e la morte di Cristo, secondo me era una donna e non cambierò opinione.
In attesa di una seconda parte ( se questa ambientata nel passato un passato molto passato spero che nessuno la trovi blasfema o che ) non aggiunge molto alle varie Fanfiction a tema o sviluppi di trama è solo una piccola storia di un possibile passato del nostro duo ineffabile, meno umoristica ma più addentrata ( spero di esserci riuscita bene ) nel carattere di Crowley e sui ovviamente i rapporti con il buon Aziraphale non sono ancora quelli che conosciamo.
Se vi sono errori grammaticali, storiografici o dimenticanze sulla serie, avvisatemi.
Quindi buona lettura e fatemi sapere se ne volete un altra ambientata ai giorni nostri e post seconda stagione.
Galilea primo secolo dopo Cristo.
- Ciao.-
La figura vestita di scuro sussultò, sorpresa e anche infastidita dall'interruzione.
Non che stesse facendo chissà che, a parte starsene seduta sotto un albero a prendersi gli ultimi raggi della sera, era un bel posto quello, stranamente verdeggiante, piuttosto insolito visto il clima arido della regione, e accanto un bel corso d'acqua dove solo un ora prima vi erano le donne a lavare i panni e i bambini giocavano intorno alle genitrici.
Si era proprio evitata una seccatura con tutti quei piccoli bambocci urlanti ovunque, certo i bambini non le dispiacevano ( se l'avessero saputo al piano di sotto...) perché erano svegli, curiosi di tutto, e la loro crudeltà giocosa senza secondi fini più la loro schiettezza ingenua, riuscivano molto spesso a tenere testa a molti adulti e raggirarli, molti suoi colleghi demoni avrebbero avuto da impatare parecchio da loro.
Certo quando strillavano, piangevano e facevano i capricci ( motivo per cui trovava i neonati terribilmente irritanti ) non li sopportava proprio, ma erano pur sempre piccoli e indifesi, e molto spesso gli adulti e ai piani alti ( ma anche inferiori ) non si occupavano di loro proprio per questo motivo, esseri di minore importanza interscambiabili con bestie e beni ( non avrebbe mai dimenticato Giobbe e i suoi figli ).
Qualche anno prima era riuscita a portare via alcuni bambini ( e per una volta riuscendo a superare il suo fastidio per i neonati ) da quella brutta faccenda ideata da quel folle di Erode, che personaggio orribile...
Stranamente era stato più semplice trasformare dei bambini che correvano senza star fermi, in pesci, ai tempi del grande Diluvio, in modo che seguissero la nave che Noè aveva costruito su ordine divino, e una volta raggiunta la terra, ritrasformarsi in esseri umani ( così almeno da mandare avanti la stirpe umana ).
E quella volta ci furono effettivamente un po' di casini e confusione, angeli e demoni che si accusavano a vicenda, vi era mancato allo scoppio di una guerra, per fortuna poi la situazione si era calmata, e tutto per aver salvato dei bambini, ovviamente aveva tenuto la bocca ben chiusa, convincendo quell'altro angelo a fare lo stesso.
Il demone bofonchiò nel sonno, a volte i ricordi prendevano il posto dei sogni e viceversa, un vero peccato per una bella serata come quella, una delle poche volte in cui poteva rilassarsi senza fastidi.
Per una volta ringraziò mentalmente i suoi capi per averlo mandato lì per qualche oscura ragione, soltanto l'ordine di "aspettare", ed ecco la prima seccatura.
Apri' gli occhi che tenne socchiusi, non voleva domande scomode sullo strano colore dei suoi occhi, per sicurezza si calo' sulla fronte il velo nero che copriva i suoi capelli rosso fuoco, e finalmente poté osservare chi l'aveva disturbata dal suo sonno.
Accanto a lei, in piedi, vi era un bambino che non doveva avere più di quattro, forse cinque anni, capelli arruffati e scuri come i grandi occhi neri, pieni di curiosità.
- Che ci fai qui? A quest'ora non dovresti essere a casa?-
Borbottò il demone alzandosi lentamente mentre il bambino continuava a fissarle il volto.
- Perché hai gli occhi gialli?.-
Sospirò per non perdere la pazienza e maledisse dentro di sé la brillante idea che aveva avuto secoli fa, di non coprirsi più gli occhi con lenti scure.
Anche quelle, troppe domande ed era troppo presto per presentare quella brillante invenzione, quindi aveva per il momento lasciato perdere confidando, in virtù del nuovo corpo che aveva scelto ( ne stava approfittando della faccenda di poter scegliete nuovi contenitori umani da abitare nel suo vagare sulla Terra, peccato per la burocrazia per ottenerli, che cominciava a farsi più complicata a ogni secolo che passava ) che un velo o cappuccio bastasse a non sollevare domande indiscrete.
Ma ovviamente aveva sottovalutato le domande schiette dei bambini, senza peli sulla lingua.
Purtroppo per il moccioso, quella sera era particolarmente nervosa, un po' perché era stata svegliata dal suo riposo, un po' perché erano ormai un bel po' di ore che se ne stava ad aspettare chissà che cosa ( e di certo non un bambino curioso e invadente ) così opto per il sarcasmo mischiato alla verità così da spaventarlo e farlo tornare da mammina, e di certo se il moccioso lo avesse raccontato in giro nessuno lo avrebbe creduto, tipico degli umani di qualsiasi epoca, il non prendere mai sul serio le parole di un bambino.
- Per potermi trasformare in un serpente cattivo che ti mangerà in un boccone se non la smetti di seccarmi.-
Ma il bambino, nel vedere il demone chinarsi su di lui, intenzionalmente minaccioso, udendo la sua voce grossa e il sibilare, rispose con una risata e un battito di mani.
- Ancora!-
Strillò, contento e divertito, ma la figura scura lo fissò, con stupore, poi decise di lasciare perdere, ignorarlo ( si sarebbe stufato presto ) e spostarsi più avanti, ormai il sole era quasi calato del tutto fra le dune, cominciavano ad accendersi i primi fuochi e bracieri nelle case poco distanti, gli uomini iniziavano a sgombrare le botteghe e le merci che vendevano per le strade per rientrare, mentre le donne preparavano la cena e richiamavano i figli, quelli ancora fuori.
Ma sentì dei passi dietro di sé, il bambino lo stava seguendo, così si fermò per guardarsi intorno, nessuno in vista, chissà dov'erano i genitori di quel bambino, e sopratutto, quanto ancora avrebbe dovuto aspettare?
- Ehi piccolo, dove sono i tuoi genitori? Non è che ti sei perso?-
Il bambino continuo' a ignorare la domanda ma ancora la fissava con insistenza, tanto che il demone iniziò a sentirsi a disagio mentre il bambino, sempre ridacchiando, continuava a parlare.
- È un nome buffo, Crowley.-
Aspetta, come diamine faceva a conoscere il suo nome?
- Ma come...chi ti ha detto come mi chiamo? Chi ti manda?-
Sbottò sospettosa, e se fosse davvero quella la persona che doveva aspettare? Non era del tutto certo che dovesse aspettare qualcuno, ma un demone nelle sembianze di bambino riusciva a turbarla, e dire che ne aveva visto di cose...
Il bambino indietreggiò, impaurito dal tono del demone, poi si udì un fruscio di uccelli in volo, un gruppo di colombe erano atterrate lì vicino, e dopo essersi accorte degli intrusi si sparpagliarono nuovamente, tranne una che aveva un ala spezzata, e volava in modo obliquo, pericolante, riuscì ad alzarsi in volo ma poi si schiantò contro un albero l'albero dove sotto Crowley in precedenza aveva sonnecchiato, per poi crollare a terra immobile.
Il bambino le corse vicino, e singhiozzando prese il volatile in mano, accarezzandolo.
A disagio Crowley si avvicinò, trovando surreale tutta quella situazione, rimuginando sul motivo per cui era davvero lì , davvero le avrebbero chiesto di andare lì ad aspettare solo...un bambino? Non pensava più fosse un demone, nessun demone piangerebbe in quel modo nel vedere un animale morente o ferito né si sarebbe spaventato se qualcuno avesse alzato la voce come aveva fatto lui.
Una volta vicino vide che la colomba, ala e ora collo spezzato, assolutamente morto senza tanti crismi, eppure si stava rialzando tubando, la vide spiccare il volo, l'ala non più spezzata o ricurva in modo innaturale, il tutto seguito da altre risa gioiose e battito di mani da parte del bambino.
- Come...-
Mormorò il demone, spiazzato, e dire che ne aveva viste di assurdità dall'alba della creazione, ma un bambino resuscitare colombe mai...e se...
Fece un rapido calcolo, da secoli si preparavano ad annunciare l'avvento del Figlio di Dio, al piano di sotto avevano cercato in tutti i modi di impedire ciò, eppure nonostante gli sforzi sei anni prima era stato mandato l'arcangelo Gabriele ad annunciare la buona notizia alla prescelta, il Figlio era nato senza problemi, poi la fuga in Egitto...ma voci di corridoio dicevano che era tornato lì a Nazareth, quel paesino sperduto della Galilea, e guarda caso lo avevano inviato proprio lì.
Sconvolta per la realizzazione seppur tardiva dell'identità di quel bambino di quattro o cinque anni, e la latente consapevolezza del perché fosse lì e in quel caso, assolutamente no, quel bambino poteva essere pure il fantomatico Messia, e fare miracoli da come aveva appena visto, ma diamine era solo un bamboccio che a malapena sapeva parlare e si metteva ancora il pollice in bocca per dormire come tutti i marmocchi del mondo, e ai bambini Crowley non faceva del male, non avevano nessuna colpa...no.
- Allontanati da lui, demone!-
Una figura vestita di bianco correva nella loro direzione, Crowley ebbe appena il tempo di riconoscerlo che il nuovo arrivato prese il bambino in braccio, guardando il demone con aria truce o così tentava di apparire, ma era solo buffo, e il demone dovette trattenere una risata, quella sottospecie di angelo grassoccio era ridicolo nel suo provare ad essere intimidatorio, e l'insieme di tutta quella situazione...assurda.
- Aziraphale? Oh per favore, non di nuovo!-
Il bambino fra le braccia dell'angelo cominciò a piangere, e ciò bloccò Aziraphale dall'allontanarsi da Crowley con il piccolo restando lì a guardare prima il bambino e poi il demone con aria perplessa, ma durò un attimo poi riprese a strillare.
- Ecco, vedi è colpa tua! Lo hai fatto piangere! E io che cominciavo a credere di potermi fidare di te, ma sei un demone e i demoni non cambiano! Ora lo riporterò dai suoi genitori e...-
Crowley scoppiò in una risata tale da piegarsi in due, per poi avvicinarsi ai due ora con un sorriso sornione, quello sciocco angelo era solo un pasticcione, chissà perché si ostinavano a mandare lui.
- Sei tu che lo hai fatto piangere, dammelo qua che stai peggiorando la situazione. E stai tranquillo non gli farò niente, i miei capi non sanno che sono qui.-
Aveva mentito, è vero ma solo sull'ultima parte, a quel bambino non avrebbe fatto nulla, voleva solo farlo smettere di piangere e calmarlo, e poi avrebbe pensato al da farsi.
( Forse all'inferno volevano che lo portasse da loro e basta, no chissà che gli avrebbero fatto, magari poteva nasconderlo, l'aveva già fatto in passato, ovviamente senza fargli del male, nascondendolo anche agli angeli così almeno sarebbe stato coerente con la sua natura, sì si poteva fare ).
- Assolutamente no! Chissà...-
Ma il bambino approfittando della distrazione riuscì a divincolarsi dalle braccia grassoccie di Aziraphale con grande stupore di quest'ultimo, andò a nascondersi dietro le gambe del demone, urlando un vittorioso "Crowley!" alzando il faccino per sorriderle, con grande soddisfazione del demone dai capelli rossi.
- Guarda guarda il Figlio di Dio preferisce la compagnia di un demone a quella di un angelo..-
Prima che l'angelo, indignato, ma sotto sotto anche intenerito dalla mossa del bambino, ancora più convinto della sua identità, solo il Messia anche se solo ancora un infante poteva, nella sua misericordia, trovare simpatico, e quindi del buono, in un demone.
Un grido e parole incomprensibili, lontane, entrambi si girarono vedendo una donna correre verso di loro, e il bambino non appena accortosi di lei si precipitò nella sua direzione mormorando dei continui "mamma".
- Quella deve essere Maria.-
Crowley annuì all'affermazione di Aziraphale, sì ci era arrivato anche lui fin lì.
- Mi dispiace tanto, vi ha dato fastidio? Glielo dico sempre di rientrare a casa quando tramonta il sole ma questo birbante non mi ascolta.-
Aziraphale sembrava estasiato nel vedere la giovane Maria, capelli scuri come quelli del figlio, ma scapigliati, a causa della corsa che le fuoriuscivano dal velo marrone che come tutte le donne del villaggio portava sul capo, tenere in braccio il Figlio di Dio, così inchinandosi, con tono ossequioso negò, assicurando anzi che era stato molto bravo e gentile, al che Crowley leggermente divertito, dovette trattenersi dal commentare, aspettando solo il momento in cui l'angelo l'avrebbe additato come colpevole della sparizione del prezioso bambino, cosa che con suo stupore, non avvenne.
Così la donna ringraziando si allontanò mentre il bambino dalle spalle della madre sorrideva mostrando i dentini di latte e con una mano salutava in direzione del demone ( che ricambio' alzando la mano ) ignorando del tutto l'angelo.
Una volta che madre e figlio furono spariti oltre l'orizzonte, il demone parlò, a metà fra il sincero e sarcastico:
- Beh immagino di doverti ringraziare, sai, di non aver detto a Maria delle mie intenzioni, ovvero rubare suo figlio e portarlo fra i demoni dell'inferno o peggio, mandando a monte il piano divino.-
Aziraphale le scoccò un occhiata che il demone non riuscì a decifrare, poi con tono allegro a nascondere il nervosismo, guardando il cielo riempitosi di stelle, ribatté:
- Tanto sapevo che non avresti fatto nulla di ciò, in fondo in fondo c'è del buono in te, e il bambino l'ha capito.-
Crowley sentì montare dentro di sé una strana rabbia nell'udire quella frase, quel "c'è del buono in te" ma decise di non commentare preferendo andarsene.
Ora doveva solo inventarsi qualcosa con i suoi capi, inventarsi di come nessuno si fosse presentato nel punto stabilito oppure di come il fantomatico problema fosse risolto ( quale non gli era dato sapere nella sua posizione), una qualsiasi cosa.
- Quello si che sarebbe stato un vero miracolo, no l'unico è stato far resuscitare una colomba.-
Dietro di sé udì l'angelo trattenere il respiro ( si fa per dire visto che i demoni e angeli non hanno bisogno di respirare - e nemmeno dormire, però quest' ultima era un attività che a Crowley piaceva ) e borbottare dei vari "no no non doveva andare così, non è il momento, non può farli ora è troppo piccolo."
- Basta omettere qualche piccolo dettaglio, e se ti chiedono di un miracolo compiuto, beh non è più semplice dire che l'hai resuscitata tu quella colomba?-
L'angelo nell'udire quelle parole, se fosse stato un essere umano sarebbe diventato pallido con il rischio di svenire, ma umano non lo era quindi scosse solamente il capo, anche se il demone, voltato di schiena, non poteva vederlo.
- No no si accorgeranno se mento, e poi non posso farlo, sono uno dei buoni! E noi non mentiamo.-
Crowley si stava davvero spazientendo, il Figlio di Dio era salvo, il piano dei demoni era andato a monte ( non potevano accusarla quella volta, perché davvero non sapeva di che misterioso piano si trattasse era andata solo dove le era stato detto di andare, e nient'altro ) qualunque cosa avesse detto lassù, ad Aziraphale loro avrebbero creduto quindi di che diamine si lamentava?
- Senti, mi stai stufando, è finita bene senza le solite complicazioni, quindi finiamola qui, è stata una lunga giornata, quindi arrivederci anzi, addio.-
Non sapeva esattamente cosa avesse, sentiva dentro di sé una miscela di sensazioni strane che non provava da troppo tempo e sperava di aver dimenticato.
Ciò lo rendeva nervosa, e così si sentiva, oltre che infastidita da Aziraphale, nervosa per le sue insistenze, il voler restare lì a parlare ( l'angelo lo aveva raggiunto e non accennava ad andarsene camminandole a fianco continuando a parlare di cose che in quel momento non le interessavano per niente ) quando in quel momento voleva solo esser lasciata in pace, da sola.
Forse era questo l'effetto che gli umani avrebbero provato in futuro a stare a contatto con il Messia?
Sentirsi rivoltare dentro come un calzino fino a tirar fuori sensazioni ed emozioni dimenticate, e sopratutto negative? O forse ciò valeva solo per Crowley, essendo un demone?
E poi perché diamine era venuto proprio da lei sapendo il suo nome, rifiutando perfino il contatto di un angelo?
-...ti va di sederci qui un attimo? Anche per me è stata una giornata intensa, ho incontrato, anzi abbiamo incontrato il figlio di Dio, ti rendi conto?-
Ignorando il blaterare dell'angelo, Crowley si sedette nella terra polverosa e Aziraphale fece lo stesso, per fortuna si era zittito forse intuendo lo stato d'animo del demone.
Dopo qualche secondo di silenzio sfortunatamente il suo biondo compagno alzò una mano a indicargli il cielo.
- Ti manca?-
Chiese, senza alcun preavviso né motivazione, una semplice domanda forse di cortesia, visto che aveva esaurito gli argomenti di cui blaterare
( Senza immaginare o forse ignorando, quanto quella domanda la ferisse, anzi no non poteva nemmeno, immaginarlo ).
L'altra scosse la testa lentamente, ogni giorno avrebbe voluto rispondere, ma mormorò solo un secco "no".
L'angelo annuì sembrava triste o forse solo deluso, ripose le mani in grembo, dopodiché si alzò pulendosi la tunica chiara.
- Beh io devo andare, ti ringrazio per l'aiuto e i consigli. Arrivederci, Crowley.-
Vedendo Aziraphale il demone sentì un altra strana sensazione e l'impulso di chiedergli di restare ancora un po', ma non fece nulla, restò solo a fissare il cielo, senza dormire, né pensare.
Fino all'alba.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro