29. (PARTE QUARTA)
«Perché Sullivan?» chiese Avery il pomeriggio del giorno successivo, dopo la veglia, il funerale e la salma lasciata scivolare in mare in una cassa di legno coperta in parte dalla bandiera britannica.
Il nocchiere, ristabilitosi abbastanza per tornare ai suoi doveri, cercò una risposta giudiziosa.
«Io lo so, signore» azzardò Casambus. «La Sirena greca, lei è quella dell'isola di Zante e non so proprio come ci è finita qui, odia i britannici.»
«Non comprendo come il fatto che odi i britannici possa essere accostato alla scelta di prendersi Sullivan.»
«Io, il signor MacMourrog e Sullivan eravamo su una nave, a febbraio, e ci fermammo a Zante e in altre isole dell'Egeo per consegnare delle merci. Lì vedemmo le gabbie con dentro prigionieri greci morti, rivoluzionari contrari al governo inglese. Si diceva che la sirena andasse a beccarli al crepuscolo e di notte e che i britannici non sopportassero le dicerie. Il signor MacMourrog s'era offerto di dare un aiuto, ci aveva messi io e Sullivan e alcuni altri a tenere d'occhio le gabbie e a sparare agli uccelli. Il signor MacMourrog sapeva che c'era una taglia per chi prendeva la sirena. Magari è scappata per la paura.»
«Non avrebbe scelto un rifugio vicino alla sua patria? Cosa ci fa una sirena greca nei Caraibi? Pare a me una barzelletta.»
«È difficile attraversare l'Atlantico» obiettò Bolton.
«Ci riescono gli uccelli migratori su tratte più lunghe. Non sarebbe difficile per un essere soprannaturale. Se è come dici tu, Casambus, l'arrivo di questa sirena è collocato nell'arco di nove mesi, pertanto...» Non può essere lei ad aver ucciso Lusia. Avery si accorse che il nocchiere e il marinaio attendevano la fine della frase. «Pertanto abbiamo due nemiche. Casambus, ho un'altra domanda. La sirena mi ha lanciato addosso una mela. Ha qualche significato particolare dalle tue parti?»
Casambus boccheggiò. «Signore, ne siete sicuro?»
«So distinguere i frutti.»
«È un'usanza antica. Da noi si dice che se un uomo lancia una mela a una donna le sta chiedendo di amarlo.»
.......................
MacMourrog era impallidito. Avery ammise che il primo ufficiale aveva davanti una lunga maturazione prima di potersi fregiare di un titolo che non fosse nominale. Sperò, guardando la mela sul tavolo del quadrato, che lo scozzese non si perdesse prima di arrivare, com'era accaduto a molti altri giovanotti di belle speranze che morivano prima di aver dimostrato il proprio valore o si rovinavano con comportamenti indecorosi, tirannici, libertini.
Casambus pareva avere i piedi sui tizzoni ardenti.
Il capitano si raschiò la gola e lo fece sussultare. «Sembra che tu la conosca bene, questa sirena greca. Mi vedo costretto a chiederti se ti è stato insegnato un modo per contrastarla, una strategia che i tuoi connazionali ritengono efficace.»
«Non c'è modo di fermarla, signore» disse il marinaio, e sollevò gli occhi neri.
«Attacca i villaggi, prende uomini dai giacigli, compie stragi come si legge nei bestiari?»
«Non attaccò mai le spiagge a sud, dove sono nato e ho vissuto. Quello che so di lei è che mangia i visceri ed è uguale ai disegni sui vasi e sulle piastrelle.»
Avery, seduto a capotavola, arricciò le labbra e fissò di sottecchi il primo ufficiale.
MacMourrog aveva il pensiero altrove, ripercorreva i sentieri scintillanti di brina con i capelli e l'uniforme scossi dal Greco invernale, di ritorno dalle delizie della colazione che Maia gli preparava ogni volta che passava la notte da lei. Il mio primo comando, si ripeté.
Il brigantino era rimasto a Zante per due settimane e un giorno. Era capitato che MacMourrog stesse di guardia sulla collina, nel fetore dei cadaveri con la pistola e la spada al fianco, sotto le gabbie che cigolavano nel vento. Aveva addosso un coraggio che si alimentava dal desiderio di dimostrare le sue qualità e dalla ricompensa che il Governo britannico aveva promesso per ogni ora che avesse passato ad aiutare la popolazione. Dovevo disfarmi di un mostro inesistente. Era convinto che a dissacrare i cadaveri fossero gli uomini e con un uomo sarebbe bastata una minaccia. Strizzò gli occhi. A Zante si godeva ben altra ricompensa, aggrovigliato ai capelli scuri e al profumo che Maia si portava addosso, il burro e la mandorla dei dolci invernali. La notte era un tempo sereno di stelle puntute. Aveva piovuto per due giorni, sull'isola, ma il freddo non era paragonabile alla rigidità del sud-ovest della Scozia.
«Signor MacMourrog» disse Avery.
Il primo ufficiale non rispose. Non immaginavo che nel mondo ci fosse un altro flagello, mi consideravo miracolato di non dover tornare ai Caraibi e alla sirena. Si stropicciò le palpebre e cercò di ricordare cosa gli avevano detto i rappresentanti del Governo, le storie dell'isola. Si riscosse. «Signore, quando ero nello Ionio, i greci parlarono del fuoco liquido.»
«La mistura segreta dei bizantini? Spiegatevi meglio.»
«I britannici costrinsero alcuni politici greci, sotto minaccia di inasprire le pene, a punire i rivoluzionari. Dopo averli catturati, i soldati incendiavano le case col fuoco liquido.»
«Di modo che non potessero spegnere gli incendi.» Avery storse la bocca. «Non posso dire vigliacchi, in guerra si usa ogni trucco. I tuoi connazionali lo tengono in gran conto, Casambus?»
«Sì. Però solo pochi artigiani conoscono la ricetta.»
«Suvvia, so che non tradiresti il tuo popolo, ma qui stiamo parlando della nostra incolumità. Immagino che tu abbia un'idea di come riprodurlo.»
Casambus non resse lo sguardo del capitano e annuì.
«Di cosa è composta la miscela? Non ti nascondo che mi è venuta voglia di sapere. Posso darti la mia parola d'onore che quello che dirai non uscirà dal quadrato. Non lo userò contro il tuo popolo.»
«Zolfo, pece, salnitro e calce viva. Più una sostanza che non ricordo. Non ho mentito, signore, sul fatto che non so la... come si dice? La quantità di ogni ingrediente. Dovrei fare delle prove.»
«Voi, signor MacMourrog, avete studiato chimica, mi sembra.»
«Sono un asino, signore. Però so che il dottore se ne intende.»
«D'accordo, chiedete al dottore di aiutarvi. Non mi pare una cattiva idea provare il fuoco greco sulla sirena. Che dite, Casambus? Non ci ha mai pensato nessuno?»
«Che si può provare, signore. Gli uccelli bruciano e cuociono.»
«E sul fuoco si arrostiscono i pesci.»
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