24. (PARTE SECONDA)
MacMourrog non si era ancora ripreso quando lui e Bolton spararono il razzo segnaletico, che s'innalzò in una cometa rossa irradiando scintille su Bodden Town. Dalla fortificazione che proteggeva la città non venne alcuna cannonata in risposta. Dopo qualche minuto una scialuppa si staccò dalla riva. Giunta a portata di voce, il rematore gridò: «Parola d'ordine!»
«Tre leopardi*.»
«Voi non siete il capitano» disse il signor Bodden. Guardava verso l'alto ed esaminava l'uniforme con le due semplici spalline dorate dello scozzese.
Il capitano Avery era sottocoperta. Aveva terminato il giro nel locale dove i marinai appendevano le brande, per rassicurarli, e adesso era in piedi poco distante dalla paratia ad assistere il dottor Patterson che finiva di sistemare l'ultima sutura sul ventre di Kozlov e annusava la ferita.
«Nessun odore o segno di icore. Benissimo.» Il chirurgo gettò la forbice nella bacinella e prese una pezza ripiegata.
Kozlov guardava il suo addome. Il dottore l'aveva trovato in corridoio che avanzava verso il boccaporto, il braccio sinistro a tenersi le fasce intrise.
«Non so come abbiano potuto allentarsi. Siete certo che sanguinavate mentre non riuscivate a lasciare la cuccetta? Mi ero raccomandato che non vi alzaste per nessun motivo. Il ventre è facile al sollecito e le suture alla riapertura.»
«Non mi sono alzato, ero inchiodato. È cominciato con la voce. Sentivo il sangue che veniva... non so.»
«Finite la frase» disse Avery.
«Come se il sangue avesse una volontà e qualcuno gli dicesse di uscire.»
Il chirurgo si premette i polpastrelli sulle palpebre. «Ci deve essere una spiegazione, non può essere stato un accadimento soprannaturale. Esistono ragioni assennate per i fenomeni più strambi. A volte si riscontrano aberrazioni fisiche negli animali. Vidi una pecora, una volta, con due musi.»
«Mai con un viso di donna, siate onesto.»
«Capitano, noi non vediamo che una porzione di mondo nella nostra esistenza.»
«Mi servirà la vostra ragione per convincere uomini che non vogliono nemmeno salire in coperta. Vogliono una spiegazione, una seria e veritiera, perché hanno le loro e sono pericolose. Quel marinaio greco, come diavolo si chiama?»
«Casambus» rispose Kozlov, e sollevò il torso per permettere al chirurgo di fasciarlo.
«Ho dovuto metterlo ai ferri. Nessuno è stato in grado di calmarlo. Nemmeno i suoi compagni. Andate giù, dopo, e dategli del laudano. Non ho mai visto un uomo tanto fuori di sé, poveraccio. Quell'idiota ha convinto l'equipaggio che quella cosa era una sirena.»
«Le sirene hanno la coda di pesce, se si vuol dare ascolto agli indigeni.»
Il torso di Kozlov sussultò.
«Lui sostiene che in Grecia hanno le ali e il becco.»
«Dunque sono arpie, non sirene. Se parliamo di leggende. Sul piano naturalistico esiste una specie di aquila tropicale descritta da Linneo, il cui disco facciale, visto da vicino, è strano abbastanza da ricordare un'espressione umana.»
«Che Dio mi aiuti. Dove la cavo io una verità da propinargli perché smettano di congetturare e ricomincino a essere ragionevoli?» Avery esaminò il secondo ufficiale, che tenne lo sguardo, adesso limpido, nel suo. «Voi cosa dite, Kozlov?»
«Può essere un povero animale che non è venuto bene come doveva, capitano. A volte nascono uomini senza gambe, senza braccia e senza viso. Quell'uccello può avere dei tratti che ricordano un volto quando è solo un'illusione.»
* Stemma del regno d'Inghilterra (Royal Arms of England)
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