Il cielo grigio, privo di celesti dolcezze,
mi ricorda di te... così eri tu, indefinito,
sfacciatamente triste, con quella tua indolenza,
quella tua tenerezza, quella tua eleganza...

La notte sul tuo volto ricordava
il sapore del gelsomino
e sui petali appassiti
schiudeva la rosa nuova il cielo cenerino.

Mi perdevo allora nei meandri di un desiderio
intorno al pensiero dei tuoi occhi seri:
fosti buono e cattivo con me,
ed io fui cattiva e buona con te.

Tremavi, come la vena del mio collo
quando la sfiorava il tuo fiato,
e la tua bocca mormorava:
toccati la pelle _ fragole nella tua bocca;
ed era dolcissimo diventare delle fragole.

Gli occhi _ grandi briciole di dolore,
mentre ti stringevo forte
e tu svanivi avido centimetro per centimetro
dentro quella mia oscurità fatta di nuvole e parole,
verseggiando gli sconosciuti segreti dell'amore.

Viaggio nuda ora
calpesto filamenti di luce, fuggevoli
turbini di soffi colorati, arcobalenanti piaceri
sciolti nella luce prima
su tracce fresche, ancora, disorientate.

Ricordo, sotto i miei fianchi,
l'enorme valigia chiudere tristezze di ore
e di parole
e i tuoi occhi vaghi entrarmi in fretta
per poter dormire i sogni dentro i miei.