2. Filosofia (in corso)
Tutto iniziò con una normalissima lezione di filosofia in un sabato di fine aprile...
"Quindi, ragazzi, i compiti ve li carico su Classroom. Ricordatevi di ciò che vi ho detto: una volta a casa provate a pensare al futuro come in un altro Universo, come se con un'azione diversa, fatta in passato, avreste sbloccato un futuro diverso dall'attuale".
Suonò la campanella d'uscita.
"È suonata, potete uscire, ragazzi. Buona giornata e buon fine settimana".
Tutta la classe, con lo zaino già pronto da dieci minuti, si alzò dai banchi e come un gregge di pecore che esce dal recinto per il pascolo, tutti i ragazzi uscirono in massa dalla piccola porta dell'aula, dirigendosi verso l'uscita dell'edificio.
Da molti studenti si potevano sentire frasi come "è finita pure questa settimana", "appena torno a casa dormo fino a lunedì", "menomale che esiste anche la domenica, senza nessun giorno di pausa sarei morto".
Quella giornata scolastica e quella settimana scolastica erano finite per tutti gli studenti, finalmente era pace. Sì, pace per tutti, tranne che per quel povero ragazzo, che dopo una spiegazione da un'ora di filosofia era completamente travolto dai pensieri. Talmente tanto preso dalla sua mente che, al suono della campanella, non era nemmeno uscito dalla classe: era rimasto là a fissare il vuoto, pensando.
"Cosa ci fai ancora qua?" chiese il professore.
Il ragazzo scosse la testa, riprendendosi dal trans.
"Eh? Mi scusi arrivederci" prese il più in fretta possibile le sue cose e uscì velocemente dall'aula e con ancora la testa travolta dai pensieri si incamminò a piedi verso la propria abitazione.
Una volta arrivato a casa, nemmeno il tempo di finire i due bocconi che gli aveva preparato per pranzo sua madre, che si chiuse subito in camera a riflettere sui suoi pensieri: per lui era una sorta di meditazione, un tramite tra realtà ed immaginazione, una porta che si spalanca sull'Infinito.
Pensa, pensa, pensa. Ma a cosa penserà mai? Tutto. Sia tutto, che niente, nello stesso momento. Pensieri vaghi gli appaiono nella testa uno dietro l'altro come vagoni di un treno che passa, gli scorrono davanti agli occhi come acqua in un ruscello e ristagnano nella sua mente come pozzanghere dopo la pioggia.
Perso nel vuoto delle parole e delle immagini che occupavano rumorosamente la sua angoscia, un pensiero più degli altri si fece avanti: "e se i modi di dire diventassero modi per uccidere?".
Silenzio. Tutte le sue riflessioni, le sue idee, tacquero simultaneamente, la sua psiche rivolse tutta la sua volontà verso quella malsana idea, capace solo della mente del più malato psicopatico. Eppure sembrava che quel dolore, quella sofferenza, quel sovraffollamento di opinioni fosse colmato da quella singola domanda.
"Magari non è così male; magari se provassi, potrei capire cosa si sente, come ci si sente. No, non essere ridicolo, una cosa del genere è da pazzi. Ma se provassi forse starei meglio con me stesso; alla fine, non mi sembra così tanto una brutta idea" dentro di lui riecheggiava questo continuo litigio, come la famosa gag dell'angelo e del demone, sulle spalle del protagonista, che litigano sul da farsi.
Scegliere il bene o scegliere il male? Cos'è il bene? Cos'è il male? È tutto soggettivo, no? Cambia tutto dal punto di vista del diretto interessato. Non esiste né il bene né il male, se uno non è in grado di distinguere prima per cosa differiscono.
Per lui, però, la colpa non è mai stata un problema; nemmeno commettendo la peggiore delle atrocità avrebbe provato una briciola di pentimento. Personalmente lo indicava come un pregio, il non doversi preoccupare di un ulteriore peso sulle spalle che si accaniva sempre di più su di sé ogni volta che percepiva che qualcosa non andava nel verso giusto dopo aver fatto qualcosa.
Dopo una, anche fin troppo lunga, riflessione giunse alla sua conclusione, alla sua amata conclusione che gli avrebbe stravolto la vita per sempre, a quella conclusione che nemmeno la più tremenda delle pene gli avrebbe fatto provare un minimo di rimorso dell'averlo fatto.
"Google: Modi di dire più famosi - ricerca"
Avrebbe cominciato pianificando nei minimi dettagli ogni omicidio, seguendo sempre lo stesso schema: prendere alla lettera i modi di dire.
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