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XIX

Lesse fin quando non sentìbrontolare il proprio stomaco.

Il piccolo aveva ascoltato attentamente la sua voce, e, ogni tanto, si perdeva a fissare le labbra mai ferme.

Al suo piccolo paese aveva ascoltato storie che gli sembravano grandiose, ma questa era del tutto diversa. L'Amore di Orlando per Angelica, e la sua furia folle, e gli intrecci che si legavano dietro erano veramente troppi.

Parlarono per tutto il pranzo del libro.  Mikail faceva domanre su domande e osservazioni poco argute, ma interessate. Non smetteva di parlarne nemmeno quando l'Aplha iniziò a camminare verso una meta sconosciuta, e lui lo seguiva senza chiedersi niente.

Smise di parlare non appena si accorse di trovarsi davanti ad un imponente cavallo bianco macchiato di nero.

(qui mi ero dimenticata il nome) Maxwell gli fece vedere dove è fine accarezzarlo e tutti gli attrezzi per cavalcare. Lo buttò  di peso sul cavallo salendo poi dietro di lui.

Cavalcarono e Cavalcarono stretti uno all'altro.

Una consapevolezza lo colpì acidamente, doveva sbrigarsi ad agire, se no lo avrebbe perso,  avrebbe perso l'amore della sua vita. Era amore, lo amava, ne era sicuro.  Se prima poteva pensare che era sotto l'effetto dell'innamoramento ora non più.

Mikail non si era mia chiesto cosa provasse, anche se prima non aveva mai sperimentato un emozione simile. Lui sapeva cosa voleva e sapeva cosa avrebbe voluto dare, sapeva i fatti che avrebbe voluto succedessero, non le parole a cui non aveva mai dato importanza.

Dopo cena l'Alpha richiamò l'attenzione del suo omega.

"Mikail, dobbiamo parlare un attimo - il ragazzo annuì anche se lo preoccupava il tono tesò dell'altro- io ti voglio ma non posso prenderti così, io...io...  Io ti voglio come moglie ma tu  lavori per un altro, mio cugino ti ha scelto, non sarà  facile convincerlo ma,  hey piccolo non essere triste. Stavo dicendo che non sarà facile,  ma c'è la farò -un sorrisino tornò  ad aleggiare sui boccioli di rosa- il problema è il mio matrimonio. Io faró di tutto per te ma promettimi che tu sarai mio, dì che mi ami"

Mikail lo guardava con uno sguardo strano. Era leggermente arrabbiato, solo leggermente. L'Alpha lo obbligava a pensare e a lui, si sa, non piace pensare.

Arrivato alla fine dei suoi pensieri allungò  uno mano in avanti, dove si trovava il maggiore e alzò il mignolo.
Mikail aveva su una faccia di chi si aspettava qualcosa allora il moro mise la mano nella stessa posizione cosicché l'altro, un po' incredulo, potè  affermarlo con il suo.

"lo prometto. Le promesse con il mignolino sono infrangibili" disse con tono solenne e orgoglioso.
A Maxwell venne quasi da ridere ma non poteva mica rovinargli la sua tenerezza, come avrebbe fatto in futuro senò?

Mikail si sporse poi verso il maggiore,  gli appoggiò  le manine sulle spalle e gli schioccò un bacio delicato e di una dolcezza infinita sulle labbra.

"E ti amo"

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Sono in ritardo, ma dato che sono molto lazy, saró spessissimo in ritardo, mi scuso in anticipo.

Spero vi stia piacendo mi farebbe piacere se me lo scriviate in un commento.

Al prossimo capitolo e grazie a tutti.

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