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VII

Il giorno seguente Mikail raccontò alla sua famiglia che c'era un posto libero come domestico al palazzo reale, accenando appena l'accaduto al bar, guadagnandosi uno sguardo profondo dal padre, che aveva capito tutto, e due contrariati dai fratelli che pensavano che gli uomini lo stessero solo infastidendo a parole e che non volevano lasciarlo andare.

"Mikail lo sai come sono gli aristocratici, spocchiosi, arroganti e pensano che ogni cosa o persona gli appartenga. Non puoi andare" Niall si stava alterando, ma la voce del padre interruppe il suo discorso " SILENZIO! Mikail - e si giro verso il figlio minore- non c'è problema se provi a farti assumere, sarebbe di grande aiuto. Stai attento però, i tuoi fratelli poi devo sorbirmeli io, okay?" Il padre gli regalò un sorriso dolce che nascondeva tutta la sua preoccupazione. "S-sì" Mikail voleva dimostrare che potevano contare anche su di lui,  che non era solo un dolce bambino indifeso.

Il piccolo ragazzo non perse tempo e due giorni dopo si stava incamminado verso il palazzo reale con l'ansia che lo stava divorande ma anche tanta buona volontà.

Prima di uscire di casa aveva salutato tutti con un abbraccio, in cui Niall da fratello protettivo che era lo strinse più forte, e la madre addormentata con un bacio. Sperava di non tornare quella sera, non per odio della sua famiglia ma il contrario. Li avrebbe aiutati anche lui.

Appena uscì il padre sprofondò sulla sedia prendendosi la faccai tra le mani, era terribilmente preoccupato ma se suo figlio voleva farlo allora lui non lo avrebbe fermata. Nessun posto sarebbe stato abbastanza sicuro per un piccolo omega come lui, ma almeno nel paese c'era lui che vegliava. Almeno così la pensava prima della scena del bar. Il suo Mikail non era al sicuro nemmeno ad un palmo dal suo naso. Non poteva fare altro se non avere fiducia e sperare.

Arrivato a destinazione si accorse di un piccolo capanno aperto davanti all'entrata. L'uomo che stava seduto all'interno dietro dei fogli con una penna in mano richiamò la sua attenzione " ragazzina vieni qui... - Mikail si avvicino al piccolo gazebo- ...o ragazzino. Prego, nome, provenienza, età e cosa sei venuto a fare qui. Devo annotare tutto e poi decidere se farti entrare"

" Mikail, vengo dal paese a nord della citta principale, Hilaga*, ho dodic'anni, quasi tredici e sono qui per lavorare al castello... o meglio, chiedere se posso lavorare qui" Mikail parlava con una sicurezza che non gli apparteneva mentre l'uomo scriveva i dati appena forniti felice di fare finalmente qualcosa.

Si alzò e fece segno al ragazzo di seguirlo. Lo condusse dino ad una porta laterale del palazzo dove bussò. Dalla porta sbucò una signora cicciottella che dopo essre venuta a conoscenza della situazione si prese il compito di portrlo alla destinaziome a lui ignota.

La signora, che probabilmente aveva visto il lampo di insicurezz che si stava ingrandendo negli occhi del più piccolo vollè rassicurarlo "Non ti preoccupare, avrai sicuramente il lavoro- come faceva ad esserne così sicura si chiese Mikail- perche' mi piaci, se un bambino carino, convincerò io il capo. Sono una domestica altolocata qui sai?" il tono della donna era buffo ma lo rassicurò un po'  imponendosi di non vagare con la mente in tutti i disastri che avrebbe potuto combinare

Mentre camminavano per i corridoi del castello un uomo  venne loro incontro. Era lo stesso che aveva visto su una delle carrozze.






* vuol dire nord in una lingua che non mi ricordo.
Grazie google traduttore
Mi farebbe piacere se mi diceste cosa ne pensate, anche con commenti negativi ma costruttivi.
Grazie a chiunque segua questa storia.

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