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8. Emily

Emily's Pov

Quella notte era da dimenticare. Avevo caldo e avevo sudato come un maiale in calore.
Feci colazione con Angel e tornai in camera a cambiarmi.
Primo giorno di lezione!

Prima ora: italiano. Non mi aveva fatto né caldo né freddo.
La prof si chiamava Louisa Traynor. Alta, bionda, magra. Era come un insetto stecco.
A primo impatto sembrò avere una trentina d'anni, e sì, sembrava proprio in quel periodo.
Facemmo un dettato, che io semplicemente odiavo essendo leggermente disgrafica. Mi capitava poco spesso di commettere errori, ma quando capitavano erano orrori.

Seconda ora: educazione fisica. Era simpatico, dai. Pensavo che almeno un prof di motoria fosse in forma, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Passai tutto il tempo a parlare con Syria, praticamente. Il suo lavoro fu di stare con il telefono con la figlia a parlare di come pulire la cuccia del cane. Ho scoperto che il suo cane si chiama Yuva e dalla descrizione sembra giovane, "Avendo sempre tutte le energie per distruggere la tenda".

Terza e quarta ora: storia.
Io a-do-ro storia. Mi faceva capire come la pensavano prima e i cambiamenti nel tempo. La prof sembrava antipatica, ma utulizzava un metodo di spiegazione parecchio strano oserei dire. Aveva un cognome simile a "McDonald" o almeno per le prime due lettere.

Quinta e, finalmente, ultima ora: matematica.
Professoressa giovane e rimbambita, che doveva sempre guardare sul libro prima di spiegare la lezione.
«Secondo me non è neanche sposata.» mi confessò Betty.
«Quel cespuglio in testa sembra adatto per nidificare una reggia per uccelli. »
«Betty, guarda il vestito, è tutto sporco di gesso!»
Lei emise un gemito di risata, per poi ricordarsi di trovarsi in classe.
La prof si girò, ma in fondo al cuore tutti sapevano che era stata lei, prof compresa.

Io stavo morendo di fame, ma come si faceva a vivere in una scuola senza ricreazione?!
Pranzai con Betty, Syria e una ragazza che avevo incontrato a scuola, si chiamava Nicola Allen.
Mangiai un panino al volo e un bicchiere d'acqua. Quando arrivai Angel se n'era appena andata dalla mensa.

Ero contenta del primo giorno, dai. Pensavo peggio, più "da inferno".

Tornai in camera.
Volevo schiacciare un pisolino, ma non ci riuscii. Mi alzai velocemente e uscii fuori dalla stanza.
Per il primo giorno non ci avevano dato compiti.

Nicola era al primo piano, praticamente la stanza sopra la mia. Quindi la andai a trovare.

Entrai in camera sua, non ricordo neanche il numero. C'era solo lei.
Parlavamo della nostra "esperienza nel collegio". Lei era lì da un anno e mi parlò di qualche esperienza, come quando era stata sospesa per essere uscita dalla finestra del bagno della scuola, oppure quando con una sua amica aveva fatto uno scherzo alla stanza affianco urlando "Al fuoco".
Un paio di volte l'avevano messa in punizione per una settimana.

Dopo tutti questi avvenimenti lei aveva regole speciali, per esempio non aveva compagne di stanza, e lei non poteva andare in bagno più di una volta a scuola. Le era proibito uscire dalla sua camera dalle otto di sera.

Diciamo che Nicola era una vipera. Metteva paura anche a me, sinceramente.

Tardo pomeriggio, verso le 17:00, scesi e tornai in camera mia, finendo molto sbadatamente con il sederino per terra e sbattendo la testa all'indietro.
Mi vide una guardia che stava al piano inferiore e venne ad aiutarmi.
Mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi. Si offrì ad accompagnarmi in infermeria, ma rifiutai. Stavo bene.

Mi chiusi in camera, c'era solo Betty che se ne andò dopo pochi minuti in un'altra stanza.
Ero rimasta da sola.

«E ora che faccio?» Mi autodomandai.
Aspettai con ansia la cena, leggendo.
"...In quell'oscurità riuscii a trovare la luce nei tuoi occhi. In quell'oscurità sei stata la stella che mi ha indicato la via..."
Capitolo 18, il libro era quasi al termine. Si chiamava "La mia stella".
"Eh sì, non sempre tutto è possibile."
Così terminava quel favoloso intruglio di pagine emozionanti, quello che avevo iniziato in macchina. Era corto, circa duecento pagine, ma meraviglioso. E dopotutto, nella vita, conta l'averci provato. Non sempre con successo, ma meglio che avere un macigno sul cuore.

Era quasi ora di cena quando rientrarono Betty e Syria.
Ci dirigemmo verso la mensa dieci minuti più tardi.
Finalmente vedevo Angel... Le parlai della giornata e dei professori, scoprii che la prof di storia di chiamava Tiffany McSailer.

Dopo cena andai in camera.
Mi coricai tardi. Il sonno tardò a venirmi.
Mi affacciai alla finestra a vedere le stelle. Cercavo di inventare collezioni.
Inventai una specie di fiore. Non so come, era perfetto. Aveva sette punte e sette petali.
All'improvviso ripensai al sogno.
Chiusi gli occhi un momento, per sforzare di ricordare.
Era un mio talento innato scordarmi i sogni, che nervi...
Ricrodai una specie di guerra. All'improvviso fu come se mi tuffai con la mente in un paradiso. Mi sentii volare, mi sentii leggera.

Delle voci sussurravano il mio nome. C'era un eco enorme nella stanza. Ancora ad occhi chiusi, appoggiai i palmi delle mani sulla finestra. Sentii come un vento, una brezza che mi fece sollevare o capelli, che mi fece sentire libera.

Poi, in una frazione di secondo, aprii gli occhi e dinanzi alla finestra vidi un enorme figura nera, con una specie di... Mantello?
Alzai gli occhi al cielo e urlai con tutta la voce che avevo, mentre la costellazione che avevo localizzato pochi attimi prima, sembrò svanire in un miraggio.
Betty si svegliò urlando, si prese quasi un colpo. Mentre Syria si arrabbiò a morte.
Caddi verso dentro sbattendo la testa nello stesso punto, ora il gonfiore di prima si era ingigantito enormemente. Si affacciò quella figura nera dalla finestra, dopo un sussulto di tutte e tre ci resimo conto che era solo una normalissima guardia.
Fece il giro e entrò nella nostra stanza.
Mi ero sporcata i capelli di sangue, ma sembrava un'innocua ferita.

No, quel collegio aveva qualcosa che non andava.

La guardia mi prese in braccio, mi mise il suo mantello e mi portò di corsa in infermeria.

Mi lasciò lì cinque minuti e andò a chiamare un'infermiera, che mi resi conti era la prof McSailer.

Mi salutò con un sorriso, e poi mi mise del ghiaccio dietro la testa.
La professoressa sembrava molto gentile e comprensiva.
La guardia tornò a fare il suo lavoro.

Io rimasi lì tutta la notte, dormii in compagnia della professoressa. Si era dimostrata parecchio gentile.
Finalmente mi si chiusero gli occhi. Mi svegliai un paio di volte nel cuore della notte. Sudavo freddo e mi svegliavo quasi urlando.
Non mi preoccupai troppo, anche se forse avrei dovuto...

Il nostro angolo

Heiii eccoci con il secondo Pov di Emily. Ditemi che ve ne pare e magari eventuali miglioramenti.
Grazie per seguire la storia!
***Giulia ringrazia***

~We are Disagiate_07

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