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11. Alexandra

Alexandra's Pov

Camminavo meravigliata immersa nel verde della foresta. Non avevo mai visto nulla di simile e quest'aria poi, così fresca e pulita. Mi sembrava di respirare per la prima volta in tutti i 15 anni della mia vita. Mi immersi nel bosco sempre più sorpresa e sorridevo cominciando a volteggiare, ho sempre adorato la natura.

Sentii un'improvvisa goccia nera cadermi in faccia subito seguita anche dalle altre. Cercai un riparo, dove potevo nascondermi? Poco lontano vidi una caverna, subito mi nascosi lì.
Quell'improvvisa tempesta di petrolio distrusse la foresta, gli alberi divennero secchi, l'erba divenne nera e il cielo divenne scuro. Il vento soffiava sempre più forte, portando con sé un aspro odore di acido.

«Sette....Guerra....Aiutali» sentii sussurrare da una voce dietro di me. Mi girai di scatto vedendo un'ombra nascosta sotto ad un mantello che subito dopo sparì. Una forte nostalgia invase il mio cuore, perché quest'emozione? Nostalgia per cosa?
Vidi altre ombre correre per la foresta e poco dopo la puzza di fumo si fece più grande seguito da un vero e proprio incendio. Il fumo creò uno strano simbolo, una specie di fiore a sette petali con una stella a sette punte in mezzo, rimasi a fissarlo non capendo. Piano piano le fiamme divennero sempre più grandi e mi raggiunsero. Lasciai che mi avvolgessero e che mi ingoiassero, ormai era finita.

Mi risvegliai nel buio della mia camera col fiatone. Cos'era quel sogno? Andai in bagno e mi lavai la faccia con dell'acqua, per risvegliarmi del tutto. Ritornai in camera, vidi l'ora: erano le 4.00 di mattina! Che pillole, neanche quel giorno riuscii a dormire decentemente!

Presi un foglio e cominciai a scrivere del sogno per non dimenticarmelo. D'un tratto, una mano mi sfiorò la spalla. Sobbalzai e mi girai, pensando che fosse Eliza. Rabbrividii, vedendo che stava ancora dormendo. Forse era solo la mia immaginazione, quindi tornai a scrivere lanciando qualche occhiata di qua e di là.

Alle 7.15 la stanza si animò con Eliza che sclerava e correva per tutta la camera. Più di qualche volta sbuffai e feci roteare gli occhi. Volevo solo un po' di silenzio e di concentrazione, possibile che fosse così difficile?!

Quella mattina così misteriosa mi fece passare la fame, quindi non scesi per la colazione. Aspettai le 8.20 per andare a scuola.
Avevo educazione fisica: la materia più odiosa del mondo.

Oggi nella palestra non c'era solo la mia classe, ma anche quella della strana bambina col simbolo simile al mio. La fissai seduta sulla panchina, era molto vivace e sportiva: esattamente l'opposto di me. Abbassai per un attimo lo sguardo verso il pavimento lucido della palestra.

«Attenta!» sentii una voce urlare. Vidi una palla arrivare verso di me alla velocità della luce. Mi spostai velocemente ed essa mi passò accanto senza però farmi del male. «Sta bene?» mi chiese la bambina che stavo fissando. Annuii impassibile e mi diressi verso lo spogliatoio femminile con la scusa di andare in bagno.

Udii delle voci provenire dalla stanza affianco, riservata ai professori. Non sentii molto ma quelle poche frasi mi confermavano che stavano parlando di... guerra.

«Questo collegio non è più sicuro, dobbiamo fuggire. La guerra è vicina, ormai». La voce del professor Smith mi rimase in mente per tutta la mattinata e non seguii per niente le lezioni delle altre materie ma nessuno se ne accorse. Fui pensierosa tutto il giorno in realtà.
Finite le lezioni presi la mia borsa con tutte le mie cose e mi diressi velocemente verso la mensa, dove presi posto nel mio solito angolo sperduto. Presi il foglio su cui avevo scritto del mio sogno e cominciai a leggere, sembrava così irreale. 

Sentii dei passi che si avvicinavano e una minuta figura si sedette al mio fianco, senza neanche chiedere! Quanto possono essere maleducati gli studenti di questo collegio?
Sbuffai leggermente e roteai gli occhi, senza farmi notare. Sentii il suo sguardo fisso su di me, ma feci finta di niente e continuai a mangiare in totale silenzio.
«Ciao» disse e subito riconobbi la sua voce, era la stessa ragazza che mi aveva aiutata in corridoio, facendomi passare un intero pomeriggio in infermeria.

«Ciao» ribattei in modo monotono, non degnandola di uno sguardo.

«Come va? Ti sei risentita male da ieri?» chiese timidamente.

«Non proprio» risposi dopo una breve pausa di riflessione. Speravo che la conversazione finisse presto, ma non fu così. Infatti iniziò a parlarmi di un suo strano sogno di cui facevo parte anche io. Non mi interessai più di tanto, ma continuai ad ascoltarla. Ad un certo punto si interruppe, guardando il foglio che avevo in mano.

«Che cos'è?» Mi chiese, indicandolo.

«Niente di particolare» risposi, nascondendolo in tasca. E così la conversazione finì.

Raccolsi le mie cose e mi avviai verso la biblioteca, dove avrei fatto un po' di ricerche dopo aver finito i compiti. Sentii una strana sensazione per tutto il tragitto ma non ci feci molto caso, troppo impegnata a pensare. Presi posto in un tavolo isolato e cominciai a studiare matematica ma poco dopo sentii una sedia spostarsi e qualcuno sedersi. Cercai di restare concentrata sul compito ma non resistetti alla tentazione di scoprire chi fosse.

Ogni tanto sollevavo lo sguardo, senza farmi notare. Riconobbi la bambina strana, quella che avevo visto alla cerimonia di benvenuto e la stessa che stavo fissando stamattina. Si presentò poco dopo, intenta a conoscermi meglio e a fare amicizia. «Ciao, sono Emily» disse sorridendo.

«Alexandra» risposi continuando gli esercizi di matematica. La conversazione andò avanti per un po', non mi aprii molto, del resto non ero quel tipo di persona. Scoprii con mio stupore, che non diedi a vedere, che era la sorellina di Angel, la ragazza che mi era saltata addosso.

Mi capitò di sfiorarla, ma al suo tocco, una scossa mi passò per tutto il corpo. Subito tirai la mano indietro, e anche lei. Probabilmente l'avevamo percepita entrambe. Rimasi immobile, impietrita, non sapevo che fare. Prima quel sogno, poi la strana conversazione tra i professori e ora prendo una scossa da una ragazza che ha un simbolo sul collo identico a quello che ho io. Non era per niente normale, mi stavo addirittura impaurendo a stare vicino a Emily, ma per non essere troppo scortese, rincominciai i compiti in assoluto silenzio.

Mi sbrigai a finirli per poi passare alle ricerche. Misi apposto le mie cose dentro la borsa e la lasciai lì, sulla sedia.
Ci doveva essere sicuramente qualcosa. Feci scorrere il dito sulle copertine impolverate dei libri finchè non ne notai uno. Era senza titolo e la copertina era totalmente bianca anche se un po' sporca. Lo presi e cominciai a sfogliarlo incuriosita, si trattava di un antico libro di simboli. E come se fosse programmato vidi lo stesso simbolo del mio sogno. Non feci in tempo a leggere di cosa si trattasse che qualcuno mi spinse a terra. Massaggiai il mio fondoschiena dolorante mentre trucidavo con lo sguardo un ragazzino che non avevo mai visto. Mi alzai senza degnarlo di uno sguardo e solo allora mi accorsi che il libro era sparito e insieme il marmocchio. Maledetto bambino, se ti prendo chissà cosa ti faccio! Sbuffando ritornai al tavolo, notai che Emily se ne era andata, presi la mia borsa e mi diressi in camera, dove trovai Eliza che quai si addormentava mentre stava studiando. Passai dritta senza salutare e mi diressi in bagno per una doccia fredda prima di cena. Come sempre, niente di particolare, anche se, devo dire, quasi ero felice. Felice perché il mio adorato piano mi stava aspettando nell'aula di musica, insieme alla mia compagna con il suo violino. Eravamo, a mio parere, veramente una bella coppia.

Stranamente, poco prima dell'appuntamento, cambiai idea. Il mio sesto senso mi allarmava e mi incitava a non andare, non sapevo neanche io perché. Ma decisi di auto-ubbidirmi. Così passai quella sera tra le mie coperte a leggere uno dei tanti libri che avevo. Solo verso l'una, finalmente, riuscii ad abbandonarmi al sonno.

Il nostro angolo
Ciao a tutti! Sono Killer, scusate per il ritardo. Ecco il nuovo capitolo! Speriamo che la storia vi stia piacendo, buon peoseguimento ;)

We are Disagiate_07

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