1. Alexandra
Alexandra's pov
Un fastidioso rumore mi svegliò dal mio solito incubo.
Cos'era quel rumore? Una specie di ronzio..
Aprii gli occhi e mi alzai lentamente, conscia del fatto che non mi sarei più riaddormentata. Appoggiai una mano al muro per accenderlo, una luce celeste investì subito i miei occhi. Li chiusi istintivamente e lentamente riuscii ad abituarmici. Alzai lo sguardo e vidi la causa del mio risveglio, una maledettissima zanzara che aspettava il momento perfetto per attaccarmi. Le lanciai una scatola di scarpe vuota, il primo oggetto che afferrai, e lei morì schiacciata da essa.
Sorrisi soddisfatta della mia mira perfetta ma si spense non appena vidi l'ora, erano le 4:30 di mattina ed io ero già sveglia e poi oggi avrei anche ri-cominciato le lezioni! Se il buongiorno si vede dal mattino allora sarà uno schifo di giornata! Per una volta vorrei poter affermare di aver dormito profondamente..
Era una delle numerose cose che non riuscivo a fare come gli altri, lo odio.
Perché sono così diversa? Anche se il più delle volte ne vado fiera della mia diversità, mi fa sentire speciale. Il fatto è che a volte questa mia diversità mi porta tanti problemi, come quello della stanchezza o della rabbia incontrollata. E spero che questo non disturbi la mia futura compagna di stanza. Credo si chiami Elizabeth o qualcosa del genere. Sarà dura, io ho sempre avuto la mia camera singola e se fosse la solita persona invadente? Oh povera me.
Sospirando, ormai sveglia del tutto, mi diressi verso lo scaffale con i miei numerosi libri. Mi misi a cercarne uno che mi attirasse e lo vidi. Era lì, in un angolo nascosto, lontano dagli occhi indiscreti.
Lo presi e lo appoggiai su un tavolino e mi diressi in bagno per lavarmi e vestirmi. Accesi la luce del bagno che si illuminò subito di un bianco scintillante. Mi spogliai e lasciai che l'ondata d'acqua calda mi rilassasse del tutto.
Dopo alcuni minuti uscii dalla doccia, indossai l'accappatoio e ritornai in camera. Mi misi qualcosa di comodo, presi il tutto e mi misi sul letto. Cliccai il bottone per aprire le serrande, accesi la mia lampada a forma di goccia con una leggera carezza e spensi la luce del muro con un tocco leggero.
Una luce bianca illuminò una parte della stanza, lasciando in penombra la parte opposta, dove si trovava un letto, un armadio, un comodino e una scrivania.
Iniziai a leggere e subito mi immersi nella vita di questo nuovo personaggio.
Senza nemmeno accorgermene il tempo volò e presto si fecero le 7:50 Posai il libro e cominciai a prepararmi in tutta calma.
Mi misi la divisa e mi pettinai i lunghi capelli neri davanti allo specchio del bagno. Provai a sorridere ma quello che ne uscì fu solo una sorta di smorfia. Sospirando ci rinunciai.
Mi misi le scarpe, presi la giacca della divisa, la borsa con dentro la chiave della camera, il libro che stavo leggendo e mi diressi verso la mensa per la colazione.
Passai per il corridoio bianco brillante e scesi le scale guardando fuori dalle grandi finestre che davano sul cortile. Oggi quel posto spoglio e senza vita si sarebbe riempito di vite giovani e gioiose, bah che schifo. Spero di non entrare in contatto con nessuno di essi fuorché la mia compagna di stanza.
Sbuffando ricominciai a camminare nel cortile non degnando nessuno di uno sguardo ma all'improvviso sentii qualcuno cadermi addosso. Oltre all'insonnia ci mancava solo questo per rendere perfetta la mattinata!
Caddi in avanti facendo cadere il libro dalle mani e la borsa. E per un attimo mi sembrò di sprofondare nel vuoto più totale, odiavo quella sensazione.
Mi rialzai sbuffando borbottando tra me e me parole a caso, questo era ormai un vizio e certe volte lo facevo anche senza rendermene conto.
Raccolsi il libro e la mia borsa per terra mentre trucidavo la ragazza con lo sguardo.
Odiavo le persone imprecise che venivano addosso ad altri, basta guardare avanti, non è così difficile! Ah che esasperazione!
Mi alzai in piedi e fissai i suoi occhi marroni tendenti al verde, probabilmente era più grande di me.
Poi all'improvviso sentii gli sguardi su di noi e la voce di sconosciuti sussurrare cose diverse. La rabbia cominciava a ribollire nelle vene, dovevo mantenere la calma. Poi sentii l'ansia e la paura prendere il possesso di me. Mi stavano guardando. Stavano parlando di me.
Presi grandi respiri e mi diressi verso la mensa guardando verso il basso, cercando disperatamente di calmarmi mentre le voci di sconosciuti mi accompagnavano.
Arrivai in mensa del tutto calma, nel tempo avevo sviluppato questa mia capacità di autocontrollo e ne fui felice.
Presi un cupcake con gocce di cioccolato, una mela e una tazza di latte fumante. Mi sedetti in un angolino appartato sperando in un po' di privacy e cominciai a mangiare stando attenta a non sporcarmi.
Sentivo ancora gli sguardi puntati su di me e ogni tanto vedevo qualcuno guardarmi di nascosto per poi ridere. È sempre stato così, tutti pettegoli. Ormai non mi importa più nulla di ciò che pensano, chissà se fuori da questa prigione sia lo stesso.
Per la prima volta iniziai a guardarmi intorno. Vidi volti sorridenti, altri annoiati e altri tristi per l'inizio delle lezioni. Poi tra la folla scorsi un paio di occhi nocciola che mi fissavano, ma non ne fui sicura siccome qualcuno mi passò davanti ed essi scomparvero.
Il sonno cominciava a giocare brutti scherzi.
Tagliai la mela in piccoli spicchi e la mangiai concentrandomi di nuovo sul mio pasto, lasciando che il rumore delle voci mi facessero compagnia.
La finii velocemente, misi il libro dentro la borsa e mi diressi in aula magna per dare una mano per i preparativi.
Sentii di nuovo l'ansia di uno sguardo alle mie spalle. Qualcuno mi stava seguendo.
Accelerai il passo sperando di seminarlo e all'improvviso quella strana sensazione svanì. Tirai un sospiro di sollievo mentre varcai la porta spalancata dell'aula magna.
Presi la mia cartella e mi misi a controllare che tutto sia perfetto. Il tempo passò in fretta tra correzioni e sguardi indiscreti, le 10 arrivarono puntuali e con essa tutti i nuovi studenti. Benvenuti all'Inferno bambini!
Tutto procedeva magnificamente, li chiamammo uno ad uno per distribuire i fogli con la dedica del preside. Poi i professori fecero il loro lunghissimo e noiosissimo discorso mentre mi misi a leggere.
Alla fine della cerimonia alcuni studenti li accompagnarono nelle loro stanze mentre io mi diressi verso il cortile. Mi guardai velocemente attorno e quasi subito notai una strana bambina in compagnia di una studentessa più piccola di me, credo.
Assomigliava a qualcuno che avevo già visto anche se non so chi. Quegli occhi castani tendente al verde mi ricordavano qualcuno, ma chi?
Smisi di pensarci e mi concentrai su altro ma la sua strana macchia sul collo catturò la mia attenzione, anch'io ne avevo una quasi identica, ma sulla schiena.
Ero strana quella mattina, cosa mi stava prendendo? Provavo una strana ansia e la terribile sensazione di essere osservata, chi mi stava tenendo d'occhio? E soprattutto perché?
Forse mi stavo facendo troppi film mentali. Non ero mica la protagonista di un libro, doveva per forza essere solo una mia impressione.
Uscii e mi diressi con passo felpato in cortile, passando per i numerosi corridoi. Mi sedetti sulla prima panchina libera al buio e cominciai a leggere ri-immergendomi così in quel mondo fantastico.
I rumori di passi e le numerose voci mi suggerirono che l'ora di pranzo sia ormai arrivata. Chiusi il libro e andai a mangiare. Questa volta, però, non sentii più né occhi puntati su di me né quella strana sensazione, ne fui sollevata. Finii il mio pasto in silenzio e mi diressi verso la mia camera dove continuai a leggere per il resto della giornata.
Il sole cominciò a tramontare colorando il cielo di un bel arancione. Sorrisi a quello spettacolo. Tra poco sarebbe arrivata l'ora di cena ma, come mio solito fare, la saltai. Chiusi il libro, ormai quasi finito e mi diressi verso l'aula di musica, verso il mio amato pianoforte.
Camminai velocemente, come se non aspettassi altro e spalancai la porta dell'aula impaziente di sfogare tutta la mia frustrazione suonando.
Mi sistemai sullo sgabello e presto l'aula si riempì di dolci note che piano piano si facevano sempre più cupe. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da quel mare di sentimenti mai espressi.
Quando smisi di suonare era ormai tardi, il coprifuoco sarebbe scattato in qualsiasi momento. Corsi verso la mia camera e appena entrai scattarono le 21. Mi lavai i denti, mi misi il mio comodissimo pigiama e sprofondai tra le comode lenzuola del mio letto. Non controllai neanche se la mia compagna di stanza fosse arrivata o meno che caddi tra le braccia di Mofeo.
Questa è stata sicuramente una delle giornate più movimentate rispetto alle altre.
Il nostro angolo
Hey gente, qui é Killer che parla :D
E così questo progetto ha avuto inizio!
Speriamo che ci accompagnerete in questo lungo viaggio. Buona lettura ^^
P.s. La storia è ambientata nel futuro quindi ci saranno tecnologie molto più avanzate.
~We are Disagiate_07
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