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28~ Annuire ancora e festa di Natale

Il buio, il buio è ovunque.
Mi volto, ed è sempre qui.

-Evans.-

E le risate sono assordanti, tremendamente assordanti, e non riesco a respirare.
Indietreggio, ma non posso scappare.

-Psss, Evans.-

Mi si avvicinano, le sento. Le ombre che strisciano come viscidi serpenti, sghignazzando.

-Evaaaaans-

E poi la luce, un lampo verde.
Accecante e improvviso, si spegne tutto, inghiottito da quella luce verde che pone fine ad ogni cosa.

-Lily-

Apro gli occhi di scatto, ansante.

Quasi dò una testata a James Potter, inginocchiato di fronte a me, leggermente più basso, dato che io sono seduta sulla poltrona.

Mugulo qualcosa, passandomi una mano sul viso per scacciare i residui dell'incubo.

-Sei rimasta.- afferma Potter, semplicemente, senza alcun tono specifico, come per accertarsene e basta.

Mi scosto dalla fronte i capelli disordinati, legandoli velocemente.

-Com'é andata?- chiedo, la bocca impastata.

James sorride, alzandosi in piedi, scrollando le spalle.

-Come sempre, Evans.- risponde.

Annuisco, mettendomi in piedi e lasciando scivolare il libro che avevo dimenticato di avere, dalle mie gambe.

Potter lo afferra con uno scatto, al volo, porgendomelo con un inchino d'altri tempi, anche se decisamente femminile.

Con un sorriso prendo il libro dalle sue mani, alzando gli occhi al cielo.

-Potter, cosa sono quei graffi?- chiedo di colpo, notando dei tagli sui polsi lasciati scoperti.

Lui è svelto a passarsi la mano fra i capelli, facendo un sorriso rassegnato.

-Solo effetti collaterali.- dice.

Annuisco.
Ancora.
Stasera a quanto pare non faccio altro che annuire.

-Va bene. Allora io vado su in dormitorio, Potter. Il resto malandrini è già su?- chiedo.

Lui annuisce.

-Sì, sono rimasto solo io per svegliarti, mia dolce rossa.-

Alzo gli occhi al cielo per il nomignolo, dirigendomi poi verso il dormitorio, esitando.

-É bello quello che fai per i tuoi amici, Potter. Mi sono sbagliata in questi anni: sei una brava persona.- mi sento dire.

E, oddio! ,ecco che capisco che dopo una certa ora deliro.

Questi sono pensieri, solo pensieri, che sono sempre stati miei.
Ed ecco che la mia bocca sente il bisogno di spifferarli. Fantastico.

Eppure il sorriso che Potter mi rivolge vale mille pensieri, mille segreti che la mia bocca può spifferare quando vuole, se la ricompensa è quel sorriso.

-Grazie.- dice.

-E mi dispiace se a volte sono stata troppo brusca, non sapevo che eri così.-

-Be', è anche colpa mia per averti dato il tormento.-

Mi scappa una risata, e mi volto definitivamente verso James.

-Che buffo. L'anno scorso non avresti mai ammesso di darmi il tormento, ma avresti detto qualcosa a proposito del tuo splendore e della tua voglia di illuminarmi le giornate. E io di sicuro non ti avrei detto che sei una brava persona.-

-Sì, lo so. Ma...-

James esita, mordendosi il labbro e scompigliandosi i capelli in quel gesto che, ormai, è familiare e non più sgradito.

-... l'anno scorso...ho scoperto una cosa. Credo di averla sempre saputa, ma è stato terrificante scoprirla e be', adesso mi sto comportando con consapevolezza.- mi confida.

Gli sorrido, sorrido per davvero.

Perché posdo averlo disprezzato per anni interi, posso averlo odiato e disapprovato ogni suo atteggiamento, ma adesso non è così.

Adesso ogni cosa che fa è ok, e potrei perdonargli tutto.

Perché io e James Potter siamo qualcosa.

Cosa di preciso, non so, ma non amici.
Non saremo mai amici.

Ma siamo qualcosa, e questo, al mio cuore palpitante basta.

-Buonanotte, James.-

-Buonanotte, Lily.-

***

Natale è una bella festività.

L'ho sempre pensato, è sempre stata la mia festa preferita.

E adesso che non sono più un Prefetto è ancora meglio, perché significa che il giorno in cui il treno per Londra parte io non devo correre da una parte all'altra del castello, cercando di organizzare tutto e ricordare agli studenti che devono partire.

Essere Caposcuola è molto meglio.

Ci si limita a stare all'ingresso del portone e supervisionare gli studenti che scivolano fuori con i mantelli e le sciarpe e i capelli e i guanti e i bauli.

E anche il fatto che lo stia facendo insieme a James, con una coordinazione deliziosa, come se lo facessimo da anni, giova all'atmosfera.

James è stato con me sempre, oggi.

Oltre ai suoi doveri, è stato con me a colazione, pranzo, per i corridoi.

E parla, parla in continuazione di tutto ciò che gli passa per la testa, senza fermarsi, ma io so che lo sta facendo per me.

Perché io sarei stata un Caposcuola ancora più felice se l'ultima a  passare per il portone fossi stata io, col mio baule e il mio cappello verde, regalatemi da mamma due anni fa.

Solo che sono un Caposcuola un po'meno felice, perché io questo Natale resto ad Hogwarts, perché io una famiglia non l'ho più, e nemmeno una casa.

Perché alla mia pila di regali quest'anno mancherà il probabile libro che mi avrebbero regalato i miei genitori.

E so che James sta cercando di distrarmi, così come so che questa sera, avvolta dalle coperte, piangerò in silenzio, per poi cadere in un sogno trapuntato di incubi.

-Abbiamo finito qui, sciò, andare via.- gracchia Gazza, scacciandoci dall'ingresso senza la benché minima gratitudine nei confronti di noi bravi Caposcuola che abbiamo allegerito il suo incarico.

***

È con il suo solito sorriso bonario che Silente annuncia, tranquillo, l'attività decisa per la festa Natalizia a noi rimasti.

Cinque Tassorosso, quattro Corvonero, due Serpeverde e sei Grifondoro.

Ed è sgranando gli occhi che accolgo la notizia, perché Silente ha detto "ballo" e non va bene neanche un po'.

Perché siamo solo in diciassette, e perché io non so assolutamente ballare.

E non ho neanche un dannato vestito adatto.

Scambio uno sguardo con Alice, che è rimasta qui con me e per me.

Accanto a me, k malandrini ghignano fra loro, e mi impongo di non posare il mio sguardo su James.

-Ti prego dimmi che non l'ha detto davvero.-

-Ti prego dimmi che l'ha detto davvero.-

È semplicemente sublime il modo in cui io e Alice diciamo nello stesso momento due cose completamente opposte.

E non capisco il suo sorriso da folle, perché dopotutto Frank non c'è e lei si ritroverà a respingere le richieste di tutti coloro che le chiederanno di ballare, perché fidanzata.

Ma poi ecco che mi afferra per il polso e mi avvicina bruscamente a lei, così velocemente che le nostre teste stanno per cozzare in un modo che sarebbe decisamente doloroso.

-Così...tu e Potty!- sussurra, esaltata.

E non posso credere che abbia davvero pensato a me è che soprattutto, abbia chiamato James "Potty".

Perché, nonostante abbia confidato ad Alice ciò che provo, credo si stia prendendo troppe libertà a chiamarlo in un modo che non osa nemmeno Sirius.

Prima che però possa dar viceai miei pensieri, ecco che la risata di Black attira la mia attenzione, d mi volto verso di lui con un sopracciglio alzato.

Lui ammicca nella mia direzione, spalancando le braccia e gridando, nonostante non ci sia alcun bisogno.

-Ehi, Evans, ci vieni al ballo con me?!-

Alzo gli occhi al cielo mentre la McGranitt si schiaffa la mano in faccia e Silente posa i suoi occhi azzurri su di lui.

-Scordatelo, Black.- replico.

James si mette a ridere, additando il migliore amico che ha abbassato le braccia, offeso.

-Capisci che si prova?- chiede, continuando a ridere.

Remus scambia uno sguardo esasperato con me, mentre Minus squadra tutti i presenti avidamente.

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