Minigame 2.2: are you afraid of the dark?
Ecco lì.
Tutti i giocatori di quel gioco maledetto erano in sala.
Come sempre, seduto sul divano, c'era Hiroshi, il pupazzo stretto tra le mani.
L'ascensore era chiuso, e molti non capivano il perché del disagio di Fumihiro.
- Allora, ora che siete tutti qui, immagino volete scoprire qual è il mio prossimo movente!- proclamò allegro il bambino.
- Passo, grazie. Eheheh.-
- Stai zitta Lia, dopo arriviamo anche a te.-
- Aspetta cosa?- chiese sbiancando la viola alla risposta secca dell'intelligenza artificiale, la quale l'ignorò bellamente.
- Tutti voi avete almeno una paura. E questo mi sembra ovvio. In fondo, siete degli esseri umani imperfetti che a volte esagerano dei problemi superflui, a tal punto da diventare delle fobie. Quindi, ho tappezzato questo posto di sensori, che in base a chi li attiverà farà vivere a tale persona un vero e proprio incubo ad occhi aperti!-
- Ma tipo, un incubo a caso? Tipo, come quella volta che ho sognato di essere nudo a scuola, miao?-
Hiroshi si portò una mano alla fronte.
- Fammi un favore e taci per sempre.- sibilò, arrabbiato.
- Ma tali incubi ci uccideranno?- chiese, nervoso, Noah - voglio dire, gli incubi di solito non terminano con la morte di chi li sogna?-
- Questo sta a voi scoprirlo!- si limitò a dire con una risatina il bambino satanico.
- Oh.- si lasciò sfuggire Haru - in tal caso, non conviene che le persone con fobie meno pericolose vadano ad attivare i vari sensori?-
- Oh, non funziona così! Ogni sensore è sensibile a persone diverse, e ogni persona può avere più incubi! E poi, lo stesso sensore può attivarsi più volte!-
- Chiaro.- annuì Akkey.
- Per ora è tutto, signorini! Sbrigatevi a uccidervi!-
I vari presenti cominciarono ad allontanarsi. Ma nessuno era riuscito ad allontanarsi che Hiroshi si era sbattuto una mano in testa.
- Che sbadato che sono! Per voi, ho anche una dritta!-
- Dritta?- chiese sospettoso Aurelio - È per caso un consiglio su come ammazzare qualcuno?-
- Quasi. È su chi dovreste uccidere per farla franca più facilmente.- continuò sorridendo Hiroshi, prima di ridacchiare e indicare a dito la persona a cui si riferiva.
Tutti gli occhi si puntarono su Lia.
- E... eh?!- la ragazza sbiancò, prima di scoppiare a ridere.
- Si può sapere che sta succedendo?-
- Non fare la finta tonte, Seiko Kamishi, ultimate lie detector.- Hiroshi fece una risatina innocente - Sei tu, no?-
Lia scosse la testa, piano.
- Dai, non fare la timida! È anche grazie al tuo talento se sei riuscita a capire subito che Runa Hattori stava mentendo, e ciò ti ha permesso di far notare a tutti le falle nel suo alibi!-
- Violetta, di che sta parlando?- chiese, stavolta senza canticchiare o miagolare, Skyler.
Lia, o Seiko, o chiunque fosse, si limitò a ridere.
- Andiamo, non... non ha senso!-
- Sai cosa non ha senso? Avere un personaggio così op tra i giocatori!- sbottò Hiroshi gonfiando le guance e battendo il piede a terra con aria arrabbiata - Rovini tutto il divertimento!-
Tutti stavano guardando la viola.
La ragazzina occhialuta si stava guardando attorno, nervosa.
- Lie detector, eh?- disse Haru - perché non lo hai detto prima, al posto di complicare le indagini?-
- Probabilmente aveva paura di venire uccisa per prima.- Commentò Eufrazja con tono piatto.
- In fondo, potrebbe scoprire senza problemi l'assassino indipendentemente dal suo alibi. È normale decidere di tutelarsi.- concordò il mafioso.
Lia ridacchiò.
- Andiamo, io... io non sono pericolosa per i vostri piani! Non... non sono una detective o qualcosa del genere! Anzi! Mi diverte il killing game! Eheh!- disse con un sorriso forzato Seiko, mentre indietreggiava maltrattandosi le mani, e tenendo lo sguardo basso.
- Violetta, sei davvero l'ultimate lie detector?-
- NON LO SONO! CREDETEMI, PERFAVORE!-
- Qual è il tuo ultimate, allora?- l'incalzò Noah.
Tutti stavano guuardando Lia.
La ragazza si guardava intorno, alla ricerca di una via di fuga.
- Ve l'ho già detto- disse con voce tremante, le lacrime agli occhi - è un segreto...- e a quel punto, si girò sui tacchi e scappò via su per le scale.
Ora erano in quattordici nella sala.
Tani guardò Skyler, che si copriva con una manica la bocca.
Sembrava intento a riflettere.
A parte quello, non riusciva a capire cosa stesse pensando.
- Dovremmo... andare ad aiutare Lia?- disse lo skater dopo qualche secondo di silenzio.
- Non che lei sia stata molto d'aiuto- ammise Haru - però, ora che il suo talento non è più segreto, penso convenga proteggerla. Potrebbe tornare molto utile.-
- Ma... secondo voi ci aiuterebbe?- chiese, titubante, Michiko.
- Ma dobbiamo aiutarla lo stesso! Non vogliamo mica un altro omicidio, vero?- incalzò Sora.
- Questo mi sembra ovvio.- concordò la sua ragazza.
- Allora io salgo a parlarle.- continuò *l* biond*
- Vengo con te, se non ti dispiace.- si intromise Tani.
- I... idem.- continuò Michiko.
Sora guardò i due con un sorriso.
- Va bene!- proclamò prima di salire sulle scale, seguito da alcune delle altre persone.
Proprio quando fu in mezzo alla scala, si sentì un rombo.
Tutti gli scalini si ruppero e caddero nel vuoto, mentre Sora si lasciava sfuggire un urlo e rimaneva sull'unico pezzo di legno ancora attaccato al muro, sospeso sopra un baratro.
Michiko e Tani, per fortuna, avevano fatto in tempo a scendere in fretta dalla scala.
Michiko era nel panico.
- Per favore stai fermo lì! Intanto cerchiamo qualcosa per aiutarti!-
- E CHI SI MUOVE!- rispose con un urletto Sora.
- Quindi, ecco come funzionano le trappole.- disse con calma Haru. Fece per riaprire bocca, ma qualcuno l'interruppe.
- E le scale ora sono inaccessibili...- continuò Aurelio, ignorando il cacciatore di taglie, il quale rimase particolarmente irritato.
Akkey indicò la porta che portava nel giardino sul retro.
- Forse in giardino troviamo qualche scala a pioli nel capanno degli attrezzi.-
- Giusto!- concordò Fumihiro.
Akkey annuì, prima di camminare.
Si rese subito conto che nessun altro sembrava intento a seguirlo.
Tani era intento a fissare il baratro con un senso di vertigini, Michiko era nel panico, e altri stavano parlando tra di loro.
E altre persone semplicemente non volevano rischiare di attivare la propria trappola.
Akkey si fece coraggio e aprì la porta.
Poi la chiuse di scatto, mentre si sentiva provenire dall'esterno un vento fortissimo.
- Nope nope nope.- si limitò a dire mentre si allontanava dalla porta a passo svelto.
- Sora resisti, okay? Ora... ora cerco un'altro modo!-
- D... d'accordo...- mormorò l'altr*, che si era sedut* con la schiena contro il muro, lo sguardo verso l'alto, le vertigini che lo stavano uccidendo, mentre cominciava a sudare.
Tani si ritrasse, mentre pregava tra sé e sé di non attivare mai la propria trappola personalizzata.
O sarebbe mort* d'infarto.
Michiko corse in sala, incurante del rischio di attivare un sensore. Tani la seguì, assicurandosi di non deviare dal percorso già fatto.
La ragazza corse alla libreria, mettendosi a sfogliare cogli occhi chiusi, mormorando qualche domanda a bassa voce.
Ma lasciò cadere il libro a terra quando tutte le persone in sala sentirono un grido provenire dalla cucina, mentre del fumo cominciava a uscire dalla porta.
Tani si voltò verso la porta, guardandosi attorno.
Nella sala c'erano Akkey, Noah, Blerry, i gemelli cacciatori di taglie, Aurelio, Eufrazja e Leilani, con quest'ultima nel panico esattamente come lo era l*i, mentre Skyler e Daiki mancavano.
A chi dei due apparteneva il grido?
E soprattutto, stava continuando.
Stava per caso... morendo bruciato vivo?
Tutti quanti sembravano terrorizzati.
Nishio e Haru si avvicinarono alla porta.
Haru mise le mani a cono.
- EHI!- chiamò a gran voce Haru - DAIKI, CI SEI?-
- È.... Come fai a sapere che é Daiki e non Skyler?-
- Oh, perché Skyler se ne è andato con l'ascensore.-
- Con l'ascensore? Ma non era pieno di sangue?- li interruppe Fumihiro, rabbrividendo al ricordo - Per... per il mio... incubo.-
- Oh? No.- Nishio confermò le parole del fratello scuotendo la testa.
- Oh? Le trappole sono temporanee, allora!- esultò Blerry, mentre Nishio appoggiava il dorso della mano sulla maniglia.
Poi, senza esitazione, l'aprì.
- NISHIO HE C***O FAI!- lo rimproverò il fratello afferrandolo, ma Nishio l'ignorò.
La scena che videro... non era quello che si aspettavano.
Daiki era raggomitolato per terra, la figura a mala pena distinguibile tra le fiamme, singhiozzando mentre strillava per il terrore.
Ma anche se il posto era caldo e puzzava di fumo, niente stava bruciando.
- Un... un'illusione?- disse sorpresa Leilani, prima di sorridere sollevata - È SOLO UN'ILLUSIONE! EVVAI!-
- Daiki...? Stai bene?- chiese piano Blerry, senza avere il coraggio di entrare.
A entrare fu Nishio, che si prese la briga anche di trascinare fuori il cacciatore, completamente paralizzato dal terrore.
Intanto, Michiko stava correndo da Sora, per comunicargli sollevata la notizia.
Tani tirò un sospiro di sollievo.
Non erano in rischio di vita.
- Ehi, andiamo a esplorare la soffitta?- propose Noah con un sorriso mentre Sora, che era riuscito a scendere dalla scala solo dopo che il suo incubo era scaduto e si erano riformati gli scalini, stava spacciando dello zucchero filato in giro per il trauma.
Anche se non avevno ancora pranzato, ma al diavolo la dieta equilibrata.
Daiki sembrava ancora scosso.
- Già fatto, grazie.- disse con calma Haru mentre masticava la sua porzione di dolce.
- Non mi dispiacerebbe, a essere sincero.- ammise Aurelio.
- Vengo anch'io, se va bene.- disse piano Tani alzando una mano.
- D'accordo! Allora andiamo, eh?- disse allegro Noah andando all'ascensore, seguito dagli altri.
Passarono la gita in ascensore in silenzio, e quando arrivarono alla soffitta tutti quanti rimasero stupiti.
Era piena di luce, data la grande quantità di finestre, e piena di oggetti ordinati in base alla categoria.
C'era un'armadio, contenente vari vestiti (Aurelio si permise di prendere un paio di abiti firmati senza fare troppe storie), dei mobili pieni di gioielli (e a quel punto Noah non si lasciò perdere l'occasione di parlare delle sue abilità nella gioielleria), alcuni quadri, dei mezzi di tortura, e...
- Aspetta, che ci fanno quelli qua?- chiese nervoso Tani indicando gli strumenti di tortura.
C'era anche una gabbietta e un paio di bare.
- Beh, siam in un killing game, no? Penso sia ovvio il perché di tali oggetti.- ammise con calma Aurelio, mentre Noah si avviò verso una libreria con vari albun e libri.
- Non penso nessuno li userà, no?- si lasciò sfuggire on una risatina Noah, mentre dal buio cominciarono a formarsi della braccia, alle sue spalle.
- ATTENZIONE!- urlò Tani, ma non facendo in tempo.
Le mani afferrarono Noah, che si lasciò sfuggire un grido, mentre cominciava a dimenarsi, ma le mani si moltiplicavano e basta.
- MOLLATEMI, DANNAZIONE, MOLLATEMI!- urlava aggiungendo un paio di imprecazioni mentre si dimenava con più forza, inutilmente.
Il suo volto era stravolto dal disgusto e dal terrore, mentre i suoi compagni non potevano fare altro che osservare.
- AIUTATEMI, DANNAZIONE! NON FATE GLI INUTILI PEZZI DI M***A!-
- Vuoi che vado a prendere una pistola e sparo alle braccia sperando di non beccarti?- commentò secco il mafioso alzando un sopracciglio, mentre Tani andò nel panico ancora di più, anche perché alcune mani comparse dal nulla si stavano stringendo attorno al collo di Noah, e a quel punto anche Aurelio si rese conto che poteva effettivamente diventare testimone del secondo omicidio.
- Oddio scusa, scusa...- si mise a cerare nella soffitta qualcosa, trovando solo un piede di porco.
Avrebbe dovuto utilizzarlo per forzare la presa delle braccia?
Ma non avrebbe rischiato di ferire anche Noah?
Era nel panico totale, ma per fortuna l'incubo era appena finito.
Noah cadde a tera, e si mise a respirare affannosamente, mentre si passava una mano sul collo.
Tani si avvicinò.
- Non. Osare.- sibilò a denti stretti Noah alzandosi in fretta e correndo verso l'ascensore, e lasciandoli lì.
Il resto del pomeriggio passò senza intoppi, praticamente.
Soprattutto perché le persone avevano deciso di segnare, sotto offerta di Akkey, i percorsi sicuri lasciando del nastro adesivo per terra quando camminavano.
Quindii, ora Tani aveva del nastro in mano, e nell'altra un panino avvolto nella carta.
Era ora di cena, e Lia, o Seiko, non si era ancora fatta viva.
Arrivò alla porta della viola, sempre tracciando per terra il percorso e assicurandosi di stare attaccato ai muri.
Bussò.
- Chi è?- chiese una voce dall'interno.
- Sono Tani. Ti ho portato la cena.-
Ci fu un attimo di silenzio.
- Vuoi uccidermi?-
- Cosa? No! Voglio solo aiutarti!-
La porta si aprì un poco.
- Fatti vedere in faccia.-
Tani si sporse, mostrando il panino.
- È al prosciutto. Va bene?-
Ci fu un attimo di silenzio.
- Sei sicuro che non sia avvelenato?-
- Sicurissimo.-
- Okay allora.-
Lia afferrò il panino e richiuse la porta.
Tani rimase un attimo di stucco.
Poi sorrise allegro.
- Ehi, Lia.... O Seiko.-
- Lia.-
- Okay, Lia. Comunque, puoi restituire lo smalto a Eufrazja?-
- Nope.-
- Ma...-
- Tanto, è uno smalto virtuale, no? Non è davvero un pezzo della sua collezione. Quindi, non c'è nessun problema.-
- In realtà...-
- Non sei arrabbiato con me? Non vuoi uccidermi?- l* interruppe Lia.
Tani fu colto di sorpresa da tale interruzzione.
- Sai, per la faccenda del nomignolo.-
- No, tranquilla.-
- Non mentire.-
Tani rimase zitto, mordendosi l'interno della guancia.
- Vattene pure, se non hai nient'altro da fare.-
- Oh. Okay.-
Tani si staccò dal muro e se ne andò.
La notte passò senza problemi.
Nessun urlo, nessuna trappola.
Tani, tuttavia, faceva fatica a dormire.
Era tormentat* dall'ansia.
Fu per questo che si alzò e, seguendo sempre il nastro per terra, si avviò nel bagno.
Si sciaquò il volto, lanciando un'occhiata alla finestra.
Fuori c'erano le stelle.
Il paesaggio non era male, a essere sincero.
Poi, notò qualcuno sdraiato per terra.
Aprì la finestra e si sporse.
Fu a quel punto che si rese che sotto la testa di tale persona c'era una pozza di un qualche liquido.
Sforzò la vista, prima di rendersi conto che quella persona era Lia.
E non si muoveva per niente.
- Ehm.... EHI C'È UN CADAVERE!- urlò a pieni polmoni.
Angolo autrice
Gotta go fast.
Vi avviso che questi erano i moventi soft.
Spero che il cpaitolo vi sia piaciuto e che i vostri oc non fossero ooc.
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