Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

🧡Capitolo 2🧡

𓂀𓋹𓁈𓃠𓆃☥𓅓𓆣

Il Cairo, 28 Marzo 2023

La notte era scesa sul Cairo, portando con sé l'oscurità.

Edoardo si girava e rigirava sul divano, incapace di trovare una posizione comoda. Le lenzuola si attorcigliavano attorno al suo corpo, si sentiva accaldato, scomodo, in più aveva la mente affollata da troppi pensieri.

Si alzò sentendo la necessità di rinfrescarsi, attraversò la stanza in punta di piedi, cercando di non fare rumore mentre si dirigeva verso il bagno. Il contatto con l'acqua fresca gli dava un po' di sollievo, ma non riusciva a spegnere il fuoco che sentiva dentro.

Quello che era successo qualche ora prima lo tormentava come una prigionia, offuscandogli la mente. Scosse la testa, cercando di allontanare pensieri che lo tormentavano da tutta la serata.
"È tua sorella," si disse, stringendo i bordi del lavandino come se bastasse solo quello per trattenersi a quel richiamo.

Stava per dirigersi nuovamente sul divano quando un sussurro catturò la sua attenzione. Era stata Raissa che nel sonno aveva mormorato il suo nome. Lui rimase immobile per un attimo, in lotta con se stesso, convincendosi che non si sarebbe avvicinato, ma una forza invisibile che non riusciva a controllare lo spinse verso il letto.

Si avvicinò piano, attento a non svegliarla, e si sedette accanto a lei. La guardò dormire serena sotto la luce della luna che filtrava attraverso le tende chiare di lino.

Era così bella.

Edoardo non poteva fare a meno di notare quanto fosse cresciuta.

Quasi senza accorgersene, allungò una mano e, con delicatezza, tracciò il contorno delle sue labbra carnose, sentendone il calore. Le sue dita scesero fino al collo, percependo la morbidezza della sua pelle sotto il tocco. Il suo sguardo si posò poi sullo scollo della maglietta nera di Raissa, dove il reggiseno nero abbracciava il suo seno generoso.

Un calore intenso si diffondeva in tutto il suo corpo, il che rendeva difficile trattenere l'impulso di toccarla più in profondità. Un conflitto interiore lo straziava mentre la sua mente gridava "No," con disperazione. "Questo è sbagliato."

Con uno sforzo immenso, allontanò la mano, si alzò dal letto, e si andò a stendere nuovamente sul divano. Sperava con tutto se stesso che Morfeo lo accogliesse tra le sue braccia ma ogni tentativo di dormire, con lei a pochi metri di distanza, era vano.

Il tempo sembrava scorrere lento, quelli che erano quaranta minuti a lui sembravano ore.
Qualcosa lo soffocava dall'interno, gli faceva mancare quasi l'aria, soffriva il caldo e trasudava sudore. Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria fresca, quindi il suo pensiero fu quello di uscire sul balcone, ma il contatto della mano di Raissa sulla sua fronte lo sorprese.

«Edoardo! Tu scotti.» disse lei preoccupata. I suoi capelli castano chiaro, erano legati in una coda bassa e scompigliata mentre gli occhi color nocciola e nutella, lo stavano fissando con innocenza. Era inginocchiata vicino a lui, il suo corpo era così vicino e il tessuto corto del suo pigiama lasciava intravedere le cosce nude...

Non poteva essere reale, stava di sicuro delirando.

«Sto... bene. Torna a letto.» tentò Edoardo, con la voce spezzata dall'eccitazione e dalla confusione, cercando di sembrare il piu' autoritario possibile. Era pur sempre un uomo.

Ma Raissa, con la sua tipica testardaggine, non lo ascoltò. «Non mi interessa, non puoi restare qui» ribatté, tastando con la mano il materasso sottile e scomodo del divano. «Stasera dormirai nel mio letto. Ma non ti abituare.» disse lei mentre tentava di tirarlo su, cercando di far leva con tutto il suo corpo.

«Che pensi di fare?» disse Edoardo con un sorriso stanco, sapendo che non sarebbe mai riuscita a spostarlo con quella leggerezza. Tuttavia, con un gemito, si alzò e la seguì.

Raissa frugò nel suo borsellino, estraendo una pillola e poi aprì una bottiglietta d'acqua dal piccolo frigobar.

«Dopo questa starai meglio. Ora a letto!» insistette lei, porgendogli la medicina con un tono dolce. Si girò per tornare sul divano, ma non fece in tempo a muoversi perché stavolta fu lui ad afferrarla per il polso, con un gesto quasi istintivo, tirandola nella sua direzione.

«Dormi con me»  la sua voce era debole, roca, quasi implorante. Non credeva neanche lui di averlo detto.

Il respiro di Raissa si bloccò per un istante fino a che i suoi occhi incontrarono quelli febbrili di Edoardo.

Esitò incerta, ma prima che potesse rifiutare, lui la tirò verso il letto, adagiandola con la schiena sul materasso e cominciò a farle il solletico per spezzare la tensione. La risata di lei riempì la stanza, ma si fermò di colpo quando si accorse della posizione in cui si trovavano. Edoardo era sopra di lei, e la sua maglietta si era sollevata, scoprendo il reggiseno di pizzo nero.

Raissa cercò imbarazzata di abbassare la maglia per coprirsi, ma lui non glielo permise, poi le sue mani forti le afferrarono i polsi, immobilizzandola sul letto. Lei spalancò gli occhi, sorpresa, ma incapace di fermarlo. Voleva vedere fino a dove poteva spingersi.

Lei era sempre stata audace in tutto ciò che faceva, aveva quella piccola scintilla che la portava a cercare sempre il limite delle cose, a spingersi oltre, soprattutto quando si trattava di Edoardo. Ma mai, in tutti gli anni trascorsi con lui, si era trovata in una situazione come questa. Per quanto amasse sfidarlo e mettersi alla prova, questa volta la sensazione era diversa.

Approfittando del momento di distrazione di Raissa, avvicinò il volto al suo, e per un attimo, tutto rimase sospeso. Quel momento era irreale nella testa di lui mentre Raissa era quasi convinta che si stesse nuovamente prendendo gioco di lei, così si schiarì la voce, cercando di riprendere il controllo, ma il contatto delle labbra di Edoardo sul suo collo la paralizzò all'istante.

La sua pelle sembrava accendersi sotto quel tocco umido. Il respiro le si fece irregolare, e ogni sussurro della sua pelle sotto le labbra di lui la spingeva più in profondità. Voleva sentirlo di più, desiderava quel contatto intimo che le faceva tremare le gambe e le scuoteva il respiro. I suoi pensieri più nascosti, quelli che si era sempre sforzata di tenere a bada, si manifestavano ora in tutta la loro crudezza.

L'uomo che la stava baciando non era suo fratello. Non poteva esserlo. Edoardo era rigido, protettivo, sempre pronto a ricordarle cosa fosse giusto o sbagliato. Ma adesso era tutto il contrario. Il suo tocco era deciso, provocante, c'era qualcosa di pericoloso, quasi selvaggio, nel modo in cui la assaporava, e questo la spaventava ed eccitava tanto da sentire la mutandine fradicie.  La sensazione di umidità tra le gambe era gratificante quanto fastidiosa si perché il suo corpo le stava sfuggendo di mano, rispondendo a quegli stimoli con una voracità che la sorprese.

Non era più la stessa. Non in quel momento. I pensieri di responsabilità, di regole e di controllo erano spariti.

La mano di lui scivolò lentamente lungo il corpo di Raissa, soffermandosi sul seno, sfiorando la stoffa sottile del reggiseno. Lei trattenne il fiato, sentendo ogni centimetro di quel tocco leggero.  Proprio quando pensava che avrebbe continuato, un lamento di dolore esterno le fece gelare il sangue.

«Raissa»

«L'hai sentito anche tu?» chiese, con un filo di voce, guardandosi intorno con sospetto.

«No. Cosa?» chiese Edoardo, visibilmente scosso dal brusco cambio di umore di Raissa.

«La voce...» sussurrò, quasi senza fiato.

«L'ho sentita di nuovo, qualcuno mi ha chiamata. Proprio come stamattina.» Il panico era evidente nel suo tono, mentre si stringeva le braccia attorno al petto, sentendo freddo, per via dei brividi che gli aveva causato quella voce maschile chiaramente udibile.

Edoardo la fissò preoccupato notando il pallore improvviso sul suo viso.

«Raissa, qui non c'è nessuno, siamo entrambi stanchi e come avrai constatato prima, la stanchezza fa brutti scherzi.» disse con voce morbida e rassicurante.

«Io... io l'ho sentita, Edoardo. Non me lo sto immaginando.»

Se c'era una cosa che Raissa odiava, era non essere presa sul serio. In quel momento, la sua mente correva troppo velocemente. Era più che sicura che anche Edoardo l'avesse sentita, ma che stesse cercando di sminuire la situazione per non spaventarla ulteriormente.

«Va bene» disse poi lui rassegnato.
«Adesso vado fuori a controllare. Aspettami qui.»

«Fai attenzione» gli rispose prima di lasciargli il braccio.

Edoardo le sorrise, cercando di rassicurarla, poi uscì, lasciandola sola con le sue paure. Raissa accese la luce dell'abat-jour sul comodino, ma la sua mente non trovava pace. Il silenzio della stanza sembrava opprimerla, e l'attesa divenne un'agonia. I minuti passavano, e Edoardo tardava a rientrare.

Non poteva restare lì ferma, così decise di uscire. Aprì la porta con cautela, con il cuore che le batteva forte.
«Edoardo... Non rientravi...» mormorò, ma le parole le si bloccarono in gola.

Il cielo sopra di lei era qualcosa di incredibile.

Un tappeto di luce scintillante di stelle costernava il cielo notturno, e nel mezzo, una cometa attraversava il firmamento.

Era tutto così surreale, così meraviglioso che per un attimo dimenticò ogni paura.

Era un qualcosa che andava immortalato così si affrettò a rientrare per prendere la videocamera di Edoardo. Ma appena mise piede nella stanza, il sangue le si gelò nelle vene.

Un'ombra, scura e indistinta, si muoveva di spalle verso la porta, come se fosse appena uscita dalla stanza. Raissa si fermò di colpo scioccata mentre l'adrenalina le inondava il corpo.

«Ma cosa diavolo...» sussurrò, paralizzata. Il suo istinto le diceva di non muoversi, ma la curiosità la spingeva a inseguire quella figura. Eppure, le sue gambe sembravano bloccate al pavimento, incapaci di seguirla.

𓂀𓋹𓁈𓃠𓆃☥𓅓𓆣

🧡Spazio autrice🧡

Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti ♥️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro